mercoledì 10 ottobre 2018

UNA PICCOLA STORIA D’AMORE (parte sedicesima)

                 (questa foto è mia e ne rivendico tutti i diritti. se ti piace e vuoi usarla, per piacere cita la fonte. grazie)

LA STORIA VISTA DA LUI

Francesco

A circa metà della settimana il Direttore lo aveva convocato nel suo ufficio per essere aggiornato circa l’andamento dei lavori che stava ultimando.

Alla fine del breve colloquio, al momento del commiato, il Superiore si era giocato l’asso:

<<Francesco le cose sembrano mettersi bene per il suo trasferimento. A tal proposito però le devo chiedere una cortesia: dovrebbe partire un giorno prima, e cioè venerdì e fermarsi poco lontano da Venezia per consegnare certi incartamenti ad un responsabile di filiale che potrebbe diventare a breve il suo Capo. Espletato questo incarico sarà libero di godersi la sua settimana di ferie. E anzi avevo pensato, per sdebitarmi della cortesia che mi farà, di regalarle il pernottamento presso un bell’hotel nella città simbolo dell’amore per eccellenza. Potrebbe chiedere alla fanciulla di raggiungerla lì e passare insieme una romantica notte in laguna>>

<<Direttore la ringrazio ma non c’era bisogno di questo ulteriore regalo, lei sta già facendo così tanto per me. Accetto volentieri e sono stra-sicuro che Chiara sarà felicissima di questo piccolo cambiamento di programma. Mi mancherà l’azienda, mi mancheranno i colleghi e mi mancherà molto anche lei direttore. Lei che ha creduto in me da subito e mi ha permesso di dimostrarle quanto potevo dare , quanto ero disposto ad impegnarmi. E anche adesso: le ho comunicato che voglio andar via e lei invece di mandarmi al diavolo cosa fa? Cerca di trovarmi un posto in una delle filiali italiane. Mi creda, quello che sta facendo non è da tutti e non so se riuscirò mai a sdebitarmi completamente>>

<<Vada Francesco, torni al suo lavoro che se continuiamo su questo campo finisce che ci ritroviamo uno tra le braccia dell’altro a darci pacche sulle spalle per rincuorarci a vicenda. E cosa penserebbe la mia segretaria se ci sorprendesse così? La mia credibilità di uomo tutto d’un pezzo andrebbe inesorabilmente a farsi friggere. Lei è una persona che mi sta a cuore, e non vedo perché non dovrei aiutarla. In fondo a me costerà solo qualche telefonata alle persone giuste, ma poi sarà lei a dover farsi valere …>>

<<Grazie ancora … scappo … >>

Gli sembrava di vivere un bel sogno: aveva ritrovato Chiara, aveva preso una delle decisioni più importanti della sua vita e aveva trovato nel suo superiore una persona che non solo non lo ostacolava ma anzi cercava di dargli una mano. Tra qualche giorno avrebbe rivisto la ragazza del suo cuore e addirittura si prospettava la possibilità di passare una romantica notte a Venezia.

Non vedeva l’ora che arrivasse la sera per renderla partecipe di questa bella novità …


LA STORIA VISTA DA LEI

Chiara

In quei giorni che la separavano dal rivedere Francesco, aveva cercato di pianificare ogni cosa: l’avrebbe ospitato a casa sua o era un po’ prematuro? L’alternativa qual’era? Mandarlo in albergo? Assolutamente no, era fuori discussione. Avevano già buttato via troppi anni per perdere ancora tempo accompagnandosi reciprocamente a casa o in hotel.

E Gastone come avrebbe preso l’arrivo di un nuovo maschio in casa? Con George non era mai andato particolarmente d’accordo (probabilmente il micione ne capiva più di lei del genere umano) ma non erano mai nemmeno arrivati allo scontro. Si evitavano, questa era la parola giusta. L’umano non aveva mai fatto nemmeno una carezza al felino, e questi, dal canto suo , lo snobbava, ritirandosi in posti tranquilli e riparati quando “il professore” era in casa.

