domenica 31 gennaio 2021

FIGLI

 

 questa foto è mia e ne rivendico tutti i diritti. se ti piace e vuoi usarla, per piacere cita la fonte. grazie


31-01-2021

Cercando in rete una frase bella che rispecchiasse l’amore che unisce una madre e suo figlio, mi sono imbattuta in questa:

“ I genitori devono essere affidabili, non perfetti.

E i figli devono essere felici, non FARCI felici” 

(Madre Teresa di Calcutta)

Bella … una frase profonda e che invita alla riflessione.

La prima parte mi conforta molto: è pur vero che essere affidabili è una “palestra quotidiana” , dove non bisogna mai smettere di allenarsi, dove bisogna metterci sempre impegno, dedizione, costanza … ma mi farebbe molto più paura dover cercare di essere “perfetta”.

Perché la perfezione non esiste, è come voler raggiungere la linea dell’orizzonte. Un miraggio, qualcosa di impossibile.

E Madre Teresa, che madre carnale non è diventata mai, ma è stata Madre di tutti quelli che si affidavano a lei, ha capito la vera essenza dell’essere genitori.

Fare il possibile, dando insegnamenti “credibili”.

Ed essere “credibili” passa attraverso “non ascoltare quello che dico ma guarda piuttosto come mi comporto”

I genitori debbono soprattutto essere un esempio, e il loro quotidiano deve essere coerente con quanto “predicano”.

E anche la seconda parte mi “appartiene” in toto: un genitore DEVE desiderare solo ed esclusivamente  che il proprio figlio SIA FELICE … che intraprenda la sua strada, quella che LUI vuole, anche se alle volte non combacia proprio con l’idea, con il sogno che il genitore aveva per il proprio pargolo.

IL SOGNO appunto … che il figlio diventi “qualcuno” , che si faccia una “posizione stabile” , che “ metta su famiglia” …. E se il figlio volesse, ad esempio, semplicemente, suonare, o dipingere o abbracciare qualunque altra arte dove “uno su mille ce la fa” e lui NON fosse quell’ UNO??  E dovesse barcamenarsi tra mille lavoretti sottopagati, con contratti "ballerini" (a tempo determinato, a chiamata, part-time orizzontale, verticale....) solo ed esclusivamente per cercare di mantenersi continuando a suonare, cantare, dipingere, disegnare fumetti o scrivere favole?

E se guardandolo negli occhi dopo 12 ore passate in bicicletta a consegnare pasti a domicilio, la madre scorgesse “quel fuoco” che arde, quell’amore per l’arte che passa sopra a qualunque sacrificio … non dovrebbe una madre essere FELICE solo perché suo figlio E’ FELICE?

Tutto questo per dire che sono una madre fortunata, perché ancor prima di aver letto le parole di Madre Teresa ho, da sempre, desiderato una cosa sola per mio figlio, anzi no, due : la Salute ( perché mai come in questo anno appena trascorso abbiamo imparato che la Salute è importantissima e non c’è denaro che possa comprarla) e la sua Felicità, il suo Benessere.

Ho cercato di assecondarlo in quello che erano e sono i suoi sogni ( perché di essere Madre non si finisce mai, nemmeno a novant’anni …), ho cercato di consigliarlo il meno possibile facendolo invece riflettere sulle scelte che stava valutando.

Lo guardo ora: è un uomo, il mio lavoro di madre, dal punto di vista “formativo” potrebbe considerarsi esaurito, ma mi piace pensare di essere lì, seduta su un muretto, a crogiolarmi al sole in un dolce far niente e che LUI sia consapevole che, qualora ce ne fosse bisogno, sono e sarò sempre al suo fianco.

E questo è solo per Te:

Essere Madre dovrebbe essere un privilegio, essere TUA Madre lo è sicuramente.

Ti ho lasciato percorrere la tua strada, non ho sempre capito le tue scelte ma non le ho ostacolate mai.

Solo ieri l’altro raccontavo del rapporto madre-figlia visto con gli occhi della figlia e con un po’ di rammarico per non aver avuto mia madre vicino a me più a lungo ( ti sarebbe piaciuta la nonna Tina, lei dalla quale hai preso gli occhi, quei bellissimi occhi pieni di sfumature …) e oggi mi ritrovo dall’altra parte … a voler valutare il nostro rapporto con gli occhi della madre, ed è una gran bella posizione da dove guardare.

Mi chiedevo se mia madre, potendo tornare ora, sarebbe orgogliosa di come sono diventata … non so se sarebbe orgogliosa ma sarebbe sicuramente FELICE di sapermi felice.

Ecco: Tu da quando sei arrivato, e per ogni giorno passato da allora ad oggi, sei stato e sei, per me e per tuo Padre un DONO meraviglioso.

BUON COMPLEANNO FIGLIO MIO!!

e questa è per te.... 

(clicca qui sopra per ascoltare...)


venerdì 29 gennaio 2021

UNA PANCHINA AL PARCO

 

                             questa foto è mia e ne rivendico tutti i diritti. se ti piace e vuoi usarla, per piacere cita la fonte. grazie

29-01-2021

Sedute su una panchina del parco stanno due donne: sebbene siano madre e figlia, hanno paradossalmente la stessa età.

Una nel vigore dei suoi anni, l’altra “ cristallizzata” per sempre in un tempo senza tempo.

Viste da lontano potrebbero essere 2 signore che si godono il sole di una bella giornata invernale.

Viste da vicino, anche se non è che si somiglino un granché, si sente, si percepisce, tutto l’amore che hanno l’una per l’altra.

Amore e rammarico: ecco cosa prova la bionda mentre guarda con affetto l’altra donna. Rammarico per quel che poteva essere e non è stato, per il milione di cose che avrebbero potuto fare insieme, per quella complicità sottile interrotta troppo presto.

Amore e pace: sono i sentimenti che prova la donna brizzolata, piccoletta e rotondetta guardando con orgoglio “la bionda”, il suo piccolo pezzo di eternità.

Sa, è cosciente, di aver fatto un buon lavoro nel poco tempo che le è stato concesso. Certo, le sarebbe piaciuto stare insieme un po’ di più, camminare insieme sui sentieri della vita ( reali o metaforici che fossero), seguire, consigliare o anche semplicemente osservare la vita di tutti i giorni della “sua bambina”.

Il destino ha deciso diversamente ma sapeva, andandosene, di averla lasciata in buone mani: un compagno affidabile, un progetto di famiglia, una casa, dei figli.

Naturalmente le dispiace un po’ di non essere diventata nonna ( o meglio, lo è diventata , ma non ha potuto godere di tutti i privilegi che questo “status” riserva) … le sarebbe piaciuto coccolare quel batuffolo nato come lei a fine gennaio, che da subito aveva spalancato due grandi occhi, dello stesso colore dei suoi, e aveva osservato il viso di sua madre, quel viso che, in quel momento, rappresentava tutto il suo piccolo mondo.

