lunedì 20 agosto 2018

MATTINE D’AGOSTO (parte seconda)


 ( questa foto è mia e ne rivendico tutti i diritti. se ti piace e vuoi usarla, per piacere cita la fonte. grazie)


Oggi si torna al lavoro ma non per questo voglio abbandonare questa bella abitudine che ho preso … dovrò solo modificare un po’ i tempi e gli orari.

E così, un po’ prima delle 6 e mezza sto già parcheggiando davanti al Liceo e sono pronta per partire.

Inizialmente faccio una strada tutta nuova e nuovi sono gli incontri…

--incontri una signora un po’ “attempatella” che seduta sotto il patio di casa sta gustandosi il primo caffè del giorno scorrendo i messaggi sul telefono. Scorre, si sofferma, legge e sorride. Chissà forse sta leggendo un messaggio dei figli in ferie, magari dei nipoti che vivono dall’altra parte del mondo, o forse di qualche amica che “ha fatto la pazzia” ed è andata in vacanza con un gruppo organizzato. Si accomoda meglio sulla poltrona di vimini e si appresta a rispondere sospirando: malinconia per chi è lontano o un po’ di sana invidia per le amiche che si stanno divertendo in qualche paradiso tropicale? Mah….

--incontri un signore che porta a passeggio un cagnetto in età “pensionabile” ( sia il signore che il cane) ... il cagnetto se la prende comoda facendo 2 passi e soffermandosi ad annusare un filo d’erba o a fissare una farfalla intenta a volare da un fiore all’altro … il suo compagno umano cerca di sollecitarlo a muoversi, a fare un po’ più in fretta e spazientito esclama : << e dai!! Mica possiamo star fuori tutto il giorno!! Fai quello che devi fare e spicciati>> e dà piccoli colpetti con il guinzaglio cercando di smuovere la bestiola.
Ma l’amico a quattro zampe alza su di lui due occhioni languidi e con un’espressione più chiara di mille parole sembra dire : << ma tu da me che vuoi? Ti ho chiesto io di uscire? NO!! Io me ne stavo tanto bene dietro al divano sul mio cuscino! Ma tu no ...vuoi uscire a tutti i costi. Ehi io c’ho una certa età, non puoi pensare che faccia le corse come quando mi hai portato a casa ed ero un cucciolino pieno di vitalità. Quindi armati di pazienza perché io più svelto di così non ce la faccio!>>

--incontri … incontri quello che “distoglie lo sguardo”. Non è sempre la stessa persona, ma identico è l’atteggiamento. Cammina spedito guardando dritto davanti a sé, ma quando lo incroci e stai per sfoderare il tuo miglior sorriso per salutare, volta la testa da un’altra parte e tira dritto facendo finta di niente e lasciando te con la bocca tirata in un mezzo sorriso che più che un sorriso sembra l’effetto dell’anestesia del dentista.
E ti viene da pensare:”forse dovrei imparare anch’io ad evitare lo sguardo di chi incontro” e subito dopo ti correggi  : “ ma perché? È così bello regalare agli altri un sorriso!!” e continui a mettere in pratica l'insegnamento del Mahatma Gandhi –sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo--… e continui a sorridere a chiunque incontri.

--incontri un ragazzo “che ha la pelle un po’ più scura della tua” e che armato si secchio e spugne si sta avvicinando ad alcune vetrine … è giovane, allegro e fischietta. Incrocia il tuo sguardo e ti sorride con gli occhi … lo fa con tutti, finchè non incontra la tipica coppia di vecchietti ai quali non va bene nulla. Sorride anche a loro, ma loro anziché contraccambiare iniziano a “berciare”:
<<eccolo lì il solito extracomunitario …ma cos’avrà da sorridere e fischiare? Eh già …questi arrivano con i barconi, clandestini e poi rubano il lavoro a noi…>>( che già qui ci sarebbe qualcosa da ridire ... i signori in questione tutto hanno meno che l’età per essere ancora nel mondo del lavoro ma tant’è ve l’ho detto prima … sono quelli ai quali non va mai bene nulla)
È un attimo: il sorriso si spegne sul volto del ragazzo … sembra che una nuvola abbia oscurato il sole. Chissà quante volte ha sentito ‘sta storia. E poi assisto ad una grande lezione di educazione e intelligenza. Il ragazzo si avvicina ai vecchietti, ma proprio vicino vicino tanto che loro arretrano di un passo improvvisamente muti, appoggia il suo armamentario sul marciapiede e li apostrofa in un italiano perfetto, appena sfumato da un accento “veneto doc 100%”: << Sa, mia madre è nata in Africa ed è venuta tanti anni fa in Italia per studiare. E’ venuta con l’aereo e con un regolare permesso di soggiorno per studio. Ha studiato e poi ha conosciuto mio padre nel bar dove lavorava per mantenersi all’università. Mio padre, che è un vicentino dalla notte dei tempi, un "magnagatti" insomma. Io sono nato in questa bella regione dove mia madre ha deciso di rimanere per amore e d’estate do una mano a mio zio che ha un’impresa di pulizie, tutto qui. Come vede non rubo nulla a nessuno>> raccoglie le sue cose e prosegue per la sua strada. Uno dei due vecchietti, che assolutamente deve avere l’ultima parola, sottovoce risponde : << sì però se lui non aiutava suo zio, magari suo zio poteva assumere qualcuno … visto che è come dico io? Ruba il lavoro agli altri!!>>

Stamattina sto pensando a com’è diverso il “camminare-pellegrino” dal “camminare-cittadino”.

Nel primo caso il cammino è scandito dal numero di chilometri che si dovranno percorrere, nel secondo caso dal tempo che si ha a disposizione per camminare.

Così al mattino, lungo il Cammino, ci si imbatte in pellegrini che studiano mappe e cercano di pianificare fin dove possono arrivare … gli stessi pellegrini che alla sera, dopo aver fatto il bucato e aver indossato un paio di sandali per “far respirare un po’ i piedi” magari consultano qualche “app” sul telefonino per vedere quanti chilometri sono riusciti a fare e cosa li aspetta il giorno dopo.

Invece per le vie cittadine camminano persone che si sono “ritagliate” un po’ di tempo per andare a camminare nel mare degli impegni quotidiani e magari li senti parlare tra loro e dire : << ho circa un’ora prima di andare a riprendere i bambini a calcio … quasi quasi mi faccio una bella camminata a passo spedito. Meno male che ho sempre in auto il borsone con tutto l’occorrente.>>

La differenza sta nella priorità che il camminare ha nella vita di tutti i giorni … se hai deciso di “metterti in cammino” significa che hai mollato tutto e si suppone che la cosa principale che scandirà le tue giornate sarà proprio il camminare ...ecco quindi che, con tanto tempo a disposizione è la distanza che la fa da padrona.

Se invece ti devi destreggiare tra lavoro, casa, figli, faccende domestiche, cerchi di “infilare” la camminata in mezzo a tutte queste attività … e allora la cosa importante è trovare “un po’ di tempo” indipendentemente dalla distanza che saprai o potrai fare.

E parlando di tempo … come diceva il Bianconiglio di “Alice nel paese delle meraviglie” <<presto che è tardi!>> che oggi si riprende il lavoro, e tra le tante cose da fare voglio continuare a trovare il tempo per camminare, per guardarmi intorno, per far caso anche alle piccole cose…

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