mercoledì 5 settembre 2018

UNA PICCOLA STORIA D’AMORE (parte undicesima)

             (questa foto è mia e ne rivendico tutti i diritti. se ti piace e vuoi usarla, per piacere cita la fonte. grazie)

LA STORIA VISTA DA LORO


Francesco

Mamma mia che viaggio da incubo!! Uno sciopero a singhiozzo dei controllori di volo aveva causato oltre un’ora di ritardo sul decollo del suo aereo. Così lui che era famoso per essere sempre in anticipo stava letteralmente “friggendo” in attesa di sbarcare.

Tutto si muoveva a rallentatore (o almeno , questo era il suo sentire) : le hostess tutte sorrisi e occhi sfavillanti che ci mettevano una vita a far aprire il portellone, quelli che in fila davanti a lui non riuscivano a sfilare le valigie dalla cappelliera ed infine l’autobus che doveva portarli al terminal che non si decideva a partire.

Continuando così non sarebbe MAI arrivato in tempo per l’inizio della convention. Fortunatamente era il terzo relatore del giorno quindi non era a rischio il suo intervento, ma prima di partire aveva già fatto tutti i suoi piani: arrivare con calma, fare il check-in e farsi assegnare la stanza, depositare le valigie, darsi una rinfrescata e finalmente scendere nella sala destinata all’incontro per prendere posto sulla poltroncina a lui riservata.

Se le cose continuavano così, avrebbe dovuto abbandonare la valigia alla reception e catapultarsi in sala tutto accaldato e scarmigliato.

La fortuna fece capolino appena fuori dall’aeroporto quando riuscì a prendere al volo un taxi appena rientrato da una corsa in città.

Diede frettolosamente l’indirizzo al tassista e poi prese fiato guardandosi attraverso lo specchietto retrovisore.
“Se il buon giorno si vede dal mattino, oggi sarà una giornata da schifo!! Mai messo in fila tante rogne come stamattina! sarà meglio che ripassi un po’ il mio intervento, che ci manca solo che mi dimentichi quello che ho preparato e allora sì che la frittata è fatta!”

Aveva iniziato mentalmente a ripassare schemi e numeri, percentuali e diagrammi … ok, il suo cervello sembrava non risentire di tutto lo sconquasso al quale era stato sottoposto.

Intanto il taxi si era fermato davanti all’Albergo e pagato la corsa lasciando anche una piccola mancia, si era diretto verso la hall sbirciando l’orologio da polso. Poteva farcela.


Chiara

Quella mattina avrebbe sostituito “una tantum” una collega che aveva chiesto un giorno di permesso e anziché lavorare nelle retrovie come al solito ( il suo amato ufficio che affacciava su un minuscolo giardino e dove quotidianamente si riversavano turisti e non con problemi e richieste che lei prontamente gestiva e cercava di risolvere) avrebbe occupato il posto di “front-office” alla reception.

La collega l’aveva avvisata che quel giorno era in previsione una convention alla quale avrebbero partecipato aziende che venivano da ogni parte d’Europa. Si prevedeva quindi una mattinata “calda” per accogliere quel fiume di persone che sarebbero arrivate tutte abbastanza di buon’ora e avrebbero voluto tutte fare il check-in prima dell’inizio dei lavori.

In fondo quel tipo di lavoro le piaceva (magari non farlo tutto il giorno e non tutti i giorni ma …): si trattava di sbrigare poche semplici formalità,farsi consegnare un documento, controllare la prenotazione, farsi saldare il conto e consegnare le chiavi della camera assegnata. Il tutto contornato da sorrisi e atteggiamento empatico, quello che fa sentire a chi ti sta di fronte che può contare su di te per qualunque cosa.

Il fatto poi che quella mattina sarebbero arrivata gente da qualunque parte d’ Europa non la preoccupava più di tanto: avrebbe sfoderato tutto il sapere acquisito durante gli anni di studio per diventare “mediatore linguistico” e tutto sarebbe andato per il meglio. Il suo inglese rasentava il “madre-lingua” (anche per merito delle tante chiacchierate, in tempi ormai lontani, fatte con George nella sua lingua d’origine).

Ma non se la cavava affatto male né con il francese, né con il tedesco, né tantomeno con lo spagnolo.