Una ha una vita piena di tante cose : lavoro, famiglia, amicizie, associazioni. E non fa in tempo a finire una cosa che ne sta già architettando altre 10.

L’altra è tranquilla, serafica: sul viso porta i segni di una battaglia combattuta “a muso duro” fino all’ultimo. Una battaglia che non l’ha vista perdente, che l’ha vista risoluta e coraggiosa fino alla fine.

E adesso sono lì … sedute vicine … l’una accanto all’altra.

Vorrebbero dirsi tante cose … si girano di scatto e i loro occhi si incontrano … e le parole non servono.

Negli occhi della figlia le domande : “ ti piace quello che vedi? La donna che sono diventata? Secondo te potevo fare di meglio? E come?”

E in quelli della madre tutte le risposte “ Ti piace quello che TU vedi allo specchio ogni mattina? Ti piace la donna che SEI diventata? Se la risposta è sì, è solo questo che conta. Non il giudizio altrui … Certo che potevi fare di meglio … o forse no …”

E restano in silenzio a godersi quella limpida giornata di sole … è fine gennaio … il sole brilla nel cielo sereno … non riesce a stemperare le temperature rigide ma mette allegria.

--che dici? Facciamo due passi? -- chiede la figlia.

Si alzano e si avviano lungo il viale … sotto i piedi la ghiaia scricchiola al loro passaggio … la figlia vorrebbe che quel momento non finisse più … è consapevole del bellissimo dono che le è stato fatto e vorrebbe “fosse per sempre” … la madre sa che tutto quello che stanno vivendo non è reale … che quella giornata è  “un sogno”, frutto della nostalgia e del ricordo di sua figlia.

“ nessuno muore sulla terra, finché vive nel cuore di chi resta” .

--lo sai vero perché siamo qui? – chiede la figlia – ho voluto incontrarti perché oggi è il tuo compleanno, un compleanno “tutto tondo” e volevo essere la prima a farti gli auguri. –

La Bionda si volta e vorrebbe abbracciare sua madre … ma sua madre è rimasta indietro qualche passo, abbracciata all’amore della sua vita che scherzosamente le sussurra all’orecchio:

--voleva essere la prima a farti gli auguri la nostra bambina … ma come ogni anno, e per sempre, l’ho battuta sul tempo –

E la guardano andare, con tutto l’amore negli occhi che solo un genitore sa provare …

BUON COMPLEANNO MAMMA.

venerdì 8 gennaio 2021

ERAVAMO QUATTRO AMICI (+1) AL BAR...

 

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                                                           le persone ritratte hanno dato il consenso alla pubblicazione


Che cosa fa diventare “amico” un semplice “conoscente”?

E qual’è la molla che trasforma un “amico” semplice in un “Amico”  con la A maiuscola o ancor di più in un AMICO TUTTO MAIUSCOLO??

“Chi si somiglia si piglia” dice un adagio,  ma guardando questi 4 in foto, non si assomigliano proprio per niente.

Allora forse perché si hanno tante cose in comune ( e anche qui ... questi della foto hanno sicuramente 1 cosa in comune … ma 1 cosa in comune è pochino …)

Magari perché ci si frequenta spesso quindi si ha modo di apprezzarsi? Mi dispiace ma proprio non ci siamo! Io questi 3 li ho visti in carne e ossa 2-3 volte in tutta la mia vita, eppure il legame che mi unisce a Loro è così forte, così solido, come se ci conoscessimo da una vita.

Allora saranno “ le diversità che arricchiscono” (ohhh signori miei in quanto ad essere diversi gli uni dagli altri niente di più vero) ma non credo che sia nemmeno tutto lì …

A prescindere da tutte le dissertazioni filosofiche sull’Amicizia, le tre persone con me in questa foto sono AMICI, sono “FAMIGLIA” … e pensate: quando è stata scattata la foto io avevo avuto modo di abbracciare per la prima volta uno di loro proprio quel giorno, un’altra il giorno prima e l’altro era la seconda volta che lo vedevo …

Prima di quel giorno avevamo avuto modo di “ conoscerci” su alcuni gruppi dove ci si scambiano informazioni e opinioni sui Cammini ( questo è il nostro anello di congiunzione) e niente di più.

C’è chi demonizza i “Social” … io credo che Facebook o Instagram non siano poi così diversi dalla piazza di qualunque paese … sta sempre a noi “l’ultima scelta” … possono essere quindi un ottimo mezzo, “una finestra” sul mondo ma NON possono e NON devono essere l’unico mezzo di conoscenza.

Ma torniamo a noi … “conosco” ‘sti tre tipi attraverso un gruppo del Cammino di Santiago … ci scambiamo messaggi, parliamo del più e del meno fino a quando …

Fino a quando leggo che la “Mora” (Francy) andrà a piedi dalla Toscana dove abita, alla Sicilia dove abita la nonna (era il 2019, quando ancora tutti noi scorrazzavamo su e giù per l’Italia senza restrizioni) …  Lei e la sua Dakota ( il musetto che si intravede in basso) e decido di fare “un colpo di testa” ( io … io che in vita mia pianifico tutto,  io che “ a fine mese” ci sono le scadenze quindi non è pensabile prendersi giorni di vacanza) : mi prendo tre giorni di vacanza a fine giugno … prendo un treno, due treni, tre treni e arrivo a Viterbo in uno dei giorni più caldi dell’anno.

Attraversando i binari, tengo gli occhi bassi e sto attenta a dove metto i piedi per evitare un capitombolo … approdo sulla banchina, alzo lo sguardo  e lei, “la Mora” è li che mi aspetta, letteralmente “a braccia aperte”.

Vederla, abbracciarla, fare un pezzo di strada insieme, condividere un appartamentino per la notte, riprendere il cammino il giorno dopo e arrivare a Vetralla hanno fatto sì che lei sia diventata la mia “Bimba Pellegrina”.

Ed è a Vetralla che ci hanno raggiunto gli altri due ragazzotti ed è stata una giornata “memorabile”, una serata a spasso per le vie di una cittadina “piccola e affascinante” … le risate fino a tarda ora e poi, la mattina dopo, il momento per Francy di rimettersi in cammino e per gli altri di tornare verso casa.

Poteva essere un incontro come tanti, per me non è stato così … è stata la conferma che non serve vedersi tutti i giorni per volersi bene, che puoi anche pensarla in modo diverso ma se c’è il rispetto, tutto si può dire e niente scalfisce il rapporto che esiste.

Avevamo fatto un sacco di progetti, sognavamo tante altre riunioni ma, tutti e quattro di nuovo insieme siamo riusciti a farne, per ora, una sola a luglio del 2020.

