lunedì 31 gennaio 2022

ANCORA QUELLA PANCHINA AL PARCO

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31-01-2022

E si ritrovano ancora là, su quella panchina che ormai è diventata il loro luogo “segreto”.

La mamma appoggia la testa sulla spalla della figlia e dice:

“L’altro giorno hai voluto che ti raccontassi per l’ennesima volta di me, della mia infanzia, della mia adolescenza, le mie esperienze di donna, di moglie, di madre … direi che adesso tocca a te raccontarmi un po’ della tua vita … dai che lo so che come me sei una chiacchierona!!”

La figlia sorride sorniona e risponde:

“ Cosa vuoi che ti racconti? Della mia infanzia e poi dell’adolescenza ne sai sicuramente più tu di me!! Credo tu sia la persona che mi conosce meglio al mondo!! Alle volte, quand’ero ragazzina mi stupivo di come capivi tutto prima ancora che io avessi finito di pensare qualcosa … altre rimanevo stranita dal fatto che “sapevi” ma mi lasciavi fare ugualmente, conscia che avrei sbagliato, che ci avrei “sbattuto” il naso. Allora non capivo, ma adesso sì … il compito di un genitore è quello di crescere e poi “liberare” i propri figli.

Mi piace tanto quella poesia di Khalil Gibran che fa

-I vostri figli non sono vostri figli

Sono i figli e le figlie del desiderio che la vita ha di se stessa.

Essi non provengono da voi, ma attraverso di voi.

E sebbene stiano con voi non vi appartengono.

 

Potete dar loro tutto il vostro amore ma non i vostri pensieri,

perché essi hanno i propri pensieri.

 

Potete offrire dimora ai loro corpi ma non alle loro anime

Perché le loro anime abitano la casa del domani che voi non potete visitare, nemmeno nei vostri sogni.

 

Potete sforzarvi di essere simili a loro, ma non cercate di renderli simili a voi.

Perché la vita non torna indietro e non si ferma a ieri.

 

Voi siete gli archi dai quali i vostri figli, come frecce viventi , sono scoccati.

L’Arciere vede il bersaglio sul percorso dell’infinito, e con la Sua forza vi piega affinchè le sue frecce vadano veloci e lontane.

 

Lasciatevi piegare con gioia dalla mano dell’Arciere

Poiché così come ama ogni freccia che scocca, così Egli ama anche l’arco che sta saldo.-

 

Ma …. Torniamo a noi … cosa vuoi che ti racconti?”

E la mamma, ad occhi chiusi, assaporando un timido raggio di sole in questa fredda mattina invernale, replica:

“Tu lo sai già cosa voglio che mi racconti, perché tu VUOI raccontarmelo, e la poesia che hai appena declamato ne è la conferma … mi sono fermata a quando avevi 25 anni … eri già una donna, quindi in qualche modo il mio compito con te lo avevo assolto … però mi manca tanto il “dopo” … è come se avessi visto solo il primo tempo di una rappresentazione teatrale e poi mi avessero fatto uscire da teatro controvoglia. Quello che ho visto mi è piaciuto molto e mi è rimasta la curiosità di sapere il seguito … non voglio sapere “come va a finire” perché la rappresentazione è ancora in corso ma … - cos’hai combinato da quando mi hai tenuta stretta la mano per l’ultima volta oltre 30 anni fa??-  Hai passato più tempo senza di me di quanto ne abbiamo vissuto insieme … direi che ne hai da raccontare!! … ma facciamo così: io faccio un –breve riassunto delle puntate precedenti- di fin dove ero arrivata e poi tu mi racconti, con parole tue , il seguito. Dunque eravamo rimasti che eri sposata da un po’, che stavate sistemando quello che sarebbe diventato il vostro nido d’amore, che avevi un lavoro che non ti piaceva poi così tanto … adesso tocca a te …” e così dicendo si accomoda meglio sulla panchina, si stringe il cappottino un po’ demodè sulle curve abbondanti e si appresta a godersi il resto dello spettacolo.

“ Ehhh … insomma … non so da dove cominciare: la casa l’abbiamo sistemata ed è tutt’ora il luogo più bello dove ritrovarci la sera dopo una giornata di lavoro. Il lavoro … ho cambiato un paio di posti e poi ho trovato la mia  giusta dimensione e da quasi trent’anni faccio l’impiegata amministrativa per l’Azienda di famiglia. E mi piace … così come mi piace camminare ( sono andata ben 2 volte a Santiago di Compostela e una volta addirittura sono arrivata a piedi a Roma e sono andata a prendere la benedizione dal Papa!!) e la mia passione per il Cammino mi ha fatto conoscere un sacco di belle persone che per me sono un pezzetto di famiglia; e poi sono andata a fare accoglienza in un ostello e anche lì ho conosciuto un sacco di persone splendide … e poi durante la Pandemia ho iniziato a leggere dei libri al telefono per un’amica che viveva da sola e ad oggi ho 2 gruppi con oltre 30 persone che tutte le mattine aspettano le mie letture … in più ho seguito il tuo esempio e ho iniziato anni fa a fare l’orto e non hai idea di quante cose metto nei vasetti per l’inverno …e faccio dei liquorini!! Direi che ti sei persa una gran bella parte della mia vita …”

Tace un attimo malinconica e la mamma la sprona:

“ si va ben … sei rimasta quella che anche da bambina faceva sempre un sacco di cose e mi domandavo allora e me lo domando anche adesso: ma come fai?? Comunque … mi pare che abbiamo sorvolato una fetta bella importante della tua vita! Che fai, la timida con tua madre?? Vuoi giocare alla donna del mistero? O ti sei tenuta –la ciliegina- per far colpo? Vogliamo parlarne di quell’aitante giovanotto che ha gli occhi uguali uguali ai miei??”

