martedì 7 settembre 2021

COSA RESTERA'

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07-09-2021

C’è stato un “PRIMA” … la nostra vita Prima di febbraio 2020.

Un “PRIMA” quando la mia generazione era convinta di essere padrona della propria vita.

Un “PRIMA” dove ho conosciuto persone che ho considerato e chiamato “Amici” … per me la parola Amicizia è una parola importante, con un valore altissimo e la uso con parsimonia.

Ma quando dico “ questa persona è mia Amica”, puoi star sicuro che è perché il mio sentimento è forte, fondato … troppo spesso è una parola che viene usata alla “leggera” … viene considerata sinonimo di “ conoscenza”, di “frequentazione” i social sono maestri in questo … per me NO … L’Amicizia è un sentimento, un sentimento forte, un legame, è “sorellanza e fratellanza” …

Ho conosciuto persone che ho desiderato avere per Amiche, alle quali ero convinta mi legassero sentimenti puri e solidi : ripensandoci ora NON era così difficile confondere una semplice conoscenza per Amicizia.

Da lontano tutto è più facile: ci si scrive, si scherza e ci si prende un po' in giro, ci si vede magari 4-5 volte l’anno e in quelle 4-5 volte si cammina insieme, si condivide una cena e poi tutti a casa propria. In quelle occasioni si ha appena il tempo di aggiornarci su quanto ci è capitato dall’ultima volta in cui ci si è visti ed è già ora di fare ritorno … magari non si trova il tempo per parlare dei massimi sistemi, e magari va benissimo così.

Poi c’è stato un “DURANTE” (parlo del Lockdown e dintorni) … un “DURANTE” che ci ha visti impauriti, timorosi, angosciati … un “DURANTE” dove anche se lontani, ci siamo stretti gli uni agli altri, provando a farci coraggio, ognuno nel modo che gli era più consono.

In quei giorni, dopo essermi resa disponibile con gli Amici del gruppo Veneto a parlare un po’ al telefono se ne avessero sentito la necessità, ho ricevuto tante telefonate di persone che forse vedevano in me un appiglio, qualcosa a cui aggrapparsi in un momento dove tutto vacillava.

Loro non lo sanno ( o forse sì ... chissà …) ma io ho ricevuto TANTO, TANTISSIMO da quelle telefonate, io ho trovato in loro l’appiglio che mi serviva in certi giorni particolarmente bui …

Il “DURANTE” ci ha messo tutti sullo stesso piano: eravamo persone spaventate da qualcosa che non conoscevamo.

Non importava se giovani o vecchi, se maschi o femmine, se persone in carriera oppure studenti o pensionati … tutti temevamo per la nostra vita.

E anche durante il “DURANTE” ho continuato a sentire “Amiche” persone che, di fatto, per me lo erano.

Poi è arrivato il “DOPO” cioè “L’OGGI” … dopo la grande paura, il momento di provare a riprendersi un po’ della propria vita … quella vita fatta di affetti, amori, amicizie, lavoro … ma anche il momento delle “scelte” … dello schierarsi … e qui le cose hanno preso un’altra connotazione.

Ho sempre pensato che sono le differenze che ci rendono unici e che arricchiscono i sentimenti che gli uni provano per gli altri … mi ritrovo a scoprire che non tutti la pensano così …

Diceva Evelyn Beatrice Hall (saggista che scriveva con lo pseudonimo di Stephen G. Tallentyre) in una biografia di Voltaire “Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo”

Ecco: c’è stato un momento in cui ho detto come la pensavo, onestamente e forse anche un po’ ingenuamente, e alcuni “amici” si sono letteralmente eclissati …

Mi ritrovo a pensare che forse era meglio aver fatto come gli “Ignavi” della Divina Commedia.

Chi sono gli Ignavi? “Coloro che nella vita non hanno mai avuto né espresso idee proprie, e si sono sempre adeguati alla massa”

Sarebbe stato molto più semplice glissare, non dare risposte schiette a domande “ buttate là per caso” …

NON sono fatta per le cose semplici, ma per le cose “ dirette” … e così sono state le mie risposte … DIRETTE … ho tirato fuori tutto ciò che avevo nell’anima, tutti i miei dubbi, le mie perplessità, il mio “sentire” …

E devo ammettere che di Amici che hanno compreso e apprezzato la mia schiettezza ne ho trovati tanti ma … alcune persone, che per me erano Speciali, quelli no, non hanno capito, non hanno voluto ascoltare, non hanno voluto sentire ragioni diverse dalle loro.

E così siamo passati dai messaggi scherzosi (corredati da Faccine spiritose) su whatsapp a messaggi “asciutti” e solo per rispondere ai miei, dalle telefonate e dai battibecchi fraterni al silenzio assoluto.

E non ci vuole un genio per capire … ed è proprio quel silenzio che fa male … più male di mille parole di dissenso, più male di uno schiaffo in pieno viso … qualcuno ha scritto che:

“Il silenzio è l'ultima arma del potere”

E ancora:

“Le nostre vite cominciano a finire il giorno in cui stiamo zitti di fronte alle cose che contano” (Martin Luter King)

E poi arriverà il “POI” … quel giorno quando tutto questo sarà solo un ricordo, un brutto ricordo …

E comincio già adesso a farci i conti con quel POI … perché OGGI ho deciso che certe persone è bene ridimensionarle e farle tornare a quello che è la loro vera essenza: “Conoscenze”, “compagni per un breve tratto di cammino” e basta … e tenere ben saldi quelli che invece erano, sono e saranno Amici con la A maiuscola.

E se in un POI neanche troppo lontano, qualcuna di queste “Conoscenze” tornasse a farsi vivo, millantando la “vecchia amicizia”?

Come mi comporterò io di fronte a tutto questo? Avrò imparato la lezione? Sarò più cauta nell’accostarmi a costoro? Saprò riconoscere l’Amico Vero?

