martedì 15 marzo 2022
MODERATORE A CHI???
domenica 6 febbraio 2022
SEI TU ...
06-02-2022
Uno che
non passa inosservato … uno che ha carisma … uno che sa cosa vuole e se lo va a
prendere … uno che quando si mette in testa una cosa stai pur sicuro che la
farà …
Questo e
molto altro sei tu … sei un uomo impegnato e “impegnativo” (mica è sempre
facile tenere il tuo passo) … sei un tipo che chiede molto, alle volte troppo a
se stesso … uno che non si arrende mai …
La vita
ti ha messo davanti a “prove importanti” , prove che avrebbero terrorizzato
chiunque ma non te …
Ti sei
trovato a 23 anni, nel lontano 1988 a dover scegliere se mollare tutto o
prendere le redini di “un sogno”.
Perché
l’Azienda è il “tuo sogno” … la tua creatura … ci hai dedicato praticamente
tutta la vita e non sono sempre state “rose e fiori” … a 23 anni avevi tutto il
diritto di dire “no grazie” e decidere di fare una scelta meno coraggiosa … e
invece no … testa bassa e avanti tutta.
E
quest’anno la “ tua creatura” (che prima di essere tua , è stata il sogno del
tuo papà) compie 70 anni tondi tondi.
Bel
traguardo … ti si accendono gli occhi quando mi racconti le cose che stai
architettando per far sì che sia un anniversario da ricordare.
Mi piace
quando sento la gente che parla di te e percepisco la stima e il rispetto che
hanno e mi piace quando “tutto rema contro” ed è allora che viene fuori di che
pasta sei fatto … per certi versi sei un uomo all’antica, di quelli che “la
parola data è sacra” … e così tanto più la sfida è impegnativa, tanto più diventa
stimolante.
Ed è
stato così anche in quest’ultimo anno … proposte di collaborazioni “di
prestigio” ma che di fatto si trasformavano in un ulteriore incarico oneroso
per tempi e scadenze: non ti ho mai visto inquieto o timoroso … hai trovato in
nostro figlio un ottimo compagno di avventura che ti affianca e ti spalleggia.
Non c’è
niente che ti spaventa: ti rimbocchi le maniche, indossi la tuta ed ecco il
nostro AD torna con le “mani in pasta”.
San
Francesco diceva:
-Chi lavora con le
mani è un lavoratore,
chi lavora con le
mani e la testa è un Artigiano
chi lavora con le
mani, la testa ed il cuore è un ARTISTA-
direi
che questa frase ti si addice alla perfezione … sei un Artista a tutto tondo.
Ma
fortunatamente , se anche il lavoro ti assorbe così tanto, NON sei solo lavoro
… ami il “BELLO” sia esso arte, musica o spettacolo.
E così
eccoti qui, Presidente del Teatro; dopo un inizio incerto e quasi subito
stoppato nel 2020, hai voluto fortemente ripartire nel 2021 anche se ancora le
incognite sono tante … la stagione sta procedendo bene, il teatro ha fatto
“sold out” per il concerto di Natale … la gente è ancora un po’ timorosa ma ha
anche tanta voglia di riprendere in mano la propria vita … e tu sei già lì che progetti la prossima
stagione.
E poi la
tua più bella caratteristica: la curiosità, il desiderio di sapere.
La tua
intelligenza nel scegliere di frequentare persone anche molto diverse da te per
cultura, idee e convinzioni … consapevole che sono proprio le differenze che ci
arricchiscono ( e in questo siamo talmente simili!)
E poi
voglia di approfondire, di “ andare sul posto” per toccare con mano luoghi
teatro di eventi storici.
Insomma
sei una di quelle persone che , dopo una presentazione sommaria, mi piacerebbe
conoscere e frequentare .
