Sono sempre stata convinta che, per come sono fatta io, il cammino in solitaria sia la cosa migliore che posso scegliere.
Convinzione che durante l'ultimo fine-settimana di ottobre ha un po’ vacillato.
Sì perché tra sabato e domenica ho conosciuto
persone “spettacolari” con le quali ho condiviso “l’ultimo cammino di
Sant’ Antonio (24 km da Camposampiero a Padova)
Ho dovuto ricredermi su tante mie convinzioni ( del
resto come dice quella frase? “ solo gli stupidi non cambiano mai opinione” e
poiché mi reputo una personcina mediamente intelligente, sono contentissima, a
55 anni compiuti,di aver trovato un gruppo che ha stravolto una delle mie
credenze, anzi più di una a dire il vero)
Una delle mie frasi tipo: “preferisco viaggiare da
sola, perché la libertà non ha prezzo, posso fare quello che voglio quando
voglio”. Bene: siamo partiti in una quarantina di persone ( pellegrino più,
pellegrino meno), ho camminato a fianco di parecchi di loro e non ho mai sentito
minacciata la mia libertà.
Un’altra delle storie che mi racconto: “Cammino da
sola perché non voglio, con il mio passo pesare sugli altri e al tempo stesso
non voglio che gli altri limitino le mie azioni”. Perfetto: camminavamo come un
lungo serpentone umano … chi in testa, passo lungo e spedito, chi al centro
passo deciso e cadenzato, chi al fondo, passo tranquillo e scanzonato.
Io sono sempre stata verso il fondo, un po’ perché
la vista d’insieme dell’umanità se ti metti in prima fila te la perdi tutta e
un po’ perché, come già detto più volte ai miei compagni di viaggio, sono un
po’ una “pippa” quindi il mio passo è tranquillo e scanzonato.
Dunque: a parte Gianluca che era il nostro “cane da
pastore” e bonariamente cercava di tenere unito il gruppo con battutine, frizzi
e lazzi, non ho mai sentito nessuno di quelli “in testa” lamentarsi delle
lumachine che chiudevano la fila ( ma forse a ben pensarci era semplicemente
perché eravamo così lontani che le loro voci proprio non arrivavano fino a noi)
Ho visto invece i capofila fermarsi a bere qualcosa
e aspettare chi si attardava, così come ho visto noi “ritardatari” allungare un
po’ il passo per accorciare le distanze.
E poi ho vissuto un’esperienza molto molto bella:
durante questa tappa di tutto riguardo (24 km non sono tanti ma nemmeno
pochi), camminando, soffermandomi a fare foto, incantandomi a guardare il
panorama, quando riprendevo il cammino mi ritrovavo vicino a persone diverse da
quelle che mi avevano accompagnato fino a quel momento. E quando ho esternato
queste mie considerazioni a chi avevo a fianco in quel momento, scoprivo che
tutte avevamo notato questa cosa. E che questo ci permetteva di scambiare idee
e opinioni con parecchie delle persone del gruppo, facendo così arricchire le
nostre conoscenze.
Non dimentichiamoci che fino a 2 giorni prima, la
maggior parte di noi era, per gli altri, un perfetto sconosciuto, una foto su
whatsapp o su facebook, pochi scarni dati letti sul profilo di questo o di
quello.
Che poi, essendo così in tanti ad un certo punto
rischi di fare confusione … nel nostro gruppo oltre a me ci sono altre 3
Daniela (poker di donne … i 4 moschettieri … i fantastici 4) … quindi prima di
domenica scorsa come distinguerci una dalle altre? E poi quelle che hanno
l’iniziale del nome uguale… Ivana, Ines, Ilaria … AIUTO!!
E invece camminare fianco a fianco, oppure attendere
il treno che ci avrebbe riportato a casa ( Ilaria… ora so perfettamente chi
sono Ilaria e suo marito!!! E conosco, per interposta persona, anche un po’ le
loro figlie) ha fatto sì che un po’ ci scambiassimo pensieri,sentimenti,
emozioni e ognuno di noi ricevesse e regalasse qualcosa all’ altro.
E così ho camminato con una “nonna a chiamata” ( Ines sei una
splendida compagnia!) e abbiamo appunto parlato dell’importanza dei nonni nella
nostra società odierna, ma ho scoperto anche che questa fantastica Donna ama
fare foto, partecipa a concorsi. Insomma una “Nonna-Sprint”
E poi ho fatto un pezzetto di strada con Claudia, la
sensibile Claudia1 e abbiamo parlato di Uomini che non amano le donne e donne
che NON amano loro stesse.