In questo momento il POI è lontano … in questo momento ci sono le ferite che bruciano, i sentimenti non corrisposti, l’Amor proprio un po’ ammaccato.

Tutte cose con le quali fare i conti, da elaborare e dar loro il giusto significato affinché la tristezza non diventi astio, il dolore non diventi rancore, l’amarezza non diventi animosità.

E far sì che il POI possa brillare come la più sfolgorante delle stelle in una notte di cielo sereno.

E in una notte così, siederò all'aperto, in compagnia degli Amici Veri, ad ammirare il Creato. E tutto sarà perfetto.

sabato 21 agosto 2021

TORNARE

 

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Fine Agosto … è tempo di tornare.

E da sempre, per me, “il ritorno” è qualcosa di bello, qualcosa che mi piace, qualcosa che mi fa star bene.

Mi piace viaggiare certo, vedere posti nuovi, confrontarmi con realtà e persone diverse ... ma vuoi mettere tornare a casa? Casa mia ha in assoluto il letto più comodo che io conosca … vale la pena di tornare a casa solo per dormire in quel letto.

Mi piace andare in vacanza , anche se alle volte “vacanza”, magari, significa anche solo restare a casa a preparare i vasetti di sughetti e marmellate per l’inverno … ma vuoi mettere tornare al lavoro? … lo so, molto di voi penseranno che “ mi manca una rotella” ma un grande Saggio –Confucio- ha detto : “Scegli il lavoro che ami e e non lavorerai mai, neanche un giorno in vita tua”.
E ancora … Steve  Jobs nel celeberrimo discorso agli studenti di Stanford : “Dovete trovare quello che amate. E questo vale sia per il lavoro che per i vostri affetti. Il lavoro riempirà una buona parte della vostra vita, e l’unico modo per essere veramente soddisfatti è fare quello che ritenete un buon lavoro. E l’unico modo per fare un buon lavoro è amare quello che fate ….”

Sono fortunata perché amo il lavoro che faccio: mi piace mettere ordine … sulla scrivania, nei cassetti, nella mente. Chi non ha mai avuto modo di fare il lavoro che faccio io ( impiegata amministrativa) può pensare che sia un lavoro noioso, ripetitivo, sempre uguale. A me invece piace vederlo come un “ Ogni cosa al suo posto e un posto per ogni cosa”. Ecco perché mi piace tornare al lavoro … perché c’è sempre da trovare un posto per qualcosa e c’è sempre qualcosa che va messa a posto.

E insomma “tornare” significa riprendere in mano cose lasciate in sospeso, iniziarne di nuove …

E così dopo qualche giorno in montagna in cerca di un po’ di fresco ( ed effettivamente 15 gradi a mezzogiorno in agosto si può chiamare “fresco”), una volta tornata a casa ho pensato di riprendere quelle sane abitudini che tanto mi fanno star bene.
Così sono tornata a camminare, la mattina presto, quando in giro non c’è nessuno e l’aria porta ancora con sé un po’ del fresco della notte … e poi … sono tornata QUI, in questo posto che da sempre, per me, è un po’ come “la seconda casa” oppure “il salottino privato” o ancora “ il giardino al di là della siepe”.
Non vi nascondo che queste due cose (tornare a camminare e tornare qui) sono strettamente correlate: da sempre i miei racconti nascono quando cammino, quando quello che sto facendo non ha bisogno dell’ausilio del cervello … le gambe vanno e i pensieri pure …

Ecco che stamattina , arrancando per una salita più “tosta” delle altre chissà per quale associazione di idee, mi è venuto in mente che da tanto, troppo tempo, manco da questo “salottino” …

Che cosa ho combinato dall’ultima volta che ho scritto qui? TANTE COSE …

Intanto ho continuato a scrivere, anzi sono tornata a scrivere nel modo tradizionale : carta, penna, busta e francobollo.
Ho scritto per circa 2 mesi, una lettera al giorno, tutti i giorni, ad un’amica che aveva deciso di allontanarsi un po’ dalla tecnologia e che, alla mia domanda “ si ma se ho voglia di parlare con te, come faccio?” aveva seraficamente risposto “ mi scrivi … una bella lettera di carta, di quelle di una volta.”
Ho preso la palla al balzo e ho scritto, scritto e scritto … qualunque cosa mi venisse in mente … le ho raccontato storie della mia infanzia , della mia adolescenza, dei viaggi che ho fatto … e ho continuato a scrivere finché  mi ha detto “ Fermati, non so più dove metterle” …

E poi ho letto … tanto … nell’ ultimo post vi raccontavo del mio gruppo di lettura di whatsapp: una decina di persone che avevano aderito ad una mia proposta a marzo 2020 e che dopo un anno ancora non davano segni di cedimento e continuavano ad ascoltarmi. Bene: nel frattempo i gruppi sono diventati 2 e le persone che ascoltano sono una quarantina … un appuntamento fisso quotidiano dove si legge, si ascolta, ma non solo … il parterre si è ampliato non solo nei numeri ma anche nelle regioni coinvolte aggiungendo anche Piemonte e Abruzzo a quelle già presenti.

Come siamo passati da uno a due? Semplice: la mia amica S., la stessa che lo scorso anno mi ha voluto come ospite a settembre per il “Veneto legge” ( ops … storia che mi sa non vi ho raccontato …. ) ad aprile mi fa:
 –Contessa, cosa facciamo per “il Maggio dei libri”?- ( il Maggio dei libri è un a manifestazione che si svolge in tutta Italia, a maggio appunto, e che ha lo scopo di promuovere manifestazioni ed iniziative che riguardino libri e letture)
E io serafica ( che lei quando esordisce con “Contessa” mi fa sempre un po’ paura): -cosa avevi in mente?-
E lei furbissima.- Pensavo: e se proponessimo quello che già fai, cioè leggere al telefono, e creiamo un nuovo gruppo “ad hoc”?-

Detto fatto: 2 gruppi, circa 40 persone che ascoltano e 37 libri letti in 17 mesi … oltre 2 libri al mese … direi un bel traguardo … e non finisce qui … Naturalmente  il gruppo chiamato “il maggio dei libri” ha dovuto cambiar nome ed è diventato “letture d’estate” ma immagino che a breve diventerà qualcosa tipo “Letture per tutte le stagioni”.