L’ho
detto all’inizio, lo ribadisco qui: non è sempre facile “starti dietro” … ma
non mi spavento … ti lascio andare con il tuo passo , qualche volta cammino con
te, qualche volta rimango un po’ indietro … l’importante è che ci troviamo ogni
sera a “fine tappa”
E se
fino a qualche settimana fa, una canzone che mi faceva pensare a te era questa
( perché tu per me sei veramente “il più grande spettacolo dopo il Big Bang”)
Da
qualche giorno ne ho trovata una molto bella, molto dolce, che ti voglio
dedicare
“…..e accompagni i
miei passi, come fossi un bambino,
sei la cosa più
bella che ho sempre difeso,
e hai sconfitto i
miei dubbi quando io mi ero arreso.
Che ci vuole una
forza incredibile per dire –buongiorno-
Mentre provi a
vagare tra te e chi sta intorno,
mi hai visto
credere in me e poi non crederci più
ma l’insistenza di
vivere appesi ad un filo
SEI TU………….
……..prendi ancora
se vuoi la mia rabbia in affitto,
la distanza tra un
uomo che ha vinto ed un uomo sconfitto
SEI TU….” (Fabrizio
Moro)
E come
dicono i pellegrini che vanno verso Santiago incontrandosi:
“BUEN
CAMINO , ULTREIA ET SUSEIA” ( ancora più avanti, ancora più in alto)
BUON
COMPLEANNO ANIMA MIA…
lunedì 31 gennaio 2022
ANCORA QUELLA PANCHINA AL PARCO
E si
ritrovano ancora là, su quella panchina che ormai è diventata il loro luogo
“segreto”.
La mamma
appoggia la testa sulla spalla della figlia e dice:
“L’altro
giorno hai voluto che ti raccontassi per l’ennesima volta di me, della mia
infanzia, della mia adolescenza, le mie esperienze di donna, di moglie, di
madre … direi che adesso tocca a te raccontarmi un po’ della tua vita … dai che
lo so che come me sei una chiacchierona!!”
La
figlia sorride sorniona e risponde:
“ Cosa
vuoi che ti racconti? Della mia infanzia e poi dell’adolescenza ne sai
sicuramente più tu di me!! Credo tu sia la persona che mi conosce meglio al
mondo!! Alle volte, quand’ero ragazzina mi stupivo di come capivi tutto prima
ancora che io avessi finito di pensare qualcosa … altre rimanevo stranita dal
fatto che “sapevi” ma mi lasciavi fare ugualmente, conscia che avrei sbagliato,
che ci avrei “sbattuto” il naso. Allora non capivo, ma adesso sì … il compito
di un genitore è quello di crescere e poi “liberare” i propri figli.
Mi piace
tanto quella poesia di Khalil Gibran che fa
-I
vostri figli non sono vostri figli
Sono
i figli e le figlie del desiderio che la vita ha di se stessa.
Essi
non provengono da voi, ma attraverso di voi.
E
sebbene stiano con voi non vi appartengono.
Potete
dar loro tutto il vostro amore ma non i vostri pensieri,
perché
essi hanno i propri pensieri.
Potete
offrire dimora ai loro corpi ma non alle loro anime
Perché
le loro anime abitano la casa del domani che voi non potete visitare, nemmeno
nei vostri sogni.
Potete
sforzarvi di essere simili a loro, ma non cercate di renderli simili a voi.
Perché
la vita non torna indietro e non si ferma a ieri.
Voi siete gli archi
dai quali i vostri figli, come frecce viventi , sono scoccati.
L’Arciere
vede il bersaglio sul percorso dell’infinito, e con la Sua forza vi piega
affinchè le sue frecce vadano veloci e lontane.
Lasciatevi
piegare con gioia dalla mano dell’Arciere
Poiché
così come ama ogni freccia che scocca, così Egli ama anche l’arco che sta
saldo.-
Ma ….
Torniamo a noi … cosa vuoi che ti racconti?”