Viviamo lontani, centinaia di chilometri ci tengono separati ma non riescono ad indebolire quanto di bello siamo riusciti a creare.

Torneranno i Raduni quelli belli, quelli dove non sarà necessaria la mascherina e nemmeno il metro di distanza.

Torneranno le risate, “la stupidera”, le brioche e le vaschette di gelato dai gusti “impronunciabili” … e torneranno le passeggiate notturne in spiaggia e le cene e le colazioni “variopinte”.

E torneranno i silenzi, quelli che

“ e non abbiam bisogno di parole,

per spiegare quello che è nascosto in fondo al nostro cuore

Ma ti solleverò tutte le volte che cadrai

E raccoglierò i tuoi fiori che per strada perderai….”

 

TORNERANNO …

 E QUEL GIORNO NOI  SAREMO LI’ , PRONTI A RIPRENDERCI  “CON GLI INTERESSI” TUTTO  QUELLO CHE CI E’ MANCATO COSI’ TANTO  !!

 

p.s. per postare questa foto ho mandato un messaggio agli altri 3 per avere la loro Benedizione.

il messaggio recitava così “ posso mettere sul mio blog a corredo di un racconto, la foto di noi quattro a Vetralla?”

siete liberi di crederci o meno, ma mi sono arrivate le tre risposte affermative in “sincrono”.

E quando una ha tre amici così … non serve altro.


giovedì 7 gennaio 2021

LE DODICI NOTTI -13-


                                                                   (Foto trovata in rete)

07-01-2020

Perché ho scritto questa serie di racconti? Bella domanda!

L’ho fatto perché, poco prima di Natale, facendo un giro sul mio blog ho scoperto che era diventato come quelle case vacanze dove si va ogni tanto … e quando si arriva si trovano le ragnatele, le pulizie da fare, la polvere ricopre tutto …  e questa è stata la mia sensazione rientrando nel blog e guardando la cronologia.

Paradossalmente nel 2020, con 2 mesi interi di lockdown, quindi con tanto tempo a disposizione, avevo scritto molto meno che nell’anno precedente.

Ci ho provato, credetemi: parecchie volte da metà marzo ad inizio maggio mi sono seduta davanti al pc ma avevo la testa ovattata, per quanto cercassi di mettere insieme qualche frase di senso compiuto, non ne veniva fuori niente. Troppo coinvolta da quanto stava accadendo intorno a me, non riuscivo a fare calma DENTRO di me. E io riesco a scrivere solo se sono tranquilla.

Da maggio è stato un “crescendo Rossiniano” di impegni, di cose da fare e anche se ogni tanto avevo qualche “sprazzo di genio” non trovavo il tempo materiale per metterlo “nero su bianco”.

Poi è arrivato il periodo Natalizio e con esso la possibilità di “tirare un po’ il fiato”.

Forse non tutti quelli che mi leggono sanno che durante il lockdown ho messo in piedi un gruppo di lettura su whatsapp. Parecchi amici hanno aderito e io avevo promesso loro che, con le mie letture quotidiane, li avrei accompagnati fino al giorno in cui tutti saremmo tornati alle nostre occupazioni.

Il 18 maggio 2020 ha sancito per tutti il ritorno ad una “pseudo-normalità” ma io ad oggi, 07 gennaio 2021 sto ancora leggendo con e per i miei amici del gruppo. Abbiamo letto insieme ben 18 libri in poco più di 9 mesi!!

Il gruppo si chiama –Le letture della Maestra— ( non ho mai capito perché, ma prima o dopo, gli amici, anche quelli che tra loro non si conoscono, finiscono per chiamarmi “maestra” … forse perché ogni tanto li rimprovero e minaccio di metterli dietro la lavagna?!?) e come ogni maestra che si rispetti, ho dato i compiti a casa da fare durante le vacanze. Un tema … uno solo.

Inizialmente il titolo del tema da fare era “racconta un’esperienza che ti ha cambiato la vita” … ma durante le vacanze è diventato “cosa tenere e cosa buttare di questo anno che sta per finire”.

Il mio intento era quello di ragionare con la mia classe sul fatto che nessun anno è completamente da “buttare” o da “tenere” e che, anche nel 2020 , nonostante tutto , ci poteva essere qualcosa da salvare.

E che era proprio quel “qualcosa da salvare” che meritava la nostra attenzione.

Così ho pensato di fare un tema anch’io … anzi 13 (con questo 14). Ho pensato di raccontarvi il 2020 cosi come l’ho visto e vissuto io … ho voluto, con le mie parole, esorcizzare tutto quello che ci è capitato “ tra capo e collo” dal 21 febbraio ad oggi.

E l’ho fatto nel modo che mi riesce meglio: scrivendo. Raccontandovi una favola.

Sono stata un po’ come Sherazade nelle “Mille e una notte” … vi ho raccontato una favola ogni giorno e dentro quella favola ci ho messo il mio "sentire".

Per quanto mi riguarda confermo che il 2020, nonostante sia stato doloroso, impegnativo, pesante da vivere, è stato anche “illuminante” … mai come quando fa buio, anche la luce più piccina sembra un faro.

E così l’anno appena passato mi ha ricordato di non dare niente per scontato e che la salute è un dono grandissimo ma allo stesso tempo “fragile” … che sono poche le “cose” veramente importanti della vita.

E che queste “COSE” importanti devono sempre essere al primo posto nella scala dei nostri valori, e non dimenticarlo mai, nemmeno quando verranno giorni migliori e il 2020 sarà solo un ricordo.

Ora non ci resta che riprendere in mano la nostra vita e , ascoltando il consiglio di Papa Giovanni Paolo II

“farne un capolavoro”.

--AD MAIORA SEMPER!!--

mercoledì 6 gennaio 2021

LE DODICI NOTTI -12-

 


(Foto trovata in rete)

06-01-2020

Si era svegliata dicendo :

-Mamma mia che tristezza!! Quanto il sogno che riguardava novembre era stato bello, colorato, solare ( insomma metteva di buonumore), quanto quello di dicembre era in penombra … abbastanza buio … come se qualcuno avesse “spento tutto” … e sì che a dicembre ci sono le luminarie natalizie, tutte le vetrine sono addobbate con luci colorate, i negozi restano aperti di più … e poi c’è quella magia particolare che solo il Natale ti sa regalare … -

Lui si era passato una mano tra i capelli, ci aveva pensato un attimo e poi aveva detto:

-Meno male che questa era l’ultima notte va … Proprio non ti passa per la testa che i tuoi sogni siano stati influenzati che so da una cena un po’ indigesta, ad esempio … oppure da un film che hai visto la sera prima … o semplicemente che siano i tuoi pensieri che prendono forma? No!! Deve per forza essere un sogno premonitore … e chi sei ? Nostradamus e le sue Centurie? La prossima volta che vuoi andare ad una conferenza è meglio che io venga con te, così se cominciano a dire cose strane, ti trascino via e ce ne andiamo da qualche parte a farci uno Spritz-

-Tu scherzi ma intanto i primi giorni di gennaio sono proprio come il sogno che ho fatto la notte del 25 dicembre … giornate di sole, temperature miti … e sì che non è così scontato che a gennaio ci sia bel tempo …-

-E non ti è neanche attraversato l'anticamera del cervello che possa essere semplicemente una coincidenza? E che magari domani nevica e le temperature vanno abbondantemente sotto lo zero e rimane così per tutto il mese? Sai cosa facciamo? Adesso mi offri una bella colazione seria al bar “storico” e poi facciamo una seduta di approfondimento sul tema “Sogno o son desto? Quando i sogni superano la realtà o diventano la realtà?”