Che altro ho fatto in questo periodo? Mi sono concessa un fine settimana in Umbria per “riabbracciare” persone che non vedevo da quasi un anno … i miei amati Pellegrini … quelli con i quali ho trascorso un paio di giorni lo scorso anno al mare a Nettuno ( mhhh ... mi sa che non vi ho raccontato nemmeno questo … sono imperdonabile!!) … è stato tutto bellissimo anche quest’anno … è stato un momento intenso che credo sia servito a tutti noi per provare a riprendere un po’ in mano le redini della nostra vita … 2 giorni dove il tempo è letteralmente volato via … abbiamo fatto i turisti ma ce la siamo presa anche calma … ci siamo gustati il piacere di stare gli uni con gli altri … l’amica che abita a Narni è stata una guida impareggiabile ed è stata così brava da seminare in ognuno di noi “ il desiderio di tornare”.

Eccomi, sono tornata, con un sacco di progetti per i mesi futuri …

martedì 30 marzo 2021

MARZO 20 – MARZO 21 … UN ANNO DI LETTURE AL TELEFONO

 

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30-03-2021

Circa un anno fa, proprio a fine marzo, me ne stavo chiusa in casa a “fare la mia parte” di cittadina ligia alle regole.

Avevo tanto, troppo tempo a disposizione e questo faceva sì che fossi più attenta a quello che mi circondava.

Mi ero accorta che già da qualche giorno la mia Amica Laura non era più la stessa … ci sentivamo quotidianamente e ogni giorno la sentivo sempre più fioca, sempre più “spenta” … dove stava andando La Laura dalla risata argentina che tutti i nostri amici amano?

Laura che prima del Lockdown viveva sei giorni su sette a contatto con il pubblico  e la domenica andava a cantare nel coro della chiesa.

Ma era arrivato il Coronavirus: a lavorare non andava più e nemmeno a cantare nel coro.

E così stava scivolando in una sorta di rassegnata apatia … io però non volevo rassegnarmi, ma abitando in due paesi diversi non potevamo vederci nemmeno per pochi minuti.

Dicevo: di tempo a disposizione ne avevo tanto, quindi pensa che ti ripensa mi viene l’illuminazione.

La chiamo e le dico :

--cosa dici Laura se ogni giorno ti leggo, con un vocale di whatsapp, un capitolo di un libro scelto dalla mia libreria e poi ci sentiamo e ne parliamo?—

Non avevo  nemmeno fatto in tempo a dire “cosa dici Laura..” che aveva già risposto di sì.

Laura ripone in me ( non chiedetemi il perché) una fiducia infinita, e qualunque cosa io le proponga la accoglie sempre con entusiasmo.

E così ci siamo imbarcate in questa bella avventura … il nostro primo libro letto insieme … come dimenticarlo? Ho fatto innamorare Laura di Gianrico Carofiglio e del suo Avvocato Guerrieri.

Passa qualche giorno e racconto questa storia all’Amico Carlo di Anzio … son lì che gliene parlo  e faccio mente locale che anche Lui come Laura vive da solo … è un po’ più fortunato perché va ancora al lavoro quindi qualche fonte di distrazione ce l’ha ma comunque tante sono le ore che passa chiuso in casa … proprio lui, camminatore instancabile … me lo vedo , girare e rigirare per casa come un’anima in pena.

Gli propongo quindi di diventare “un ascoltatore” dei libri al telefono e accoglie la mia idea con entusiasmo.

Per velocizzare e per avere interazione dopo le letture , decido di creare un gruppo che chiamo “Le Letture della Maestra” ( i miei amici dopo un po’ che mi conoscono finiscono per chiamarmi così, vai a sapere perché …).

A questi due  primi “temerari” se ne sono aggiunti altri … siamo una decina di persone dalla Liguria al Veneto, passando per la Lombardia e poi scendendo per Toscana e Umbria fino al Lazio.

Un filo invisibile ci unisce … eravamo amici già prima ma forse potevamo correre il rischio con la Pandemia di perderci un po’ di vista … l’appuntamento quotidiano con la lettura ha fatto sì, invece, che i rapporti non solo si mantenessero ma addirittura si rinforzassero.

E così a Pasqua 2020 ci siamo scambiati le foto delle rispettive tavole apparecchiate con cura .. e in ogni tavolo c’era “ un posto in più” proprio per gli amici del "salottino di lettura" … abbiamo coniato una frase che ben rappresenta cosa è per noi questo gruppo

 #LontaniMaNonDistanti# 

per intendere che ci possono essere anche mille km a separarci ma siamo sempre, comunque, vicini con i cuori.

Avevo promesso a tutti loro che li avrei accompagnati con le letture fino a quando ci “avessero liberato” …

Il primo lockdown è terminato il 18 maggio 2020 e io oggi, 30 marzo 2021 sto ancora leggendo con e per loro.

Insieme abbiamo letto 27 libri in un anno ( un bel record in un paese dove tantissima gente fatica a leggerne uno) … ho cercato di accontentare un po’ tutti … abbiamo gustato Carofiglio ma anche Di Giovanni, passando per Lucarelli e Camilleri.

Agli amici del gruppo si sono aggiunte 3 ascoltatrici esterne, che venute a conoscenza di cosa combinavo con Whatsapp hanno chiesto di partecipare a questa esperienza.

Le letture quotidiane sono la “scusa” … sono come il caffè bevuto con un amico, la scusa per incontrarsi ..

