mercoledì 29 agosto 2018

UNA PICCOLA STORIA D’AMORE (parte settima)

                 (questa foto è mia e ne rivendico tutti i diritti. se ti piace e vuoi usarla, per piacere cita la fonte. grazie)

LA STORIA VISTA DA LEI


Sarebbe andato tutto bene … se solo la portinaia non avesse deciso che avrebbe fatto tutto un pacco con la corrispondenza arrivata nel corso di un paio di settimane (che mica poteva perdere tempo ad andare in posta tutti i giorni!!)

Sarebbe andato tutto bene se solo la portinaia avesse scritto su un post-it giallo l’appunto dell’indirizzo con una grafia leggibile anziché in un modo che assomigliava vagamente ai geroglifici egizi.

Sarebbe andato tutto bene se solo la portinaia non avesse invertito 2 numeri del cap e anziché scrivere 00123 (che corrispondeva alla zona dell’Olgiata) aveva scritto  00132 (che corrispondeva alla zona Fontana Candida ) tutto da un’altra parte!! E a causa di questo errore, il pacco con la corrispondenza inviato a Chiara era rimasto in giacenza tra gli inesitati per un lunghissimo periodo.

Sarebbe andato tutto bene se la portinaia non avesse dovuto assentarsi dal lavoro per parecchio tempo per andare ad assistere la sorella che aveva subìto un intervento chirurgico e che abitava in un’altra città.

In guardiola, al suo posto, era subentrato il marito.

Peccato però che nulla sapesse di tutte le dinamiche che riguardavano il condominio e la moglie gli aveva lasciato poche disposizioni (cambiare la lampadina al terzo piano, innaffiare le piante in terrazzo, chiedere alla signora del 5B se voleva che portasse il suo gatto a fare il vaccino…)

Il primo giorno non sapendo bene come comportarsi, aveva cercato di mettere un po’ di ordine tra le scartoffie che affollavano la scrivania. Aveva diviso le bollette da pagare dagli estratti conto della banca, buttato nel cestino dei vecchi appunti di cose già fatte e anche un post it giallo dove c’era scritto qualcosa di indecifrabile.

Il portalettere gli aveva lasciato un paio di buste che a quanto pareva provenivano dalla Germania. Aveva scorso tutte le cassette postali ma il cognome sulla lettera non corrispondeva a nessuno dei condòmini. Aveva così deciso di riporle momentaneamente in un cassetto in attesa che tornasse a casa la moglie che sicuramente avrebbe saputo cosa fare.

Ma la “signora-portinaia” aveva dovuto trattenersi presso la sorella per un periodo superiore al previsto e le lettere continuavano ad arrivare e lui non sapeva davvero come comportarsi.
Così un giorno aveva deciso di comunicare al portalettere che il destinatario di quella corrispondenza non risiedeva più lì e a lui non risultava alcun indirizzo dove inoltrare le lettere.

Il postino aveva quindi fatto comunicazione all’ufficio postale di “destinatario trasferito” e le lettere avevano cominciato a tornare al mittente.

E Chiara? Chiara non capiva cosa stesse succedendo … di punto in bianco le lettere avevano smesso di arrivare … aveva aspettato, e aspettato, e aspettato.

Poi un giorno aveva chiesto a suo padre, visto che questi doveva ritornare nella loro vecchia cittadina per chiudere alcune questioni lavorative, se poteva passare presso la palazzina dove avevano abitato fino al mese precedente per cercare di capire che fine avesse fatto la loro corrispondenza.

E un giorno il papà aveva bussato alla finestra a vetri della portineria e, una volta che era comparso nel vano della porta il marito della custode, dapprima aveva chiesto notizie della moglie per poi informarsi circa la loro corrispondenza in giacenza.

<<Come ha detto che si chiama? Sant’Andrea? Guardi ... io non ho nulla di vostro in giacenza qui in portineria … >>

<< Sa, avevamo lasciato a sua moglie un appunto con il nostro nuovo indirizzo perché ci inoltrasse la corrispondenza … chessò le ultime bollette e poi le lettere del fidanzato di nostra figlia dalla Germania … sicuro che non sia arrivata qualche lettera dalla Germania? Glielo chiedo perché prima di partire ricevevamo una lettera ogni giorno, quindi capirà che ci sembra un po’ strano che di punto in bianco non arrivi più nulla …>>

Man mano che il papà di Chiara parlava, mille pensieri affollavano la mente del “vice-portiere” … --dove aveva messo le prime lettere arrivate? Nel mobile del corridoio? No, nella credenzina in soggiorno?… proprio non si ricordava dove. E adesso come faceva a raccontare a questo signore che aveva deciso, in modo autonomo e unilaterale, di respingere le lettere che arrivavano dalla Germania? E se avesse raccontato la verità e i condòmini lo avessero licenziato per negligenza? Licenziato cosa? Era sua moglie la dipendente … peggio ancora … lui non poteva nemmeno starci lì in guardiola … e se poi l’amministratore avesse raccontato tutto a sua moglie? Chi poteva salvarsi dalle ire di quella iena? E così aveva pensato di andare fino in fondo con la sua “piccola bugia bianca”