Daisy aveva evitato di rispondere ma la infastidiva parecchio che lui la prendesse così poco sul serio.

Sì, effettivamente poteva essere una coincidenza e … per avere riscontro a tutto avrebbe dovuto viversi i prossimi dodici mesi, ma santa pazienza, un po’ di empatia!!!

Tutti i suoi pensieri “foschi” e il suo disappunto erano svaniti davanti ad un cappuccino “ con decoro”  … un bel fiore disegnato dalla barista che ricordava vagamente una primula.

Gioia ( la barista) creava con la schiuma del cappuccino e uno stecchino, delle vere opere d’arte!

-Scusa Gioia, è un’idea mia o questo fiore assomiglia ad una primula? E se è intenzionale, perché proprio una primula? Hai voglia di primavera?-

-Ebbene sì, mi hai scoperta, volevo proprio fare una primula e a quanto pare ci sono riuscita. In realtà non è voglia di primavera ma piuttosto un sogno che ho fatto stanotte … hai tempo? Posso raccontartelo?-

-Siii dai … in questo periodo anch’io presto molta attenzione ai sogni che faccio. Racconta dai …-

-Dunque, devi sapere che era un sogno un po’ come dire … sbiadito, opaco … come se tutto fosse coperto da una pellicola di polvere, non so spiegarlo meglio e poi, un attimo prima c’erano strade, piazze e negozi deserti e un attimo dopo era come se fosse uscito un raggio di sole dalle nuvole, sai quando piove, e piove, e piove e per una frazione di secondo esce il sole e tutto cambia aspetto? Magari dura solo un attimo ma in quell’attimo tutto si colora. Ecco, era uscito un raggio di sole e soprattutto erano uscite le persone da casa e tutti sembravano attirati da un’immagine … quella di una primula appunto. Secondo te ha un senso?

-Guarda, sono 12 notti che “monitoro” i miei sogni e ho smesso di chiedermi se certe cose hanno un senso o no … a sì perché non te l’ho raccontato ma c’è una storia che racconta che i sogni che si fanno dalla notte di Natale a quella del 5 gennaio ….-

 

DICEMBRE 2020

Novembre in realtà era stato “colorato” anche per altri motivi oltre alle zone in cui era divisa l’Italia: in un anno che aveva messo tutti di fronte alle loro fragilità, un anno dove tutto era stato stravolto e capovolto, un anno dove  tante attività avevano chiuso i battenti per sempre, cosa aveva fatto Daisy? Aveva deciso di collaborare all’apertura di una nuova attività.

E così Novembre era stato come la notte di Capodanno … un mese di “fuochi artificiali”! Un susseguirsi di cose da fare, documenti da preparare, incartamenti da presentare.

E poi era arrivato il 30 novembre e con lui il giorno dell’inaugurazione.

Inaugurazione ai tempi del Covid … fino al giorno prima nemmeno sapeva se sarebbero riuscite ad aprire … e invece eccole lì … raggianti ad accogliere le clienti che, a piccoli gruppi per non creare assembramenti, si erano susseguite per tutta la giornata.

Contenta, soddisfatta, anche se più persone l’avevano apostrofata dicendo.

-Certo che ci vuole un bel coraggio ad aprire in un periodo simile!-

E lei serafica rispondeva:

-Se avessimo dovuto aspettare che tutto tornasse come prima, chissà se e quando avremmo potuto iniziare!-

Di queste cose parlava spesso con Gioia, che era il suo “angolo di paradiso” quando aveva voglia di riposare un po’ e di rinfrancare un po’ lo spirito.

Gioia era una delle poche che poteva capirla, visto che dopo parecchi anni come dipendente, aveva deciso di rilevare un grazioso bar e diventare la proprietaria di quello che aveva trasformato in una vera e propria “bomboniera”.

E quando aveva fatto tutto questo? In pieno boom economico?? Macchè!! Ad Agosto 2020, in piena emergenza Covid.

Finiti i fasti dell’inaugurazione , bisognava fare i conti con i contagi che crescevano, le imminenti festività che avrebbero agevolato il ritrovarsi tra parenti e quindi un ulteriore probabile incremento dei positivi.

Ma ci aveva pensato il Governo a “smorzare” qualunque velleità: dal 20 dicembre al 6 gennaio l’Italia diventava tutta “rossa” nei giorni festivi e prefestivi e arancione negli altri.

Questo, in termini economici, per un’attività che stava partendo, era a dir poco deleterio. Dicembre è da sempre periodo in cui la gente si “fa bella” , si prende un po’ più cura di sé, regala qualche piccolo pensiero agli amici.

Ma, con ristoranti chiusi durante le festività, nessuna possibilità di spostamenti o quasi, tutto quello che poteva essere spunto per fare qualche acquisto, scemava miseramente.

Daisy non se la prendeva più di tanto. Il suo motto era: “ non può mica durare per sempre!”

Intanto, proprio a ridosso delle festività, in mezzo a tutto questo pessimismo cosmico, una sottile lama di luce era arrivata.

Una piccolissima speranza si era fatta strada in mezzo all’autocommiserazione, alla tristezza, all’abbruttimento: stava arrivando il vaccino.

Subito dopo Natale sarebbe partita la campagna di vaccinazioni che era stata pubblicizzata con l’immagine di un fiore … perché, come aveva detto il suo ideatore (l' Architetto Stefano Boeri), si era ispirato ad una canzone di Sergio Endrigo che diceva “per fare tutto ci vuole un fiore” … e il fiore prescelto era una primula.

Proprio di questo parlavano Daisy e Gioia durante uno dei loro appuntamenti “all’alba”.

