martedì 3 gennaio 2023

VIVERE PER RACCONTARLA

 

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“La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla”

Diceva Gabriel Garcia Marquez

E quella di oggi, per me, è una data che ti spinge a riflettere, ( non a fare bilanci, che i numeri sono il lavoro e oggi di lavorare proprio non mi va) a ricordare, a raccontare.

Arrivata fin qui è il caso di fermarsi un po’, prendere fiato e fare un po’ di ordine.

Oggi si passa ad un’altra decina (che poi, basterebbe non contarli gli anni che si compiono e sarebbe finita lì!!! Ehhh bravo, e cos’avrei scritto nel mio post?!?) ed è una decina impegnativa.

Non si tratta infatti di passare da 29 a 30 ( che quando ho compiuto 30 anni ero in “dolce attesa”, quindi uno dei periodi più belli della mia vita).

E nemmeno da 39 a 40 che quello è stato un periodo “parecchio impegnativo” della mia vita e l’ultimo dei miei pensieri era pensare di festeggiare.

E neanche da 49 a 50, che il mio “mezzo secolo” avrei voluto, per una volta, festeggiarlo al caldo e andarmene in Australia, ma poi le cose sono andate un po’ diversamente e non se n’è fatto niente.

Sto arrivando a questa nuova decina in modo “soft” … se vogliamo, me la sto godendo.

Ho imparato a non dare niente per scontato, a investire tempo ed energie per chi lo merita e a “lasciare andare” quelli che invece “è meglio perderli che trovarli”.

In questa decina che sta finendo ho messo in piedi un sacco di cose. (le ricordo così, in ordine sparso)

Ad esempio ho trasformato un periodo buio come il lockdown del 2020 in un’opportunità per fare “qualcosa di bello” .. e così dopo quasi tre anni ogni mattina so che ci sono una trentina di persone che aspettano “le mie letture su whatsapp” … per alcuni sono la compagnia durante il rito del caffè, per altre finchè vanno a camminare o svolgono le faccende domestiche … e mi piace questa nuova piega che ha preso la mia vita: entrare nelle case della gente, far loro compagnia.

Questa cosa mi ha portato amicizie nuove, ha consolidato rapporti che già avevo, mi ha fatto fare pace con la mia voce che proprio non mi piaceva.

Sono diventata parte di gruppi “reali” nati all’ombra della nostra bella Abbazia: il gruppo di lettura e il gruppo volontari biblioteca. E anche qui mi sono confrontata con persone che non conoscevo e con le quali è nato un bel rapporto.

Io che ero quella che “lavorava nell’ombra” ( perché sono più una donna “del fare” che “dell’apparire”) dal settembre scorso sono coordinatrice del gruppo di lettura ed è una bella sfida per me, anche perché il confronto è con la persona che mi ha preceduto che è “tutto quello che vorrei essere io e invece…”

Lei è elegante, pacata, mai un tono sopra le righe … adoro queste sue qualità.

Io sono scanzonata, caciarona e mi sento quasi sempre inadatta.

E poi ci sono i gruppi dei pellegrini veneti (e non solo): gruppi di facebook e gruppi “in carne, ossa e zaino”.

Con quelli “carne, ossa e zaino”(che sono una parte della mia grande famiglia allargata) ho organizzato finesettimana bellissimi fatti di passi, cultura del territorio, cibo, abbracci e tante risate.

Mi piace portare i miei amici qui, a casa mia, nel mio Polesine, terra troppo spesso ignorata e che invece nasconde tanti piccoli gioielli che è giusto valorizzare.

Ho poi trovato -un’altra famiglia- nei volontari che gestiscono un meraviglioso ostello laggiù “nel west” …

Sono diventata ospitaliere volontaria pensando di “regalare” un po’ del mio tempo ai pellegrini in transito sulla via Francigena e invece ogni volta che torno dalla settimana nella quale presto servizio in ostello, sono io che sono molto più ricca di quando sono partita.

In questa decina che si sta chiudendo ho preso e sono partita, da sola, destinazione Santiago. E non una ma bensì due volte perché un po’ di ripasso ogni tanto ci vuole.

E camminare da sola mi ha dato modo di mettere alla prova la mia costanza, la mia “capatosta”, la mia resilienza e anche le mie fragilità.

Ecco che oggi mi piace pensare alla mia vita come ad un sentiero. Mi fermo un attimo, mi volto indietro e guardo quanta strada ho fatto: giorni sereni e giorni di pioggia, vento che ti scompiglia i capelli e sole che ti arrossa le guance. Strade in piano e salite mozzafiato, qualche discesa scivolosa e poi di nuovo sentieri dolci e lievi.

Direi che è ora di rimettersi in viaggio: raccolgo il mio zaino ( che è straordinariamente leggero perché ho imparato a lasciare lungo strada le cose che “pesano”) e volgo lo sguardo all’orizzonte: il sentiero fa una curva gentile, morbida che però non mi permette di vedere cosa c’è aldilà, cosa mi aspetta, dove mi porteranno domani i miei passi.

Ma è giusto così, è giusto viversela appieno giorno dopo giorno: oggi comincia una nuova decina che ho intenzione di vivere “intensamente”, sperimentando, progettando e anche “lasciando un po’ al caso”

Sarà un viaggio interessante ed entusiasmante, ne sono sicura!!!


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