martedì 28 agosto 2018

UNA PICCOLA STORIA D’AMORE (parte sesta)

                 (questa foto è mia e ne rivendico tutti i diritti. se ti piace e vuoi usarla, per piacere cita la fonte. grazie)


LA STORIA VISTA DA LUI

E lentamente tutte le cose andavano a posto come tanti tasselli di un puzzle: La casa stava venendo veramente carina, il fratellino più piccolo era stato iscritto al “kindergarten” (l’equivalente della nostra scuola materna), i gemelli al primo anno della “grundschule” ( la nostra scuola elementare).

Francesco invece incontrava qualche problema ad iscriversi alla Realschule (l’Istituto Tecnico), perché era pur vero che in Italia era sempre stato promosso con ottimi voti, ma altrettanto vero era che non sapeva niente di lingua e letteratura tedesca. Impossibile quindi seguire le lezioni tenute solo ed esclusivamente in tedesco. Erano giorni che passava da una scuola all’altra coadiuvato da un paio di ragazzi che abitavano non molto distante da casa sua e che erano più o meno suoi coetanei.

In quella zona non esistevano scuole in lingua italiana nonostante fosse alta la presenza di nostri connazionali. Stava quasi per lanciare la spugna quando il suo amico Tommaso era arrivato a casa sua tutto tronfio come un galletto: << ho trovato!! Ho trovato la scuola che fa per te!!>> e tutto d’un fiato gli aveva raccontato che a pochi isolati di distanza c’era una scuola serale gestita da insegnanti italiani che poteva fare al caso suo … se magari voleva andare a darci un’occhiata …

Non se lo era fatto ripetere due volte e un quarto d’ora dopo stava già parlando con la Dirigente di questo centro.

Era tornato a casa entusiasta ed era corso subito a dirlo a suo padre:
<<sai papà, non posso frequentare la scuola partendo dal livello dove sono arrivato in Italia perché so poco o niente di lingua e letteratura tedesca quindi…>>
<<Quindi cosa vorresti fare? Abbandonare gli studi? Assolutamente no!! Troveremo qualcosa che fa al caso tuo … non posso pensare che tu faccia la fine che ho fatto io che senza un “pezzo di carta” ho dovuto lasciare tutto ed emigrare al Nord …>>
<<Papà, a parte che se emigro io al Nord, più al Nord di qui dove vado? In Lapponia? A che fare? Ad allevare le renne? Ascolta: ho trovato una scuola gestita da insegnanti italiani che seguono il programma italiano e in più ci fanno studiare tedesco. Alla fine dell’anno dovrei andare in Italia e presentarmi come privatista per sottopormi agli esami per passare all’anno successivo. La stessa cosa poi la farei in quinta per gli esami di stato. L’unico problema è che la scuola è una scuola serale … e io tutto il giorno che faccio? allora avrei pensato di andare a sentire dal titolare della ditta dove lavori tu se è ancora libero quel posto di magazziniere che mi aveva offerto … così potrei aiutarti un po’con i soldi ..sì sì lo so, tu stai pensando che se lavoro di giorno e vado a scuola di sera, quand’è che studio? Non ti preoccupare: studierò sabato e domenica. Ce la farò vedrai>>

Il padre lo guardava, occhi sgranati e bocca aperta. Quando finalmente Francesco aveva finito la sua arringa e zitto aspettava una risposta, questi aveva tirato un sospiro e aveva detto: <<Certo che con la chiacchiera non ti batte nessuno!! Sei uguale a tuo zio Antonio!! Che ti devo dire? Hai già deciso e devo dire che hai preso una decisione che mi fa capire che ormai sei un uomo. Va bene, provaci. Poi se vedrai che far quadrare tutto sarà troppo pesante magari potresti chiedere di lavorare in magazzino solo mezza giornata, oppure di fare sempre il turno della mattina dalle 6 alle 13, così avresti il pomeriggio libero per studiare… ah dimenticavo … abbiamo “l’Anmeldung” … come si dice? La residenza! Ecco leggi qua: da oggi la nostra famiglia risulta residente al nr 18 di Industrien strasse. Del resto –continuò ridacchiando-- una strada che è piena piena di fabbriche come questa come potevano chiamarla “garten strasse”?>>

Francesco era schizzato in piedi, aveva abbracciato suo padre, aveva preso in braccio sua madre e l’aveva fatta volteggiare e poi era corso in camera a scrivere finalmente una lettera dove poter apporre il nome e l’indirizzo del mittente.

“amore mio,
quante novità!! Come vedi dalla busta, finalmente ci hanno consegnato la nostra residenza, quindi da oggi potrai rispondere alle mie lettere. che poi: sono stato veramente un cretino. Avrei potuto darti l’indirizzo degli zii dove inviarmi le prime lettere, ma non ci ho proprio pensato…vabbè, ormai anche questo problema è superato.
Ho trovato una scuola serale gestita da insegnanti italiani dove potrò continuare il mio corso di studi e poi a giugno venire in italia per fare gli esami come privatista. E andando a scuola alla sera, probabilmente riuscirò a lavorare durante il giorno, così potrò aiutare un po’ la famiglia ma anche mettere da parte qualche soldino per venirti a trovare. Come vedi tesoro le cose si mettono al meglio …”

Qualche altra sciocchezza, qualche romanticheria e poi via: un bel francobollo e la passeggiata fino alla cassetta postale in fondo alla strada … se tutto fosse andato bene nell’arco di 2-3 giorni la lettera sarebbe arrivata a casa di Chiara e tempo una settimana anche lui avrebbe cominciato a ricevere notizie.

Se tutto fosse andato bene........
                                                                                                                                                                                             (continua)

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