LA
STORIA VISTA DA LUI
Francesco
Era arrivato a destinazione senza intoppi: la
persona che doveva incontrare viveva appena fuori dal centro abitato in una
graziosa villetta dove nulla era ostentato ma nemmeno lasciato al caso.
Guardandosi attorno si notava l’amore per la natura
nel bel parco con alberi piantumati da parecchi anni e nelle aiuole con
fioriture multicolori.
Si capiva che chi abitava quella casa ne aveva fatto
un “rifugio” per sé e la propria famiglia: un “buen ritiro” dove tornare dopo
una lunga e impegnativa giornata, chiudere il cancello e lasciare tutto quello
che non era “famiglia” fuori dalle mura perimetrali.
Il Geometra Restivo lo aveva accolto calorosamente e
lo aveva invitato ad accomodarsi “nel patio” arredato con mobili in vimini,
dove sul tavolino basso c’era un vassoio con una caraffa , alcune bottiglie e
bicchieri colorati.
Aveva esordito dicendo:
<<Prego, si accomodi. Ha fatto buon viaggio? È
stanco? Accaldato? Ho fatto preparare del the freddo e della birra, ma se
preferisce qualcos’altro me lo dica tranquillamente. Spero non sia di fretta
perché desidererei parlare un po’ con lei …>>
<<La ringrazio un the freddo andrà benissimo e
sì ho fatto un bel viaggio … lungo ma non particolarmente faticoso … e poi
adesso mi aspetta una settimana di ferie quindi avrò tutto il tempo di riposare
un po’. Intanto le consegno la cartellina con i documenti che le manda il mio
Direttore. Poi per quanto riguarda il tempo direi che sono un po’ in anticipo
sulla mia tabella di marcia quindi posso prendermela abbastanza comoda … devo
solo essere alla stazione di Santa Lucia a Venezia quando arriva il treno da
Roma, quindi mi dica pure, sono tutt’orecchie>>
<<E’ inutile che ci giriamo intorno: Lei mi è
stato descritto come un ottimo elemento e io vorrei fortemente che lei
lavorasse al mio fianco nel prossimo futuro … ma … venga: facciamo quattro
passi in giardino …>>
Avevano costeggiato la casa e appena girato l’angolo
si erano trovati in un vero e proprio Paradiso: quello che si intravedeva
entrando dal cancello non era nulla a confronto dello spettacolo che si era
palesato ai loro occhi … una distesa a perdita d’occhio di alberi dalle folte
chiome facevano ombra ad arbusti più bassi ma altrettanto rigogliosi .. qua e
là si riconoscevano alberi da frutto che ben si inserivano nel contesto rurale
in cui si trovava la proprietà. In un posticino un po’ defilato, seminascosti
dalla siepe di ligustro, c’erano un laghetto artificiale ed un gazebo. Il
laghetto attirò l’attenzione di Francesco: in qualche modo “stonava” con
l’ordine e la cura che lo circondavano ma allo stesso tempo era perfetto nella
sua “imperfezione” … era una conca d’acqua non molto grande che probabilmente in origine era stata di colore azzurro vivace come un cielo d’estate ed
ora era di un celeste parecchio sbiadito … ma la vera peculiarità non era questa, bensì il
fatto che l’acqua che conteneva non fosse bella limpida e ossigenata ma al
contrario sembrava più uno stagno che un laghetto. Eppure, in quel preciso
posto, contornato da due alte tuie e da due cespugli di pungitopo era proprio
perfetto così.
Francesco stava inseguendo questi pensieri quando il
Geometra gli si rivolse dicendo:
<<si starà chiedendo perché in mezzo a tanto ordine
tengo questo “disordinato laghetto” … se lo chiedono quasi tutti quelli che
vengono a farmi visita. La gente pensa che questo laghetto sia la “pietra dello
scandalo” di tutto il giardino. Secondo lei??>>
<<Sarò onesto con lei … stavo proprio considerando
che a colpo d’occhio “stona” con il resto del contesto, ma allo stesso tempo è
perfetto per il posto dove sta, è un po’ come “un posto del cuore” … non so
spiegarmi meglio ma forse se fosse curato alla perfezione come tutto il resto
non sarebbe al posto giusto. Poi le dico: questa è una mia sensazione, non
capisco nulla di architettura d’esterni, pensi che a casa ho solo un terrazzino
con alcune “aromatiche” e nient’altro>>
<<Lei è una persona sensibile e ha colto nel
segno più dei tanti che l’hanno preceduta. Quello che lei vede ora come uno
“stagno” lasciato un po’ a se stesso, era nato per essere un piccolo laghetto
con fontanella a zampilli centrale e forse qualche pesce rosso. Ma la natura ha
deciso diversamente e non molto tempo dopo la sua costruzione è stato
colonizzato da alcuni anfibi, ranocchie principalmente, ma anche rospi e
salamandre. Così mi sono trovato davanti ad un bivio: svuotarlo dall’acqua
stagnante e dagli inquilini e ripristinare la sua originaria natura oppure
lasciarlo così e, sedendomi nel gazebo che c’è qui vicino, nelle sere d’estate
ascoltare il concerto dei ranocchi che tanto mi ricorda le mie estati di
bambino. Ed ecco la mia scelta è qui sotto gli occhi di tutti.