<<Le ripeto che qui non c’è nulla in giacenza … mia moglie non mi ha lasciato alcuna disposizione quindi non so se magari aveva accordi con l’ufficio postale o se aveva già spedito tutto lei … non so proprio cosa dirle, mi dispiace ... le assicuro che se mai arriverà qualcosa a nome vostro glielo farò inoltrare subito. Vuole essere così cortese da lasciarmi il vostro nuovo indirizzo?>>

Non appena il papà di Chiara era uscito dal palazzo, il portiere “ad interim” aveva affisso allo stipite della porta, con una puntina da disegno, l’appunto con l’indirizzo di Roma, ripromettendosi di spedire con assoluta solerzia qualunque cosa fosse arrivata nei giorni successivi. –Certo che però, pensava, di lettere dalla Germania non ne arriveranno più visto che ho detto al portalettere di considerare il destinatario trasferito ad indirizzo sconosciuto. Vabbè che sarà mai!! Sono giovani, troveranno sicuramente la maniera di incontrarsi di nuovo, in fondo non è mica colpa mia … io sono un pensionato e stavo così bene a passare le mie giornate tra la bocciofila, l’orto cittadino e le quattro chiacchiere al bar con gli amici. E poi? Poi , per colpa di mia moglie che chissà quando tornerà, mi sono trovato rinchiuso qui dentro tutto il giorno. Ma io cosa ne so di questo palazzo e dei suoi abitanti?—

C’era però ancora in sospeso la questione delle prime lettere arrivate … dove le aveva cacciate?

Aveva buttato all’aria mobiletti, comodini e cassettiere e proprio in un cassetto, alla fine, le aveva trovate.

<<e adesso cosa ne faccio?—andava dicendo tra sé e sé-- Se le spedisco all’indirizzo di Roma e chi le riceve guarda il timbro di partenza? Capisce subito che sono arrivate qua un sacco di giorni fa e che quindi io al signor Sant’Andrea ho raccontato una balla. Non posso riportarle in posta perché rischio che mi facciano un sacco di domande sul perché le respingo dopo così tanti giorni. Se le tengo qui e le trova mia moglie quando torna “apriti cielo”!! Che casino! Ma guarda te cosa mi tocca!! …bon, ho deciso: le butto via e non se ne parla più … tanto chi le ha spedite non sa quante ne sono arrivate a destinazione e il destinatario non sa quante gliene sono state spedite. Le faccio in mille pezzetti e chi si è visto si è visto>>

Detto fatto, le aveva ridotte in tanti piccoli pezzetti e buttate nel WC. Aveva poi azionato più volte lo sciacquone e delle lettere non era rimasto più nulla.

Intanto il padre di Chiara , tornato a Roma, aveva dovuto raccontare alla figlia dell’incontro con il portiere e della completa assenza di corrispondenza.

Chiara allora, suo malgrado, aveva cominciato a pensare che Francesco l’avesse messa da parte, che l’avesse dimenticata.

E così se da una parte il cuore le diceva che non poteva essere vero, dall’altra la razionalità la spingeva a guardare in faccia la realtà.

Cuore:--ci deve essere una spiegazione … è impossibile che abbia troncato così ogni contatto … se solo avessi un indirizzo ... prenderei il primo treno e lo raggiungerei e vorrei che me lo dicesse in faccia che ci ha ripensato … se ci ha ripensato … perché secondo me non ci ha ripensato … è successo qualcosa ed è per questo che non riesce più a scrivermi … potrei provare a contattare telefonicamente gli amici in comune per vedere se hanno notizie …--

Ragione<< ma finiscila!! Ancora ti vuoi illudere? Mi sembra che i fatti siano inequivocabili. Lui parte, ti scrive per un po’ e poi tronca di brutto. Più nessuna notizia, non ti ha mai mandato un recapito dove poterlo contattare, questo non ti fa un po’ insospettire? Secondo me ha voluto uscire di scena evitando di dover affrontare i tuoi pianti e le scene patetiche. Un bel taglio netto e ciao>>

Cuore—non è così … oppure: quello che dice Ragione è vero, ma c’è sicuramente qualcos’altro che non sappiamo, ed è quel qualcos’altro che fa la differenza … se solo sapessi di cosa si tratta! Se solo avessi un qualche appiglio …--

Ragione<< ma quale appiglio? Te lo devo scrivere a caratteri cubitali? Quello si è trasferito, ha trovato una più disinibita di te ( capisc’amme cosa intendo…) con la quale sta bene, ce l’ha vicina, ma chi glielo fa fare a tenere in piedi una storia a distanza!!>>

Cuore—si ma … —

Ragione<<finiscila! Lo sai che ho ragione io … e prima lo accetti e prima puoi ricominciare>>

Cuore—sì però … --

Ragione <<ancora?!? Finiscila, mettiti il cuore in pace …>>

Cuore—non posso …--

Ragione<<Perché?>>

--Perché il Cuore conosce ragioni che la Ragione non conosce … (Blaise Pascal)--

                                                                                          (continua)

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