(questa foto è mia e ne rivendico tutti i diritti. se ti piace e vuoi usarla, per piacere cita la fonte. grazie)
LA
STORIA VISTA DA LUI
Francesco
A circa metà della settimana il Direttore lo aveva
convocato nel suo ufficio per essere aggiornato circa l’andamento dei lavori
che stava ultimando.
Alla fine del breve colloquio, al momento del
commiato, il Superiore si era giocato l’asso:
<<Francesco le cose sembrano mettersi bene per
il suo trasferimento. A tal proposito però le devo chiedere una cortesia:
dovrebbe partire un giorno prima, e cioè venerdì e fermarsi poco lontano da
Venezia per consegnare certi incartamenti ad un responsabile di filiale che
potrebbe diventare a breve il suo Capo. Espletato questo incarico sarà libero
di godersi la sua settimana di ferie. E anzi avevo pensato, per sdebitarmi della
cortesia che mi farà, di regalarle il pernottamento presso un bell’hotel nella
città simbolo dell’amore per eccellenza. Potrebbe chiedere alla fanciulla di
raggiungerla lì e passare insieme una romantica notte in laguna>>
<<Direttore la ringrazio ma non c’era bisogno
di questo ulteriore regalo, lei sta già facendo così tanto per me. Accetto
volentieri e sono stra-sicuro che Chiara sarà felicissima di questo piccolo
cambiamento di programma. Mi mancherà l’azienda, mi
mancheranno i colleghi e mi mancherà molto anche lei direttore. Lei che ha
creduto in me da subito e mi ha permesso di dimostrarle quanto potevo dare ,
quanto ero disposto ad impegnarmi. E anche adesso: le ho comunicato che voglio
andar via e lei invece di mandarmi al diavolo cosa fa? Cerca di trovarmi un
posto in una delle filiali italiane. Mi creda, quello che sta facendo non è da
tutti e non so se riuscirò mai a sdebitarmi completamente>>
<<Vada Francesco, torni al suo lavoro che se
continuiamo su questo campo finisce che ci ritroviamo uno tra le braccia
dell’altro a darci pacche sulle spalle per rincuorarci a vicenda. E cosa
penserebbe la mia segretaria se ci sorprendesse così? La mia credibilità di
uomo tutto d’un pezzo andrebbe inesorabilmente a farsi friggere. Lei è una
persona che mi sta a cuore, e non vedo perché non dovrei aiutarla. In fondo a
me costerà solo qualche telefonata alle persone giuste, ma poi sarà lei a dover
farsi valere …>>
<<Grazie ancora … scappo … >>
Gli sembrava di vivere un bel sogno: aveva ritrovato
Chiara, aveva preso una delle decisioni più importanti della sua vita e aveva
trovato nel suo superiore una persona che non solo non lo ostacolava ma anzi
cercava di dargli una mano. Tra qualche giorno avrebbe rivisto la ragazza del
suo cuore e addirittura si prospettava la possibilità di passare una romantica
notte a Venezia.
Non vedeva l’ora che arrivasse la sera per renderla
partecipe di questa bella novità …
LA
STORIA VISTA DA LEI
Chiara
In quei giorni che la separavano dal rivedere
Francesco, aveva cercato di pianificare ogni cosa: l’avrebbe ospitato a casa
sua o era un po’ prematuro? L’alternativa qual’era? Mandarlo in albergo?
Assolutamente no, era fuori discussione. Avevano già buttato via troppi anni
per perdere ancora tempo accompagnandosi reciprocamente a casa o in hotel.
E Gastone come avrebbe preso l’arrivo di un nuovo
maschio in casa? Con George non era mai andato particolarmente d’accordo
(probabilmente il micione ne capiva più di lei del genere umano) ma non erano
mai nemmeno arrivati allo scontro. Si evitavano, questa era la parola giusta.
L’umano non aveva mai fatto nemmeno una carezza al felino, e questi, dal canto
suo , lo snobbava, ritirandosi in posti tranquilli e riparati quando “il
professore” era in casa.