Tutto parte dalla lettura ma non si ferma alla lettura … in questo anno appena trascorso, periodo estremamente “duro” per tutti noi , giorno dopo giorno il salottino di lettura è diventato qualcosa di più, molto di più … è diventato un “luogo dell’anima” .. ci siamo raccontati cose anche molto personali e intime senza falsi pudori , cercando magari un consiglio o anche solo la condivisione.

Ognuno di noi è cosciente che la forza del gruppo sta proprio nella coesione, nel non giudicare, nel sentirsi accolti, nel raccontare ma anche solo nell’ascoltare …

La scorsa estate, quando le misure restrittive si erano un po’ allentate, siamo riusciti a rivederci per un fine settimana che credo sia “scolpito” nel cuore di TUTTI noi … due giorni indimenticabili fatti di sguardi ( abbracciarsi non si può), di scherzi, di risate, di piccole cose che proprio perché condivise, sono diventate GRANDI COSE.

In realtà l’obbiettivo che mi ero prefissata l’ho raggiunto più o meno a fine aprile … infatti dopo circa un mese dalla nascita del gruppo di lettura, Laura ha risposto al messaggio di uno di noi con la sua bella risata che noi tutti tanto amiamo. Ecco quello volevo che succedesse: volevo far tornare la “Nostra Laura” e Laura era tornata.

Perché ho condiviso con voi questa storia? Perché l’Amico Carlo un giorno mi ha detto “ tu dovresti scriverci un racconto su questa cosa qui …”

Eccoti accontentato Carletto … spero ti piaccia …

 

 

giovedì 11 marzo 2021

COSA TI MANCA?

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11-03-2021

Domanda secca … risposta scontata: mi mancano gli abbracci.

Troppo facile rispondere così e basta … proviamo a sviscerare un po’ meglio.

Mi manca il contatto, la vicinanza, mi manca ridere fino alle lacrime stando “appiccicati”, mi manca “vedere” i sorrisi e non solo immaginarli riflessi negli occhi.

Mi manca di poter fare le cose “di pancia” … fino ad un anno fa, potevo alzarmi una mattina del fine settimana, vedere che fuori splendeva il sole e decidere su due piedi di andare a fare una bella passeggiata prima del lavoro. Senza dover star li a scervellarmi per ricordare “ di che colore siamo” e in base al colore, andare a vedere la tabella del “posso-non posso”.

Mi manca di poter prendere la macchina e andare a Milano a trovare “la cuginetta” o il mio “socio” hospitalero solo per il gusto di passare un po’ di tempo insieme, senza dover far conti su confini regionali e “di che colore sono io” ma anche “di che colore sei tu”.

Mi manca non potermi recare al camposanto a trovare i miei genitori, per poter sistemare un po’ le loro piante e farci quelle lunghe chiacchierate che tanto mi piacciono, finché faccio un po’ di pulizia.

Mi mancano gli spettacoli, a teatro o negli stadi … siano essi concerti piuttosto che rappresentazioni teatrali … prendersi mezza giornata per andare a vedere uno spettacolo in una città che non conosco e così aspettando che venga l’ora in cui aprono le biglietterie, girare a mani in tasca e naso all’insù scoprendo piccole meraviglie di provincia.

Mi manca viaggiare, vedere posti più o meno lontani, mi manca tutto “il prima” del viaggio: acquisto biglietti, pernotti, pianificazione delle cose da vedere in base al numero dei giorni a disposizione.

Mi manca arrivare in un posto sconosciuto e scoprire che è ancora più bello di come lo immaginavo, e se non è più bello, ma nemmeno bello, anzi fa un po’ schifino, mi manca il cercare di trovare pregi dove ce ne sono pochi.

Mi manca  prendere un battello  e sedermi fuori, anche se fuori c’è un freddo artico, anzi sedermi fuori proprio perché c’è un freddo artico, e lasciare che il vento mi spettini .

E mi mancano le mie camminate sull’Adige … quelle che cammino verso ovest e ad un certo punto trovo una panchina … così mi siedo lì, ed è bellissimo il silenzio che mi circonda.

Un silenzio fatto di mille sfumature: il rumore dell’acqua che scorre pigra, i passerotti che litigano per una briciola, le fronde degli alberi mosse dalla brezza che sembrano parlottare fra loro.

Mi mancano certi sentieri, dove sei consapevole di essere sola ma ogni tanto senti un fruscio e giri lo sguardo intorno guardinga per capire cos’è stato.

Mi manca partire all’alba, prima dell’alba, quando tutto ancora dorme, quando fuori è ancora buio, ma così buio che non vedi una freccia e ti perdi … e mica te ne accorgi subito che ti sei persa: cammini, vai avanti, ottimista che prima o poi troverai un altro sentiero per tornare “sulla retta via” … e viene giorno, ma di “quell’altro sentiero” nemmeno l’ombra … e allora torni sui tuoi passi e  ti inebri di profumi e sensazioni.

E potrei andare avanti fino a domattina raccontandovi “cosa mi manca” … ma tutte le cose elencate sono semplicemente una “divagazione” dal focus principale.

MI MANCA POTER FARE PROGETTI.

QUESTO E’.

Mi manca non poter pensare a niente di più lontano della prossima settimana   (anche se, scaramanticamente a Natale mi sono regalata il biglietto per uno spettacolo che si terrà a fine maggio. Sognatrice? Forse. Ottimista? Sempre!)

Mi manca un orizzonte … come quello di certe foto … lontano, lontanissimo.

Perché fare progetti è un modo per esorcizzare il futuro … fare progetti significa essere e sentirsi vivi.

Oggi riflettevo proprio su questo: Mio nonno paterno era solito, nelle lunghe sere invernali , fare progetti per la nuova stagione. E così lo sentivi dire : “ Ah l’anno prossimo (inteso come la prossima primavera) nell’orto pianto questo, tolgo quello, semino un po’ più in là, aggiungo qualche pianta nuova nella vigna, provo a piantare carciofi o asparagi.”

Poi, un giorno, dopo un periodo un po’ travagliato, il medico gli aveva detto che il suo orizzonte si stava avvicinando a grandi passi.

