giovedì 23 agosto 2018

UNA PICCOLA STORIA D’AMORE (parte terza)

              (questa foto è mia e ne rivendico tutti i diritti. se ti piace e vuoi usarla, per piacere cita la fonte. grazie)

LA STORIA VISTA DA LORO

--Come faremo? Cosa faremo? Ci rivedremo? Ogni quanto potremo rivederci? E per quanto tempo potremo tenere in piedi un amore “a distanza”? –

Queste le domande che incessantemente si ripetevano senza trovare risposta.

<<Sai cosa facciamo? Scappiamo di casa e andiamo via insieme, in un posto dove non potranno mai trovarci … che ne dici?>> chiedeva Chiara guardandolo con occhi speranzosi.

<< Non possiamo lo sai … siamo minorenni … quando ci ritrovano , perché tanto lo sai che ci ritrovano , ci fanno un “c..o così” … e poi io un dolore così grande ai miei genitori non voglio darlo. E diciamocela tutta : come camperemo? Chi dà da lavorare a due ragazzini come noi? Cosa facciamo? Andiamo a chiedere l’elemosina? Facciamo una rapina? Non dai ragiona …>> Francesco doveva fare la parte di “quello grande”, quindi le diceva quello che sapeva essere giusto anche se, in cuor suo, avrebbe davvero preso il primo treno con Lei, destinazione “Chissàdove”

<<Allora facciamo così - continuava imperterrita - voi partite e io dopo un po' scappo e vi raggiungo ...>>

<<Ma sei matta? Ma non lo sai in che guaio ci andremmo a ficcare facendo così? Tuo padre farebbe denuncia, i primi a cui la polizia penserebbe siamo noi, ti troverebbero, verresti rimandata subito a casa e la mia famiglia avrebbe guai a non finire per averti ospitata. Te l'ho detto: occorre pazienza. L'anno prossimo diventiamo maggiorenni e poi le cose saranno molto più semplici>>

<< Ma ragiona – continuava lei piccata – che vita ci aspetta? Io qui da sola , con la mia famiglia che è quello che è , provare a continuare a fare la vita di sempre , scuola,palestra e compiti a casa … qualche cinema la domenica in attesa che tu riesca a venire a trovarmi. E tu , in un posto tutto nuovo, dove non sai la lingua quindi anche andare a scuola per te sarà un casino … quante volte riuscirai a tornare qui a trovarmi? Il viaggio costa e finchè non avrai finito la scuola dipenderai in tutto e per tutto da tuo padre che , poveretto, già adesso fa i salti mortali >>

<< Mi troverò un lavoretto nei fine settimana e chiederò a mio padre di lasciarmi i soldi che prendo così potrò venire a trovarti più spesso di quello che credi … adesso tu vedi tutto nero ma vedrai che ce la faremo … e poi ci scriveremo e ci telefoneremo … beh insomma telefoneremo non so … le interurbane costano un occhio!! Dai ci scriveremo un sacco di lettere che poi conserveremo e tra 20 anni le mostreremo ai nostri figli. Ti scriverò una lettera al giorno e tu farai altrettanto … intanto comincerò a scriverti io e appena avrò l’indirizzo della casa nuova te lo spedirò così tu potrai rispondermi … ce la faremo vedrai …>> e dicendo queste cose , se la stringeva al petto accarezzandole i capelli.

E così tra pianti, sospiri e progetti di fuga, era arrivato anche il giorno della partenza. Sembrava che Francesco dovesse partire per la guerra tanta era la desolazione che leggeva negli occhi di Chiara… la mattina era sceso in strada per incamminarsi con la sua famiglia verso la stazione e davanti al portone aveva trovato
 tutti i compagni di scuola che erano venuti a salutarlo e avevano preparato uno striscione con scritto  “Ci mancherai. Torna presto”. 

Trovò anche Chiara che era combattuta se salutarlo sotto casa o accompagnarlo fino al treno. Decise lui per tutti e due. La prese per le spalle e guardandola fisso negli occhi disse : << Rimani qui, sarà più facile salutarci qui in mezzo ai nostri compagni e sarà un po’ meno gravoso per te. Lo sai vero che questo è solo un arrivederci? Lo sai che tornerò non appena potrò e che non passerà giorno senza che io ti scriva e ti pensi. Ecco, quando la lontananza ti peserà un po’ troppo pensa a questo: pensa che un altro giorno è passato e che ne manca uno in meno al nostro nuovo incontro>> e dopo un bacio “da film” prese la strada verso la stazione senza più voltarsi indietro.

La lunga attesa era incominciata…
                                                                           (continua)

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