-Ti ricordi Gioia ad inizio anno,  il giorno della befana mi hai fatto un cappuccino con il decoro e il decoro assomigliava ad una Primula e tu mi avevi raccontato di averla sognata la notte precedente? Quella notte là era la dodicesima notte, quella che ti racconta come sarà dicembre. Direi che il tuo sogno era un vero e proprio sogno premonitore!-

E poi girandosi verso L’Uomo:

-e tu che dicevi che erano tutte coincidenze!! Quando andiamo a casa mi tiro fuori gli appunti dei 12 sogni e tiriamo le somme … tanto ormai anche dicembre sta per finire … ciao Gioia tanti auguri e ci vediamo l’anno prossimo!!-

Tornati a casa, presi da altre faccende, la storia delle 12 notti era stata temporaneamente messa da parte.

Ma il giorno di Natale, dopo pranzo,  riponendo qualcosa in un cassetto, ecco i foglietti occhieggiare.

-Ehi, ho trovato i foglietti delle 12 notti. Ti va di darci un’occhiata per vedere quanto ci hanno azzeccato? Dai pigrone!! Non avrai mica paura di scoprire che tua moglie è “una strega”?

Spetta che faccio una lista ordinata.-

Ed ecco la lista:

prima notte:  25-26 dicembre la notte  “di gennaio”.  Abbiamo sognato entrambi giornate piene di sole ed effettivamente  gennaio è stato così. Direi fattucchiera batte “piedi per terra”   1 a zero

seconda notte 26-27 dicembre – febbraio.  Inizio del sogno più o meno come il precedente ma verso la fine è arrivato il brutto tempo e tutti sono corsi ai ripari chiudendosi in casa. Com’è stata la fine di febbraio?? NO COMMENT ... Direi 2 a zero per me

terza notte 27-28 dicembre – marzo. Aveva sognato che l’avevano messa agli arresti domiciliari. E infatti lei insieme a più o meno altri 60 milioni di italiani era rimasta per tutto marzo “rinchiusa”. 3 a zero

quarta notte 28-29 dicembre – aprile. Nel sogno erano loro tre da soli, con le faccette tristi e una tavola apparecchiata in giardino con la tovaglia della festa. Tutto aprile era stato la fotocopia di marzo e per rendere un po’ meno malinconica la Pasqua avevano deciso di pranzare in giardino. 4 a zero

quinta notte 29-30 dicembre – maggio. Tutto, nel sogno faceva pensare alla libertà. Musiche, balli. Ed infatti a maggio c’era stato il ritorno ad una pseudo normalità. Che aveva dato un po’ alla testa. Come un’ubriacatura. Comunque … 5 a zero

sesta notte 30-31 dicembre –giugno. Il sogno era stato bello, sereno e giugno lo era stato altrettanto. 6 a zero

settima notte 31 dicembre-01gennaio – luglio. Aveva sognato di andare al mare e di essere felice e a luglio erano andati al mare. Ma non un “mare” qualunque … erano andati a trovare Claudio e con lui gli amici del gruppo di lettura … non si poteva non essere felici. 7 a zero.

Ottava notte 01-02 gennaio – agosto. Nel sogno era tutto un po’ “finto” … come nei film. Nella realtà agosto era stato un mese vissuto come in attesa. 8 a zero

Nona notte 02-03 gennaio – settembre. Aveva sognato che gli studenti volevano andare a scuola e non potevano e che su tutti aleggiava un senso di impoverimento: A settembre gli studenti non erano tornati a scuola e tutti i luoghi deputati alla cultura ( teatri, cinema, biblioteche) restavano chiusi. 9 a zero

Decima notte 03-04 gennaio – ottobre. Nel sogno, evocato da una maschera veneziana appesa ad uno specchio, tanta gente in maschera. Nella realtà ad ottobre si erano cercate nuove strade per far fronte al contagio ma la mascherina, unita al gel disinfettante, restavano le migliori armi. 10 a zero

Undicesima notte 04-05 gennaio – novembre. Un sogno colorato … tanti colori ovunque. A Novembre avevamo fatto i conti con l’Italia gialla-arancio-rossa. 11 a zero

Dodicesima notte 05-06 gennaio – dicembre. 2 sogni ( il suo e quello di Gioia). Nel suo tutto era cupo finchè non era sbucato un raggio di sole. In quello di Gioia tutto era deserto finchè ad un certo punto la gente era tornata ad animare le vie e le piazze e in lontananza c’era una primula. A dicembre un piccolo bagliore di speranza era rappresentato dal vaccino che aveva come simbolo un fiore, una primula appunto. 12 a zero.

-Direi che 12 su 12 non si possono chiamare casualità … dai ammettilo che ci deve essere un fondo di verità in questa storia … -

-Effettivamente, vista come me l’hai riassunta, quasi quasi … ho sempre pensato che tu fossi una streghetta!-

Si erano abbracciati stretti sul divano, poi lui si era alzato trascinandola con sé, sorridendo e dicendo:

-che ne dici se ci trasferiamo al piano di sopra che vorrei proprio studiarti un po’ meglio da vicino … per capire dove nascondi le tue stregonerie!!-

E lei facendo finta di cadere dalle nuvole, con una faccia da schiaffi impagabile:

-Sai cosa stavo pensando? Che stanotte è la prima delle dodici notti sante e il sogno che farò stanotte mi dirà come sarà gennaio … visto il successo dell’anno scorso che ne dici se ricomincio a prendere appunti?-

E lui sconsolato:

-Ancora??? NO, DAI, TI PREGO …




martedì 5 gennaio 2021

LE DODICI NOTTI -UNDICI-

                                              (Foto trovata in rete)
 

05-01-2020

La prima cosa che faceva ogni mattina quando si alzava, era di far avanzare di qualche passo i Re Magi verso la Capanna.

Quella mattina si era accorta che ormai i tre Re venuti dall’Oriente erano in vista del traguardo … avevano camminato più o meno da inizio dicembre e il giorno dopo avrebbero avuto il loro “momento di gloria” … chi in piedi, chi inginocchiato, sarebbero stati al cospetto del Bambino per adorarlo e porgere i loro doni.

Figure così importanti nella storia della Cristianità ( non dimentichiamo che  al ritorno avevano cambiato strada per evitare di rivedere Erode che cercava anche lui il Bambino ma con tutt’altri fini) nel presepe erano relegati a ruolo di “comparsa” … non facevano in tempo ad arrivare che era già ora di smontare e riporre tutto negli scatoloni fino al dicembre successivo.

Stavano “sulla scena” molto di più il Bue e l’Asinello (per dire) che … OK erano il riscaldamento ecologico della capanna ma, insomma, sempre di due animali si trattava.

E del pastorello adorante con la pecorella al suo fianco ne vogliamo parlare? Quasi sempre “in prima fila”, si godeva lo spettacolo come se avesse acquistato un biglietto “all inclusive” … ed era solo un ragazzino che possedeva una sola pecorella.

