Diceva
Immanuel Kant “Puoi conoscere il cuore di un uomo già dal modo in cui tratta
gli animali”
Ed è
proprio così che ho conosciuto il tuo Grande Cuore.
Ci
frequentavamo da poco e un pomeriggio, nel cortile di casa tua, si materializza
un cane.
Un
incrocio tra un boxer e chissà cos’altro … del boxer aveva la struttura fisica,
il manto fulvo, il muso schiacciato e la “mascherina nera”.
Ci
guardava da lontano, la bava alla bocca.
Tu l’hai
guardato e per la prima volta ho visto quella luce nei tuoi occhi … quella luce
che non avevi nemmeno quando guardavi me che in teoria avrei dovuto essere
appunto “La luce dei tuoi occhi”.
Con il
tempo ho capito cos’era “quella luce” ma non quel giorno: quel giorno vedevo
solo uno spilungone di 16 anni guardare negli occhi un grosso cane che
contraccambiava quello sguardo.
Occhi
negli occhi.
Poi lo
spilungone comincia piano piano a parlare al cane, anche se da lontano. Un tono
suadente, piccole frasi accompagnano piccoli passi di avvicinamento.
E io : “fermati,
non vedi quanto è grosso!!! E poi guarda: ha la bava alla bocca, non è che ha
la rabbia?”
E tu
invece di ascoltarmi fai un passo, poi un altro ancora, sempre guardando il cane
negli occhi.
Il cane
ti fissa, probabilmente ne ha passate talmente tante che è stupito di trovare
un “umano” così carino.
Un passo
dopo l’altro, lo spazio tra i due diventa sempre meno.
Ad un
certo punto il cane uggiola e muove piano il mozzicone di coda.
Io non
lo sapevo ancora ma in quel momento stavo assistendo all’inizio di una
bellissima storia d’amore che si sarebbe interrotta solo con la morte di quella
splendida cagnotta che abbiamo chiamato Gilda.
Lo spazio
tra voi due è poco meno di un metro: continuate a guardarvi fisso negli occhi,
ognuno probabilmente domandandosi se può fidarsi dell’altro.
Poi allunghi un braccio sopra la sua testa e lei allunga la testa per
ricevere, dopo tante angherie, una carezza. La tua.
Col tempo
abbiamo scoperto che quella splendida anima con la coda veniva da un altro
paese, che il suo “Umano” l’aveva abbandonata lontano da casa perché aveva l’animo
da cacciatrice e sterminava il pollaio.
Da noi
ha trovato uno “spilungone” che l’ha adorata da subito e da subito è stato
contraccambiato.
Mi
ricordo come si metteva di vedetta al cancello, quando sentiva l’inconfondibile
rumore del motore della tua 500 che arrivava dal fondo della strada.
O quando,
diventata mamma, permetteva solo a noi due di avvicinarsi ai suoi piccoli.
Ecco. Quel
giorno avresti potuto magari cacciare quel cane che ti fissava dritto negli
occhi: tirargli un sasso e mandarlo via.
E invece
hai deciso di accoglierlo a casa tua, di farlo diventare parte della famiglia.
Poteva
essere un caso ma invece è la quotidianità: ancora oggi, dopo tanti anni,
quello spilungone porge la mano a chi è indifeso.
Quante
volte di notte ti sei alzato perché i nostri cani abbaiavano in modo strano (quel particolare abbaio destinato a segnalare gli intrusi) e hai salvato qualche
riccio da una brutta fine facendogli attraversare incolume il nostro cortile e
accompagnandolo dall’altra parte della strada, verso la libertà!!
E quella
volta che ci è letteralmente “caduto dal cielo” un cucciolo di pipistrello e lo
abbiamo curato, svezzato e cresciuto e poi accompagnato in giardino per fargli
spiccare il volo!!
Ecco chi sei tu: quello che si schiera sempre dalla parte dei più deboli, dei più fragili, di quelli che non hanno voce.
E direi
che anche la frase di frase di J.K. Rowling ti sta a pennello.
“Se vuoi
sapere com’è un uomo, guarda come tratta i suoi inferiori, non i suoi pari.”
Ma
questa è un’altra storia …
Oggi
festeggiamo un compleanno “tondo”.
Si “chiude” un periodo non facile … ma come diciamo in Cammino dopo una lunga salita che sembra non finire più
-dai
che dopo la curva “spiana”-.
Orgogliosa
di aver condiviso con te tanta strada e di aver potuto così conoscere il tuo
Grande Cuore.
E come dice il Liga ricordati che
"Il meglio deve ancora venire"
BUON COMPLEANNO ANIMA MIA!!