lunedì 5 novembre 2018

UNA PICCOLA STORIA D’AMORE (parte diciottesima --happy end)

                 (questo disegno è mio e ne rivendico tutti i diritti. se ti piace e vuoi usarlo, per piacere cita la fonte. grazie)


LA STORIA VISTA DA LUI

Francesco

Era arrivato a destinazione senza intoppi: la persona che doveva incontrare viveva appena fuori dal centro abitato in una graziosa villetta dove nulla era ostentato ma nemmeno lasciato al caso.
Guardandosi attorno si notava l’amore per la natura nel bel parco con alberi piantumati da parecchi anni e nelle aiuole con fioriture multicolori.
Si capiva che chi abitava quella casa ne aveva fatto un “rifugio” per sé e la propria famiglia: un “buen ritiro” dove tornare dopo una lunga e impegnativa giornata, chiudere il cancello e lasciare tutto quello che non era “famiglia” fuori dalle mura perimetrali.

Il Geometra Restivo lo aveva accolto calorosamente e lo aveva invitato ad accomodarsi “nel patio” arredato con mobili in vimini, dove sul tavolino basso c’era un vassoio con una caraffa , alcune bottiglie e bicchieri colorati.
Aveva esordito dicendo:
<<Prego, si accomodi. Ha fatto buon viaggio? È stanco? Accaldato? Ho fatto preparare del the freddo e della birra, ma se preferisce qualcos’altro me lo dica tranquillamente. Spero non sia di fretta perché desidererei parlare un po’ con lei …>>
<<La ringrazio un the freddo andrà benissimo e sì ho fatto un bel viaggio … lungo ma non particolarmente faticoso … e poi adesso mi aspetta una settimana di ferie quindi avrò tutto il tempo di riposare un po’. Intanto le consegno la cartellina con i documenti che le manda il mio Direttore. Poi per quanto riguarda il tempo direi che sono un po’ in anticipo sulla mia tabella di marcia quindi posso prendermela abbastanza comoda … devo solo essere alla stazione di Santa Lucia a Venezia quando arriva il treno da Roma, quindi mi dica pure, sono tutt’orecchie>>

<<E’ inutile che ci giriamo intorno: Lei mi è stato descritto come un ottimo elemento e io vorrei fortemente che lei lavorasse al mio fianco nel prossimo futuro … ma … venga: facciamo quattro passi in giardino …>>

Avevano costeggiato la casa e appena girato l’angolo si erano trovati in un vero e proprio Paradiso: quello che si intravedeva entrando dal cancello non era nulla a confronto dello spettacolo che si era palesato ai loro occhi … una distesa a perdita d’occhio di alberi dalle folte chiome facevano ombra ad arbusti più bassi ma altrettanto rigogliosi .. qua e là si riconoscevano alberi da frutto che ben si inserivano nel contesto rurale in cui si trovava la proprietà. In un posticino un po’ defilato, seminascosti dalla siepe di ligustro, c’erano un laghetto artificiale ed un gazebo. Il laghetto attirò l’attenzione di Francesco: in qualche modo “stonava” con l’ordine e la cura che lo circondavano ma allo stesso tempo era perfetto nella sua “imperfezione” … era una conca d’acqua non molto grande che probabilmente in origine era stata di colore azzurro vivace come un cielo d’estate ed ora era di un celeste parecchio sbiadito … ma la vera peculiarità non era questa, bensì il fatto che l’acqua che conteneva non fosse bella limpida e ossigenata ma al contrario sembrava più uno stagno che un laghetto. Eppure, in quel preciso posto, contornato da due alte tuie e da due cespugli di pungitopo era proprio perfetto così.

