E il
grande giorno era arrivato: la valigia era pronta.
Sullo
scrittoio le carte del notaio solo da firmare, ma prima qualche giorno di “stacco”,
poi sarebbe tornata per sistemare le ultime faccende prima del meritato riposo.
Aveva
scelto per questa “prova tecnica” un luogo che l’aveva sempre affascinata dove
però non era mai riuscita ad andare: un luogo incantevole e al contempo
misterioso, dove immaginava avrebbe respirato pace e silenzio.
Lei che
per tutta la vita aveva viaggiato acquistando da sola voli e hotel, in questo
caso si era rivolta ad un tour operator che l‘avrebbe accompagnata passo passo
a conoscere l’Islanda e le sue aurore boreali.
Anche
questo era un segnale che qualcosa stava cambiando in lei: si stava affidando a
qualcun altro. Lei che si era sempre fatta il vanto di essere indipendente e
intraprendente, per la prima volta aveva deciso di abdicare e lasciar fare
tutto il lavoro a chi sicuramente ne sapeva di più. Anche questo poteva vederlo
come un nuovo inizio. Godersi solo il meglio di ogni esperienza.
Il "beep" del citofono risuonò nella casa silenziosa : il taxi che l’avrebbe portata in aeroporto la aspettava all’ingresso.
Un’ultima
occhiata all’appartamento: tutto era in ordine. Alle piante avrebbe pensato la
signora che due volte la settimana riordinava, faceva lavatrici, asciugatrici,
stirava e passava l’aspirapolvere.
In fondo
si trattava solo di pochi giorni … una sorta di “piccolo assaggio” di quello
che sarebbe stata la sua vita da febbraio in poi … tutti i viaggi che non aveva
mai fatto in vita sua (ce n’erano di posti che non aveva mai visto!! Ma anche
posti dove si era recata solo per lavoro e che avrebbe voluto visitare e
scoprire) ma anche lunghi periodi a casa, a fare la turista in quella grande
città che l’aveva adottata quarant’anni prima.
E poi
chissà! Magari avrebbe scoperto qualcosa di nuovo da fare per riempire le tante
ore lasciate vuote da quell’amante esigente che era stato il lavoro per tutta la
sua vita.
La sua
vita che in qualche modo aveva ricalcato quella di Sophia: entrambe donne
determinate, amanti di quel lavoro che avevano scelto da ragazzine … un lavoro
impegnativo, non sempre facile ma ricco anche di tante soddisfazioni.
Ah
Sophia e la sua innata eleganza!! Ci aveva provato ad imitarla ma tutto quello
che pareva “naturale” sulla sua mentore, per lei era sofferenza e sacrificio …
assomigliava più a Maria, la prima persona che aveva creduto in lei.
Le
scarpe tacco 10 che supplizio!! Le indossava solo nelle grandi occasioni,
avendo sempre in borsa le amate Reebok con le quali fare il cambio il prima
possibile.
Stare
ore e ore dal parrucchiere o dall’estetista era una tortura … stava di gran
lunga meglio nel suo laboratorio in mezzo alle sue creazioni.
Di Bea i
giornali parlavano spesso apostrofandola come “colei che vestiva di poesia le
donne”.
Le
piacevano i tessuti leggeri, quasi impalpabili … e poi i colori: in ogni sua
collezione NON c’era mai un colore predominante, ma tante sfumature che
incontravano i favori delle sue clienti.
Ecco perché
aveva scelto di andare a caccia di Aurore Boreali: le foto che aveva visto di
quello che veniva definito “il fenomeno delle luci del nord” erano l’idea che
aveva per le sue creazioni. Pennellate di colori anche profondamente diversi
che si fondevano in un gioco armonico.
Il citofono
suonò ancora ridestandola dai suoi pensieri.
-presto
che è tardi!!- si disse chiudendosi alle spalle la porta di casa.
All’aeroporto
aveva incontrato Isadora, giovane guida islandese con la quale avrebbe
condiviso, assieme ad altri viaggiatori, questa esperienza unica.
Era ricorsa
a Isadora perché nonostante parlasse correntemente 3 lingue oltre all’italiano, non conosceva una parola di islandese e aveva il timore di non capire e di non farsi capire dagli abitanti di quella
grande isola dell’oceano Atlantico a metà strada tra Gran Bretagna e
Groenlandia.