E ancora con Ivana, che sotto l’aspetto dolce e
tranquillo cela uno spirito indomito ( "ho fatto il mio primo cammino con mia
nipote di 15 anni, il secondo con un gruppo veramente eterogeneo e ho deciso che
partirò ancora e ancora finché il Signore me lo permetterà"). Un’altra Nonna con
una marcia in più …
E sono entrata a Padova discorrendo di spiritualità
con Simonetta, che ho trovato così simile a me nella curiosità di conoscere
sempre cose nuove.
E poi un pezzo di strada piuttosto lungo con Marco e
Gianluca, lo “yin” e lo “yang”. Tanto pacato e tranquillo l’uno, tanto
casinista e casinaro l’altro. (un aneddoto su tutti: entriamo a Padova che è
quasi mezzogiorno … dai cortili delle abitazioni ogni tanto si sente profumo di
brace, di “roba arrosto” …Gianluca ad un certo punto fa : ”quasi quasi suono un
campanello, dico che sono pellegrino e che mi accontento di quello che c’è…”)
E Valeria, sguardo dolce e birichino al tempo
stesso, Teresa, Patrizia e Nicoletta visi dolci e accattivanti, Francesca
Lucia “un’isola di serenità” racchiusa in un sorriso, Luisa che a causa di un
problemino di salute non ha potuto camminare con noi ma ha voluto esserci alla
cena e poi per un piccolo pezzo ci ha “accompagnati virtualmente” arrivando a
Campodarsego in auto e prendendomi in disparte mi ha detto “ sai finché vi
aspettavo ho cominciato a leggere il tuo diario e mi ha fatto compagnia”- che
bello per me sentire queste parole -!! E Adriano che da perfetto gentiluomo ha
fatto con noi la prima tappa e poi è tornato verso casa accompagnando Luisa ... e
poi Stefania, diavoletto impenitente nascosto (ma non troppo) in una
personcina dall’ aspetto angelico … purtroppo con loro e con tante altre persone
non c’è stato il tempo di approfondire di più la conoscenza ma sono fiduciosa
che ci saranno tante altre occasioni per farlo … il fuoco è stato acceso …
adesso sta a noi mantenere sempre viva la fiamma.
Ed ecco che la giornata finisce … lunghi abbracci:
con Cristina ( vera anima del gruppo nonché infaticabile nell’ organizzare
tutto), con Antonio e sua moglie Antonella, con Claudia2 che ci ha raggiunto in
basilica per la Messa e che mi prende per mano e mi porta a conoscere la sua
bellissima famiglia, con Loreta, con tutti quelli che vincolati dagli orari dei
mezzi svicolano via velocemente.
Porterò tutti LORO per sempre nel mio cuore ma due
sono le persone che ho tenuto per ultime ma certo non per importanza: uno è
Alessandro. Alessandro si è “sciroppato” in 2 giorni un sacco di km in treno per
essere con noi. Abita vicino a Torino ,anche se le sue radici sono a Dolo ,
quindi è a tutti gli effetti un pellegrino veneto ad honorem.
Alessandro che è uno che lo vedi 5 minuti ed è come
essere amici da una vita. Anzi, molto più che Amici. Fratelli.
E l’altra è Laura ... la mia compagna di questo cammino
dal primo minuto, da quando le ho detto “e se organizzassimo qualcosa tra noi
veneti?” e lei mi ha risposto “quello che fai tu per me va bene” e che con me
in stazione scopre che il treno è in ritardo di oltre 40 minuti e quindi
decidiamo per una corsa alternativa che in teoria ci porterà un po’ più lontano
dalla meta ma ad un certo punto dovrebbe ricondurci sulla retta via ed invece
scopriamo che NO, abbiamo perso la coincidenza e quindi siamo teoricamente
fregate. Macchè fregate!!!! Essere pellegrina mi ha insegnato a non arrendermi
mai, faccio una telefonata ad uno dei miei Angeli Custodi (il mio figliolo) e
insomma con un po’ di ritardo arriviamo anche noi a Camposampiero.
Qualche piccolo problema nell’ aprire la porta della
camera che ci hanno assegnato ( per scoprire dopo vari tentativi che stavo
cercando di aprire “un’altra porta”) , ed ecco, condividiamo una serata fatta
di battute,chiacchiere e risate, prima con tutti e poi in privato in camera.
E mi sveglio domenica mattina con ancora il sorriso
sulle labbra al ricordo della parodia che ci ha fatto la sera prima di alcune
sue clienti.
E insomma: con un’amica così non ci si annoia
veramente mai. Ma è anche la stessa Laura con la quale parlare di cose serie … dei
nostri cari che non ci sono più, degli affetti presenti, della vita che ci ha
portato fino a qui e del Cammino che ci ha fatto conoscere nemmeno un anno fa.
Questo raduno mi ha fatto moltissimi regali e come
ho avuto modo di ripetere parecchie volte nei giorni scorsi, in cuor mio so,
che è stato solo il primo di una lunga serie.
Ultreya et Suseya a noi, Pellegrini sul Cammino
della vita.
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