Francesco stava inseguendo questi pensieri quando il Geometra gli si rivolse dicendo:
<<si starà chiedendo perché in mezzo a tanto ordine tengo questo “disordinato laghetto” … se lo chiedono quasi tutti quelli che vengono a farmi visita. La gente pensa che questo laghetto sia la “pietra dello scandalo” di tutto il giardino. Secondo lei??>>

<<Sarò onesto con lei … stavo proprio considerando che a colpo d’occhio “stona” con il resto del contesto, ma allo stesso tempo è perfetto per il posto dove sta, è un po’ come “un posto del cuore” … non so spiegarmi meglio ma forse se fosse curato alla perfezione come tutto il resto non sarebbe al posto giusto. Poi le dico: questa è una mia sensazione, non capisco nulla di architettura d’esterni, pensi che a casa ho solo un terrazzino con alcune “aromatiche” e nient’altro>>

<<Lei è una persona sensibile e ha colto nel segno più dei tanti che l’hanno preceduta. Quello che lei vede ora come uno “stagno” lasciato un po’ a se stesso, era nato per essere un piccolo laghetto con fontanella a zampilli centrale e forse qualche pesce rosso. Ma la natura ha deciso diversamente e non molto tempo dopo la sua costruzione è stato colonizzato da alcuni anfibi, ranocchie principalmente, ma anche rospi e salamandre. Così mi sono trovato davanti ad un bivio: svuotarlo dall’acqua stagnante e dagli inquilini e ripristinare la sua originaria natura oppure lasciarlo così e, sedendomi nel gazebo che c’è qui vicino, nelle sere d’estate ascoltare il concerto dei ranocchi che tanto mi ricorda le mie estati di bambino. Ed ecco la mia scelta è qui sotto gli occhi di tutti.

Ma parliamo d’altro: venga andiamo a sederci sotto il gazebo e parliamo un po’ … come le dicevo prima il suo superiore mi ha parlato di lei con entusiasmo, mi ha raccontato di quanto sia attento e scrupoloso, di come abbia fatto, all’ interno dell’azienda, una scalata lenta e graduale, partendo dal basso e mantenendo sempre un atteggiamento “di basso profilo” … mai colpi di testa, mai atteggiamenti da “primo della classe”, insomma un ottimo collaboratore e anche un ottimo collega per gli altri dipendenti. Mi ha anche detto che lei ha intenzione di trasferirsi a breve in Italia e ha chiesto a me se conoscevo qualcuno che avesse bisogno di una persona con queste caratteristiche da inserire in un contesto simile a quello dal quale lei proviene. E io ho pensato che conosco proprio la persona giusta che in questo momento sta cercando una figura come la sua. Conosco molto bene questa persona: la vedo tutte le mattine quando mi rado la barba. Eh sì, sono io quella persona. Ho un collaboratore del quale mi fido come di me stesso ( forse alle volte anche di più …) ma sta per raggiungere il traguardo della pensione e mi ha già detto che è sua ferma intenzione non lavorare nemmeno un giorno più del necessario e iniziare a godersi un po’ la vita. Quindi, in questo momento la mia priorità è quella di trovare qualcuno al quale il futuro pensionato passi tutto il suo “know how”, tutto il suo sapere, tutte le sue conoscenze. E qui entra in gioco lei. Si perché a me la “nuova figura” servirebbe il prima possibile ... capisce bene che 40 anni di esperienza non si possono passare ad un’altra persona in una settimana. Quindi se lei mi dice sì , io smetto di cercare qualcun altro. Naturalmente prima di una sua risposta le farò preparare dal mio consulente una proposta circa l’inquadramento, lo stipendio e tutto quello che serve perché lei possa fare una valutazione serena.
Però, intanto, se vuole , possiamo accomodarci nel mio studio, così le faccio vedere a grandi linee quale sarebbe la sua occupazione … intanto le dico che le toccherà essere spesso in giro per seguire le nostre filiali. Di sicuro dovrà stare a Roma almeno una settimana al mese ma mi pare di capire che questo non dovrebbe essere un grande sforzo, o sbaglio? Ma venga, venga che torniamo verso casa …>>

Tutto girava alla velocità della luce … nell’ ultima settimana aveva ritrovato Chiara, aveva pensato di fare un “colpo di testa” ( forse il primo della sua vita) e tornare a vivere in Italia mettendo in conto di dover trovare un nuovo lavoro ed ecco che gli veniva servito un nuovo lavoro su un vassoio d’argento , lavoro che l’avrebbe portato tutti i mesi almeno una settimana a Roma. Stava raccogliendo a piene mani i frutti di parecchi anni di impegno, lavoro assiduo, correttezza.