Lei sperava che con Francesco le cose sarebbero andate meglio: in fondo loro due erano “gli amori” della sua vita. L’amore “peloso” era stato ed era tuttora il compagno con il quale condividere le lunghe serate solitarie e si augurava che fra i due maschi “alfa” se non fosse scoccata proprio la scintilla dell’amore, almeno si potesse instaurare una “pace armata”, ognuno rispettoso del ruolo e degli spazi dell’altro.

E la sua casa da “single” sarebbe piaciuta a Francesco? Mamma mia!!! Quante paranoie si stava facendo!! Non è che Francesco veniva per sposarsi e trasferirsi in pianta stabile qui … almeno non subito.

L’aveva piacevolmente sorpresa, durante la telefonata di lunedì sera, raccontandole che era sua intenzione domandare il trasferimento presso una delle filiali italiane. Perché era convinto che fossero già stati lontani abbastanza nel corso di quegli anni. E che anzi, ne aveva già parlato con il Direttore e questi si era proposto di aiutarlo nella ricerca del posto più consono alle sue capacità e alle sue esigenze.

Insomma: dopo anni di vita un po’ “così, così” tutto sembrava andare per il meglio.

Intanto si sarebbero goduti questa settimana di vacanza, dove avrebbero avuto il tempo di ricostruire un po’ il “passato” che era stato loro negato, e poi, chissà, avrebbero potuto cercare insieme una casa un po’ più grande e divertirsi ad arredarla, e poi magari un bebè, che insomma l’orologio biologico correva veloce … stop!!! Fermi tutti!! Forse stava correndo un po’ troppo? E se poi lei si fosse accorta che il Francesco “uomo” non le piaceva quanto le piaceva il Francesco “ragazzo” di vent’ anni prima? Impossibile!! Quel poco che aveva visto durante i due giorni di convegno e quello che aveva sentito nelle telefonate serali faceva presagire che Francesco fosse ancora meglio del ragazzo spilungone che ricordava. E lei voleva crederci. E, una volta tanto, avrebbe ascoltato il cuore a discapito della ragione.

Era mercoledì sera: appena rientrata dal lavoro aveva fatto una doccia veloce , indossato la sua tuta di ciniglia preferita ( e preferita anche da Gastone perché morbidissima e il micione amava strofinare il muso su quel tessuto vellutato), mangiato qualcosina e poi si era accomodata sul divano a leggere l’ultimo romanzo di Camilleri in attesa della telefonata che puntualmente gli portava la voce dell’amato. Quanto le piacevano le avventure del Commissario Montalbano!! Un uomo d’altri tempi, ligio al dovere e agli impegni presi con Livia, l’amore della sua vita. Un amore a distanza ( lui in Sicilia, lei a Genova) che resisteva alla lontananza. E se anche spesso incontrava donne che gli facevano capire di avere qualche interesse verso di lui, faceva finta di nulla e se ne tornava a casa a Marinella, dove alla sera amoreggiava al telefono con l’unica donna veramente importante della sua vita.

Chiara stava riflettendo come un po’ la storia d’amore del Commissario Salvo Montalbano assomigliasse alla sua. Anche lei rincasava e poi attendeva la telefonata che l’avrebbe accompagnata fino all’ ora di coricarsi. Ed ecco l’atteso squillo del telefono: Gastone si accomodò sulla poltrona di fronte e raggomitolandosi fece finta di addormentarsi. In realtà se ne stava ad occhi chiusi ma con le orecchie ben dritte a captare qualunque cambio di intonazione della voce della sua “padroncina”… in queste telefonate serali c’era qualcosa che ancora gli sfuggiva, ma stava ben attento per cercare l’aggancio giusto che gli avrebbe fatto capire tutto.