Durante
il volo Isadora aveva raccontato per sommi capi come si sarebbe svolto il
viaggio e come pensava di organizzare le uscite:
-Appena
arrivati troveremo un mezzo che ci condurrà nel luogo dove pernotteremo. Il
viaggio durerà circa 2 ore e vi consiglio di ammirare i panorami che
attraverseremo anche perché le ore di luce in questo periodo sono veramente
poche e all’arrivo in hotel sarà già notte:
Questa
sera vi lascio riposare. Cena e poi nanna presto, immagino sarete un
po’ stanchi dopo il viaggio.
Domani ci si alza molto presto perchè tanta è la strada da percorrere per arrivare alle grotte naturali del ghiacciaio più grande d'Europa: faremo il tour delle medesime e poi, con il calar delle tenebre andremo a caccia dell’Aurora Boreale. Il pomeriggio seguente dopo che vi sarete riposati tutta la mattina avendo fatto “le ore piccole”, andremo a visitare un caratteristico villaggio vichingo per poi tornare ad ammirare l'Aurora Boreale non appena scenderà la notte.
Il terzo
giorno ci sposteremo verso la capitale e dopo un breve giro turistico nel centro città visiteremo la zona termale della Laguna blu dove potrete rilassarvi in attesa di fare ritorno in aeroporto. Qui ci saluteremo prima che vi imbarchiate. Mi
auguro che questo piccolo tour semini in voi il desiderio di tornare ancora
qui, magari in un altro periodo dell’anno tipo giugno o luglio, dove le Aurore
Boreali non si vedono più ma potrete ammirare il sole di mezzanotte e
divertirvi visitando i vari festival che animano il territorio durante la
nostra breve estate. Segnatevi il festival vichingo e il folk music festival.-
Arrivati
a destinazione, il personale dell’hotel aveva assegnato le camere e consegnato
un piccolo vademecum sugli orari di colazione e cena e principali attrazioni
del paese mese per mese.
Leggendolo
Bea aveva notato che gennaio, complici le giornate molto corte e il freddo
intenso, non offriva tanto aldilà della possibilità di vedere le aurore
boreali. Del resto lei aveva scelto quel periodo proprio per ammirare le luci
del nord. Avrebbe programmato un altro viaggio in un altro periodo per
conoscere meglio il territorio e quello che offriva.
Si era
stesa sotto il piumone con l’intento di fare un piccolo sonnellino e poi
scendere in sala e scambiare qualche parola con gli altri viaggiatori prima
della cena. Tempo cinque minuti e dormiva come un angioletto.
L’aveva
risvegliata il bussare prima leggero e poi sempre più insistente di Isadora che
la chiamava dal corridoio. Aperta la porta con ancora addosso il pigiama, aveva
scoperto di aver dormito per otto dieci filate saltando la cena. La sua pancia
infatti stava brontolando.
Dopo una
doccia a tempo di record era scesa nella sala comune scoprendo una colazione
ricca di cose davvero per tutti i gusti: se amavi il dolce c’erano a
disposizione yogurt con frutta e musli, marmellate da spalmare sul pane nero
tradizionale, pancake e porridge. Se invece prediligevi il salato potevi
trovare uova strapazzate o frittate con erbette, toast con salmone affumicato,
aringhe, formaggi e burro salato.
Bea
amava assaggiare le cose tipiche dei posti che la ospitavano … secondo lei era
fare un viaggio dentro il viaggio, era un altro modo per avvicinarsi a chi
viveva i quei luoghi.
Aveva fatto una
colazione abbondante e varia ( molto abbondante e molto varia, praticamente aveva assaggiato ogni cosa fosse presente nel buffet) era risalita in
camera giusto per indossare stivali e piumino e poi erano partiti per il loro
primo giorno alla conquista dell’Islanda.
Per la
prima parte avevano viaggiato avvolti dal buio più assoluto ma man mano che
passavano i minuti il cielo aveva cominciato a schiarire e davanti a loro lo
scenario era da favola … tutto innevato, si aspettava da un momento all’altro
di veder sbucare la slitta di Babbo Natale.
La
visita alla grotta blu nel più grande ghiacciaio d’Europa l’aveva letteralmente
lasciata senza fiato.
Era entrata
nel mood giusto. Godersi la vacanza e lasciarsi avvolgere dalla bellezza della
Natura che qui la faceva veramente da padrona.
Tornati
all’aperto la luce era quasi totalmente scomparsa lasciando spazio alla notte e
ad un cielo trapuntato di stelle che le fece ricordare la Cappella degli Scrovegni
dipinta da Giotto. Un’emozione che non si poteva raccontare.