Arrivati nello studio si erano messi a parlare fitto fitto incuranti del tempo che passava. Quella che il Geometra Restivo gli stava proponendo era una bella sfida ma era convinto di poterla superare.

Ad un tratto era entrata nello studio una signora bionda, dai lineamenti delicati che aveva esordito dicendo:
<<scusate se irrompo così nel bel mezzo di una riunione. Piacere (aveva allungato la mano in direzione di Francesco) sono Angelica Restivo e lei immagino sia il “ragazzo” che si sta trasferendo in Italia per amore … mio marito mi ha raccontato un po’ la sua storia e spero proprio che lei accetti la proposta che le farà così avremo modo di rivederci. In questo preciso istante però devo chiederle una cortesia: riesce a spostare la macchina dal vialetto così io riesco ad uscire con la mia che ho alcune commissioni da fare e tra poco è sera …>>

<<Piacere mio signora. Sì sono Francesco e anch’io mi auguro di poterla rivedere ancora. Ma “tra poco è sera”??? che ora abbiamo fatto? Oh mamma mia che tardi che è!! Devo correre come un matto se voglio arrivare in tempo in stazione a Venezia …>>

Il Geometra era intervenuto in questo monologo :
<< accidenti!! Non mi ero accorto che si fosse fatto così tardi!! Mi scusi se l’ho monopolizzata così a lungo … le do un ultimo consiglio e poi la lascio andare. Eviti di correre come un matto. Visto l’orario troverà sicuramente il traffico congestionato da tutti quelli che stanno facendo ritorno a casa quindi rischia di correre tanto e poi rimanere imbottigliato sul Terraglio o poco dopo. Faccia così: chiami la sua bella, la avvisi che è un po’ in ritardo per colpa mia e la faccia andare in albergo. Così facendo la signorina avrà modo di rinfrescarsi un po’ prima del suo arrivo e lei potrà prendersela un po’ più comoda. Lo so che essere alla stazione all’ arrivo del treno sarebbe stato romantico ma mi creda ormai non ce la farebbe più nemmeno se guidasse un elicottero e atterrasse direttamente in laguna. Però voglio in qualche modo farmi perdonare. Se rimanete in terra Veneta un paio di giorni almeno , domani sera siete nostri ospiti a cena. Cosa dici cara? Non ti pare un’ottima idea? In fondo se Francesco accetta la mia proposta credo che passerà più tempo nel mio studio qui da noi che a casa sua quindi non sarebbe male che tu cominciassi a conoscerlo meglio …>>

<<Ma certamente!!! Allora dai è fatta!! Vi aspettiamo domani sera per cena … una cosetta informale, solo noi quattro e i nostri figli se sono nei paraggi … se il tempo tiene apparecchio nel patio. C’è qualcosa che non gradite, al quale siete allergici, intolleranti? Le faccio presente che mi piace sperimentare: quindi se siete onnivori, a casa nostra lo siete a vostro rischio e pericolo perché non sapete cosa può capitarvi nel piatto …>> e così dicendo si era allontanata da loro in direzione del vialetto ed era salita in auto.

<<Geometra Restivo faccio tesoro dei suoi consigli, libero il vialetto prima che sua moglie mi maledica e poi chiamo Chiara per avvisare del lievissimo ritardo. E non si senta in colpa: abbiamo fatto tardi perché entrambi eravamo “presi” da questo incontro. Lei nel raccontarmi quanto più poteva della sua attività ed io nel cercare di incamerare più dati possibili. E per la cena di domani sera la ringrazio di cuore. Adesso devo proprio scappare …>>

Una veloce stretta di mano ed era già fuori dal cancello.
Si era spostato lo stretto necessario per lasciare spazio alla signora Angelica che l’aveva salutato con un colpo di clacson e aveva composto il nr di Chiara.