Credete che il nonno abbia smesso di fare progetti? Tutt’altro!! Ha semplicemente cambiato un po’ la formula .

Durante gli ultimi anni, ha continuato a pensare a cosa avrebbe fatto ad ogni primavera e ce lo raccontava così: - ah l’anno prossimo “sa ghe son” ( se ci sarò ancora…) farò questo, questo e questo – quindi consapevole di cosa poteva succedere ma non perdendo mai la sana buona abitudine di pensare a qualcosa per il futuro.

Dobbiamo continuare a sognare, dobbiamo continuare a fare progetti … i nostri sogni sono più forti delle restrizioni e i nostri progetti prima o poi diventeranno realtà …

Importante è non farsi trovare impreparati all’appuntamento … Facciamo come gli scout… il loro motto è “Estote Parati” (siate pronti) e si rifà ad un passo del Vangelo di Luca :

--et Vos estote parati, quia qua hora non putatis, Filius hominis venit –      (Siate pronti perché nell’ora che non supponete, viene il Figlio dell’Uomo)

Torneranno quei giorni ed è nostro dovere ESSERE PRONTI.

 

sabato 6 febbraio 2021

PER NIENTE FACILE ...

 

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06-02-2021

Uno che “se ne intende”, ha scritto che si dovrebbe scrivere solo di quello che si conosce … bene … quindi dovrebbe essere semplice scrivere di “sentimenti” , specie se i sentimenti sono quelli verso una persona che è “tanta parte della tua vita”.

E invece paradossalmente non lo è … perché qualunque cosa io scriverò oggi, sarà in realtà solo la minima parte di quello che vorrei veramente scrivere … per pudore, per riservatezza, per non cadere nel “mieloso”.

Oggi è il tuo compleanno, un “cambiamento di numero” niente di più … che va festeggiato, quest’anno ancora con maggior vigore, dopo tutto quello che abbiamo vissuto nel 2020.

Lo festeggeremo a casa come abbiamo fatto tante altre volte, nel nostro piccolo nido. Sarà un compleanno “semplice” come semplice sei tu.

Visto da fuori sei un imprenditore volitivo, un uomo impegnato in tante cose oltre che nel lavoro …

Un uomo “ che si è fatto da sé” … testardo, sempre alla ricerca di nuovi stimoli, attento al mondo che cambia e pronto a cambiare per affrontare il mondo.

Sei una bella persona … apprezzato da chi ti frequenta, stimato sul lavoro, conosciuto come uomo rigoroso e corretto negli affari.

Ti guardo (quando non te ne accorgi) e penso che abbiamo fatto un sacco di strada da quando ci siamo incontrati in quel freddo pomeriggio di fine novembre … siamo cresciuti insieme, lungo la strada i tuoi capelli si son fatti d’argento, ti tocca inforcare gli occhiali quando leggi qualcosa di scritto un po’ in piccolino, ma quando ti guardo io continuo a vedere quello “spilungone” sedicenne con le spalle larghe, le gambe lunghe e magre e quegli occhi verdi come i laghi di montagna.

Dice il titolo “per niente facile” parlare di te, parlare di noi … per niente facile perché in 40 anni di strada insieme ne abbiamo viste e superate tante … che restano racchiuse nei nostri cuori.

Il cuore, il luogo deputato ai sentimenti … tutto parte da lì … qualunque cosa si decida di fare “bisogna metterci il cuore” … non è così semplice come sembra … non è cosa per tutti.

Ma E’ COSA PER TE … da quando ti conosco non ti ho mai visto fare qualcosa senza farlo con impeto, con slancio, con il cuore, appunto.

Posso solo augurarti di restare così come sei … forse  “non sei per tutti” , ma questo è sicuramente un punto a tuo favore se “non essere per tutti” significa non scendere a compromessi, non cercare consensi a tutti i costi.

La gente intelligente apprezza chi ha il coraggio di andare “controcorrente” pur di essere coerente con se stesso.

E degli altri, di quelli che non apprezzano, sono sempre più convinta che non bisogna curarsene.

Finché continuerà a piacerti quello che vedi nello specchio ogni mattina radendoti, vuol dire che sei sulla buona strada.

Dice Tina Turner

“non ci serve un altro Eroe,

Cosa facciamo con le nostre vite?

Lasciamo solo un segno,

la nostra storia splenderà come una luce…..

Diamo tutto o niente”

CLICCA QUI PER ASCOLTARE LA CANZONE


E come dicono i pellegrini che vanno verso Santiago incontrandosi:

“BUEN CAMINO , ULTREIA ET SUSEIA” ( ancora più avanti, ancora più in alto)

BUON COMPLEANNO ANIMA MIA…

domenica 31 gennaio 2021

FIGLI

 

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31-01-2021

Cercando in rete una frase bella che rispecchiasse l’amore che unisce una madre e suo figlio, mi sono imbattuta in questa:

“ I genitori devono essere affidabili, non perfetti.

E i figli devono essere felici, non FARCI felici” 

(Madre Teresa di Calcutta)

Bella … una frase profonda e che invita alla riflessione.

La prima parte mi conforta molto: è pur vero che essere affidabili è una “palestra quotidiana” , dove non bisogna mai smettere di allenarsi, dove bisogna metterci sempre impegno, dedizione, costanza … ma mi farebbe molto più paura dover cercare di essere “perfetta”.

Perché la perfezione non esiste, è come voler raggiungere la linea dell’orizzonte. Un miraggio, qualcosa di impossibile.

E Madre Teresa, che madre carnale non è diventata mai, ma è stata Madre di tutti quelli che si affidavano a lei, ha capito la vera essenza dell’essere genitori.

Fare il possibile, dando insegnamenti “credibili”.

Ed essere “credibili” passa attraverso “non ascoltare quello che dico ma guarda piuttosto come mi comporto”

I genitori debbono soprattutto essere un esempio, e il loro quotidiano deve essere coerente con quanto “predicano”.