E la
mamma, ad occhi chiusi, assaporando un timido raggio di sole in questa fredda
mattina invernale, replica:
“Tu lo
sai già cosa voglio che mi racconti, perché tu VUOI raccontarmelo, e la poesia
che hai appena declamato ne è la conferma … mi sono fermata a quando avevi 25
anni … eri già una donna, quindi in qualche modo il mio compito con te lo avevo
assolto … però mi manca tanto il “dopo” … è come se avessi visto solo il primo
tempo di una rappresentazione teatrale e poi mi avessero fatto uscire da teatro
controvoglia. Quello che ho visto mi è piaciuto molto e mi è rimasta la
curiosità di sapere il seguito … non voglio sapere “come va a finire” perché la
rappresentazione è ancora in corso ma … - cos’hai combinato da quando mi hai
tenuta stretta la mano per l’ultima volta oltre 30 anni fa??- Hai passato più tempo senza di me di quanto
ne abbiamo vissuto insieme … direi che ne hai da raccontare!! … ma facciamo
così: io faccio un –breve riassunto delle puntate precedenti- di fin dove ero
arrivata e poi tu mi racconti, con parole tue , il seguito. Dunque eravamo
rimasti che eri sposata da un po’, che stavate sistemando quello che sarebbe
diventato il vostro nido d’amore, che avevi un lavoro che non ti piaceva poi così
tanto … adesso tocca a te …” e così dicendo si accomoda meglio sulla panchina,
si stringe il cappottino un po’ demodè sulle curve abbondanti e si appresta a
godersi il resto dello spettacolo.
“ Ehhh …
insomma … non so da dove cominciare: la casa l’abbiamo sistemata ed è tutt’ora
il luogo più bello dove ritrovarci la sera dopo una giornata di lavoro. Il
lavoro … ho cambiato un paio di posti e poi ho trovato la mia giusta dimensione e da quasi trent’anni
faccio l’impiegata amministrativa per l’Azienda di famiglia. E mi piace … così
come mi piace camminare ( sono andata ben 2 volte a Santiago di Compostela e
una volta addirittura sono arrivata a piedi a Roma e sono andata a prendere la
benedizione dal Papa!!) e la mia passione per il Cammino mi ha fatto conoscere
un sacco di belle persone che per me sono un pezzetto di famiglia; e poi sono
andata a fare accoglienza in un ostello e anche lì ho conosciuto un sacco di
persone splendide … e poi durante la Pandemia ho iniziato a leggere dei libri
al telefono per un’amica che viveva da sola e ad oggi ho 2 gruppi con oltre 30
persone che tutte le mattine aspettano le mie letture … in più ho seguito il
tuo esempio e ho iniziato anni fa a fare l’orto e non hai idea di quante cose
metto nei vasetti per l’inverno …e faccio dei liquorini!! Direi che ti sei
persa una gran bella parte della mia vita …”
Tace un
attimo malinconica e la mamma la sprona:
“ si va
ben … sei rimasta quella che anche da bambina faceva sempre un sacco di cose e
mi domandavo allora e me lo domando anche adesso: ma come fai?? Comunque … mi
pare che abbiamo sorvolato una fetta bella importante della tua vita! Che fai,
la timida con tua madre?? Vuoi giocare alla donna del mistero? O ti sei tenuta
–la ciliegina- per far colpo? Vogliamo parlarne di quell’aitante giovanotto che
ha gli occhi uguali uguali ai miei??”
“ Ohhh
Lui … sai quando dicono - I figli sono la parte migliore di noi?- Ecco, lui è
veramente la parte migliore di me.
E’ nato
in una giornata fredda e limpida come oggi … è nato nelle prime ore di una
domenica e quel giorno in ospedale sono arrivati tutti, ma proprio tutti tutti
a trovarmi: Papà e Laura, e poi tutti i parenti dell’altro ramo della famiglia …
ho pensato a come un esserino così piccolo poteva far smuovere un sacco di
persone … ma in mezzo a tutte quelle persone mancavi tu … nel momento in cui
diventavo mamma, mancava la mia mamma con la quale condividere una gioia così
grande.
Sai … è
arrivato in punta di piedi, senza farmi tribolare troppo … l’hanno lavato, me l’hanno
messo tra le braccia e i nostri occhi si sono incontrati … non credo sia vero
che i neonati vedono solo le ombre … lui mi ha sgranato in faccia un paio di
occhioni che, come tu giustamente mi facevi notare, sono identici ai tuoi, e in
quel momento ho capito che sarebbe stato -per sempre-.