Uno, due, tre squilli …

LA STORIA VISTA DA LEI

Chiara

Il treno procedeva spedito verso nord … poche fermate : Firenze,Bologna,Padova e poi finalmente Venezia.
Poche le fermate ma tante le città che vedeva sfrecciare fuori dal finestrino tutte le volte che alzava lo sguardo dal libro che le stava facendo compagnia.
Stava facendo un bel “ripasso” di geografia, come quando andava ancora a scuola e in vista delle interrogazioni cercava di fissarsi i punti salienti di ogni regione o città : quindi Orvieto con il suo duomo del XIV secolo dalla facciata maestosa,con la sua città sotterranea e il pozzo di San Patrizio … Chianciano famosa per le terme … e poi Cortona con “l’Annunciazione” del Beato Angelico (opera conosciuta in tutto il mondo) presso il museo Diocesano e il Convento di San Francesco.
Per non parlare di Arezzo , la “cenerentola di Toscana” ingiustamente oscurata dalla fama di Firenze, Siena e Pisa. Città invece ricca di cose che meritavano di essere viste (--voglio farmi un appunto e al ritorno, tempo permettendo,prendere un treno che fermi in questa città e provare a visitarla un po’--): il Loggiato di Piazza Grande, gli affreschi della Basilica di san Francesco, il Duomo solo per elencare le prime che le venivano in mente.

Ed ecco la fermata di Firenze : il tempo di mettere un po’ d’acqua nella ciotolina per Gastone, fargli due grattini in mezzo alle orecchie e già il treno era di nuovo in movimento.
Dopo un po’ aveva chiesto alla vicina di posto se poteva dare un’occhiata al trasportino e al suo occupante e ricevuta risposta affermativa si era diretta verso il vagone ristorante. In realtà , anche se non aveva mangiato nulla non è che avesse fame, avrebbe però bevuto volentieri un succo di frutta. Si era messa in fila e finché attendeva il suo turno aveva visto “passare” fuori dal finestrino la città di Prato della quale non riusciva a ricordare quasi nulla ad esclusione del Duomo e del fatto che fosse stata una delle prime città scelte dai cinesi all’inizio del loro arrivo in Italia negli anni 90.

Il tempo di bere il suo succo di frutta ed ecco la fermata di Bologna.
Il viaggio procedeva senza intoppi e se tutto fosse continuato a filare così liscio , poco più di un’ora la separava dall’arrivo a Venezia.

Aveva ripreso a leggere il romanzo di Camilleri trascurando il paesaggio che scivolava via. Del resto: sicuramente bello e d’impatto quanto si srotolava fuori dal finestrino ma altrettanto intrigante quello che il Grande Maestro di Porto Empedocle le regalava con i suoi scritti.

Aveva alzato gli occhi fugacemente vedendo la scritta “Padova” … un vecchio adagio diceva “Venezia la bella, Padova sua sorella” … Padova concentrato di cultura, arte, conoscenza. Padova sede di una delle più antiche università del mondo, ma Padova anche ultima dimora terrena di uno dei santi più amati in Italia (a Padova ogni anno giungono da ogni dove pellegrini a visitare la Basilica di Sant’ Antonio). Padova e la cappella degli Scrovegni magistralmente affrescata da Giotto. Padova e “il Prato della Valle” una piazza veramente particolare che per estensione totale è seconda solo alla Piazza Rossa di Mosca.

