sabato 11 gennaio 2025

A CACCIA DI AURORE BOREALI –parte quarta-

   
(foto: fonte web)


All’Atelier avevano ricevuto un messaggio laconico da Bea
“Piccolo cambiamento di programma. Tutto sotto controllo. Vi racconto quando torno”

Ma i giorni passavano e non si faceva viva: Il telefono era “staccato o irraggiungibile”
Dopo qualche giorno le sue più strette collaboratrici avevano iniziato a preoccuparsi.
-Sì ok essersi innamorata dell’Islanda e aver voluto prolungare di qualche giorno la vacanza, però almeno chiama, accidenti!!- era sbottata un giorno Serena che ormai non sapeva più cosa pensare.

In Azienda non c’era nessun problema: Bea da tempo aveva iniziato ad addestrare Serena, quindi il lavoro scorreva al solito modo.
Ma era il “privato” quello che impensieriva Serena: Era andata a casa di Bea nei giorni nei quali sapeva di trovare la signora che si prendeva cura della casa e delle piante ma non aveva cavato un ragno dal buco, anzi!! Rosa era preoccupata come e più di lei.
-Le ripeto non è da Bea sparire così!!! Non una telefonata, un messaggio, niente!!- e intanto si asciugava gli occhi umidi.

Poi un giorno Serena aveva ricevuto una telefonata da un noto studio notarile che aveva gli uffici che si affacciavano su una delle più belle piazze della città. La persona che l’aveva contattata la pregava di presentarsi quanto prima per comunicazioni che la riguardavano.
Aveva mollato tutto e si era precipitata: che fosse proprio lì la risposta a tutto questo mistero?
Dopo una breve attesa in una sala d’aspetto che sembrava una galleria d’arte, il notaio l’aveva accolta con un sorriso gioviale e una calorosa stretta di mano.
L’aveva fatta accomodare e aveva in ogni modo cercato di stemperare la tensione che vedeva sul viso di Serena.
Serena di nome ma non di fatto!!

Poi era passato al nocciolo della questione.
-La signora Bea prima di partire mi aveva fatto redigere un atto di donazione a suo favore. Era nel suo intento, una volta tornata dal viaggio, fissare un appuntamento per apporre le firme e concludere l’accordo.
Mi aveva lasciato anche un’altra busta con una frase sibillina “questa la apra se dopo il dieci di gennaio io non mi sarò fatta ancora viva”
Il dieci gennaio, appurato che la signora Bea non dà notizie da qualche giorno, ho aperto la busta e ne dò lettura.-

“Egregio Notaio,
resta fermo tutto quanto come concordato, ma nel caso io non fossi presente il dieci gennaio lei ha già la mia firma sui documenti della donazione. La prego quindi di mettere al corrente la Signorina Serena di tutto ciò che è giusto sapere e poi consolidi la donazione. Serena è la persona più adatta a prendere le redini dell’azienda. So che con lei la mia -creatura- sarà in ottime mani.
Cordialmente
Bea”

-E questo è quanto- aveva concluso il notaio.

Serena era turbata: Bea che non tornava, il notaio che le stava dicendo che apponendo la sua firma in calce al contratto di donazione, diventava immediatamente proprietaria dell’Atelier. Le stava sciorinando numeri e numeri, bilanci consolidati e bilanci preventivi per dimostrarle la solidità della Società. Ma a lei in questo momento non interessava sapere quanto fatturava la Maison, voleva sapere dove caspita si era andata a cacciare Bea!!
-Mi perdoni notaio se le sembro sgarbata ma in questo momento la mia priorità non è l’azienda bensì Bea: Sono giorni che non si fa viva, al cellulare è irraggiungibile; ho sentito l’agenzia che ha organizzato il viaggio in Islanda e mi è stato risposto che Bea ha salutato i suoi compagni di viaggio e la guida davanti all’aeroporto e nessuno ha notato qualcosa di strano. Abbiamo contattato la guida Islandese, la signorina Isadora e anche lei ci ha confermato di non aver avuto nessun sentore che Bea potesse avere qualche problema, anzi le era sembrata molto entusiasta di questo viaggio ed era forse la persona maggiormente attratta dall’aurora boreale. Io veramente non so cosa pensare: vorrei fare denuncia di scomparsa ma con quali basi? E’ una donna adulta e vaccinata e se ha deciso di prolungare la vacanza è libera di farlo. Ma non è da lei sparire così senza dare notizie di sé. Lo sa quanto tutti ci teniamo a lei e quindi dovrebbe immaginare quanto siamo preoccupate-
-Vedrà che tutto si risolverà per il meglio. Magari ha semplicemente “annusato” odore di business e si è fermata laggiù per questo motivo- aveva sentenziato serafico il notaio.
-Speriamo che sia così … comunque per firmare le carte magari passo un altro giorno .. prima vediamo cosa combina quella disgraziata!!-