Essere
madre è una bella palestra (vengo a dirlo proprio a te … buffo vero?) … è ogni
giorno un’avventura, una splendida avventura … è un lungo viaggio che ti
coinvolge in toto.
Oggi è
il suo compleanno e sicuramente riceverà dei regali, ma il regalo più grande,
forse lui non lo sa, è quello che LUI fa a noi ogni giorno.
E’ il
suo modo di prendermi in giro raccontandomi storie sconclusionate alle quali io
-abbocco- sempre. È il suo essere sempre disponibile per noi quando ci vede in difficoltà,
è il suo entrare in ufficio con addosso quel -profumo di freddo- di chi è stato
all’aperto a lungo e dirmi tutto allegro –ciao vecchia!-, è il suo silenzio
quando le parole non servono, sono le sue 10mila parole a cascata quando mi
mette al corrente dei suoi sogni, delle sue aspirazioni, sono i suoi sogni che
con pazienza e tenacia trasforma piano piano in realtà.
Quel bel
marcantonio di tuo nipote è questo e molto altro e anno dopo anno continuo a
ripetermi che gran privilegio è essere la sua mamma.
Questa è tutta per te Dario....
sabato 29 gennaio 2022
UNA PANCHINA AL PARCO ................. un anno dopo
Sedute su una panchina nel parco stanno, vicine vicine, una
mamma e la sua bimba.
La bambina
si fa ancora più vicina e con un filo di voce dice:
“Mamma,
raccontami una storia … una di quelle belle, di quelle tue …”
La mamma
la guarda con occhi dolcissimi e chiede:
“Te le
ho già raccontate un sacco di volte, ma non ti stanchi mai di sentire sempre le
stesse?? E quale vuoi sentire delle -storie mie-“?
E la
bimba stendendosi sulla panchina e appoggiano il capo sulle ginocchia della
mamma, con la voce già un po’ assonnata e gli occhi che si chiudono, risponde:
“ Quella
di quando eri bambina ed eravate tanti fratelli, e poi quando sei cresciuta e c’era
la guerra e poi quando da ragazza hai conosciuto il papà che non era ancora il
mio papà, e quando sei andata a fare la mondina e poi … e poi … dai comincia …”
“ Allora
… vediamo … sono stata la prima e unica femmina in una famiglia di 5 figli …
mamma e papà adoravano tutti noi figli, così come anni dopo hanno adorato te,
tua sorella e gli altri cugini.
Eravamo
una famiglia semplice, di campagna: papà lavorava a mezzadria e la mamma faceva
–la mamma- e con 5 figli di lavoro ne aveva e anche tanto.
Poi un
brutto giorno arriva la guerra e quella che era una situazione già complicata,
diventa terribile. Mancava tutto: il lavoro, i soldi, qualcosa da mettere sulla
tavola 2 volte al giorno.
Ho
trascorso la mia adolescenza stando attenta ai soldati (tedeschi prima e “alleati”
verso la fine), ai bombardamenti, alla gente che, in un momento così tragico, anziché
stringersi gli uni agli altri, tiravano fuori il peggio … e così ho
visto gente che andava nei campi a
rubare per fame e altri che facevano la spia ai proprietari dei campi e questi
ultimi picchiavano a sangue i malcapitati ladri perché si erano permessi di
portar via qualche pannocchia per fare un po’ di polenta da dare ai loro
bambini. E ho visto gente di buon cuore nascondere nel fienile gli ebrei
durante i rastrellamenti e gente –meno buona- recarsi dai soldati tedeschi e
raccontare dove erano nascosti i perseguitati … e ho visto i soldati fucilare
sia chi era nascosto ma anche chi li aveva nascosti.
Poi,
poco dopo aver compiuto 14 anni, finalmente la pace … ma per chi è povero la
pace non è poi così diversa dalla guerra … si faceva fatica a sbarcare il
lunario prima e si continuava a far fatica anche dopo.
I nonni
nel frattempo non godevano proprio di buona salute e così toccava a me che ero
la più grande farmi carico di tante responsabilità anche se ero giovane, forse
troppo giovane per un fardello simile.