E passata Padova praticamente si era in dirittura d’arrivo … il tempo di tornare con lo sguardo al libro ed ecco lo squillo del telefono … era Francesco

Lei:<<Pronto? Ciao tesoro sei già in stazione? Il treno mi pare sia in orario quindi tra poco arrivo …>>

Lui:<<Chiara … è proprio per questo che ti telefono. Non sono già in stazione, non sono nemmeno vicino alla stazione … pronto?!? Mi senti!?!>>

Brivido freddo lungo la schiena … non poteva essere … non poteva aver deciso di non venire più e comunicarglielo così al telefono …

Lei:<< sì ci sono … dimmi …>> aveva risposto con voce fioca
.
Lui:<<tesoro che succede? Hai una vocina... ( silenzio da entrambe le parti) cosa c’è? ( silenzio ancora) nooo, dai, non dirmi che stai pensando che non sto arrivando!? Sto arrivando scemotta ( solo in quel momento Chiara si era accorta che aveva trattenuto il respiro per tutto il tempo ed era praticamente in apnea ) … è solo che il signore al quale dovevo consegnare i documenti mi ha fatto una proposta di lavoro e poi mi ha invitato nel suo studio per parlarne un po’ più approfonditamente ed il tempo è volato. Quindi per scusarsi di avermi fatto far tardi ci ha invitato per domani sera a cena a casa sua ; vedessi che bella casa che ha! E che giardino!. E poi mi ha consigliato, vista l’ora, di evitare di correre per cercare di arrivare in tempo, tanto in tempo con questo traffico non sarei arrivato mai. Quindi direi che, se sei d’accordo, visto che l’albergo non è neanche tanto distante dalla stazione, tu potresti intanto andare avanti e prendere possesso della camera. Puoi sistemare Gastone, dargli da mangiare, magari rinfrescarti un po’ e io arrivo prima che posso. Non è così che l’avevo immaginata ma ti giuro che è per una buona causa. Il signor Restivo mi ha proposto un lavoro bello, impegnativo ma credo che ce la farò … ma ti racconto tutto con più calma stasera a cena. Allora che dici? Vai direttamente in albergo o preferisci aspettarmi in stazione?>>

Lei:<<vado in albergo, certo. Cosa vuoi che faccia in stazione?? L’indirizzo dell’albergo ce l’ho quindi è tutto a posto. Tu vai con calma che tanto io mi sistemo. Appena entro in camera ti dò uno squillo così tu sei tranquillo …>>

Lui:<< ok a dopo e … Chiara sei in cima ai miei pensieri TUTTI I GIORNI … figurati se potevo pensare di non venire!!>>

Aveva vissuto i momenti più brutti della sua vita prima che lui spiegasse il perché del suo ritardo.

Bene … si trattava semplicemente di cambiare un po’ i piani iniziali ma nulla che fosse così difficile.

Francesco aveva detto che l’albergo era abbastanza vicino alla stazione … solo che Venezia non era una città come le altre … la maggior parte del traffico era “via acqua” … vabbè se non avesse trovato velocemente il modo per giungere a destinazione a piedi avrebbe optato per il vaporetto o nella peggiore delle ipotesi per un taxi.

LA STORIA VISTA DA LUI

Francesco

Accipicchia che traffico!!! Ok che era l’ora di punta ma non era pronto a quella marea di gente “chiusa in scatole con 4 ruote” che si spostava da nord verso sud … e anche in senso opposto non è che le cose fossero tanto diverse.
Meno male che aveva ascoltato il consiglio del suo futuro Boss e aveva avvisato Chiara del suo ritardo.
Che vocetta che aveva Chiara al telefono quando le aveva detto che non era né in stazione né in arrivo … chissà cosa si era immaginata.
Le pareva di vederla: i grandi occhi sgranati per lo stupore, per l’amarezza e un brivido d’ansia che le correva giù per la schiena.
Poi quel telefono che si sentiva a scatti quindi chissà quanti pensieri le erano passati per la mente nei momenti silenziosi.
Ma tra un po’ sarebbe arrivato anche lui in albergo e avrebbe dissipato qualsiasi piccolissimo dubbio si fosse insediato nella sua testa.
A proposito di albergo: dove parcheggiare la macchina?? Venezia non è proprio una città come le altre … a meno che uno non dorma a Mestre ( che di fatto è terraferma) , non è possibile parcheggiare vicino al posto prenotato come in qualsiasi altra parte del mondo.
Doveva capire se era meglio parcheggiare al Tronchetto piuttosto che al parcheggio di Piazzale Roma. Beh in fondo uno valeva l’altro … tanto comunque avrebbe dovuto prendere il traghetto per arrivare a destinazione quindi …
Ecco che in lontananza si intravedeva la sagoma della città … una città meta di turismo da ogni parte del mondo, una città piena di contrasti, una città luci ed ombre ... ancora qualche chilometro e l’attesa sarebbe finita.