“ Ohhh Lui … sai quando dicono - I figli sono la parte migliore di noi?- Ecco, lui è veramente la parte migliore di me.

E’ nato in una giornata fredda e limpida come oggi … è nato nelle prime ore di una domenica e quel giorno in ospedale sono arrivati tutti, ma proprio tutti tutti a trovarmi: Papà e Laura, e poi tutti i parenti dell’altro ramo della famiglia … ho pensato a come un esserino così piccolo poteva far smuovere un sacco di persone … ma in mezzo a tutte quelle persone mancavi tu … nel momento in cui diventavo mamma, mancava la mia mamma con la quale condividere una gioia così grande.

Sai … è arrivato in punta di piedi, senza farmi tribolare troppo … l’hanno lavato, me l’hanno messo tra le braccia e i nostri occhi si sono incontrati … non credo sia vero che i neonati vedono solo le ombre … lui mi ha sgranato in faccia un paio di occhioni che, come tu giustamente mi facevi notare, sono identici ai tuoi, e in quel momento ho capito che sarebbe stato -per sempre-.

Essere madre è una bella palestra (vengo a dirlo proprio a te … buffo vero?) … è ogni giorno un’avventura, una splendida avventura … è un lungo viaggio che ti coinvolge in toto.

Oggi è il suo compleanno e sicuramente riceverà dei regali, ma il regalo più grande, forse lui non lo sa, è quello che LUI fa a noi ogni giorno.

E’ il suo modo di prendermi in giro raccontandomi storie sconclusionate alle quali io -abbocco- sempre. È il suo essere sempre disponibile per noi quando ci vede in difficoltà, è il suo entrare in ufficio con addosso quel -profumo di freddo- di chi è stato all’aperto a lungo e dirmi tutto allegro –ciao vecchia!-, è il suo silenzio quando le parole non servono, sono le sue 10mila parole a cascata quando mi mette al corrente dei suoi sogni, delle sue aspirazioni, sono i suoi sogni che con pazienza e tenacia trasforma piano piano in realtà.

Quel bel marcantonio di tuo nipote è questo e molto altro e anno dopo anno continuo a ripetermi che gran privilegio è essere la sua mamma.

Questa è tutta per te Dario....

 a modo tuo

 BUON COMPLEANNO FIGLIO MIO.💖

sabato 29 gennaio 2022

UNA PANCHINA AL PARCO ................. un anno dopo

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29-01-2022

Sedute su una panchina nel parco stanno, vicine vicine, una mamma e la sua bimba.

La bambina si fa ancora più vicina e con un filo di voce dice:

“Mamma, raccontami una storia … una di quelle belle, di quelle tue …”

La mamma la guarda con occhi dolcissimi e chiede:

“Te le ho già raccontate un sacco di volte, ma non ti stanchi mai di sentire sempre le stesse?? E quale vuoi sentire delle -storie mie-“?

E la bimba stendendosi sulla panchina e appoggiano il capo sulle ginocchia della mamma, con la voce già un po’ assonnata e gli occhi che si chiudono, risponde:

“ Quella di quando eri bambina ed eravate tanti fratelli, e poi quando sei cresciuta e c’era la guerra e poi quando da ragazza hai conosciuto il papà che non era ancora il mio papà, e quando sei andata a fare la mondina e poi … e poi … dai comincia …”

“ Allora … vediamo … sono stata la prima e unica femmina in una famiglia di 5 figli … mamma e papà adoravano tutti noi figli, così come anni dopo hanno adorato te, tua sorella e gli altri cugini.

Eravamo una famiglia semplice, di campagna: papà lavorava a mezzadria e la mamma faceva –la mamma- e con 5 figli di lavoro ne aveva e anche tanto.

Poi un brutto giorno arriva la guerra e quella che era una situazione già complicata, diventa terribile. Mancava tutto: il lavoro, i soldi, qualcosa da mettere sulla tavola 2 volte al giorno.

Ho trascorso la mia adolescenza stando attenta ai soldati (tedeschi prima e “alleati” verso la fine), ai bombardamenti, alla gente che, in un momento così tragico, anziché stringersi gli uni agli altri, tiravano fuori il peggio … e così ho visto  gente che andava nei campi a rubare per fame e altri che facevano la spia ai proprietari dei campi e questi ultimi picchiavano a sangue i malcapitati ladri perché si erano permessi di portar via qualche pannocchia per fare un po’ di polenta da dare ai loro bambini. E ho visto gente di buon cuore nascondere nel fienile gli ebrei durante i rastrellamenti e gente –meno buona- recarsi dai soldati tedeschi e raccontare dove erano nascosti i perseguitati … e ho visto i soldati fucilare sia chi era nascosto ma anche chi li aveva nascosti.