Conosco
tuo papà e un raggio di sole entra nella mia vita … era bello, alto, castano
con gli occhi azzurri … un principe azzurro … senza cavallo bianco ma con tanta
voglia di lavorare e far famiglia.
Lavoro
però , in questa nostra amata terra non ce n’è e così si guarda a Ovest e io
parto con una cugina per andare a far la mondina in provincia di Vercelli e papà parte per andare a cercar lavoro a
Torino.
Trova
lavoro, si ambienta, trova casa e decidiamo di metter su famiglia. Tu non sai
che bella che mi è sembrata la nostra casetta, la prima volta che l’ho vista!!
E poi tuo papà, che è sempre stato un cuore d’oro, trova casa anche per la sua
famiglia ( anche lui aveva lasciato al paese mamma, papà e 4 tra fratelli e
sorelle) e li aiuta a sistemarsi, accoglie a casa nostra, uno alla volta, i
miei fratelli più grandi, si prodiga per cercar loro un lavoro e alla fine
riusciamo a trovar casa anche ai miei genitori e ai due fratellini più piccoli.
Seguono anni
buoni (il famoso boom economico) … il lavoro non manca e con il lavoro, i sogni
da realizzare.
Nasce
tua sorella e dopo sei anni arrivi tu, il passerotto biondo della mamma. Io e
te viviamo i tuoi primi anni in simbiosi, sempre insieme.
Amo la
mia famiglia e lei per me viene prima di tutto: sono una donna allegra, mi
piace cantare mentre sbrigo le faccende domestiche o lavo i panni. Mia suocera
non mi capisce e si chiede perché io canti …
Dopo un
inizio di vita un po’ “disagiato”, avere figli sani, un marito con un lavoro
fisso, cibo tutti i giorni da mettere in tavola e da condividere con i parenti
e con gli amici, credo sia sufficiente per essere grati … del resto non era Sant’Agostino
che diceva che “ Chi canta prega due volte“?
E poi
sento il papà che arriva dalla fabbrica e sale le 4 rampe di scale
canticchiando e capisco che anche lui è felice di quanto abbiamo costruito
insieme e il cuore mi si riempie di gioia … VOI siete le mie gioie più grandi.
Ma adesso
è ora di andare … tu devi alzarti e andare incontro al nuovo giorno e io devo
tornare a casa, nel posto più bello del mondo.
Ci ritroviamo
presto …”
La mamma bacia la sua bimba dai corti capelli biondi e torna là, nel posto più bello del mondo, nel cuore di chi ancora, tenacemente, dopo 34 anni di assenza, si ostina a ricordarla quotidianamente e a passare una volta l’anno un po’ di tempo insieme sulla panchina per farle gli auguri.
Ovunque
tu sia
BUON
COMPLEANNO MAMMA.
martedì 7 settembre 2021
COSA RESTERA'
C’è
stato un “PRIMA” … la nostra vita Prima di febbraio 2020.
Un “PRIMA”
quando la mia generazione era convinta di essere padrona della propria vita.
Un “PRIMA”
dove ho conosciuto persone che ho considerato e chiamato “Amici” … per me la
parola Amicizia è una parola importante, con un valore altissimo e la uso con parsimonia.
Ma
quando dico “ questa persona è mia Amica”, puoi star sicuro che è perché il mio
sentimento è forte, fondato … troppo spesso è una parola che viene usata alla “leggera”
… viene considerata sinonimo di “ conoscenza”, di “frequentazione” i social
sono maestri in questo … per me NO … L’Amicizia è un sentimento, un sentimento
forte, un legame, è “sorellanza e fratellanza” …
Ho
conosciuto persone che ho desiderato avere per Amiche, alle quali ero convinta
mi legassero sentimenti puri e solidi : ripensandoci ora NON era così difficile
confondere una semplice conoscenza per Amicizia.