Lei sperava che con Francesco le cose sarebbero
andate meglio: in fondo loro due erano “gli amori” della sua vita. L’amore
“peloso” era stato ed era tuttora il compagno con il quale condividere le
lunghe serate solitarie e si augurava che fra i due maschi “alfa” se non fosse
scoccata proprio la scintilla dell’amore, almeno si potesse instaurare una
“pace armata”, ognuno rispettoso del ruolo e degli spazi dell’altro.
E la sua casa da “single” sarebbe piaciuta a
Francesco? Mamma mia!!! Quante paranoie si stava facendo!! Non è che Francesco
veniva per sposarsi e trasferirsi in pianta stabile qui … almeno non subito.
L’aveva piacevolmente sorpresa, durante la telefonata
di lunedì sera, raccontandole che era sua intenzione domandare il trasferimento
presso una delle filiali italiane. Perché era convinto che fossero già stati
lontani abbastanza nel corso di quegli anni. E che anzi, ne aveva già parlato
con il Direttore e questi si era proposto di aiutarlo nella ricerca del posto
più consono alle sue capacità e alle sue esigenze.
Insomma: dopo anni di vita un po’ “così, così” tutto
sembrava andare per il meglio.
Intanto si sarebbero goduti questa settimana di
vacanza, dove avrebbero avuto il tempo di ricostruire un po’ il “passato” che
era stato loro negato, e poi, chissà, avrebbero potuto cercare insieme una casa
un po’ più grande e divertirsi ad arredarla, e poi magari un bebè, che insomma
l’orologio biologico correva veloce … stop!!! Fermi tutti!! Forse stava
correndo un po’ troppo? E se poi lei si fosse accorta che il Francesco “uomo”
non le piaceva quanto le piaceva il Francesco “ragazzo” di vent’ anni prima?
Impossibile!! Quel poco che aveva visto durante i due giorni di convegno e
quello che aveva sentito nelle telefonate serali faceva presagire che Francesco
fosse ancora meglio del ragazzo spilungone che ricordava. E lei voleva
crederci. E, una volta tanto, avrebbe ascoltato il cuore a discapito della
ragione.
Era mercoledì sera: appena rientrata dal lavoro
aveva fatto una doccia veloce , indossato la sua tuta di ciniglia preferita ( e
preferita anche da Gastone perché morbidissima e il micione amava strofinare il
muso su quel tessuto vellutato), mangiato qualcosina e poi si era accomodata
sul divano a leggere l’ultimo romanzo di Camilleri in attesa della telefonata
che puntualmente gli portava la voce dell’amato. Quanto le piacevano le
avventure del Commissario Montalbano!! Un uomo d’altri tempi, ligio al dovere e
agli impegni presi con Livia, l’amore della sua vita. Un amore a distanza ( lui
in Sicilia, lei a Genova) che resisteva alla lontananza. E se anche spesso
incontrava donne che gli facevano capire di avere qualche interesse verso di
lui, faceva finta di nulla e se ne tornava a casa a Marinella, dove alla sera
amoreggiava al telefono con l’unica donna veramente importante della sua vita.
Chiara stava riflettendo come un po’ la storia
d’amore del Commissario Salvo Montalbano assomigliasse alla sua. Anche lei
rincasava e poi attendeva la telefonata che l’avrebbe accompagnata fino all’ ora
di coricarsi. Ed ecco l’atteso squillo del telefono: Gastone si accomodò sulla
poltrona di fronte e raggomitolandosi fece finta di addormentarsi. In realtà se
ne stava ad occhi chiusi ma con le orecchie ben dritte a captare qualunque
cambio di intonazione della voce della sua “padroncina”… in queste telefonate
serali c’era qualcosa che ancora gli sfuggiva, ma stava ben attento per cercare
l’aggancio giusto che gli avrebbe fatto capire tutto.