Scorrendo la colonna dove erano annotati i paesi d’origine di chi sarebbe arrivato di lì a poco aveva avuto la conferma che sarebbe stata una “passeggiata di salute” accogliere tutti. Aveva solo qualche remora per un paio di portoghesi, ma era certa che, la sua buona volontà da una parte e la predisposizione ai rapporti umani che da sempre contraddistingueva quel popolo famoso per il “Fado”, la venerazione alla Madonna di Fatima e le tante belle città affacciate sull’Atlantico, avrebbero dissipato qualunque problema si fosse presentato.


Reception – hall dell’hotel

Lui: <<Buongiorno. Sono un relatore della convention. Ci dovrebbe essere una prenotazione fatta dalla ditta Freiz a nome Francesco Lo Monaco.>>

Lei (che fino a quel momento aveva tenuto lo sguardo basso controllando la lista degli arrivi del giorno) alzando lo sguardo dai documenti che aveva accanto a sé, aveva sentito il cuore perdere un battito. Non era possibile!! E in perfetto tedesco:<<Buongiorno a lei ... cortesemente mi fornisce un documento? La sua camera è la 321 al terzo piano, l’ascensore è in fondo a quel corridoio alla sua sinistra>>

Lui sgranando gli occhi aveva messo a fuoco la targhetta con il nome della donna che gli stava davanti. “Chiara” diceva la targhetta. Era LEI, dopo 20 anni l’aveva ritrovata. Era bella come allora, forse anche di più. <<Chiara ma sei proprio tu? Dopo tutti questi anni!! Non sei cambiata per nulla, anzi se possibile sei ancora più bella>>

Lei: (col cuore che andava a mille ma mantenendo un autocontrollo da manuale) <<Francesco? Guarda che combinazione! E che caso ritrovarci proprio qui dove lavoro io dopo tutto questo tempo … ti trovo bene, il tempo è stato clemente con te>> (ma come parlava? Era bello, bello da far paura … i suoi occhi, quegli occhi che tanto aveva amato erano identici ad allora ma “velati” come se non fosse felice. E I capelli? Una spruzzatina d’argento alle tempie lo rendeva ancora più interessante …)

Lui: <<ascolta: adesso devo proprio scappare in sala conferenze ma promettimi che quando finisce la sessione di oggi ti ritroverò qui … io e te dobbiamo parlare, abbiamo troppe cose da chiarire …>>

Lei :<< esatto … abbiamo troppe cose da chiarire … ma chi ti dice che io sia disposta ad ascoltare le storie che vorrai raccontarmi? Non è meglio lasciare tutto così …>>

Lui: (cercando di controllare un gesto di stizza) <<capisco che preferiresti lasciare le cose come stanno, ma non credi che dopo tutto questo tempo io meriti almeno una spiegazione? Sei sparita così nel nulla e adesso vuoi far finta di niente?>>

Lei: << scusami?!? Io sono sparita senza dare una spiegazione? Ti ricordo che sto ancora aspettando il tuo indirizzo in Germania per poter rispondere alle tue lettere … ma il signorino ha pensato bene di svignarsela …>>

Voce fuori campo : << signorina … mi scusi …posso avere …..>>

Lui:<<guarda che io appena ho potuto ti ho mandato l’indirizzo ma tu non mi hai mai risposto, anzi hai fatto rispedire al mittente le lettere che ti spedivo …>>

Voce fuori campo : << mi scusi … avrei la necessità di ritirare…..>>

Lei: <<io non ho mai ricevuto l’indirizzo e ad un certo punto non ho proprio più ricevuto niente da parte tua tant’è che ….>>

Voce fuori campo : ( schiarendosi la voce) << mi scusi … può cortesemente….>>

In quell’ istante, il suono della campanella che annunciava l’inizio della convention interruppe i loro battibecchi.

Lui: <<adesso devo proprio andare ma non possiamo chiuderla così …direi che abbiamo parecchie cose da chiarire … ti trovo qui dopo?>>

Lei:<<Non lo so …>>

Voce fuori campo : << signorina, adesso che il bel giovanotto se n’è andato mi può dar retta? Avrei necessità di sapere se è possibile accedere a visite guidate ai maggiori monumenti della città …. Signorina?!? ….>>

Lei: << sì mi scusi, diceva? Monumenti? Visita guidata? Certo, guardi abbiamo questi opuscoli da consultare …>>

Un’ultima occhiata furtiva da parte di entrambi e poi ognuno era tornato alle proprie occupazioni. Le spiegazioni dovevano aspettare ancora un po’ …

                                                                                                                                                (continua)

Nessun commento:

Posta un commento

© Immagini e testi protetti da Copyright