Da lontano
tutto è più facile: ci si scrive, si scherza e ci si prende un po' in giro, ci si vede magari 4-5
volte l’anno e in quelle 4-5 volte si cammina insieme, si condivide una
cena e poi tutti a casa propria. In quelle occasioni si ha appena il tempo di
aggiornarci su quanto ci è capitato dall’ultima volta in cui ci si è visti ed è
già ora di fare ritorno … magari non si trova il tempo per parlare dei massimi
sistemi, e magari va benissimo così.
Poi c’è
stato un “DURANTE” (parlo del Lockdown e dintorni) … un “DURANTE” che ci ha
visti impauriti, timorosi, angosciati … un “DURANTE” dove anche se lontani, ci
siamo stretti gli uni agli altri, provando a farci coraggio, ognuno nel modo
che gli era più consono.
In quei
giorni, dopo essermi resa disponibile con gli Amici del gruppo Veneto a parlare
un po’ al telefono se ne avessero sentito la necessità, ho ricevuto tante
telefonate di persone che forse vedevano in me un appiglio, qualcosa a cui
aggrapparsi in un momento dove tutto vacillava.
Loro non
lo sanno ( o forse sì ... chissà …) ma io ho ricevuto TANTO, TANTISSIMO da quelle
telefonate, io ho trovato in loro l’appiglio che mi serviva in certi giorni particolarmente bui …
Il “DURANTE”
ci ha messo tutti sullo stesso piano: eravamo persone spaventate da qualcosa che
non conoscevamo.
Non
importava se giovani o vecchi, se maschi o femmine, se persone in carriera
oppure studenti o pensionati … tutti temevamo per la nostra vita.
E anche
durante il “DURANTE” ho continuato a sentire “Amiche” persone che, di fatto,
per me lo erano.
Poi è
arrivato il “DOPO” cioè “L’OGGI” … dopo la grande paura, il momento di provare
a riprendersi un po’ della propria vita … quella vita fatta di affetti, amori,
amicizie, lavoro … ma anche il momento delle “scelte” … dello schierarsi … e qui
le cose hanno preso un’altra connotazione.
Ho
sempre pensato che sono le differenze che ci rendono unici e che arricchiscono
i sentimenti che gli uni provano per gli altri … mi ritrovo a scoprire che non tutti la pensano così …
Diceva Evelyn
Beatrice Hall (saggista che scriveva con lo pseudonimo di Stephen G.
Tallentyre) in una biografia di Voltaire “Non sono d’accordo con quello che
dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo”
Ecco: c’è
stato un momento in cui ho detto come la pensavo, onestamente e forse anche un
po’ ingenuamente, e alcuni “amici” si sono letteralmente eclissati …
Mi
ritrovo a pensare che forse era meglio aver fatto come gli “Ignavi” della
Divina Commedia.
Chi sono
gli Ignavi? “Coloro che nella vita non hanno mai avuto né espresso idee
proprie, e si sono sempre adeguati alla massa”
Sarebbe
stato molto più semplice glissare, non dare risposte schiette a domande “
buttate là per caso” …
NON sono
fatta per le cose semplici, ma per le cose “ dirette” … e così sono state le
mie risposte … DIRETTE … ho tirato fuori tutto ciò che avevo nell’anima, tutti
i miei dubbi, le mie perplessità, il mio “sentire” …
E devo
ammettere che di Amici che hanno compreso e apprezzato la mia schiettezza ne ho
trovati tanti ma … alcune persone, che per me erano Speciali, quelli no, non
hanno capito, non hanno voluto ascoltare, non hanno voluto sentire ragioni
diverse dalle loro.
E così
siamo passati dai messaggi scherzosi (corredati da Faccine spiritose) su
whatsapp a messaggi “asciutti” e solo per rispondere ai miei, dalle telefonate e
dai battibecchi fraterni al silenzio assoluto.