LA
STORIA VISTA DALL’ALTRO
Gastone
In quel momento aveva sentito la sua “umana” dire :
<< a Venezia?? Dai…bellissimo!! Certo che posso venire!! Pensa sembrava
che me lo sentissi e venerdì sarà il mio primo giorno di ferie … nessun
problema …emhh no veramente un problemino ce l’avrei: con Gastone come
faccio?...>>
Il serafico gattone ebbe un sussulto : --cosa
significa “con Gastone come faccio??” l’”umano” che telefona mi vede come un
impiccio ai suoi piani? Ahh ma se è così significava che vuole la guerra …
calma … ascoltiamo il resto della telefonata e vediamo di chiarirci un po’ le
idee che a sfoderare gli artigli si fa sempre in tempo.-
<<Non ti ho parlato di Gastone?? Noo
–ridacchiò- non è il mio fidanzato segreto , o meglio sì un po’ lo è ( a quelle
parole il cuore di Gastone si riempì di orgoglio) … è il mio micione, il mio
confidente, il mio coinquilino, è l’unico che in tutti questi anni mi sia stato
vicino in modo gratuito. Non potrei pensare alla mia vita senza di lui. Ti
piacciono i gatti vero? Dimmi di sì, ti prego, ti prego, ti prego ( e Gastone:
digli di sì altrimenti diventerai “ex” prima ancora di diventare “fidanzato”)
…. Ahhhh meno male, pensa se per caso tu fossi stato allergico al pelo del
gatto o intollerante agli animali in appartamento, avremmo dovuto rivedere
tutti i nostri progetti … vuol dire che lassù qualcuno ci ama visto che abbiamo
anche questa passione in comune ( “ bravo ragazzo-pensò il felino- ti piacciono
i gatti. 1 punto a tuo favore”)
<<dicevo: con Gastone come faccio? Sì ok per
un giorno posso anche lasciarlo da solo che lui è bravo, autosufficiente e non
combina malanni ( “grazie mami, lo sai che sono un miciotto buonino”) ma se poi metti caso ci viene la voglia di
rimanere qualche giorno al nord, visto che vicino a Venezia ci sono un sacco di
belle città da visitare? Mica posso lasciarlo da solo per tanti
giorni!!>>
“appunto signor sconosciuto!! Mica posso restare da
solo per tanti giorni io!! E adesso vediamo come te la cavi signor
Francesco..dalla tua risposta capirò tante cose e prenderò alcune decisioni su
di te…” –miiiao—fece Gastone stiracchiandosi e avvicinandosi a Chiara con
l’intento di non perdersi nemmeno una parola di quella telefonata che si faceva
sempre più interessante.
<<Dici??? Sicuro sicuro?? Ok grazie, sei un
vero tesoro!! Prova a sentire l’albergo a Venezia se accetta anche gli animali.
Lui è buono, so che non avrò nessuna difficoltà a portarlo con me in treno da
Roma a Venezia, è abituato a viaggiare nel trasportino quindi da quel punto di
vista lì sono tranquilla. Ma se poi in albergo non lo vogliono diventa tutto
difficile … allora ci pensi tu? Li chiami e poi mi dici? Ahh e comunque se in
quell’albergo lì non lo vogliono ne cerchi un altro? Io e Gastone ti saremo
riconoscenti in eterno … grazie tesoro e buonanotte. Un bacio>>
“ e bravo Francesco!! Ti piacciono i gatti e se per
caso nell’albergo prenotato non mi vogliono hai già deciso che ne cerchi un
altro. Mi piaci, sei una brava persona, rendi allegra la mia “padroncina” e in
più ti preoccupi anche per me. Credo che noi tre potremmo andare d’accordo. Ma
ricordati che il capobranco qui sono io , io che sono arrivato prima di te. Mhhh in verità no. Da quello che ho
capito tu c’eri molto prima di me … ehh sì però poi te ne sei andato quindi non
vale. Io sono arrivato qui che ero un batuffolino e da allora non mi sono mai mosso.
Ho cercato in tutti i modi di rendere felice Chiara e lei ha fatto lo stesso
con me. Quindi se continui così sarai il benvenuto nella nostra piccola
famiglia ma attento a te: se gli farai del male, potrei cavarti gli occhi!!Miaaaaooo”
(continua)
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