martedì 4 dicembre 2018

ALICE


                  (questa foto è mia e ne rivendico tutti i diritti. se ti piace e vuoi usarla, per piacere cita la fonte. grazie)


“Alice guarda i gatti e i gatti girano nel sole mentre il sole fa l’amore con la luna…”

“Un giorno Alice arrivò ad un bivio sulla strada e vide lo Stregatto sull’albero.
--che strada devo prendere?- chiese
La risposta dello Stregatto fu una domanda:
--dove vuoi andare?—
--Non lo so -- rispose Alice
--Allora non ha importanza—disse lo Stregatto”

La nostra Alice non è "l’Alice innamorata" di Francesco De Gregori né tantomeno l’Alice catapultata nel Paese delle meraviglie.

La nostra Alice è una donna del terzo millennio, abituata quotidianamente a scontrarsi con la realtà, a fare i conti con un mondo che non sempre capisce.

E’ una donna abituata ad arrangiarsi, una di quelle che “piangono in silenzio” quando tutti dormono. Una di quelle che “si fanno su le maniche” e a testa bassa affrontano la vita.

E a causa del suo modo di essere , la gente che la conosce si è fatta l’idea che Alice è “una tosta” … Alice “basta a se stessa” … Alice “ è una guerriera” … Alice “non ha paura di niente”.

Lei non lo sa cosa pensano gli altri e percorre la sua strada, spesso in salita (che fatica la salita!!), altre volte in discesa ( e ci sono discese che fanno rimpiangere le salite da quanto son ripide e dure!!) qualche volta leggermente pianeggiante ( il minimo indispensabile per riprendere fiato).

Percorre la sua strada e spesso si ritrova a confortare qualcuno, a dare consigli a qualcun altro, sostanzialmente a prendersi a cuore i problemi degli altri.

Ma ad Alice chi ci pensa?

Ma Alice chi è veramente?

Alice è una donna come tante … Alice ama, Alice si dispera, Alice gioisce, Alice trema … solo che lo fa in silenzio, quindi magari gli altri non se ne accorgono.

Alice è una donna , Alice è un essere umano e come tale , alle volte, ( tante volte) ha paura.

Ha imparato che la paura sostanzialmente si gestisce in due modi: o la affronti o lasci che ti travolga.

Se lasci che ti travolga sai già come andrà a finire : entrerai in un circolo vizioso dove vedrai tutto nero e di questo la paura si alimenterà, facendoti vedere tutto ancora più nero.

Ci è passata … lo sa: ha vissuto giorni dove avrebbe voluto non dover aprire gli occhi la mattina per non dover affrontare il giorno, giorni dove avrebbe voluto ciondolare dal letto al divano in pigiama auto-commiserandosi, giorni dove era difficile anche fare le cose semplici. Ed ogni giorno era uguale a quello precedente e sarebbe stato uguale a quello successivo finchè non si fosse decisa a “dare un colpo di reni” e risalire verso la superficie dello stagno melmoso che la stava risucchiando sempre più in fondo.

Oppure decidi di affrontarla a “viso aperto” come si fa con un nemico … quindi analizzi tutti i dati in tuo possesso, trai le tue conclusioni e da queste poi decidi come agire.

Tutti questi pensieri le giravano per la testa da giorni … si approssimava una scadenza  che la terrorizzava … una visita di routine, niente di che … eppure più la data si avvicinava più lei sentiva l’ansia salire … la paura farsi largo piano piano.

Faceva finta di niente , tutta presa dal lavoro, casa, famiglia e mille altre attività che la assorbivano. Ma in realtà una parte di lei era in allerta: la stessa parte di lei che ogni tanto le faceva venire il “batticuore” apparentemente senza motivo ( ma il motivo c’era eccome!!) … la stessa parte che le faceva sudare le mani e perdere l’appetito.

La mattina si svegliava pensando : “mancano ancora 4 giorni … tra 4 giorni mi tocca” e così le sue giornate cominciavano all’insegna dell’ansia e continuavano più o meno sullo stesso ritmo per tutto il tempo.

E poi il giorno era arrivato: avrebbe volentieri scavato una buca fino al centro della terra per potersi nascondere lontano da tutti e uscire solo il giorno dopo … come se, solo perché la data era passata, tutto si fosse magicamente risolto.

Era scesa piano per non svegliare gli altri, si era chiusa in bagno con il cuore che le martellava il petto e si era guardata allo specchio : l’Alice  “aldilà dello specchio” la guardava con gli occhi sgranati.

Pensò che all’Alice “aldilà dello specchio” era permesso avere paura.

E toccava a Lei, all’Alice “ di qua dello specchio”, confortarla, rassicurarla. Era questo che tutti si aspettavano da lei, dall’Alice tosta, dall’Alice guerriera.
Quindi cominciò a “parlarsi” : “ Ok … mettiamola così : oggi non c’è nulla di cui avere paura: oggi andiamo a farci sto benedetto esame e solo quando avremo la risposta decideremo se è il caso di preoccuparsi o no … giusto?”

L’Alice “aldilà dello specchio” la stava ancora guardando, ma i suoi occhi erano diventati un po’ più limpidi e un leggerissimo sorriso, forse di riconoscenza, increspava le sue labbra.

Si fece una rapida doccia e poi decise che se tutti la vedevano “tosta” era così che bisognava mostrarsi anche alla Paura.

E allora: un filo di trucco , un maglioncino un po’ frivolo e perché no? Le scarpe col tacco … l’Alice “aldilà” dello specchio la guardava serena … era bella, si sentiva bella e niente e nessuno avrebbero potuto rovinarle la giornata.

Prese la giacca, le chiavi dell’auto, chiuse la porta di casa alle sue spalle e uscì incontro al mondo.

Si sottopose all’esame con il cuore che tremava ma il sorriso sulle labbra: il tecnico più volte le chiese : “ va tutto bene?” e ogni volta lei rispose “ sì tutto bene”

Uscendo dall’ospedale si fermò a comprare una piccola “stella di Natale” che avrebbe rallegrato l’ufficio con i suoi colori sgargianti.

Adesso toccava aspettare un mesetto per avere il referto. Avrebbe atteso facendo altro, impegnandosi in altre cose.

Aveva letto da qualche parte questa frase:
“la vita è quella cosa che ci accade mentre siamo occupati in altri progetti”

Ecco … avrebbe dedicato l’attesa ad inseguire altri progetti.

Alice è una tosta, Alice è una guerriera. Alice alle volte ha paura ma non lo dice.

Alice siamo tutte noi.

Alice sono IO.