Ma non era destino che la matassa si districasse così velocemente anzi!!
Una mattina sulla mail collegata ai conti bancari era arrivato un messaggio da una società islandese di noleggio che chiedeva conto di un camper noleggiato all’aeroporto si Reykjavik il giorno 5 gennaio e non ancora restituito nonostante fosse scaduto il termine.
Serena era sprofondata nella poltrona.
-Ecco lo sapevo!!Le è successo qualcosa!! Se ha noleggiato un camper e non lo ha restituito in tempo sicuramente è perché non può!! E se non può vuol dire che le è successo qualcosa!! Devo partire, devo andare là, devo fare denuncia!! Probabilmente il camper ha un sistema satellitare quindi si riuscirà a recuperarlo e recuperandolo si potrà capire qualcosa di più. Non posso stare qui … devo essere là vicino!!-
A nulla erano valse le frasi di rassicurazioni delle altre ragazze dell’ufficio. Ormai aveva deciso. Aveva chiamato l’agenzia di viaggi e il giorno dopo, nel buio più totale nonostante fossero da poco passate le 16, era atterrata a Reykjavik.
Per prima cosa si era recata all’agenzia di noleggio per scoprire che effettivamente tutti i mezzi erano dotati di sistema di controllo satellitare ma che, per la legge sulla privacy, non potevano utilizzarli se non in presenza di una denuncia di scomparsa.
Il passo successivo era stato quello di chiamare un taxi e farsi portare ad un posto di Polizia per fare la denuncia. Aveva contattato Isadora come interprete per non incorrere in errori o fraintendimenti.
Isadora si era dimostrata molto stupita quando era venuta a conoscenza dei risvolti che aveva preso la faccenda, non si capacitava e ripeteva:
-Giuro che era tranquilla! Interessata, ripeto forse un po’ più “ammaliata” degli altri dalle Aurore ma niente di più. Ha fatto un sacco di fotografie fino a quando ci siamo abbracciati in aeroporto. Non è l’atteggiamento di una che sta pensando di sparire!-
Una volta espletate le formalità con la Polizia, erano tornate dal noleggiatore e avevano esibito copia della denuncia.
L’impiegato dell’agenzia si era dimostrato solerte anche se l’orario di chiusura era passato da parecchio e dopo un po’ che digitava codici e stringhe alfanumeriche si era girato con un sorriso e aveva mostrato il monitor.
Al centro del monitor lampeggiava un bollino blu: era il camper di Bea.
Isadora aveva studiato un po’ la zona e aveva sentenziato:
-Ci toccherà aspettare domani. E’ troppo lontano e troppo fuorimano per avventurarsi su piste neanche tanto battute in piena notte: Dai Serena, per stanotte ti ospito io e domani andiamo a recuperare Bea e a dirgliene quattro per lo spavento che ci ha fatto prendere!-

Erano salite sull’auto di Isadora e in breve avevano lasciato la città. Serena era un fascio di nervi e non sapeva davvero più cosa pensare. Ad un tratto, alzando gli occhi pieni di lacrime aveva visto qualcosa di unico e magico all’orizzonte.
Aveva sgranato gli occhi e trattenuto il fiato restando estasiata di fronte a quello spettacolo della natura.
Era come se quelle luci le volessero mandare un messaggio di pace e tranquillità.
Isadora si era accorta di questo repentino cambiamento di atteggiamento da parte di Serena e aveva detto a bassa voce:
-Capisci adesso cosa intendevo quando dicevo che Bea era ammaliata da questa “magia”?-
Serena era rimasta in silenzio, le parole erano più che mai superflue.
Aveva cenato e poi si era coricata ben sapendo che avrebbe fatto fatica ad addormentarsi.
A mezzanotte, il suo telefono, quello di Isadora e quello di tutti i compagni di viaggio di Bea, avevano vibrato ricevendo un messaggio.

-Amici cari,
Isadora l’ultimo giorno non ha fatto in tempo a raccontarci le leggende sulle Luci del Nord che ancora avevamo in sospeso, così se permettete, lo faccio io.
Per giorni abbiamo sentito storie di animali collegati alle leggende dell’Aurora Boreale e anche in Svezia non fanno eccezione: si racconta infatti che i pescatori svedesi vedano nelle luci il riflesso di grandi banchi di aringhe, quindi un buon auspicio per una pesca abbondante.
In Danimarca invece si racconta di uno stormo di cigni intrappolati in un lago ghiacciato. Lo sforzo di sbattere le ali per liberarsi avrebbe creato le luci che si scorgono in cielo.
Da ultimo, o forse no, la credenza Cinese: si racconta che i bagliori che vediamo in cielo siano il riverbero del respiro infuocato di un Drago.
Ma la Leggenda più bella secondo me è questa: si racconta che ogni 100 anni una donna venga scelta dagli Dei per vivere con Loro, abitare nel punto dove nasce l’Aurora e lì rimanere per sempre, a tessere la tela dai mille colori cangianti che vediamo in cielo nelle notti d’inverno.
La leggenda racconta che l’ultima donna della quale si sono perse le tracce risulta scomparsa nel 1923.
O forse dovrei dire “la penultima”…
Gli Dei dell’Aurora mi hanno chiamato da così lontano, mi sono sentita una prescelta e non potevo dire di no: sarebbe stato scortese, vi pare?
Vi abbraccio
Beatrice la tessitrice.-

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