Ma parliamo d’altro: venga andiamo a sederci sotto
il gazebo e parliamo un po’ … come le dicevo prima il suo superiore mi ha
parlato di lei con entusiasmo, mi ha raccontato di quanto sia attento e
scrupoloso, di come abbia fatto, all’ interno dell’azienda, una scalata lenta e
graduale, partendo dal basso e mantenendo sempre un atteggiamento “di basso
profilo” … mai colpi di testa, mai atteggiamenti da “primo della classe”,
insomma un ottimo collaboratore e anche un ottimo collega per gli altri
dipendenti. Mi ha anche detto che lei ha intenzione di trasferirsi a breve in
Italia e ha chiesto a me se conoscevo qualcuno che avesse bisogno di una
persona con queste caratteristiche da inserire in un contesto simile a quello
dal quale lei proviene. E io ho pensato che conosco proprio la persona giusta
che in questo momento sta cercando una figura come la sua. Conosco molto bene
questa persona: la vedo tutte le mattine quando mi rado la barba. Eh sì, sono
io quella persona. Ho un collaboratore del quale mi fido come di me stesso (
forse alle volte anche di più …) ma sta per raggiungere il traguardo della
pensione e mi ha già detto che è sua ferma intenzione non lavorare nemmeno un
giorno più del necessario e iniziare a godersi un po’ la vita. Quindi, in
questo momento la mia priorità è quella di trovare qualcuno al quale il futuro
pensionato passi tutto il suo “know how”, tutto il suo sapere, tutte le sue
conoscenze. E qui entra in gioco lei. Si perché a me la “nuova figura”
servirebbe il prima possibile ... capisce bene che 40 anni di esperienza non si
possono passare ad un’altra persona in una settimana. Quindi se lei mi dice sì
, io smetto di cercare qualcun altro. Naturalmente prima di una sua risposta le
farò preparare dal mio consulente una proposta circa l’inquadramento, lo
stipendio e tutto quello che serve perché lei possa fare una valutazione
serena.
Però, intanto, se vuole , possiamo accomodarci nel
mio studio, così le faccio vedere a grandi linee quale sarebbe la sua
occupazione … intanto le dico che le toccherà essere spesso in giro per seguire
le nostre filiali. Di sicuro dovrà stare a Roma almeno una settimana al mese ma
mi pare di capire che questo non dovrebbe essere un grande sforzo, o sbaglio?
Ma venga, venga che torniamo verso casa …>>
Tutto girava alla velocità della luce … nell’ ultima
settimana aveva ritrovato Chiara, aveva pensato di fare un “colpo di testa” (
forse il primo della sua vita) e tornare a vivere in Italia mettendo in conto
di dover trovare un nuovo lavoro ed ecco che gli veniva servito un nuovo lavoro
su un vassoio d’argento , lavoro che l’avrebbe portato tutti i mesi almeno una
settimana a Roma. Stava raccogliendo a piene mani i frutti di parecchi anni di
impegno, lavoro assiduo, correttezza.
Arrivati nello studio si erano messi a parlare fitto
fitto incuranti del tempo che passava. Quella che il Geometra Restivo gli stava
proponendo era una bella sfida ma era convinto di poterla superare.
Ad un tratto era entrata nello studio una signora
bionda, dai lineamenti delicati che aveva esordito dicendo:
<<scusate se irrompo così nel bel mezzo di una
riunione. Piacere (aveva allungato la mano in direzione di Francesco) sono
Angelica Restivo e lei immagino sia il “ragazzo” che si sta trasferendo in
Italia per amore … mio marito mi ha raccontato un po’ la sua storia e spero
proprio che lei accetti la proposta che le farà così avremo modo di rivederci.