Poi, poco dopo aver compiuto 14 anni, finalmente la pace … ma per chi è povero la pace non è poi così diversa dalla guerra … si faceva fatica a sbarcare il lunario prima e si continuava a far fatica anche dopo.

I nonni nel frattempo non godevano proprio di buona salute e così toccava a me che ero la più grande farmi carico di tante responsabilità anche se ero giovane, forse troppo giovane per un fardello simile.

Conosco tuo papà e un raggio di sole entra nella mia vita … era bello, alto, castano con gli occhi azzurri … un principe azzurro … senza cavallo bianco ma con tanta voglia di lavorare e far famiglia.

Lavoro però , in questa nostra amata terra non ce n’è e così si guarda a Ovest e io parto con una cugina per andare a far la mondina in provincia di Vercelli e  papà parte per andare a cercar lavoro a Torino.

Trova lavoro, si ambienta, trova casa e decidiamo di metter su famiglia. Tu non sai che bella che mi è sembrata la nostra casetta, la prima volta che l’ho vista!! E poi tuo papà, che è sempre stato un cuore d’oro, trova casa anche per la sua famiglia ( anche lui aveva lasciato al paese mamma, papà e 4 tra fratelli e sorelle) e li aiuta a sistemarsi, accoglie a casa nostra, uno alla volta, i miei fratelli più grandi, si prodiga per cercar loro un lavoro e alla fine riusciamo a trovar casa anche ai miei genitori e ai due fratellini più piccoli.

Seguono anni buoni (il famoso boom economico) … il lavoro non manca e con il lavoro, i sogni da realizzare.

Nasce tua sorella e dopo sei anni arrivi tu, il passerotto biondo della mamma. Io e te viviamo i tuoi primi anni in simbiosi, sempre insieme.

Amo la mia famiglia e lei per me viene prima di tutto: sono una donna allegra, mi piace cantare mentre sbrigo le faccende domestiche o lavo i panni. Mia suocera non mi capisce e si chiede perché io canti …

Dopo un inizio di vita un po’ “disagiato”, avere figli sani, un marito con un lavoro fisso, cibo tutti i giorni da mettere in tavola e da condividere con i parenti e con gli amici, credo sia sufficiente per  essere grati … del resto non era Sant’Agostino che diceva che “ Chi canta prega due volte“?

E poi sento il papà che arriva dalla fabbrica e sale le 4 rampe di scale canticchiando e capisco che anche lui è felice di quanto abbiamo costruito insieme e il cuore mi si riempie di gioia … VOI siete le mie gioie più grandi.

Ma adesso è ora di andare … tu devi alzarti e andare incontro al nuovo giorno e io devo tornare a casa, nel posto più bello del mondo.

Ci ritroviamo presto …”

La mamma bacia la sua bimba dai corti capelli biondi e torna là, nel posto più bello del mondo, nel cuore di chi ancora, tenacemente, dopo 34 anni di assenza, si ostina a ricordarla quotidianamente e a passare una volta l’anno un po’ di tempo insieme sulla panchina per farle gli auguri.

Ovunque tu sia

BUON COMPLEANNO MAMMA.

 

martedì 7 settembre 2021

COSA RESTERA'

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07-09-2021

C’è stato un “PRIMA” … la nostra vita Prima di febbraio 2020.

Un “PRIMA” quando la mia generazione era convinta di essere padrona della propria vita.

Un “PRIMA” dove ho conosciuto persone che ho considerato e chiamato “Amici” … per me la parola Amicizia è una parola importante, con un valore altissimo e la uso con parsimonia.

Ma quando dico “ questa persona è mia Amica”, puoi star sicuro che è perché il mio sentimento è forte, fondato … troppo spesso è una parola che viene usata alla “leggera” … viene considerata sinonimo di “ conoscenza”, di “frequentazione” i social sono maestri in questo … per me NO … L’Amicizia è un sentimento, un sentimento forte, un legame, è “sorellanza e fratellanza” …

Ho conosciuto persone che ho desiderato avere per Amiche, alle quali ero convinta mi legassero sentimenti puri e solidi : ripensandoci ora NON era così difficile confondere una semplice conoscenza per Amicizia.

Da lontano tutto è più facile: ci si scrive, si scherza e ci si prende un po' in giro, ci si vede magari 4-5 volte l’anno e in quelle 4-5 volte si cammina insieme, si condivide una cena e poi tutti a casa propria. In quelle occasioni si ha appena il tempo di aggiornarci su quanto ci è capitato dall’ultima volta in cui ci si è visti ed è già ora di fare ritorno … magari non si trova il tempo per parlare dei massimi sistemi, e magari va benissimo così.

Poi c’è stato un “DURANTE” (parlo del Lockdown e dintorni) … un “DURANTE” che ci ha visti impauriti, timorosi, angosciati … un “DURANTE” dove anche se lontani, ci siamo stretti gli uni agli altri, provando a farci coraggio, ognuno nel modo che gli era più consono.

In quei giorni, dopo essermi resa disponibile con gli Amici del gruppo Veneto a parlare un po’ al telefono se ne avessero sentito la necessità, ho ricevuto tante telefonate di persone che forse vedevano in me un appiglio, qualcosa a cui aggrapparsi in un momento dove tutto vacillava.