LA STORIA VISTA DA LEI

Chiara

Decisamente i veneziani erano persone cortesissime. A partire dall’ addetto dell’ufficio informazioni che le aveva spiegato per filo e per segno dove acquistare il biglietto per il vaporetto e il luogo d’imbarco. Continuando poi con il personale Actv al quale aveva chiesto chiarimenti circa la fermata più comoda all’ albergo e che prontamente gliel’ aveva indicata aiutandola anche a scaricare valigia e trasportino. E per finire il portiere che l’aveva registrata velocemente per poi consegnare le chiavi della stanza augurandole buon soggiorno e specificando che , se aveva intenzione di farsi un bel bagno rilassante poteva farlo tranquillamente tanto all’ arrivo di Francesco avrebbe consegnato lui personalmente una seconda scheda magnetica per entrare in camera.

La camera era molto bella, affacciava su una calle perpendicolare a piazza S.Marco della quale si vedeva un piccolo scorcio e là, in fondo, sull’ altra riva del Canale della Giudecca si intravedeva la sagoma della chiesa di S.Giorgio Maggiore.
Mise in libertà Gastone che stiracchiandosi un po’ dopo la forzata reclusione fece un breve giro di perlustrazione della stanza e decise che il suo “quartier generale” fintanto che fossero rimasti a Venezia, sarebbe stata una graziosa poltrona che stava sotto la finestra. Appena sentì il classico rumore dei croccantini che cadevano nella ciotola abbandonò la postazione appena conquistata e si regalò un buon pasto ristoratore.

Tutto ciò mentre la sua “padroncina” gli accarezzava il pelo soffice facendo conversazione :
<<eccoci qua micione del mio cuore … ti piace la stanza? Hai già scelto la poltrona come tua nuova dimora per questi giorni veneziani … direi che hai scelto proprio bene. Ti basta appoggiarti con le zampine allo schienale e puoi godere di un panorama unico al mondo … adesso tu mangi, io tiro fuori un po’ di cose dalla valigia e poi quasi quasi seguo il consiglio del portiere e mi faccio un bel bagno caldo. Speriamo che Francesco arrivi presto …>>
Aveva velocemente messo nei cassetti e nell’ armadio il contenuto della valigia lasciando dentro solo “il regalino” per Francesco. Non vedeva l’ora di vedere che faccia avrebbe fatto una volta che l’avesse aperto … tanto ormai mancava poco …

Entrò in bagno e fece scorrere l’acqua nella vasca …

LA STORIA VISTA DA LUI

Francesco

Aveva trovato velocemente il parcheggio più comodo a chi come lui arrivava da nord. Pagato fino alla sera del giorno dopo ( intanto aveva deciso così, tanto comunque la sera dopo avrebbe dovuto prendere la macchina per andare a cena dai signori Restivo. E poi avrebbe deciso, di comune accordo con Chiara su come e dove avrebbero trascorso i giorni seguenti).

Il parcheggiatore lo aveva consigliato circa il vaporetto da prendere per arrivare a destinazione e dopo un tragitto breve su un mezzo pieno all ' inverosimile di un’umanità varia e variegata e un’altrettanto breve tratto a piedi era finalmente giunto a destinazione.
Il portiere aveva confermato che Chiara era già salita da un po’ e, ammiccando, gli aveva anche comunicato che aveva consigliato alla signorina un buon bagno caldo rilassante.
<<se vuole bere qualcosa mentre aspetta che la signorina si prepari, il nostro bar è in funzione … le consiglio , vista l’ora, uno “spritz” … è un’aperitivo, non so se lo conosce.>>
<<la ringrazio per il consiglio ma vorrei intanto andare in camera e depositare il bagaglio … poi se vedo che la faccenda si fa lunga scendo e assaggerò volentieri l’aperitivo che mi ha consigliato>>
Presa la scheda magnetica si era avviato per le scale, facendo i gradini a due a due.