E non ci
vuole un genio per capire … ed è proprio quel silenzio che fa male … più male
di mille parole di dissenso, più male di uno schiaffo in pieno viso … qualcuno
ha scritto che:
“Il silenzio è l'ultima arma del potere”
E ancora:
“Le nostre vite cominciano a finire il giorno in cui stiamo zitti di fronte
alle cose che contano” (Martin Luter King)
E poi
arriverà il “POI” … quel giorno quando tutto questo sarà solo un ricordo, un
brutto ricordo …
E comincio
già adesso a farci i conti con quel POI … perché OGGI ho deciso che certe
persone è bene ridimensionarle e farle tornare a quello che è la loro vera
essenza: “Conoscenze”, “compagni per un breve tratto di cammino” e basta … e
tenere ben saldi quelli che invece erano, sono e saranno Amici con la A
maiuscola.
E se in
un POI neanche troppo lontano, qualcuna di queste “Conoscenze” tornasse a farsi
vivo, millantando la “vecchia amicizia”?
Come mi
comporterò io di fronte a tutto questo? Avrò imparato la lezione? Sarò più
cauta nell’accostarmi a costoro? Saprò riconoscere l’Amico Vero?
In questo
momento il POI è lontano … in questo momento ci sono le ferite che bruciano, i
sentimenti non corrisposti, l’Amor proprio un po’ ammaccato.
Tutte cose
con le quali fare i conti, da elaborare e dar loro il giusto significato affinché la tristezza non diventi astio, il dolore non diventi rancore, l’amarezza non
diventi animosità.
E far sì
che il POI possa brillare come la più
sfolgorante delle stelle in una notte di cielo sereno.
E in una notte così, siederò all'aperto, in compagnia degli Amici Veri, ad ammirare il Creato. E tutto sarà perfetto.
sabato 21 agosto 2021
TORNARE
questa foto è mia e ne rivendico tutti i diritti. se ti piace e vuoi usarla, per piacere cita la fonte. grazie
E da sempre, per me, “il ritorno” è qualcosa di bello, qualcosa che mi piace, qualcosa che mi fa star bene.
Mi piace viaggiare certo, vedere posti nuovi, confrontarmi con realtà e persone diverse ... ma vuoi mettere tornare a casa? Casa mia ha in assoluto il letto più comodo che io conosca … vale la pena di tornare a casa solo per dormire in quel letto.
Mi piace andare in vacanza , anche se alle volte “vacanza”, magari, significa anche solo restare a casa a preparare i vasetti di sughetti e marmellate per l’inverno … ma vuoi mettere tornare al lavoro? … lo so, molto di voi penseranno che “ mi manca una rotella” ma un grande Saggio –Confucio- ha detto : “Scegli il lavoro che ami e e non lavorerai mai, neanche un giorno in vita tua”.
E ancora … Steve Jobs nel celeberrimo discorso agli studenti di Stanford : “Dovete trovare quello che amate. E questo vale sia per il lavoro che per i vostri affetti. Il lavoro riempirà una buona parte della vostra vita, e l’unico modo per essere veramente soddisfatti è fare quello che ritenete un buon lavoro. E l’unico modo per fare un buon lavoro è amare quello che fate ….”
Sono fortunata perché amo il lavoro che faccio: mi piace mettere ordine … sulla scrivania, nei cassetti, nella mente. Chi non ha mai avuto modo di fare il lavoro che faccio io ( impiegata amministrativa) può pensare che sia un lavoro noioso, ripetitivo, sempre uguale. A me invece piace vederlo come un “ Ogni cosa al suo posto e un posto per ogni cosa”. Ecco perché mi piace tornare al lavoro … perché c’è sempre da trovare un posto per qualcosa e c’è sempre qualcosa che va messa a posto.
E insomma “tornare” significa riprendere in mano cose lasciate in sospeso, iniziarne di nuove …
E così dopo qualche giorno in montagna in cerca di un po’ di fresco ( ed effettivamente 15 gradi a mezzogiorno in agosto si può chiamare “fresco”), una volta tornata a casa ho pensato di riprendere quelle sane abitudini che tanto mi fanno star bene.
Così sono tornata a camminare, la mattina presto, quando in giro non c’è nessuno e l’aria porta ancora con sé un po’ del fresco della notte … e poi … sono tornata QUI, in questo posto che da sempre, per me, è un po’ come “la seconda casa” oppure “il salottino privato” o ancora “ il giardino al di là della siepe”.