Loro non lo sanno ( o forse sì ... chissà …) ma io ho ricevuto TANTO, TANTISSIMO da quelle telefonate, io ho trovato in loro l’appiglio che mi serviva in certi giorni particolarmente bui …

Il “DURANTE” ci ha messo tutti sullo stesso piano: eravamo persone spaventate da qualcosa che non conoscevamo.

Non importava se giovani o vecchi, se maschi o femmine, se persone in carriera oppure studenti o pensionati … tutti temevamo per la nostra vita.

E anche durante il “DURANTE” ho continuato a sentire “Amiche” persone che, di fatto, per me lo erano.

Poi è arrivato il “DOPO” cioè “L’OGGI” … dopo la grande paura, il momento di provare a riprendersi un po’ della propria vita … quella vita fatta di affetti, amori, amicizie, lavoro … ma anche il momento delle “scelte” … dello schierarsi … e qui le cose hanno preso un’altra connotazione.

Ho sempre pensato che sono le differenze che ci rendono unici e che arricchiscono i sentimenti che gli uni provano per gli altri … mi ritrovo a scoprire che non tutti la pensano così …

Diceva Evelyn Beatrice Hall (saggista che scriveva con lo pseudonimo di Stephen G. Tallentyre) in una biografia di Voltaire “Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo”

Ecco: c’è stato un momento in cui ho detto come la pensavo, onestamente e forse anche un po’ ingenuamente, e alcuni “amici” si sono letteralmente eclissati …

Mi ritrovo a pensare che forse era meglio aver fatto come gli “Ignavi” della Divina Commedia.

Chi sono gli Ignavi? “Coloro che nella vita non hanno mai avuto né espresso idee proprie, e si sono sempre adeguati alla massa”

Sarebbe stato molto più semplice glissare, non dare risposte schiette a domande “ buttate là per caso” …

NON sono fatta per le cose semplici, ma per le cose “ dirette” … e così sono state le mie risposte … DIRETTE … ho tirato fuori tutto ciò che avevo nell’anima, tutti i miei dubbi, le mie perplessità, il mio “sentire” …

E devo ammettere che di Amici che hanno compreso e apprezzato la mia schiettezza ne ho trovati tanti ma … alcune persone, che per me erano Speciali, quelli no, non hanno capito, non hanno voluto ascoltare, non hanno voluto sentire ragioni diverse dalle loro.

E così siamo passati dai messaggi scherzosi (corredati da Faccine spiritose) su whatsapp a messaggi “asciutti” e solo per rispondere ai miei, dalle telefonate e dai battibecchi fraterni al silenzio assoluto.

E non ci vuole un genio per capire … ed è proprio quel silenzio che fa male … più male di mille parole di dissenso, più male di uno schiaffo in pieno viso … qualcuno ha scritto che:

“Il silenzio è l'ultima arma del potere”

E ancora:

“Le nostre vite cominciano a finire il giorno in cui stiamo zitti di fronte alle cose che contano” (Martin Luter King)

E poi arriverà il “POI” … quel giorno quando tutto questo sarà solo un ricordo, un brutto ricordo …

E comincio già adesso a farci i conti con quel POI … perché OGGI ho deciso che certe persone è bene ridimensionarle e farle tornare a quello che è la loro vera essenza: “Conoscenze”, “compagni per un breve tratto di cammino” e basta … e tenere ben saldi quelli che invece erano, sono e saranno Amici con la A maiuscola.

E se in un POI neanche troppo lontano, qualcuna di queste “Conoscenze” tornasse a farsi vivo, millantando la “vecchia amicizia”?

Come mi comporterò io di fronte a tutto questo? Avrò imparato la lezione? Sarò più cauta nell’accostarmi a costoro? Saprò riconoscere l’Amico Vero?

In questo momento il POI è lontano … in questo momento ci sono le ferite che bruciano, i sentimenti non corrisposti, l’Amor proprio un po’ ammaccato.

Tutte cose con le quali fare i conti, da elaborare e dar loro il giusto significato affinché la tristezza non diventi astio, il dolore non diventi rancore, l’amarezza non diventi animosità.

E far sì che il POI possa brillare come la più sfolgorante delle stelle in una notte di cielo sereno.

E in una notte così, siederò all'aperto, in compagnia degli Amici Veri, ad ammirare il Creato. E tutto sarà perfetto.

sabato 21 agosto 2021

TORNARE

 

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Fine Agosto … è tempo di tornare.

E da sempre, per me, “il ritorno” è qualcosa di bello, qualcosa che mi piace, qualcosa che mi fa star bene.

Mi piace viaggiare certo, vedere posti nuovi, confrontarmi con realtà e persone diverse ... ma vuoi mettere tornare a casa? Casa mia ha in assoluto il letto più comodo che io conosca … vale la pena di tornare a casa solo per dormire in quel letto.

Mi piace andare in vacanza , anche se alle volte “vacanza”, magari, significa anche solo restare a casa a preparare i vasetti di sughetti e marmellate per l’inverno … ma vuoi mettere tornare al lavoro? … lo so, molto di voi penseranno che “ mi manca una rotella” ma un grande Saggio –Confucio- ha detto : “Scegli il lavoro che ami e e non lavorerai mai, neanche un giorno in vita tua”.
E ancora … Steve  Jobs nel celeberrimo discorso agli studenti di Stanford : “Dovete trovare quello che amate. E questo vale sia per il lavoro che per i vostri affetti. Il lavoro riempirà una buona parte della vostra vita, e l’unico modo per essere veramente soddisfatti è fare quello che ritenete un buon lavoro. E l’unico modo per fare un buon lavoro è amare quello che fate ….”