E lo zampognaro, il muratore che costruiva la casa, i commercianti ambulanti con le loro bancarelle lungo la strada … tutti, persino la lavandaia al ruscello e la ragazza con l’anfora in testa che porta a casa l’acqua, per non parlare della vecchina che filava o del ragazzino con il cane, tutti, veramente tutti, stavano in scena più dei Re Magi.

Che razza di considerazioni le passavano per la testa!! Del resto quando hai un po’ più di tempo a disposizione è logico che i pensieri vadano a briglia sciolta.

Aperta la porta di casa aveva trovato ad attenderla un’altra splendida giornata di sole … non ci aveva pensato nemmeno 5 minuti: si era vestita in gran velocità, indossato le sue Reebok preferite, fatto indossare collare e guinzaglio alle sue “ragazze pelose” ed era uscita nella campagna silenziosa.

I primi 10 minuti di uscita, con due bestiole di oltre 40 kg attaccate ognuna ad una mano, voleva dire fare quello che lei scherzosamente chiamava “ la cavalcata delle valkirie” … passi lunghi e veloci, perché le amate “cagnoline” avevano voglia di sgambare.

La cosa strana era che le “bestiole” disponevano di un giardino notevole ( oltre 1000 mq) eppure quando uscivano fuori dal cancello sembravano ergastolani ai quali sia stata concessa l’amnistia. E tiravano, tiravano … si era fermata a pensare che se avesse avuto un paio di pattini a rotelle l’uscita con le “belve” sarebbe stata molto più agevole.

Chissà perché l’immagine di lei trainata da due cagnolone al galoppo l’aveva fatta sorridere e pensare che poteva proporlo come  attrazione in qualche circo. Gli animalisti boicottavano il circo e lo sfruttamento o il maltrattamento degli animali, ma in quel caso l’unico “animale” maltrattato perché obbligato a fare i “tour de force” era lei.

Associazione di idee:

- circo – tendone - bandierine colorate e svolazzanti attaccate in alto per richiamare l’attenzione dei passanti.

- correre – auto da corsa - gran premio – bandiera a scacchi sventolante ad ogni giro – tute multicolori nei paddock

- ancora circo – trapezisti ma anche funamboli, giocolieri e  pagliacci con i loro vestiti a toppe colorate.

Guarda un po’ che pensieri le passavano per la testa! Dovunque giravi, andava sempre a finire in qualcosa di colorato … e di tanti colori.

Più o meno come il sogno della notte precedente: le sembrava di essere alla fiera del paese e stava passeggiando all’interno di una mostra estemporanea di pittura.

Tanti pittori sulle rive del fiume che dipingevano in “tempo reale” le loro opere sotto gli occhi dei visitatori.

E dappertutto quadri finiti con paesaggi, ritratti e astratti dalle molteplici tonalità … e stracci usati per pulire i pennelli che assomigliavano al costume di arlecchino.

Un sogno veramente bello che l’aveva messa di buonumore: l’unica nota stonata era che la fiera del suo paese era ad aprile (oppure a settembre), ma il sogno della notte precedente riguardava novembre.

Cosa c’era che non quadrava??

Ci avrebbe pensato tra 11 mesi … inutile preoccuparsene ora …


 NOVEMBRE 2020

Sembrava un brutto film … di quelli che non vedi l’ora di uscire dalla sala, pensare che hai buttato via i soldi del biglietto e chiuderla lì.

Ed invece non era un film, ma la vita della popolazione di un intero pianeta che era stata stravolta.

Il giorno prima potevi andare e tornare da una parte all’altra del mondo senza vincoli  e il giorno dopo ti avevano messo agli “arresti domiciliari”.

La sua generazione era la prima che era nata e vissuta senza aver mai conosciuto la guerra, quindi convinta che la libertà fosse qualcosa di “Inalienabile” , che niente e nessuno potesse toccarla e invece …

Era la generazione che aveva sconfitto malattie come la Polio, il Tetano, il Vaiolo … malattie gravi, malattie a causa delle quali si moriva … fino all’arrivo del vaccino.

E ora? Dopo oltre 8 mesi ancora si combatteva una guerra dove il nemico era invisibile ad occhio nudo, e subdolo, e nessuno sapeva veramente cosa fare per sbarazzarsene.

Nel tentativo di non chiudere TUTTO nuovamente, il Governo aveva deciso di adottare dei provvedimenti più mirati dividendo la penisola in zone colorate.

--giallo = contagi gestibili: la vita procedeva “quasi normalmente”    (ad eccezione di poche attività chiuse) con qualche attenzione ( uso della mascherina e del gel disinfettante, coprifuoco dopo le 22)

--arancione = contagi difficilmente gestibili: era vietato uscire dai confini regionali e le attività erano contingentate

--rosso = contagi fuori controllo: era vietato uscire dai confini comunali e le attività era chiuse ad eccezione di quelle primarie

Le zone cambiavano colore più o meno settimanalmente seguendo la curva dei contagi … si viveva praticamente  “alla giornata” … non si potevano fare progetti a lungo termine perché tutto poteva essere stravolto da un giorno all’altro.

La gente era divisa in due fazioni:

da una parte i “negazionisti” che dicevano che era tutta una macchinazione, che il virus non esisteva, che c’era chissà quale complotto.

Dall’altra quelli che invece temevano, per la loro incolumità e per quella dei loro cari. Che soffrivano per la mancanza di libertà ma che si attenevano alle regole e così facendo si auguravano che tutto potesse risolversi al meglio.

Gli uni sollecitavano gli altri a “svegliarsi”, ad aprire gli occhi, a capire che tutto era un disegno malvagio ordito dai Poteri Forti..

Gli altri semplicemente subivano questo stato di cose ma mettevano in atto tutti i protocolli necessari per tentare di uscire da questo “brutto film”.

Non avevano pagato alcun biglietto per assistere allo spettacolo e si erano trovati, loro malgrado, attori involontari e inconsapevoli.

Passò anche Novembre …


lunedì 4 gennaio 2021

LE DODICI NOTTI -10-

 

                                                                 (Foto trovata in rete)

04-01-2020

Aveva dormito un po’ più del solito, complice anche il fatto che fosse sabato e che la sera prima, dopo essersi scontrati con parecchi ristoranti chiusi per ferie o per turno, avevano cenato veramente tardi.

E poi era stato così bello attardarsi a chiacchierare … amava molto la sua piccola famiglia, stare con loro, godere della loro compagnia … in questo era una “capricorna” a tutti gli effetti … donna solida, con i piedi per terra, attaccata alla famiglia, agli affetti.

Una delle sue frasi ricorrenti era: ”A me, contro di me, puoi dire tutto quello che vuoi, ma non toccare mio marito o mio figlio perché divento una furia”

E insomma, anche questo era stato un vero e proprio compleanno con i fiocchi!

