martedì 18 settembre 2018

UNA PICCOLA STORIA D’AMORE (parte tredicesima)

          (questa foto è mia e ne rivendico tutti i diritti. se ti piace e vuoi usarla, per piacere cita la fonte. grazie)


LA STORIA VISTA DA LEI

Chiara

Il suo turno era finito già da un po’, si era cambiata indossando jeans, una maglietta e le “Reebok” per tornare a casa a piedi ( e prendere così 2 piccioni con una fava: godersi una tiepida serata romana e fare un po’ di attività fisica che male non fa mai) ma continuava ad attardarsi intorno al bancone della reception. Sistemava i depliants, metteva in ordine le brochure informative, riordinava i volantini che pubblicizzavano le gite organizzate. Nel frattempo non perdeva di vista la porta della sala convegni e cercava, tendendo l’orecchio, di percepire qualunque suono potesse far pensare che, per quel giorno, i lavori erano finiti.

Ma aldilà della porta tutto taceva.

Quando per la quarta volta aveva sfilato dal loro espositore le brochure per compattarle e rimetterle al loro posto, il portiere l’aveva guardata in modo sornione dicendo :

<<Chiara se continui così me le consumi queste brochure!! Ma non c’hai niente di meglio da fare che star qui a fare le “pulizie di Pasqua” fuori dall’orario di servizio? Beata gioventù!! Ma esci da qui, vai incontro al mondo, è una serata bellissima, l’aria è dolce, c’è tutto il bello dell’estate con qualche sentore, appena appena, di autunno. Che ci stai a fare qui? Non è che c’hai un appuntamento?>>e così dicendo aveva lanciato uno sguardo eloquente verso la sala convegni.

<<Ma dai Oscar, cosa vai a pensare?!? Lo sai che sono un tipo pignoletto e voglio lasciare tutto in ordine prima di andare via … però hai ragione. In una serata così, è un delitto rimanere al chiuso. Ciao, vado a spasso, ci vediamo domani>>

Detto questo era uscita sul marciapiede e dopo un’ultima, fugace occhiata alle sue spalle , si era incamminata verso casa. Il destino, anche se aveva cercato di forzarlo un po’ rimanendo oltre l’orario di lavoro, aveva scelto di nuovo per loro. E anche questa volta si era messo “di traverso”. Bisognava accettarlo e considerare questo capitolo definitivamente chiuso?!?

Arrivata a casa, si era tolta le scarpe facendo i salti mortali per non pestare Gastone che era arrivato di corsa e la stava letteralmente travolgendo strusciandosi contro le gambe e miagolando a più non posso. A piedi nudi aveva raggiunto la cucina, e dopo aver "servito la cena" al micione si era versata un bicchiere di un bel rosso “corposo” e con il calice in una mano e una ciotolina di “schifezze” nell’altra si era diretta verso il terrazzo.

Il terrazzo era la parte che amava di più della casa: più del caldo e accogliente soggiorno che aveva arredato con mobili “grezzi” e tappeti ed arazzi tessuti a mano da un’amica che dopo un viaggio in Persia aveva deciso di iniziare questa attività e stava riscuotendo parecchi consensi.

Più della cucina, piccola ma funzionale: era corredata di tutti gli optional, compresi anche tanti piccoli elettrodomestici che utilizzava spesso durante i fine-settimana quando si dilettava a provare nuove ricette.

Più del bagno che aveva fatto ristrutturare da poco trasformandolo in quello che aveva sempre sognato da ragazzina: mosaico alle pareti, un’ampia doccia e la vasca idromassaggio.

Più della camera da letto, che per parecchio era stata il “nido” suo e di George e che era esattamente come lei : solida, funzionale e un po’ austera ma con coperte e plaid multicolori che la rendevano simile ad un mercato delle spezie arabo.

Il terrazzo era il suo “fiore all’occhiello”, era un po’ come un figlio. Se lo era cresciuto poco alla volta, aggiungendo e togliendo cose, sistemando, spostando e il risultato finale era un posto intimo, un “posto dell’anima”.
Aveva optato per mettere delle vetrate che lo riparassero dalle intemperie e lo rendessero fruibile anche in inverno: bastava infatti alzare di poco il riscaldamento in soggiorno e in un batter d’occhi la temperatura del terrazzo diventava mite e accogliente.
Lo aveva arredato con tavolino e poltrone in midollino di un colore biondo caldo. E poi piante, piante verdi perenni e stagionali da fiore. Durante la bella stagione faceva scorrere le vetrate su un unico lato e il resto del perimetro libero da filtri le regalava un panorama mozzafiato: ai suoi piedi tutta Roma. I rumori della grande città arrivavano attutiti e tutto quello che si coglieva era la bellezza fuori discussione della “città eterna”.

Col suo bicchiere di rosso si era accoccolata su una delle poltrone, prontamente raggiunta da Gastone che si era accomodato su quella di fronte e la fissava curioso.

<<ehh sì caro mio … avrei potuto essere a cena con l’amore dei miei 17 anni stasera e invece sono qui con te … poteva essere una serata di quelle “col botto” … poteva essere la volta buona che chiudevamo per sempre con il passato e invece … poteva essere, magari dopo qualche legittima spiegazione , l’occasione per riappropriarci del tempo perduto e, perché no, capire che cos’è rimasto di quell’ amore …>>

Ed ecco, da uno degli appartamenti vicini alzarsi le note di una canzone “evergreen”, una di quelle che, puoi avere 20, 50 o 70 anni, sicuramente almeno una volta nella vita l’hai cantata.

“Ma cos’è stato di quel tempo
Che sfidava il vento
Che faceva fremere
Gridare
Contro il cielo
Non lasciarmi solo no
Non andar via
Non andar via
Senza te
Morirei
Senza te scoppierei
Senza te
Brucerei
Tutti i sogni miei”

Ecco, ci mancava solo Baglioni a rendere perfetto questo momento di malinconia …

“Francesco … chissà dove sei, cosa stai facendo, se ci sei rimasto male quando sei uscito dalla riunione e non mi hai trovato … chissà a cosa stai pensando, chissà se MI stai pensando, chissà se anche tu hai nostalgia dei nostri 17 anni …”

Il vino era finito, la ciotolina delle “schifezze” era vuota , forse era meglio rientrare e farsi un bel bagno rilassante.

Candele profumate, olii essenziali, musica classica a basso volume. C’era tutto quello che serviva per prepararsi al meglio alla notte che avanzava …
una notte che già sapeva , sarebbe stata lunga e insonne.

Accidenti alla nostalgia!!!

                                                                                  (continua)

Nessun commento:

Posta un commento

© Immagini e testi protetti da Copyright