Sono fortunata perché amo il lavoro che faccio: mi piace mettere ordine … sulla scrivania, nei cassetti, nella mente. Chi non ha mai avuto modo di fare il lavoro che faccio io ( impiegata amministrativa) può pensare che sia un lavoro noioso, ripetitivo, sempre uguale. A me invece piace vederlo come un “ Ogni cosa al suo posto e un posto per ogni cosa”. Ecco perché mi piace tornare al lavoro … perché c’è sempre da trovare un posto per qualcosa e c’è sempre qualcosa che va messa a posto.

E insomma “tornare” significa riprendere in mano cose lasciate in sospeso, iniziarne di nuove …

E così dopo qualche giorno in montagna in cerca di un po’ di fresco ( ed effettivamente 15 gradi a mezzogiorno in agosto si può chiamare “fresco”), una volta tornata a casa ho pensato di riprendere quelle sane abitudini che tanto mi fanno star bene.
Così sono tornata a camminare, la mattina presto, quando in giro non c’è nessuno e l’aria porta ancora con sé un po’ del fresco della notte … e poi … sono tornata QUI, in questo posto che da sempre, per me, è un po’ come “la seconda casa” oppure “il salottino privato” o ancora “ il giardino al di là della siepe”.
Non vi nascondo che queste due cose (tornare a camminare e tornare qui) sono strettamente correlate: da sempre i miei racconti nascono quando cammino, quando quello che sto facendo non ha bisogno dell’ausilio del cervello … le gambe vanno e i pensieri pure …

Ecco che stamattina , arrancando per una salita più “tosta” delle altre chissà per quale associazione di idee, mi è venuto in mente che da tanto, troppo tempo, manco da questo “salottino” …

Che cosa ho combinato dall’ultima volta che ho scritto qui? TANTE COSE …

Intanto ho continuato a scrivere, anzi sono tornata a scrivere nel modo tradizionale : carta, penna, busta e francobollo.
Ho scritto per circa 2 mesi, una lettera al giorno, tutti i giorni, ad un’amica che aveva deciso di allontanarsi un po’ dalla tecnologia e che, alla mia domanda “ si ma se ho voglia di parlare con te, come faccio?” aveva seraficamente risposto “ mi scrivi … una bella lettera di carta, di quelle di una volta.”
Ho preso la palla al balzo e ho scritto, scritto e scritto … qualunque cosa mi venisse in mente … le ho raccontato storie della mia infanzia , della mia adolescenza, dei viaggi che ho fatto … e ho continuato a scrivere finché  mi ha detto “ Fermati, non so più dove metterle” …

E poi ho letto … tanto … nell’ ultimo post vi raccontavo del mio gruppo di lettura di whatsapp: una decina di persone che avevano aderito ad una mia proposta a marzo 2020 e che dopo un anno ancora non davano segni di cedimento e continuavano ad ascoltarmi. Bene: nel frattempo i gruppi sono diventati 2 e le persone che ascoltano sono una quarantina … un appuntamento fisso quotidiano dove si legge, si ascolta, ma non solo … il parterre si è ampliato non solo nei numeri ma anche nelle regioni coinvolte aggiungendo anche Piemonte e Abruzzo a quelle già presenti.

Come siamo passati da uno a due? Semplice: la mia amica S., la stessa che lo scorso anno mi ha voluto come ospite a settembre per il “Veneto legge” ( ops … storia che mi sa non vi ho raccontato …. ) ad aprile mi fa:
 –Contessa, cosa facciamo per “il Maggio dei libri”?- ( il Maggio dei libri è un a manifestazione che si svolge in tutta Italia, a maggio appunto, e che ha lo scopo di promuovere manifestazioni ed iniziative che riguardino libri e letture)
E io serafica ( che lei quando esordisce con “Contessa” mi fa sempre un po’ paura): -cosa avevi in mente?-
E lei furbissima.- Pensavo: e se proponessimo quello che già fai, cioè leggere al telefono, e creiamo un nuovo gruppo “ad hoc”?-

Detto fatto: 2 gruppi, circa 40 persone che ascoltano e 37 libri letti in 17 mesi … oltre 2 libri al mese … direi un bel traguardo … e non finisce qui … Naturalmente  il gruppo chiamato “il maggio dei libri” ha dovuto cambiar nome ed è diventato “letture d’estate” ma immagino che a breve diventerà qualcosa tipo “Letture per tutte le stagioni”.

Che altro ho fatto in questo periodo? Mi sono concessa un fine settimana in Umbria per “riabbracciare” persone che non vedevo da quasi un anno … i miei amati Pellegrini … quelli con i quali ho trascorso un paio di giorni lo scorso anno al mare a Nettuno ( mhhh ... mi sa che non vi ho raccontato nemmeno questo … sono imperdonabile!!) … è stato tutto bellissimo anche quest’anno … è stato un momento intenso che credo sia servito a tutti noi per provare a riprendere un po’ in mano le redini della nostra vita … 2 giorni dove il tempo è letteralmente volato via … abbiamo fatto i turisti ma ce la siamo presa anche calma … ci siamo gustati il piacere di stare gli uni con gli altri … l’amica che abita a Narni è stata una guida impareggiabile ed è stata così brava da seminare in ognuno di noi “ il desiderio di tornare”.