Aveva deciso di mettere mano alla corrispondenza (per lo più bollette e pubblicità) e poi di fare una bella passeggiata. Anche quel giorno infatti non si capacitava che il tempo fosse così clemente.

La sua vicina l’aveva salutata quando era uscita dal cancello e avevano scambiato 2 parole sulle stranezze del tempo metereologico di quel periodo … finché si allontana aveva sentito la vecchietta che diceva:

-Ahhh ma tanto non dura … prima o dopo queste belle giornate le pagheremo care- ( col senno di poi, si era rivelata una ”Cassandra” del ventunesimo secolo.)

Camminare a lungo con l’aria fredda che le schiaffeggiava il viso aveva sempre due effetti benefici:

1-tornava a casa che assomigliava ad Heidi dell’omonimo cartone animato (aveva le guance rosse e gli occhi che brillavano)

2-sicuramente aveva  tempo e modo per fare un po’ di ordine nei pensieri.

E anche quel giorno l’obbiettivo era stato raggiunto:

-camminando aveva pianificato tutti i lavori da fare in ufficio nelle settimane a venire, si era creata una “tabella mentale” dove ogni cosa era andata al suo posto

-aveva fatto parecchie foto, alcune delle quali avrebbero illustrato un racconto che aveva abbozzato prendendo spunto da quanto la circondava.

Era arrivata nella piazza di un piccolo paese e si era diretta verso il bar per bere qualcosa di caldo e magari fare quello che una sua cara amica chiamava “pipi-stop”

Aveva chiesto un the e finché questo si raffreddava un po’ (siete mai riusciti a bere un the al bar non appena ve lo servono al tavolo??Daisy mai! diceva che era come bere la lava dell’Etna) era andata in bagno.

Una sua idea, che era frutto di anni e anni di viaggi, era che dal bagno di un locale si capissero molte cose … da quello che si vedeva ma soprattutto da quello che “si sentiva” ci si faceva un’idea puntuale di come era il resto.

Era andata in ristoranti stellati dove i bagni assomigliavano vagamente alle fogne a cielo aperto dell’India, così come aveva mangiato in trattorie senza alcuna pretesa dove il bagno era “splendido splendente”.

Aveva usato bagni in autogrill solo perché “proprio non ce la faceva più”, bagni dove bisognava fare attenzione a cosa si toccava … o meglio: bisognava fare attenzione a non toccare nulla e risvoltarsi i pantaloni fino al ginocchio affinché non toccassero terra.

Una volta si era persino lamentata delle condizioni igieniche con la signora addetta alle pulizie, la quale, piccata, aveva risposto che probabilmente era stata la persona precedente a lasciare in disordine.

Non aveva voluto alimentare la polemica, ma gli odori e una certa patina opaca dicevano che l’ambiente aveva decisamente bisogno di una pulita energica, magari con della nitroglicerina. Forse radere al suolo il tutto era l’unico metodo per risolvere il problema.

Era rimasta invece piacevolmente sorpresa in Egitto, sulla strada che da Alessandria porta all’Oasi di Siwa … praticamente un lungo serpentone d’asfalto in mezzo al deserto … e ad un certo punto, in mezzo al nulla più assoluto un bar, ma che dico un bar, un bazar … ma che dico bazar … non si sapeva bene come catalogarlo. Era un cubo di mattoni rossi non intonacati, con porte e finestre senza serramenti e uno spiazzo con 4 ombrelloni e altrettanti tavolini.

Entrati ci si trovava dentro un locale che sembrava più un magazzino che un bar … scaffali metallici pieni di scatoloni dai quali occhieggiavano merendine, crackers, biscotti e patatine. La macchina del caffè e il frigo per i gelati erano alimentati da un rumorosissimo gruppo elettrogeno.

Si attraversava tutto questo locale per trovarsi davanti ad una porticina sulla quale era disegnata l’immagine stilizzata (era pur sempre l’Egitto, patria dei geroglifici!) di due mani nell’atto di lavarsi sotto un getto d’acqua.

La curiosità e “il bisogno” l’avevano avuta vinta e Daisy si era avventurata oltre quella porta: una piacevolissima sorpresa l’attendeva oltre l’uscio.

Due ambienti minuscoli ma che splendevano e profumavano di pulito. Quindi mai giudicare un libro dalla copertina e un locale dalla facciata.

Ma torniamo a Daisy e al the che si stava lentamente raffreddando al tavolo.

Si era lavata le mani e specchiandosi, quello che aveva visto le era piaciuto molto: aveva un bel colorito acceso senza bisogno di ricorrere a fondotinta e fard, gli occhi che brillavano e le labbra rese tumide dall’aria fredda.

Nell’angolo dello specchio le sorrideva, di un sorriso benevolo, una maschera in ceramica variopinta, tipico souvenir Veneziano.

La maschera!! Il sogno della notte precedente … durante tutta la notte le era sembrato di aggirarsi nel back stage di una clip dei “Rondò Veneziano” … tutti vestiti con abiti tipici dei secoli scorsi e tutti rigorosamente in maschera.

Tornata la tavolo, sorseggiando il the, si era chiesta come mai la “maschera” fosse ricorrente nei suoi sogni di quegli ultimi giorni … che fosse perché il carnevale si stava avvicinando?

 

OTTOBRE 2020

E ottobre portò il suo carico di contagi, non cruento come la primavera precedente, ma lento e continuo. Questa volta il Governo aveva deciso di non chiudere tutto come a Marzo, ma di adottare sistemi diversi cercando di mantenere una pseudo libertà.

Ci furono quindi attività che avevano appena riaperto che si trovarono nuovamente a dover abbassare le serrande (forse anche per sempre), altre attività legate al periodo autunnale e soprattutto invernale che attendevano direttive per capire quale sarebbe stata la loro sorte, altre attività ancora che non avevano più riaperto da marzo.

La mascherina era diventata ormai “una di famiglia” … sempre presente, nessuno usciva senza, coscienti che fosse, al momento, una delle poche cose che potessero aiutare a combattere il Virus.

Un altro mese volò via e intanto si iniziò a sentir parlare di “coprifuoco” e zone colorate … l’Italia a Novembre sarebbe assomigliata alla tavolozza di un pittore …E intanto la gente si chiedeva se tutto questo prima o poi, sarebbe finito.


domenica 3 gennaio 2021

LE DODICI NOTTI -NOVE-

 

                                                                 (Foto trovata in rete)

03-01-2020

“Eccoci arrivati ad un altro compleanno” pensò appena sveglia …

Sbirciò fuori dalla finestra … il sole splendeva e il cielo era di un azzurro accecante. Prima di potersi godere la SUA giornata, aveva un’incombenza da espletare.