E anche la seconda parte mi “appartiene” in toto: un genitore DEVE desiderare solo ed esclusivamente  che il proprio figlio SIA FELICE … che intraprenda la sua strada, quella che LUI vuole, anche se alle volte non combacia proprio con l’idea, con il sogno che il genitore aveva per il proprio pargolo.

IL SOGNO appunto … che il figlio diventi “qualcuno” , che si faccia una “posizione stabile” , che “ metta su famiglia” …. E se il figlio volesse, ad esempio, semplicemente, suonare, o dipingere o abbracciare qualunque altra arte dove “uno su mille ce la fa” e lui NON fosse quell’ UNO??  E dovesse barcamenarsi tra mille lavoretti sottopagati, con contratti "ballerini" (a tempo determinato, a chiamata, part-time orizzontale, verticale....) solo ed esclusivamente per cercare di mantenersi continuando a suonare, cantare, dipingere, disegnare fumetti o scrivere favole?

E se guardandolo negli occhi dopo 12 ore passate in bicicletta a consegnare pasti a domicilio, la madre scorgesse “quel fuoco” che arde, quell’amore per l’arte che passa sopra a qualunque sacrificio … non dovrebbe una madre essere FELICE solo perché suo figlio E’ FELICE?

Tutto questo per dire che sono una madre fortunata, perché ancor prima di aver letto le parole di Madre Teresa ho, da sempre, desiderato una cosa sola per mio figlio, anzi no, due : la Salute ( perché mai come in questo anno appena trascorso abbiamo imparato che la Salute è importantissima e non c’è denaro che possa comprarla) e la sua Felicità, il suo Benessere.

Ho cercato di assecondarlo in quello che erano e sono i suoi sogni ( perché di essere Madre non si finisce mai, nemmeno a novant’anni …), ho cercato di consigliarlo il meno possibile facendolo invece riflettere sulle scelte che stava valutando.

Lo guardo ora: è un uomo, il mio lavoro di madre, dal punto di vista “formativo” potrebbe considerarsi esaurito, ma mi piace pensare di essere lì, seduta su un muretto, a crogiolarmi al sole in un dolce far niente e che LUI sia consapevole che, qualora ce ne fosse bisogno, sono e sarò sempre al suo fianco.

E questo è solo per Te:

Essere Madre dovrebbe essere un privilegio, essere TUA Madre lo è sicuramente.

Ti ho lasciato percorrere la tua strada, non ho sempre capito le tue scelte ma non le ho ostacolate mai.

Solo ieri l’altro raccontavo del rapporto madre-figlia visto con gli occhi della figlia e con un po’ di rammarico per non aver avuto mia madre vicino a me più a lungo ( ti sarebbe piaciuta la nonna Tina, lei dalla quale hai preso gli occhi, quei bellissimi occhi pieni di sfumature …) e oggi mi ritrovo dall’altra parte … a voler valutare il nostro rapporto con gli occhi della madre, ed è una gran bella posizione da dove guardare.

Mi chiedevo se mia madre, potendo tornare ora, sarebbe orgogliosa di come sono diventata … non so se sarebbe orgogliosa ma sarebbe sicuramente FELICE di sapermi felice.

Ecco: Tu da quando sei arrivato, e per ogni giorno passato da allora ad oggi, sei stato e sei, per me e per tuo Padre un DONO meraviglioso.

BUON COMPLEANNO FIGLIO MIO!!

e questa è per te.... 

(clicca qui sopra per ascoltare...)


venerdì 29 gennaio 2021

UNA PANCHINA AL PARCO

 

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29-01-2021

Sedute su una panchina del parco stanno due donne: sebbene siano madre e figlia, hanno paradossalmente la stessa età.

Una nel vigore dei suoi anni, l’altra “ cristallizzata” per sempre in un tempo senza tempo.

Viste da lontano potrebbero essere 2 signore che si godono il sole di una bella giornata invernale.

Viste da vicino, anche se non è che si somiglino un granché, si sente, si percepisce, tutto l’amore che hanno l’una per l’altra.

Amore e rammarico: ecco cosa prova la bionda mentre guarda con affetto l’altra donna. Rammarico per quel che poteva essere e non è stato, per il milione di cose che avrebbero potuto fare insieme, per quella complicità sottile interrotta troppo presto.

Amore e pace: sono i sentimenti che prova la donna brizzolata, piccoletta e rotondetta guardando con orgoglio “la bionda”, il suo piccolo pezzo di eternità.

Sa, è cosciente, di aver fatto un buon lavoro nel poco tempo che le è stato concesso. Certo, le sarebbe piaciuto stare insieme un po’ di più, camminare insieme sui sentieri della vita ( reali o metaforici che fossero), seguire, consigliare o anche semplicemente osservare la vita di tutti i giorni della “sua bambina”.

Il destino ha deciso diversamente ma sapeva, andandosene, di averla lasciata in buone mani: un compagno affidabile, un progetto di famiglia, una casa, dei figli.

Naturalmente le dispiace un po’ di non essere diventata nonna ( o meglio, lo è diventata , ma non ha potuto godere di tutti i privilegi che questo “status” riserva) … le sarebbe piaciuto coccolare quel batuffolo nato come lei a fine gennaio, che da subito aveva spalancato due grandi occhi, dello stesso colore dei suoi, e aveva osservato il viso di sua madre, quel viso che, in quel momento, rappresentava tutto il suo piccolo mondo.

Una ha una vita piena di tante cose : lavoro, famiglia, amicizie, associazioni. E non fa in tempo a finire una cosa che ne sta già architettando altre 10.

L’altra è tranquilla, serafica: sul viso porta i segni di una battaglia combattuta “a muso duro” fino all’ultimo. Una battaglia che non l’ha vista perdente, che l’ha vista risoluta e coraggiosa fino alla fine.

E adesso sono lì … sedute vicine … l’una accanto all’altra.