Eccomi, sono tornata, con un sacco di progetti per i mesi futuri …

martedì 30 marzo 2021

MARZO 20 – MARZO 21 … UN ANNO DI LETTURE AL TELEFONO

 

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30-03-2021

Circa un anno fa, proprio a fine marzo, me ne stavo chiusa in casa a “fare la mia parte” di cittadina ligia alle regole.

Avevo tanto, troppo tempo a disposizione e questo faceva sì che fossi più attenta a quello che mi circondava.

Mi ero accorta che già da qualche giorno la mia Amica Laura non era più la stessa … ci sentivamo quotidianamente e ogni giorno la sentivo sempre più fioca, sempre più “spenta” … dove stava andando La Laura dalla risata argentina che tutti i nostri amici amano?

Laura che prima del Lockdown viveva sei giorni su sette a contatto con il pubblico  e la domenica andava a cantare nel coro della chiesa.

Ma era arrivato il Coronavirus: a lavorare non andava più e nemmeno a cantare nel coro.

E così stava scivolando in una sorta di rassegnata apatia … io però non volevo rassegnarmi, ma abitando in due paesi diversi non potevamo vederci nemmeno per pochi minuti.

Dicevo: di tempo a disposizione ne avevo tanto, quindi pensa che ti ripensa mi viene l’illuminazione.

La chiamo e le dico :

--cosa dici Laura se ogni giorno ti leggo, con un vocale di whatsapp, un capitolo di un libro scelto dalla mia libreria e poi ci sentiamo e ne parliamo?—

Non avevo  nemmeno fatto in tempo a dire “cosa dici Laura..” che aveva già risposto di sì.

Laura ripone in me ( non chiedetemi il perché) una fiducia infinita, e qualunque cosa io le proponga la accoglie sempre con entusiasmo.

E così ci siamo imbarcate in questa bella avventura … il nostro primo libro letto insieme … come dimenticarlo? Ho fatto innamorare Laura di Gianrico Carofiglio e del suo Avvocato Guerrieri.

Passa qualche giorno e racconto questa storia all’Amico Carlo di Anzio … son lì che gliene parlo  e faccio mente locale che anche Lui come Laura vive da solo … è un po’ più fortunato perché va ancora al lavoro quindi qualche fonte di distrazione ce l’ha ma comunque tante sono le ore che passa chiuso in casa … proprio lui, camminatore instancabile … me lo vedo , girare e rigirare per casa come un’anima in pena.

Gli propongo quindi di diventare “un ascoltatore” dei libri al telefono e accoglie la mia idea con entusiasmo.

Per velocizzare e per avere interazione dopo le letture , decido di creare un gruppo che chiamo “Le Letture della Maestra” ( i miei amici dopo un po’ che mi conoscono finiscono per chiamarmi così, vai a sapere perché …).

A questi due  primi “temerari” se ne sono aggiunti altri … siamo una decina di persone dalla Liguria al Veneto, passando per la Lombardia e poi scendendo per Toscana e Umbria fino al Lazio.

Un filo invisibile ci unisce … eravamo amici già prima ma forse potevamo correre il rischio con la Pandemia di perderci un po’ di vista … l’appuntamento quotidiano con la lettura ha fatto sì, invece, che i rapporti non solo si mantenessero ma addirittura si rinforzassero.

E così a Pasqua 2020 ci siamo scambiati le foto delle rispettive tavole apparecchiate con cura .. e in ogni tavolo c’era “ un posto in più” proprio per gli amici del "salottino di lettura" … abbiamo coniato una frase che ben rappresenta cosa è per noi questo gruppo

 #LontaniMaNonDistanti# 

per intendere che ci possono essere anche mille km a separarci ma siamo sempre, comunque, vicini con i cuori.

Avevo promesso a tutti loro che li avrei accompagnati con le letture fino a quando ci “avessero liberato” …

Il primo lockdown è terminato il 18 maggio 2020 e io oggi, 30 marzo 2021 sto ancora leggendo con e per loro.

Insieme abbiamo letto 27 libri in un anno ( un bel record in un paese dove tantissima gente fatica a leggerne uno) … ho cercato di accontentare un po’ tutti … abbiamo gustato Carofiglio ma anche Di Giovanni, passando per Lucarelli e Camilleri.

Agli amici del gruppo si sono aggiunte 3 ascoltatrici esterne, che venute a conoscenza di cosa combinavo con Whatsapp hanno chiesto di partecipare a questa esperienza.

Le letture quotidiane sono la “scusa” … sono come il caffè bevuto con un amico, la scusa per incontrarsi ..

Tutto parte dalla lettura ma non si ferma alla lettura … in questo anno appena trascorso, periodo estremamente “duro” per tutti noi , giorno dopo giorno il salottino di lettura è diventato qualcosa di più, molto di più … è diventato un “luogo dell’anima” .. ci siamo raccontati cose anche molto personali e intime senza falsi pudori , cercando magari un consiglio o anche solo la condivisione.