Entrato in camera si era trovato a fissare due grandi occhi verdi che lo scrutavano dalla poltroncina posizionata sotto la finestra.
“e adesso? –aveva pensato—e se il micio è convinto che questo sia suo territorio e mi salta addosso e mi cava gli occhi? Sai che bello quando Chiara esce dal bagno e mi trova morto dissanguato e senza occhi per di più!!”
Aveva riso tra sé pensando a quanto la stava facendo melodrammatica, però di certo non sapeva bene come comportarsi con il micio che nel frattempo si era alzato e facendo” la gobba” si era stirato non perdendolo mai di vista.

Poi aveva avuto un colpo di genio:
Lui:<<Chiara ci sei??>>
Lei:<<Ciao sei arrivato ( voce che proveniva da una porta che immaginò dovesse condurre in bagno)… hai fatto presto. Finché ti aspettavo ho pensato di fare un bagno ma ho quasi finito. Se intanto che mi aspetti vuoi disfare il bagaglio>>
Lui:<<Tesoro lo farei volentieri ma c’è un ma … Gastone mi sta fissando da quando sono entrato e non ho capito quali siano le sue intenzioni. Che faccio? Provo ad andargli vicino?e se poi mi vede come un pericolo e mi attacca?>>
Lei:<<Ma cosa vuoi che attacchi!! Alla peggio si nasconde sotto il letto … ma vedrai che gli sarai simpatico … Gastone?!? Mi senti?!? Fai il bravo e fai amicizia con Francesco … cinque minuti e arrivo>>

LA STORIA VISTA DALL’ ALTRO

Gastone

“A pancia piena si ragiona decisamente meglio. Del resto abbiamo fatto un viaggio luuunghissimo e io sono stato braaaavissimo. Questo posto mi piace proprio. La camera è bella, la MIA poltroncina è comoda, fuori dalla finestra il panorama è strano … niente strade, niente auto … solo acqua. Che a me non è che l’acqua piaccia un granché … quindi spero proprio che la mia padroncina, nel caso voglia andare a mangiare fuori, decida di lasciarmi qui in camera. Ho tutto quello che mi serve: croccantini ne ho, acqua fresca da bere pure, ho visto che Chiara ha messo la lettiera in bagno … chi mi sposta da qui?? Sono messo come un Re. Ma ... c’è qualcuno che armeggia dietro la porta. Che sia un ladro? E se è un ladro o un assassino cosa posso fare per difendere la mia padroncina? Gli salto addosso con gli artigli sfoderati e provo a cavargli gli occhi … senza occhi uno fa fatica a fare qualunque cosa … è riuscito ad aprire la porta … sta entrando … mi guarda fisso senza parlare … lo guardo fisso anch’ io così gli faccio paura … che poi a guardarlo bene non ha proprio l’aspetto del delinquente: alto, magro, il tipico spilungone e con una valigia in mano … si è mai visto un ladro con la valigia?? … io per mettermi dalla parte giusta mi preparo all’ attacco … e lo tengo costantemente sotto tiro con lo sguardo … si è fermato sulla porta. Hai paura ehhh? Prova, prova a fare un passo dentro la camera e vedrai … parla, parla con la mia padroncina. E lei gli risponde. E come è tutto “zucchero e miele” il suo tono. Vuoi vedere che è “Il tedesco”??? Mamma mia meno male che non l’ho ucciso sennò chi la sentiva la padroncina? E adesso? Come mi comporto? Shhh, aspetta che ascolto: la padroncina ha detto il mio nome, e anche con me ha un vocina tutta carina. Questo vuol dire che devo fare gli onori di casa allo spilungone. E va bene dai, facciamo vedere che tipo sono.”