LA STORIA VISTA DALL’ALTRO

Gastone

In quel momento aveva sentito la sua “umana” dire : << a Venezia?? Dai…bellissimo!! Certo che posso venire!! Pensa sembrava che me lo sentissi e venerdì sarà il mio primo giorno di ferie … nessun problema …emhh no veramente un problemino ce l’avrei: con Gastone come faccio?...>>

Il serafico gattone ebbe un sussulto : --cosa significa “con Gastone come faccio??” l’”umano” che telefona mi vede come un impiccio ai suoi piani? Ahh ma se è così significava che vuole la guerra … calma … ascoltiamo il resto della telefonata e vediamo di chiarirci un po’ le idee che a sfoderare gli artigli si fa sempre in tempo.-

<<Non ti ho parlato di Gastone?? Noo –ridacchiò- non è il mio fidanzato segreto , o meglio sì un po’ lo è ( a quelle parole il cuore di Gastone si riempì di orgoglio) … è il mio micione, il mio confidente, il mio coinquilino, è l’unico che in tutti questi anni mi sia stato vicino in modo gratuito. Non potrei pensare alla mia vita senza di lui. Ti piacciono i gatti vero? Dimmi di sì, ti prego, ti prego, ti prego ( e Gastone: digli di sì altrimenti diventerai “ex” prima ancora di diventare “fidanzato”) …. Ahhhh meno male, pensa se per caso tu fossi stato allergico al pelo del gatto o intollerante agli animali in appartamento, avremmo dovuto rivedere tutti i nostri progetti … vuol dire che lassù qualcuno ci ama visto che abbiamo anche questa passione in comune ( “ bravo ragazzo-pensò il felino- ti piacciono i gatti. 1 punto a tuo favore”)

<<dicevo: con Gastone come faccio? Sì ok per un giorno posso anche lasciarlo da solo che lui è bravo, autosufficiente e non combina malanni ( “grazie mami, lo sai che sono un miciotto buonino”)  ma se poi metti caso ci viene la voglia di rimanere qualche giorno al nord, visto che vicino a Venezia ci sono un sacco di belle città da visitare? Mica posso lasciarlo da solo per tanti giorni!!>>
“appunto signor sconosciuto!! Mica posso restare da solo per tanti giorni io!! E adesso vediamo come te la cavi signor Francesco..dalla tua risposta capirò tante cose e prenderò alcune decisioni su di te…” –miiiao—fece Gastone stiracchiandosi e avvicinandosi a Chiara con l’intento di non perdersi nemmeno una parola di quella telefonata che si faceva sempre più interessante.

<<Dici??? Sicuro sicuro?? Ok grazie, sei un vero tesoro!! Prova a sentire l’albergo a Venezia se accetta anche gli animali. Lui è buono, so che non avrò nessuna difficoltà a portarlo con me in treno da Roma a Venezia, è abituato a viaggiare nel trasportino quindi da quel punto di vista lì sono tranquilla. Ma se poi in albergo non lo vogliono diventa tutto difficile … allora ci pensi tu? Li chiami e poi mi dici? Ahh e comunque se in quell’albergo lì non lo vogliono ne cerchi un altro? Io e Gastone ti saremo riconoscenti in eterno … grazie tesoro e buonanotte. Un bacio>>

“ e bravo Francesco!! Ti piacciono i gatti e se per caso nell’albergo prenotato non mi vogliono hai già deciso che ne cerchi un altro. Mi piaci, sei una brava persona, rendi allegra la mia “padroncina” e in più ti preoccupi anche per me. Credo che noi tre potremmo andare d’accordo. Ma ricordati che il capobranco qui sono io , io che sono arrivato prima di te. Mhhh in verità no. Da quello che ho capito tu c’eri molto prima di me … ehh sì però poi te ne sei andato quindi non vale. Io sono arrivato qui che ero un batuffolino e da allora non mi sono mai mosso. Ho cercato in tutti i modi di rendere felice Chiara e lei ha fatto lo stesso con me. Quindi se continui così sarai il benvenuto nella nostra piccola famiglia ma attento a te: se gli farai del male, potrei cavarti gli occhi!!Miaaaaooo”
                                                                                                                                                                                        (continua)

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