L’Uomo, il SUO UOMO, le aveva fatto un regalo quantomeno singolare: un incontro con la fisioterapista che lui frequentava già da un po’ per un problema alla spalla, per cercare di risolvere quel fastidio alla schiena che la perseguitava dal settembre precedente.

-Ma scusa, proprio il giorno del mio compleanno dovevi  prendere appuntamento?? Con tanti altri giorni ... -

-Sì ma ti conosco, qualunque altro giorno avresti avuto qualcos’altro da fare … il giorno del tuo compleanno invece … e quale miglior regalo se non quello di provare a rimettere in sesto la tua schiena! Dai, vedi la mia buona intenzione!!-

E così aveva conosciuto Valeria, giovane donna con un curriculum da fare invidia a professionisti molto più anziani di lei. Avevano parlato di tante cose e poi avevano iniziato a fare un po’ di anamnesi.

Nome, cognome, età e poi la domanda cruciale:

-Da quant’è che ha questo dolore?-

-Ehhm, da settembre …-

- E scusi se glielo domando: com’è che ha aspettato 3 mesi prima di rivolgersi ad uno specialista?-

-Mah sa com’è … ero convinta che sarebbe passato da solo, quindi ho aspettato un po’ …-

Valeria l’aveva guardata in viso perplessa e poi aveva sorriso:

-Lei è cosciente vero che questa è la stessa risposta che mi ha dato suo marito tempo fa, quando è venuto in studio la prima volta e gli ho chiesto perché si fosse rivolto a me dopo aver patito per la spalla dolorante per tanto tempo? Cos’è? Un vizio di famiglia aspettare “sperando che passi”?-

-Sa come si dice no? “chi si somiglia, si piglia!”- ed entrambe era scoppiate in una fragorosa risata.

La seduta era finita, la fisioterapista le aveva dato “i compiti per casa” ( esercizi da fare ogni sera per “scaricare” la tensione della schiena) e si erano salutate con empatia.

Adesso aveva un’ora da “spendere” in attesa che anche l’Uomo si sottoponesse alle manovre di Valeria.

Che fare nel frattempo? La giornata era bellissima, il posto dove era situato lo studio della professionista era immerso nella campagna … avrebbe fatto una bella camminata.

Si era avviata da poco lungo un sentiero che costeggiava un piccolo corso d’acqua quando aveva sentito vibrare il telefono.

Aveva cercato di capire chi fosse guardando il display e un sorriso le era salito alle labbra … si trattava di Giovanni, una persona conosciuta tramite facebook, che si era rivelata essere splendida, e con la quale ogni tanto c’era uno scambio di messaggi e battute. Era la tipica persona che poteva rendere bella una giornata “così così” e fantastica una giornata già speciale.

Rispose con impeto … dall’altra parte, Giovanni, con la sua calda cadenza “sicula” aveva esordito facendole gli auguri e interessandosi di quali fossero i suoi progetti per la giornata.

-Sai in realtà sia io che mio marito stamattina avevamo appuntamento dalla fisioterapista, quindi …-

-Se non la finite con questo Kamasutra Estremo, qualche giorno rimarrete talmente “annodati” che servirà l’esorcista per rimettervi a posto!!-

Eccolo là: la battuta simpatica, mai fuori posto … giusta per strapparti un sorriso.

Si erano salutati e lei era tornata sui suoi passi.

La giornata era proseguita nel migliore dei modi facendo i turisti in una vicina città d’arte, passeggiando per viuzze nascoste e corsi affollati di gente che ancora godeva di qualche giorno di festa.

Al sole, nelle ore più calde, si stava bene anche senza cappotto.

E fu solo a cena che parlando del più e del meno venne fuori la storia delle dodici notti.

-Non ti sento più parlare delle 12 notti … è un caso, lo fai di proposito o proprio non ti ricordi cosa hai sognato? Tipo: la notte scorsa … possiamo avere uno “spoiler” di settembre e ci vuoi tenere nell’ignoranza più assoluta?-

-In realtà mi ricordo pochissimo della notte scorsa … mi ricordo bene di  una cosa che mi è sembrata un paradosso: mi ricordo che gli studenti VOLEVANO andare a scuola e non potevano. Non ti sembra una cosa strana? Solitamente è il contrario: gli studenti DEVONO andare a scuola e non vogliono. Mah … ‘sta storia dei sogni è sempre più incasinata … a un certo punto mi sembrava di essere sulle montagne russe, in un “su e giù” sempre più veloce la testa che girava e non ci capivo più niente. E sentivo un senso di “impoverimento” che non era solo quello economico, ma c’era di più, molto di più. 

Sai che c’è?? Mannaggia alla volta che ho voluto seguire questa leggenda!! Vorrei smetterla, ma mancano solo 3 notti, ormai il più è fatto … ma ti assicuro che è stata la prima e ultima volta!-

 

SETTEMBRE 2020

Dopo la “tregua armata” di agosto,  settembre si era fatto avanti con le solite restrizioni (distanziamento sociale, mascherina sempre e in ogni dove) ma forti della curva dei contagi che era scesa in modo considerevole, le persone erano quasi convinte di esserne fuori.

Ed invece … ed invece erano cominciate le scuole e, NON per colpa delle scuole dove tutte le precauzioni erano osservate in modo rigoroso, ma per l’affollamento del mezzi pubblici e forse anche un po’  colpa dell’ottimismo che si respirava, piano piano la curva aveva ripreso a salire.

Ed ecco tutti parlare della seconda ondata, ed ecco ancora titoli clamorosi sull’aumento dei contagi, e il governo che doveva pensare a come fare per provare ad arginare i contagi.

Condivisibili o meno le misure del governo, si era pensato che probabilmente, visto che la “seconda ondata” ( che poi seconda ondata non era considerato che la prima non si era mai completamente esaurita) era iniziata verso metà settembre, che potesse essere colpa della riapertura delle scuole, e così per l’ennesima volta veniva applicata la Didattica a Distanza part-time. Studenti in presenza e studenti in collegamento da casa.

Che tristezza!! La scuola che da sempre crea sinergie, contatti, tesse amicizie, amori era vista come “l’Untore” di turno … si vietava ai giovani di frequentarsi, si sacrificava quello che è un diritto in nome del “Bene Comune”…

E la stessa sorte avevano subìto Cinema, Teatri e Biblioteche. Tutti i luoghi deputati alla cultura erano in quel periodo “demonizzati” … Senza Cultura, senza l’esercizio della Cultura ( spettacoli teatrali e/o musicali, incontri di lettura e film) si diventa più “poveri” , di una “mancanza” non monetaria ma fatta di interessi, di scambi di idee … una povertà forse più subdola, perché meno appariscente, ma non per questo meno grave.

E tutto era ancora, di nuovo, difficile e difficilmente gestibile.