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LA
STORIA VISTA DA LUI
Francesco
Ed era iniziata la settimana più lunga e
contemporaneamente più corta della sua vita.
Più lunga perché pensare di dover aspettare
un’intera settimana prima di rivedere Chiara lo faceva fremere d’impazienza …
più corta perché tante erano le cose che doveva concludere prima di potersi
prendere una meritata vacanza.
Una vacanza che già lo sapeva, gli avrebbe cambiato
la vita. Per sempre.
Appena tornato in sede aveva avuto un incontro con
il Direttore per aggiornarlo su quanto emerso a Roma durante i due giorni di
congresso. Alla fine aveva chiesto se potevano scambiare due chiacchiere di
carattere personale.
Il Direttore lo aveva fatto accomodare e si era
messo in ascolto.
<<Direttore lo so che le sto per chiedere una
cosa un po’ strana … so che probabilmente la metterò un po’ in difficoltà e di
questo mi scuso ma … è una decisione presa e comunque non rimarrò più qui. Volevo chiederle se è possibile trasferirmi
in una delle nostre filiali italiane …>>
<<Non le nego che mi dispiacerà molto perdere
una persona come lei, un elemento valido sul quale so di poter fare affidamento
in qualunque momento. Lei però oggi ha una luce negli occhi che non le ho mai
visto prima, quindi questo mi fa pensare che durante la sua breve parentesi a
Roma sia successo qualcosa di veramente importante se le ha fatto prendere una
decisione del genere in così poco tempo. Sappia che da parte mia avrà tutto
l’aiuto e l’appoggio possibile. Oggi stesso mi metterò in movimento per
cercarle una collocazione consona alle sue capacità … non le posso promettere
Roma ma farò il possibile perché il suo trasferimento sia il più indolore
possibile. Posso chiederle il motivo di una richiesta così repentina o è troppo
personale? Sa sono un vecchio sentimentale e qualcosa mi dice che la sua
richiesta di trasferimento ha qualcosa a che fare con gli affari di cuore … mi
sbaglio?>>
<<Non si sbaglia affatto direttore ... ho
ritrovato a Roma il mio primo amore che avevo perso di vista, non so ancora
perché, quando la mia famiglia si è trasferita qui in Germania. L’ho trovata e
non voglio più perderla. E nemmeno voglio fare il fidanzatino pendolare. Non
siamo più ragazzini e abbiamo un sacco di tempo da recuperare. Quindi tornando
in aereo ho pensato che la cosa migliore è che io cominci una “manovra di
avvicinamento”. La “Lei” in questione ancora non lo sa ma glielo dirò stasera.
E … grazie direttore, veramente grazie per tutto quello che riuscirà a fare. Un
ultima cosa: logicamente non voglio metterla ulteriormente in difficoltà quindi
le darò il preavviso e poi resterò qui tutto il tempo che serve per formare la
persona che prenderà il mio posto. A tal proposito se permette vorrei
segnalarle come mio “successore” Manfred. E’ un ragazzo posato, scrupoloso,
corretto e attento. Lavorare con lui è un piacere. Non c’è quasi bisogno di
dirgli nulla. Capisce presto e bene. Controlla e ricontrolla e finché le cose
non sono come dice lui non le consegna. Insomma credo che se lei lo mettesse
al posto mio, in breve tempo non sentirebbe più la mia mancanza. Però ho
un’ultima cosa da chiederle: fermo restando che durante questi giorni ho
intenzione di chiudere tutti i progetti in corso, potrei usufruire di una
settimana di vacanze da lunedì prossimo in poi? Le prometto che quando tornerò
da questa vacanza mi butterò anima e corpo sul lavoro e fino al mio
trasferimento non la disturberò più>>
<<Lei è una bella persona Francesco … l’ho
pensato dal primo giorno che l’ho vista e in tutti questi anni non ho mai
cambiato idea. Manfred un poco le assomiglia ed è per questo che da tempo vi
faccio collaborare con sempre maggiore frequenza. In team lavorate veramente
bene. Uno anticipa i pensieri dell’altro, siete una squadra. Sicuramente sarà
felice di avere un avanzamento di carriera ma le posso assicurare che gli
dispiacerà vederla andare via.