Non vi nascondo che queste due cose (tornare a camminare e tornare qui) sono strettamente correlate: da sempre i miei racconti nascono quando cammino, quando quello che sto facendo non ha bisogno dell’ausilio del cervello … le gambe vanno e i pensieri pure …
Ecco che stamattina , arrancando per una salita più “tosta” delle altre chissà per quale associazione di idee, mi è venuto in mente che da tanto, troppo tempo, manco da questo “salottino” …
Che cosa ho combinato dall’ultima volta che ho scritto qui? TANTE COSE …
Intanto ho continuato a scrivere, anzi sono tornata a scrivere nel modo tradizionale : carta, penna, busta e francobollo.
Ho scritto per circa 2 mesi, una lettera al giorno, tutti i giorni, ad un’amica che aveva deciso di allontanarsi un po’ dalla tecnologia e che, alla mia domanda “ si ma se ho voglia di parlare con te, come faccio?” aveva seraficamente risposto “ mi scrivi … una bella lettera di carta, di quelle di una volta.”
Ho preso la palla al balzo e ho scritto, scritto e scritto … qualunque cosa mi venisse in mente … le ho raccontato storie della mia infanzia , della mia adolescenza, dei viaggi che ho fatto … e ho continuato a scrivere finché mi ha detto “ Fermati, non so più dove metterle” …
E poi ho letto … tanto … nell’ ultimo post vi raccontavo del mio gruppo di lettura di whatsapp: una decina di persone che avevano aderito ad una mia proposta a marzo 2020 e che dopo un anno ancora non davano segni di cedimento e continuavano ad ascoltarmi. Bene: nel frattempo i gruppi sono diventati 2 e le persone che ascoltano sono una quarantina … un appuntamento fisso quotidiano dove si legge, si ascolta, ma non solo … il parterre si è ampliato non solo nei numeri ma anche nelle regioni coinvolte aggiungendo anche Piemonte e Abruzzo a quelle già presenti.
Come siamo passati da uno a due? Semplice: la mia amica S., la stessa che lo scorso anno mi ha voluto come ospite a settembre per il “Veneto legge” ( ops … storia che mi sa non vi ho raccontato …. ) ad aprile mi fa:
–Contessa, cosa facciamo per “il Maggio dei libri”?- ( il Maggio dei libri è un a manifestazione che si svolge in tutta Italia, a maggio appunto, e che ha lo scopo di promuovere manifestazioni ed iniziative che riguardino libri e letture)
E io serafica ( che lei quando esordisce con “Contessa” mi fa sempre un po’ paura): -cosa avevi in mente?-
E lei furbissima.- Pensavo: e se proponessimo quello che già fai, cioè leggere al telefono, e creiamo un nuovo gruppo “ad hoc”?-
Detto fatto: 2 gruppi, circa 40 persone che ascoltano e 37 libri letti in 17 mesi … oltre 2 libri al mese … direi un bel traguardo … e non finisce qui … Naturalmente il gruppo chiamato “il maggio dei libri” ha dovuto cambiar nome ed è diventato “letture d’estate” ma immagino che a breve diventerà qualcosa tipo “Letture per tutte le stagioni”.
Che altro ho fatto in questo periodo? Mi sono concessa un fine settimana in Umbria per “riabbracciare” persone che non vedevo da quasi un anno … i miei amati Pellegrini … quelli con i quali ho trascorso un paio di giorni lo scorso anno al mare a Nettuno ( mhhh ... mi sa che non vi ho raccontato nemmeno questo … sono imperdonabile!!) … è stato tutto bellissimo anche quest’anno … è stato un momento intenso che credo sia servito a tutti noi per provare a riprendere un po’ in mano le redini della nostra vita … 2 giorni dove il tempo è letteralmente volato via … abbiamo fatto i turisti ma ce la siamo presa anche calma … ci siamo gustati il piacere di stare gli uni con gli altri … l’amica che abita a Narni è stata una guida impareggiabile ed è stata così brava da seminare in ognuno di noi “ il desiderio di tornare”.
Eccomi, sono tornata, con un sacco di progetti per i mesi futuri …