Ognuno di noi è cosciente che la forza del gruppo sta proprio nella coesione, nel non giudicare, nel sentirsi accolti, nel raccontare ma anche solo nell’ascoltare …

La scorsa estate, quando le misure restrittive si erano un po’ allentate, siamo riusciti a rivederci per un fine settimana che credo sia “scolpito” nel cuore di TUTTI noi … due giorni indimenticabili fatti di sguardi ( abbracciarsi non si può), di scherzi, di risate, di piccole cose che proprio perché condivise, sono diventate GRANDI COSE.

In realtà l’obbiettivo che mi ero prefissata l’ho raggiunto più o meno a fine aprile … infatti dopo circa un mese dalla nascita del gruppo di lettura, Laura ha risposto al messaggio di uno di noi con la sua bella risata che noi tutti tanto amiamo. Ecco quello volevo che succedesse: volevo far tornare la “Nostra Laura” e Laura era tornata.

Perché ho condiviso con voi questa storia? Perché l’Amico Carlo un giorno mi ha detto “ tu dovresti scriverci un racconto su questa cosa qui …”

Eccoti accontentato Carletto … spero ti piaccia …

 

 

giovedì 11 marzo 2021

COSA TI MANCA?

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11-03-2021

Domanda secca … risposta scontata: mi mancano gli abbracci.

Troppo facile rispondere così e basta … proviamo a sviscerare un po’ meglio.

Mi manca il contatto, la vicinanza, mi manca ridere fino alle lacrime stando “appiccicati”, mi manca “vedere” i sorrisi e non solo immaginarli riflessi negli occhi.

Mi manca di poter fare le cose “di pancia” … fino ad un anno fa, potevo alzarmi una mattina del fine settimana, vedere che fuori splendeva il sole e decidere su due piedi di andare a fare una bella passeggiata prima del lavoro. Senza dover star li a scervellarmi per ricordare “ di che colore siamo” e in base al colore, andare a vedere la tabella del “posso-non posso”.

Mi manca di poter prendere la macchina e andare a Milano a trovare “la cuginetta” o il mio “socio” hospitalero solo per il gusto di passare un po’ di tempo insieme, senza dover far conti su confini regionali e “di che colore sono io” ma anche “di che colore sei tu”.

Mi manca non potermi recare al camposanto a trovare i miei genitori, per poter sistemare un po’ le loro piante e farci quelle lunghe chiacchierate che tanto mi piacciono, finché faccio un po’ di pulizia.

Mi mancano gli spettacoli, a teatro o negli stadi … siano essi concerti piuttosto che rappresentazioni teatrali … prendersi mezza giornata per andare a vedere uno spettacolo in una città che non conosco e così aspettando che venga l’ora in cui aprono le biglietterie, girare a mani in tasca e naso all’insù scoprendo piccole meraviglie di provincia.

Mi manca viaggiare, vedere posti più o meno lontani, mi manca tutto “il prima” del viaggio: acquisto biglietti, pernotti, pianificazione delle cose da vedere in base al numero dei giorni a disposizione.

Mi manca arrivare in un posto sconosciuto e scoprire che è ancora più bello di come lo immaginavo, e se non è più bello, ma nemmeno bello, anzi fa un po’ schifino, mi manca il cercare di trovare pregi dove ce ne sono pochi.

Mi manca  prendere un battello  e sedermi fuori, anche se fuori c’è un freddo artico, anzi sedermi fuori proprio perché c’è un freddo artico, e lasciare che il vento mi spettini .

E mi mancano le mie camminate sull’Adige … quelle che cammino verso ovest e ad un certo punto trovo una panchina … così mi siedo lì, ed è bellissimo il silenzio che mi circonda.

Un silenzio fatto di mille sfumature: il rumore dell’acqua che scorre pigra, i passerotti che litigano per una briciola, le fronde degli alberi mosse dalla brezza che sembrano parlottare fra loro.

Mi mancano certi sentieri, dove sei consapevole di essere sola ma ogni tanto senti un fruscio e giri lo sguardo intorno guardinga per capire cos’è stato.

Mi manca partire all’alba, prima dell’alba, quando tutto ancora dorme, quando fuori è ancora buio, ma così buio che non vedi una freccia e ti perdi … e mica te ne accorgi subito che ti sei persa: cammini, vai avanti, ottimista che prima o poi troverai un altro sentiero per tornare “sulla retta via” … e viene giorno, ma di “quell’altro sentiero” nemmeno l’ombra … e allora torni sui tuoi passi e  ti inebri di profumi e sensazioni.

E potrei andare avanti fino a domattina raccontandovi “cosa mi manca” … ma tutte le cose elencate sono semplicemente una “divagazione” dal focus principale.

MI MANCA POTER FARE PROGETTI.

QUESTO E’.

Mi manca non poter pensare a niente di più lontano della prossima settimana   (anche se, scaramanticamente a Natale mi sono regalata il biglietto per uno spettacolo che si terrà a fine maggio. Sognatrice? Forse. Ottimista? Sempre!)

Mi manca un orizzonte … come quello di certe foto … lontano, lontanissimo.

Perché fare progetti è un modo per esorcizzare il futuro … fare progetti significa essere e sentirsi vivi.