Vorrebbero dirsi tante cose … si girano di scatto e i loro occhi si incontrano … e le parole non servono.

Negli occhi della figlia le domande : “ ti piace quello che vedi? La donna che sono diventata? Secondo te potevo fare di meglio? E come?”

E in quelli della madre tutte le risposte “ Ti piace quello che TU vedi allo specchio ogni mattina? Ti piace la donna che SEI diventata? Se la risposta è sì, è solo questo che conta. Non il giudizio altrui … Certo che potevi fare di meglio … o forse no …”

E restano in silenzio a godersi quella limpida giornata di sole … è fine gennaio … il sole brilla nel cielo sereno … non riesce a stemperare le temperature rigide ma mette allegria.

--che dici? Facciamo due passi? -- chiede la figlia.

Si alzano e si avviano lungo il viale … sotto i piedi la ghiaia scricchiola al loro passaggio … la figlia vorrebbe che quel momento non finisse più … è consapevole del bellissimo dono che le è stato fatto e vorrebbe “fosse per sempre” … la madre sa che tutto quello che stanno vivendo non è reale … che quella giornata è  “un sogno”, frutto della nostalgia e del ricordo di sua figlia.

“ nessuno muore sulla terra, finché vive nel cuore di chi resta” .

--lo sai vero perché siamo qui? – chiede la figlia – ho voluto incontrarti perché oggi è il tuo compleanno, un compleanno “tutto tondo” e volevo essere la prima a farti gli auguri. –

La Bionda si volta e vorrebbe abbracciare sua madre … ma sua madre è rimasta indietro qualche passo, abbracciata all’amore della sua vita che scherzosamente le sussurra all’orecchio:

--voleva essere la prima a farti gli auguri la nostra bambina … ma come ogni anno, e per sempre, l’ho battuta sul tempo –

E la guardano andare, con tutto l’amore negli occhi che solo un genitore sa provare …

BUON COMPLEANNO MAMMA.

venerdì 8 gennaio 2021

ERAVAMO QUATTRO AMICI (+1) AL BAR...

 

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Che cosa fa diventare “amico” un semplice “conoscente”?

E qual’è la molla che trasforma un “amico” semplice in un “Amico”  con la A maiuscola o ancor di più in un AMICO TUTTO MAIUSCOLO??

“Chi si somiglia si piglia” dice un adagio,  ma guardando questi 4 in foto, non si assomigliano proprio per niente.

Allora forse perché si hanno tante cose in comune ( e anche qui ... questi della foto hanno sicuramente 1 cosa in comune … ma 1 cosa in comune è pochino …)

Magari perché ci si frequenta spesso quindi si ha modo di apprezzarsi? Mi dispiace ma proprio non ci siamo! Io questi 3 li ho visti in carne e ossa 2-3 volte in tutta la mia vita, eppure il legame che mi unisce a Loro è così forte, così solido, come se ci conoscessimo da una vita.

Allora saranno “ le diversità che arricchiscono” (ohhh signori miei in quanto ad essere diversi gli uni dagli altri niente di più vero) ma non credo che sia nemmeno tutto lì …

A prescindere da tutte le dissertazioni filosofiche sull’Amicizia, le tre persone con me in questa foto sono AMICI, sono “FAMIGLIA” … e pensate: quando è stata scattata la foto io avevo avuto modo di abbracciare per la prima volta uno di loro proprio quel giorno, un’altra il giorno prima e l’altro era la seconda volta che lo vedevo …

Prima di quel giorno avevamo avuto modo di “ conoscerci” su alcuni gruppi dove ci si scambiano informazioni e opinioni sui Cammini ( questo è il nostro anello di congiunzione) e niente di più.

C’è chi demonizza i “Social” … io credo che Facebook o Instagram non siano poi così diversi dalla piazza di qualunque paese … sta sempre a noi “l’ultima scelta” … possono essere quindi un ottimo mezzo, “una finestra” sul mondo ma NON possono e NON devono essere l’unico mezzo di conoscenza.

Ma torniamo a noi … “conosco” ‘sti tre tipi attraverso un gruppo del Cammino di Santiago … ci scambiamo messaggi, parliamo del più e del meno fino a quando …

Fino a quando leggo che la “Mora” (Francy) andrà a piedi dalla Toscana dove abita, alla Sicilia dove abita la nonna (era il 2019, quando ancora tutti noi scorrazzavamo su e giù per l’Italia senza restrizioni) …  Lei e la sua Dakota ( il musetto che si intravede in basso) e decido di fare “un colpo di testa” ( io … io che in vita mia pianifico tutto,  io che “ a fine mese” ci sono le scadenze quindi non è pensabile prendersi giorni di vacanza) : mi prendo tre giorni di vacanza a fine giugno … prendo un treno, due treni, tre treni e arrivo a Viterbo in uno dei giorni più caldi dell’anno.

Attraversando i binari, tengo gli occhi bassi e sto attenta a dove metto i piedi per evitare un capitombolo … approdo sulla banchina, alzo lo sguardo  e lei, “la Mora” è li che mi aspetta, letteralmente “a braccia aperte”.

Vederla, abbracciarla, fare un pezzo di strada insieme, condividere un appartamentino per la notte, riprendere il cammino il giorno dopo e arrivare a Vetralla hanno fatto sì che lei sia diventata la mia “Bimba Pellegrina”.

Ed è a Vetralla che ci hanno raggiunto gli altri due ragazzotti ed è stata una giornata “memorabile”, una serata a spasso per le vie di una cittadina “piccola e affascinante” … le risate fino a tarda ora e poi, la mattina dopo, il momento per Francy di rimettersi in cammino e per gli altri di tornare verso casa.

Poteva essere un incontro come tanti, per me non è stato così … è stata la conferma che non serve vedersi tutti i giorni per volersi bene, che puoi anche pensarla in modo diverso ma se c’è il rispetto, tutto si può dire e niente scalfisce il rapporto che esiste.