In questo preciso istante però devo chiederle una cortesia: riesce a spostare
la macchina dal vialetto così io riesco ad uscire con la mia che ho alcune
commissioni da fare e tra poco è sera …>>
<<Piacere mio signora. Sì sono Francesco e
anch’io mi auguro di poterla rivedere ancora. Ma “tra poco è sera”??? che ora
abbiamo fatto? Oh mamma mia che tardi che è!! Devo correre come un matto se
voglio arrivare in tempo in stazione a Venezia …>>
Il Geometra era intervenuto in questo monologo :
<< accidenti!! Non mi ero accorto che si fosse
fatto così tardi!! Mi scusi se l’ho monopolizzata così a lungo … le do un
ultimo consiglio e poi la lascio andare. Eviti di correre come un matto. Visto
l’orario troverà sicuramente il traffico congestionato da tutti quelli che
stanno facendo ritorno a casa quindi rischia di correre tanto e poi rimanere
imbottigliato sul Terraglio o poco dopo. Faccia così: chiami la sua bella, la
avvisi che è un po’ in ritardo per colpa mia e la faccia andare in albergo.
Così facendo la signorina avrà modo di rinfrescarsi un po’ prima del suo arrivo
e lei potrà prendersela un po’ più comoda. Lo so che essere alla stazione
all’ arrivo del treno sarebbe stato romantico ma mi creda ormai non ce la
farebbe più nemmeno se guidasse un elicottero e atterrasse direttamente in
laguna. Però voglio in qualche modo farmi perdonare. Se rimanete in terra
Veneta un paio di giorni almeno , domani sera siete nostri ospiti a cena. Cosa
dici cara? Non ti pare un’ottima idea? In fondo se Francesco accetta la mia
proposta credo che passerà più tempo nel mio studio qui da noi che a casa sua
quindi non sarebbe male che tu cominciassi a conoscerlo meglio …>>
<<Ma certamente!!! Allora dai è fatta!! Vi
aspettiamo domani sera per cena … una cosetta informale, solo noi quattro e i
nostri figli se sono nei paraggi … se il tempo tiene apparecchio nel patio. C’è
qualcosa che non gradite, al quale siete allergici, intolleranti? Le faccio
presente che mi piace sperimentare: quindi se siete onnivori, a casa nostra lo
siete a vostro rischio e pericolo perché non sapete cosa può capitarvi nel
piatto …>> e così dicendo si era allontanata da loro in direzione del
vialetto ed era salita in auto.
<<Geometra Restivo faccio tesoro dei suoi
consigli, libero il vialetto prima che sua moglie mi maledica e poi chiamo
Chiara per avvisare del lievissimo ritardo. E non si senta in colpa: abbiamo
fatto tardi perché entrambi eravamo “presi” da questo incontro. Lei nel
raccontarmi quanto più poteva della sua attività ed io nel cercare di
incamerare più dati possibili. E per la cena di domani sera la ringrazio di
cuore. Adesso devo proprio scappare …>>
Una veloce stretta di mano ed era già fuori dal
cancello.
Si era spostato lo stretto necessario per lasciare
spazio alla signora Angelica che l’aveva salutato con un colpo di clacson e
aveva composto il nr di Chiara.
Uno, due, tre squilli …
LA
STORIA VISTA DA LEI
Chiara
Il treno procedeva spedito verso nord … poche
fermate : Firenze,Bologna,Padova e poi finalmente Venezia.
Poche le fermate ma tante le città che vedeva
sfrecciare fuori dal finestrino tutte le volte che alzava lo sguardo dal libro
che le stava facendo compagnia.
Stava facendo un bel “ripasso” di geografia, come
quando andava ancora a scuola e in vista delle interrogazioni cercava di
fissarsi i punti salienti di ogni regione o città : quindi Orvieto con il suo
duomo del XIV secolo dalla facciata maestosa,con la sua città sotterranea e il
pozzo di San Patrizio … Chianciano famosa per le terme … e poi Cortona con
“l’Annunciazione” del Beato Angelico (opera conosciuta in tutto il mondo)
presso il museo Diocesano e il Convento di San Francesco.