Comunque ragazzo caro vada, finisca le sue cose,
consegni tutto e poi si prenda questa meritata vacanza. Vada a chiarire le cose
con “chi sa lei” e io nel frattempo muoverò mari e monti affinché la sua nuova
collocazione non le faccia rimpiangere questa. Su, su, vada che il tempo passa
…>>
Ed era iniziata una settimana di orari impossibili.
Non poteva certo andare in vacanza se tutto quello che aveva in ballo non era
terminato e archiviato.
La mattina era il primo ad arrivare, a pranzo un
panino al volo e la sera era la signora delle pulizie che lo cacciava dall’ ufficio
quando ormai era buio da un bel po’.
Si fermava al take-away e prendeva qualcosa per
cenare (che non di solo amore vive l’uomo). Rientrava in casa, una breve doccia
e poi sulla poltrona comodamente appoggiato ai cuscini si concedeva l’unico
vero piacere della giornata. Una lunghissima e tenera telefonata con Chiara.
LA
STORIA VISTA DA LEI
Chiara
Ed era iniziata la settimana più lunga e
contemporaneamente più corta della sua vita.
Tornata al lavoro il lunedì dopo la convention aveva
fatto domanda per una settimana di ferie già a partire da quel venerdì. Non
sapeva infatti quando sarebbe arrivato Francesco, presumibilmente sabato o
forse anche domenica, e voleva prendersi un po’ di tempo da dedicare alla sua
persona: parrucchiere, estetista e perché no, anche un bel massaggio.
Al lavoro aveva inserito il “pilota automatico” (le
cose da fare erano sempre le stesse, avrebbe potuto farle anche ad occhi
chiusi) e una ridda di pensieri aveva cominciato ad affollarle la mente.
Cercava di tenersi occupata proprio per non pensare
troppo, ma appena si rilassava 5 minuti ecco che i dubbi facevano capolino. Non
voleva dar loro corpo e così appena poteva usciva dall’ ufficio, fosse anche
solo per 5 minuti.
Si fermava a fare due chiacchiere con Oscar che la
vedeva arrivare e l’apostrofava dicendo : << e allora piccolè? Quanno
torna er Principe Azzurro? L’ho capito appena l’ho visto che era quello giusto
per te … Nun te lo fa scappà stavorta , ascolta il consiglio de ‘sto vecchio
…>>
Non se lo sarebbe fatto scappare un’altra volta
questo era certo.
La sera tornando a casa a piedi, le sembrava che
Roma fosse ancora più bella, ammantata dai colori del tramonto. Ah l’amour,
toujours l’amour …
Rientrata trovava Gastone ad attenderla: il micione
aveva sentito che c’era qualcosa nell’ aria e si era fatto un po’ guardingo e
contemporaneamente più “coccolone”… la seguiva passo passo, lei non faceva in
tempo ad accomodarsi sulla poltrona in terrazzo ed eccolo saltarle in grembo, e
strusciarsi contro le mani … e fusa, fusa a non finire.
E quando finalmente arrivava la telefonata di
Francesco, si acciambellava e restava in ascolto delle parole dolci che la sua "padroncina" scambiava con lo “sconosciuto”.
Sarebbe arrivato un nuovo uomo con il quale
condividere l’amore di Chiara? Si augurava di no dopo l’esperienza non proprio
eclatante con George. Ma questa volta la “padroncina” sorrideva finché parlava
al telefono, e certe volte stava un po’ in silenzio ascoltando chi le parlava
dall’ altra parte e poi scoppiava in fragorose risate. E di giorno canticchiava.
E se di tutto questo era “colpevole” un altro “umano” beh … quell’ umano sarebbe
stato il benvenuto.
(continua)
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