Si erano
fermati a mangiare e soprattutto a bere qualcosa di caldo. Le temperature erano
davvero rigide!! Meno male che su consiglio di Sophia aveva acquistato degli
stivali foderati di pelliccia ecologica e un piumino che nella pubblicità
prometteva di mantenere un bel tepore anche a -10. E infatti il suo corpo era
abbastanza caldo ma il naso no!! Quello sembra congelato e in procinto di
spezzarsi e cadere come se fosse stato di cristallo!!
Ed ecco
che era di nuovo ora di rimettersi in viaggio!! La parte più emozionante
arrivava adesso. E se non fossero riusciti a vedere nemmeno un’Aurora? Non c’era
niente di sicuro, tant’è che il tour si chiamava “ a caccia dell’Aurora Boreale”
e non, ad esempio “alle ore 18 appuntamento con Aurora Boreale”.
Isadora
le si era avvicinata silenziosamente e le aveva sussurrato:
-Ti vedo pensierosa e riflessiva. Se posso chiedere: cosa ti passa per la testa? Hai qualche dubbio sul fatto
che riusciremo a vedere quello spettacolo che ogni anno attira centinaia e
migliaia di turisti da tutto il mondo? Tranquilla, da quando lavoro con Hans ,il
cacciatore di Aurore, nessuno è mai tornato a casa deluso. Dovessimo anche
girare in lungo e in largo per 10-12 ore ma l’Aurora prima o poi si farà
vedere.-
Ed
infatti avevano viaggiato in lungo e in largo per chissà quanto tempo … l’unica
luce che vedevano era quella proiettata dai fari della jeep sulla pista
ghiacciata che fungeva da strada.
Qualcuno
ogni tanto, cullato dal tepore all’interno dell’abitacolo si assopiva per
qualche istante, per risvegliarsi al primo scossone. Qualcun altro era immerso
nei propri pensieri, qualcuno canticchiava a bassa voce. Tutti erano lì, insieme,
ma ognuno viveva a modo proprio l’attesa …
Ad un
tratto Hans aveva frenato dolcemente sulla neve fresca che ricopriva il
ghiaccio, si era girato verso gli ospiti della jeep con il sorriso delle grandi
occasioni e indicando il nulla davanti a sé aveva detto:
-Prego,
scendete …. Lo spettacolo è iniziato-
Erano
scesi e all’orizzonte avevano visto danzare davanti a loro archi e raggi di
luce dai colori iridescenti che cambiavano forma in continuazione.
Era uno spettacolo da lasciare letteralmente senza parole ...
Aveva un che di ipnotico e quando risalirono sul mezzo che li avrebbe riportati in
hotel nessuno sapeva dire quanto tempo fosse trascorso.
Isadora
per tenere alta l’attenzione del gruppo aveva esordito così:
-Ci sono
tante leggende che riguardano le aurore
boreali … alcune dicono che siano di buon auspicio, altre invece l’esatto
opposto.
Una
leggenda finlandese racconta di una volpe. Chi fosse riuscito a prenderla sarebbe
diventato ricchissimo fino alla fine dei suoi giorni. La volpe però era
velocissima e non si faceva prendere. Era così veloce che correndo, quando la
sua coda toccava il ghiaccio sprigionava scintille. E quelle scintille, salendo
verso il cielo creavano l’aurora boreale. In finlandese infatti questo fenomeno
si chiama “revontulet” letteralmente “i fuochi della volpe”.
Un’altra
leggenda racconta che la Luna, accortasi che da sola non riusciva ad illuminare
le lunghe notti scandinave, chiese aiuto gli animali della foresta. Accorsero un’orsa,
un’aquila, un ariete e altri animali che la Luna prontamente posizionò in cielo
facendoli diventare costellazioni.
Anche un
volpacchiotto corse al richiamo della Luna, ma in cielo non c’era più posto.
Sconsolato stava per ritornare a casa quando la Luna decise di dargli un compito speciale: avrebbe scorrazzato libero
per l’intero firmamento. E così. ancora oggi, ogni volta che si muove, lascia dietro di sé una
scia di luce così potente da illuminare l’intero paese.
E poi ce
ne sono tante altre ma ve le racconto domani sera, quando saremo nuovamente sul
sentiero del ritorno.-
Quella
notte Bea sognò una piccola volpe che correva nel cielo …
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