Avevamo fatto un sacco di progetti, sognavamo tante altre riunioni ma, tutti e quattro di nuovo insieme siamo riusciti a farne, per ora, una sola a luglio del 2020.

Viviamo lontani, centinaia di chilometri ci tengono separati ma non riescono ad indebolire quanto di bello siamo riusciti a creare.

Torneranno i Raduni quelli belli, quelli dove non sarà necessaria la mascherina e nemmeno il metro di distanza.

Torneranno le risate, “la stupidera”, le brioche e le vaschette di gelato dai gusti “impronunciabili” … e torneranno le passeggiate notturne in spiaggia e le cene e le colazioni “variopinte”.

E torneranno i silenzi, quelli che

“ e non abbiam bisogno di parole,

per spiegare quello che è nascosto in fondo al nostro cuore

Ma ti solleverò tutte le volte che cadrai

E raccoglierò i tuoi fiori che per strada perderai….”

 

TORNERANNO …

 E QUEL GIORNO NOI  SAREMO LI’ , PRONTI A RIPRENDERCI  “CON GLI INTERESSI” TUTTO  QUELLO CHE CI E’ MANCATO COSI’ TANTO  !!

 

p.s. per postare questa foto ho mandato un messaggio agli altri 3 per avere la loro Benedizione.

il messaggio recitava così “ posso mettere sul mio blog a corredo di un racconto, la foto di noi quattro a Vetralla?”

siete liberi di crederci o meno, ma mi sono arrivate le tre risposte affermative in “sincrono”.

E quando una ha tre amici così … non serve altro.


giovedì 7 gennaio 2021

LE DODICI NOTTI -13-


                                                                   (Foto trovata in rete)

07-01-2020

Perché ho scritto questa serie di racconti? Bella domanda!

L’ho fatto perché, poco prima di Natale, facendo un giro sul mio blog ho scoperto che era diventato come quelle case vacanze dove si va ogni tanto … e quando si arriva si trovano le ragnatele, le pulizie da fare, la polvere ricopre tutto …  e questa è stata la mia sensazione rientrando nel blog e guardando la cronologia.

Paradossalmente nel 2020, con 2 mesi interi di lockdown, quindi con tanto tempo a disposizione, avevo scritto molto meno che nell’anno precedente.

Ci ho provato, credetemi: parecchie volte da metà marzo ad inizio maggio mi sono seduta davanti al pc ma avevo la testa ovattata, per quanto cercassi di mettere insieme qualche frase di senso compiuto, non ne veniva fuori niente. Troppo coinvolta da quanto stava accadendo intorno a me, non riuscivo a fare calma DENTRO di me. E io riesco a scrivere solo se sono tranquilla.

Da maggio è stato un “crescendo Rossiniano” di impegni, di cose da fare e anche se ogni tanto avevo qualche “sprazzo di genio” non trovavo il tempo materiale per metterlo “nero su bianco”.

Poi è arrivato il periodo Natalizio e con esso la possibilità di “tirare un po’ il fiato”.

Forse non tutti quelli che mi leggono sanno che durante il lockdown ho messo in piedi un gruppo di lettura su whatsapp. Parecchi amici hanno aderito e io avevo promesso loro che, con le mie letture quotidiane, li avrei accompagnati fino al giorno in cui tutti saremmo tornati alle nostre occupazioni.

Il 18 maggio 2020 ha sancito per tutti il ritorno ad una “pseudo-normalità” ma io ad oggi, 07 gennaio 2021 sto ancora leggendo con e per i miei amici del gruppo. Abbiamo letto insieme ben 18 libri in poco più di 9 mesi!!

Il gruppo si chiama –Le letture della Maestra— ( non ho mai capito perché, ma prima o dopo, gli amici, anche quelli che tra loro non si conoscono, finiscono per chiamarmi “maestra” … forse perché ogni tanto li rimprovero e minaccio di metterli dietro la lavagna?!?) e come ogni maestra che si rispetti, ho dato i compiti a casa da fare durante le vacanze. Un tema … uno solo.

Inizialmente il titolo del tema da fare era “racconta un’esperienza che ti ha cambiato la vita” … ma durante le vacanze è diventato “cosa tenere e cosa buttare di questo anno che sta per finire”.

Il mio intento era quello di ragionare con la mia classe sul fatto che nessun anno è completamente da “buttare” o da “tenere” e che, anche nel 2020 , nonostante tutto , ci poteva essere qualcosa da salvare.

E che era proprio quel “qualcosa da salvare” che meritava la nostra attenzione.

Così ho pensato di fare un tema anch’io … anzi 13 (con questo 14). Ho pensato di raccontarvi il 2020 cosi come l’ho visto e vissuto io … ho voluto, con le mie parole, esorcizzare tutto quello che ci è capitato “ tra capo e collo” dal 21 febbraio ad oggi.

E l’ho fatto nel modo che mi riesce meglio: scrivendo. Raccontandovi una favola.

Sono stata un po’ come Sherazade nelle “Mille e una notte” … vi ho raccontato una favola ogni giorno e dentro quella favola ci ho messo il mio "sentire".

Per quanto mi riguarda confermo che il 2020, nonostante sia stato doloroso, impegnativo, pesante da vivere, è stato anche “illuminante” … mai come quando fa buio, anche la luce più piccina sembra un faro.

E così l’anno appena passato mi ha ricordato di non dare niente per scontato e che la salute è un dono grandissimo ma allo stesso tempo “fragile” … che sono poche le “cose” veramente importanti della vita.

E che queste “COSE” importanti devono sempre essere al primo posto nella scala dei nostri valori, e non dimenticarlo mai, nemmeno quando verranno giorni migliori e il 2020 sarà solo un ricordo.

Ora non ci resta che riprendere in mano la nostra vita e , ascoltando il consiglio di Papa Giovanni Paolo II

“farne un capolavoro”.

--AD MAIORA SEMPER!!--