Il micione con un balzo scese dalla poltrona e andò a strusciarsi contro le gambe di Francesco

LA STORIA VISTA DA LORO

Francesco

Lui:<<ciao bel micione, ma che bello che sei … e io che credevo tu volessi cavarmi gli occhi … pensa te che stupido pensiero che ho avuto … adesso mettiti lì buono buono che io intanto disfo i bagagli>>

Ancora Lui:<<Chiara, il tuo micione mi sta facendo gli onori di casa … direi che siamo quasi amici … è venuto a strusciarsi contro le mie gambe, è buon segno vero???>>

Lei:<<sì caro direi proprio di sì … non lo fa con tutti anzi … si vede che gli piaci, ha capito che non sei un nemico da combattere>>

Velocemente aveva vuotato la valigia lasciando sul fondo solo il regalo che aveva deciso di dare a Chiara.
Aveva poi appoggiato la valigia stessa su una rastrelliera dove già ce n’era un'altra e aveva notato che erano identiche: 2 Roncato nere … un modello tra i più comuni in circolazione. Temeva di scoprire che la sua ragazza “ritrovata” amasse i bagagli color Rosa Barbie o verde evidenziatore e invece … Niente fronzoli per Chiara, una donna con i piedi ben piantati a terra.

In quel momento la porta del bagno si apri e attraverso una nuvola di vapore intravide la silhouette della sua amata.

Loro

Con due passi la raggiunse e finalmente furono l’uno nelle braccia dell’altra.

Un bacio dapprima timido e poi sempre più intenso dissipò qualunque pensiero e qualunque dubbio.

Era così bello essere finalmente vicini, finalmente uniti. Lei appoggiò la testa sulla spalla di Lui e lì rimase gustandosi il momento e sospirando appena.
Ancora non credeva a quello che stava succedendo … finalmente l’attesa era finita. Finalmente cominciava un altro capitolo della loro vita. Avvicinandosi alla finestra per gustare i colori del tramonto incrociarono lo sguardo sornione di Gastone che nel frattempo si era riappropriato della sua poltroncina.

Lui:<<ma sei proprio sicura che gli sto simpatico? No sai chiedo perché non vorrei trovarmi nel cuore della notte con il gatto sul comodino che sfoderati gli artigli , sta pensando a come farmi fare una brutta fine …>>

Il tono era scherzoso ma ugualmente Chiara si premurò di rispondere:
Lei:<<se tu non gli piacessi te l’avrebbe fatto capire appena hai aperto la porta della stanza … il fatto che sia venuto a strusciarsi contro le gambe e che si sia fatto accarezzare fa capire che ti ha accettato. Cosa dici, andiamo a cena? A pranzo non ho mangiato nulla e adesso ho lo stomaco che brontola …>>

Lui:<<se sei pronta possiamo andare anche subito … a no, subito subito no … prima c’è qualcosa che voglio darti>>

Lei: <<anch’ io ho qualcosa per te …>>

Si avviarono entrambi verso le valigie e ognuno tirò fuori dalla propria un pacchettino ben confezionato e con un grande fiocco colorato.
I pacchetti cambiarono di mano e ognuno prese ad aprire il proprio. I fiocchi facevano fatica a sciogliersi, così come la carta che avvolgeva il regalo.
Quasi in sincrono ognuno ebbe in mano quello che l’altro aveva scelto come regalo.
Lei si ritrovò tra le mani una di quelle vecchie scatole per biscotti in latta e lui si trovò un romantica scatola a fiori.

Alzarono gli occhi dicendo praticamente in coro:
<<sono le mie lettere che non hai mai ricevuto. Penso che sia giusto che tu le legga, che tu le conservi, in fondo erano destinate a te>>

Il micio intanto guardava aldilà della finestra accendersi le prime luci della sera e i lampioni che rischiaravano la piazza e pensava che gli umani sono tipi strani se basta una scatola per farli commuovere.



(per voi che leggete, la storia finisce qui, o meglio: lasciamo liberi Chiara e Francesco di vivere la loro storia d’amore … non escludo, ogni tanto, di tornare a trovarli per vedere come vanno le cose)

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