Oggi riflettevo proprio su questo: Mio nonno paterno era solito, nelle lunghe sere invernali , fare progetti per la nuova stagione. E così lo sentivi dire : “ Ah l’anno prossimo (inteso come la prossima primavera) nell’orto pianto questo, tolgo quello, semino un po’ più in là, aggiungo qualche pianta nuova nella vigna, provo a piantare carciofi o asparagi.”

Poi, un giorno, dopo un periodo un po’ travagliato, il medico gli aveva detto che il suo orizzonte si stava avvicinando a grandi passi.

Credete che il nonno abbia smesso di fare progetti? Tutt’altro!! Ha semplicemente cambiato un po’ la formula .

Durante gli ultimi anni, ha continuato a pensare a cosa avrebbe fatto ad ogni primavera e ce lo raccontava così: - ah l’anno prossimo “sa ghe son” ( se ci sarò ancora…) farò questo, questo e questo – quindi consapevole di cosa poteva succedere ma non perdendo mai la sana buona abitudine di pensare a qualcosa per il futuro.

Dobbiamo continuare a sognare, dobbiamo continuare a fare progetti … i nostri sogni sono più forti delle restrizioni e i nostri progetti prima o poi diventeranno realtà …

Importante è non farsi trovare impreparati all’appuntamento … Facciamo come gli scout… il loro motto è “Estote Parati” (siate pronti) e si rifà ad un passo del Vangelo di Luca :

--et Vos estote parati, quia qua hora non putatis, Filius hominis venit –      (Siate pronti perché nell’ora che non supponete, viene il Figlio dell’Uomo)

Torneranno quei giorni ed è nostro dovere ESSERE PRONTI.

 

sabato 6 febbraio 2021

PER NIENTE FACILE ...

 

questa foto è mia e ne rivendico tutti i diritti. se ti piace e vuoi usarla, per piacere cita la fonte. grazie

06-02-2021

Uno che “se ne intende”, ha scritto che si dovrebbe scrivere solo di quello che si conosce … bene … quindi dovrebbe essere semplice scrivere di “sentimenti” , specie se i sentimenti sono quelli verso una persona che è “tanta parte della tua vita”.

E invece paradossalmente non lo è … perché qualunque cosa io scriverò oggi, sarà in realtà solo la minima parte di quello che vorrei veramente scrivere … per pudore, per riservatezza, per non cadere nel “mieloso”.

Oggi è il tuo compleanno, un “cambiamento di numero” niente di più … che va festeggiato, quest’anno ancora con maggior vigore, dopo tutto quello che abbiamo vissuto nel 2020.

Lo festeggeremo a casa come abbiamo fatto tante altre volte, nel nostro piccolo nido. Sarà un compleanno “semplice” come semplice sei tu.

Visto da fuori sei un imprenditore volitivo, un uomo impegnato in tante cose oltre che nel lavoro …

Un uomo “ che si è fatto da sé” … testardo, sempre alla ricerca di nuovi stimoli, attento al mondo che cambia e pronto a cambiare per affrontare il mondo.

Sei una bella persona … apprezzato da chi ti frequenta, stimato sul lavoro, conosciuto come uomo rigoroso e corretto negli affari.

Ti guardo (quando non te ne accorgi) e penso che abbiamo fatto un sacco di strada da quando ci siamo incontrati in quel freddo pomeriggio di fine novembre … siamo cresciuti insieme, lungo la strada i tuoi capelli si son fatti d’argento, ti tocca inforcare gli occhiali quando leggi qualcosa di scritto un po’ in piccolino, ma quando ti guardo io continuo a vedere quello “spilungone” sedicenne con le spalle larghe, le gambe lunghe e magre e quegli occhi verdi come i laghi di montagna.

Dice il titolo “per niente facile” parlare di te, parlare di noi … per niente facile perché in 40 anni di strada insieme ne abbiamo viste e superate tante … che restano racchiuse nei nostri cuori.

Il cuore, il luogo deputato ai sentimenti … tutto parte da lì … qualunque cosa si decida di fare “bisogna metterci il cuore” … non è così semplice come sembra … non è cosa per tutti.

Ma E’ COSA PER TE … da quando ti conosco non ti ho mai visto fare qualcosa senza farlo con impeto, con slancio, con il cuore, appunto.

Posso solo augurarti di restare così come sei … forse  “non sei per tutti” , ma questo è sicuramente un punto a tuo favore se “non essere per tutti” significa non scendere a compromessi, non cercare consensi a tutti i costi.

La gente intelligente apprezza chi ha il coraggio di andare “controcorrente” pur di essere coerente con se stesso.

E degli altri, di quelli che non apprezzano, sono sempre più convinta che non bisogna curarsene.

Finché continuerà a piacerti quello che vedi nello specchio ogni mattina radendoti, vuol dire che sei sulla buona strada.

Dice Tina Turner

“non ci serve un altro Eroe,

Cosa facciamo con le nostre vite?

Lasciamo solo un segno,

la nostra storia splenderà come una luce…..

Diamo tutto o niente”

CLICCA QUI PER ASCOLTARE LA CANZONE


E come dicono i pellegrini che vanno verso Santiago incontrandosi:

“BUEN CAMINO , ULTREIA ET SUSEIA” ( ancora più avanti, ancora più in alto)

BUON COMPLEANNO ANIMA MIA…