mercoledì 22 agosto 2018

UNA PICCOLA STORIA D’AMORE (parte seconda)


 (questa foto è mia e ne rivendico tutti i diritti. se ti piace e vuoi usarla, per piacere cita la fonte. grazie)


LA STORIA VISTA DA LEI

“No!! Non era possibile!! Non stava succedendo davvero! Non a Lei … non a LORO!!

Chiara era letteralmente sopraffatta da quanto le stava accadendo … Francesco era tutta la sua vita e se ne stava andando lontano, lontanissimo e lei non poteva fare nulla per fermarlo.

Francesco e la sua famiglia erano i suoi unici punti di riferimento … erano una famiglia semplice, una famiglia “normale”, certo non come la sua.

I suoi genitori erano due persone completamente incompatibili … erano diametralmente opposti … suo padre era un uomo pacato, tranquillo, senza grandi slanci, faceva il bibliotecario e i libri erano tutta la sua vita.

Sua madre era stata una ragazzina ribelle che aveva visto nel matrimonio l’unica via d’uscita ad una famiglia borghese che le stava troppo stretta. Aveva scelto un “uomo grigio”, un uomo che sembrava essere distaccato da tutto, un uomo che, credeva,  l’avrebbe sempre assecondata.

Ma si era presto stancata della vita matrimoniale e aveva cominciato ad uscire da sola, vedere gente, frequentare feste dalle quali tornava sempre più tardi e sempre più insoddisfatta.

Il marito non sapeva come placare questa smania che logorava sua moglie e aveva pensato che, forse, se avessero avuto un bimbo, questo le avrebbe riempito le giornate allontanando i demoni che la perseguitavano.

Ne avevano parlato a lungo, lei a tratti era entusiasta di questa prospettiva ma subito dopo era terrorizzata all’idea di una piccola vita che dipendesse completamente da lei.

Alla fine si era convinta ed era nata lei, Chiara. Una bimba con grandi occhi interrogativi e un carattere docile e tranquillo.

La mamma si era divertita a crescere quella bambolina che piangeva pochissimo, mangiava come una lupacchiotta e scoppiava in sonore risate quando il papà le faceva il solletico.

Ma più la bimba cresceva, più tornava la smania della mamma nel cercare qualcos’altro su cui puntare la propria attenzione.

E così aveva cominciato a lasciare sempre più frequentemente la bimba con il papà e a partire anche per giorni interi senza dare sue notizie.

Il marito la lasciava fare … confidava nel fatto che prima o poi si sarebbe stancata e sarebbe finalmente rientrata nei ranghi che le competevano.

Invece più il tempo passava più la donna si incattiviva e incolpava il marito della sua insoddisfazione … i suoi amici non la cercavano per qualche giorno? La colpa era del marito che era un “orso” e non la accompagnava mai nelle sue uscite. Il solito gruppo partiva per una crociera alla quale lei doveva rinunciare perché troppo al di sopra delle sue possibilità? La colpa era del marito che “con lo stipendio da fame da bibliotecario” non poteva permettersi di esaudire tutti i suoi desideri. 
Naturalmente non la sfiorava minimamente l’idea che poteva anche lei trovarsi un’occupazione e contribuire così al menage familiare … Il marito doveva provvedere a tutto, era il suo preciso dovere.

E Chiara era cresciuta in un ambiente gelido, dove la madre sbottava per un nonnulla e il padre minimizzava, dove la madre nel bel mezzo di una discussione faceva un’uscita plateale sbattendo la porta e il padre prendeva la sua bimba e la portava ai giardinetti o a mangiare il gelato.

La bimba stravedeva per il suo papà, ma crescendo aveva cominciato a vederlo per ciò che era veramente: un uomo senza amor proprio, completamente annientato e succube della moglie. 

Così Chiara aveva cominciato a frequentare la casa di Francesco, dove soldi ce n’erano pochi ma si respirava un calore e un’unione tra i suoi abitanti che a casa sua era utopia.

E la mamma di Francesco aveva accolto la bimba come un’altra figlia … per lei c’era sempre un piatto in tavola o la merenda quando si fermava a casa loro a fare i compiti …e quante volte aveva preparato il divano letto per far sì che non dovesse tornare a dormire in una casa vuota e solitaria.

E adesso tutto questo stava per finire……
                                                                                                                                                                                      (continua)

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