Per non parlare di Arezzo , la “cenerentola di
Toscana” ingiustamente oscurata dalla fama di Firenze, Siena e Pisa. Città
invece ricca di cose che meritavano di essere viste (--voglio farmi un appunto e
al ritorno, tempo permettendo,prendere un treno che fermi in questa città e
provare a visitarla un po’--): il Loggiato di Piazza Grande, gli affreschi della
Basilica di san Francesco, il Duomo solo per elencare le prime che le venivano
in mente.
Ed ecco la fermata di Firenze : il tempo di mettere
un po’ d’acqua nella ciotolina per Gastone, fargli due grattini in mezzo alle
orecchie e già il treno era di nuovo in movimento.
Dopo un po’ aveva chiesto alla vicina di posto se
poteva dare un’occhiata al trasportino e al suo occupante e ricevuta risposta affermativa si era
diretta verso il vagone ristorante. In realtà , anche se non aveva mangiato
nulla non è che avesse fame, avrebbe però bevuto volentieri un succo di frutta.
Si era messa in fila e finché attendeva il suo turno aveva visto “passare”
fuori dal finestrino la città di Prato della quale non riusciva a ricordare quasi
nulla ad esclusione del Duomo e del fatto che fosse stata una delle prime città
scelte dai cinesi all’inizio del loro arrivo in Italia negli anni 90.
Il tempo di bere il suo succo di frutta ed ecco la
fermata di Bologna.
Il viaggio procedeva senza intoppi e se tutto fosse
continuato a filare così liscio , poco più di un’ora la separava dall’arrivo a
Venezia.
Aveva ripreso a leggere il romanzo di Camilleri
trascurando il paesaggio che scivolava via. Del resto: sicuramente bello e
d’impatto quanto si srotolava fuori dal finestrino ma altrettanto intrigante
quello che il Grande Maestro di Porto Empedocle le regalava con i suoi scritti.
Aveva alzato gli occhi fugacemente vedendo la
scritta “Padova” … un vecchio adagio diceva “Venezia la bella, Padova sua
sorella” … Padova concentrato di cultura, arte, conoscenza. Padova sede di una
delle più antiche università del mondo, ma Padova anche ultima dimora terrena
di uno dei santi più amati in Italia (a Padova ogni anno giungono da ogni dove
pellegrini a visitare la Basilica di Sant’ Antonio). Padova e la cappella degli
Scrovegni magistralmente affrescata da Giotto. Padova e “il Prato della Valle”
una piazza veramente particolare che per estensione totale è seconda solo alla
Piazza Rossa di Mosca.
E passata Padova praticamente si era in dirittura
d’arrivo … il tempo di tornare con lo sguardo al libro ed ecco lo squillo del
telefono … era Francesco
Lei:<<Pronto? Ciao tesoro sei già in stazione?
Il treno mi pare sia in orario quindi tra poco arrivo …>>
Lui:<<Chiara … è proprio per questo che ti
telefono. Non sono già in stazione, non sono nemmeno vicino alla stazione …
pronto?!? Mi senti!?!>>
Brivido freddo lungo la schiena … non poteva essere
… non poteva aver deciso di non venire più e comunicarglielo così al telefono …
Lei:<< sì ci sono … dimmi …>> aveva
risposto con voce fioca
.
Lui:<<tesoro che succede? Hai una vocina... (
silenzio da entrambe le parti) cosa c’è? ( silenzio ancora) nooo, dai, non
dirmi che stai pensando che non sto arrivando!? Sto arrivando scemotta ( solo
in quel momento Chiara si era accorta che aveva trattenuto il respiro per tutto
il tempo ed era praticamente in apnea ) … è solo che il signore al quale dovevo
consegnare i documenti mi ha fatto una proposta di lavoro e poi mi ha invitato
nel suo studio per parlarne un po’ più approfonditamente ed il tempo è volato.
Quindi per scusarsi di avermi fatto far tardi ci ha invitato per domani sera a
cena a casa sua ; vedessi che bella casa che ha! E che giardino!. E poi mi ha
consigliato, vista l’ora, di evitare di correre per cercare di arrivare in
tempo, tanto in tempo con questo traffico non sarei arrivato mai. Quindi direi
che, se sei d’accordo, visto che l’albergo non è neanche tanto distante dalla
stazione, tu potresti intanto andare avanti e prendere possesso della camera.
Puoi sistemare Gastone, dargli da mangiare, magari rinfrescarti un po’ e io
arrivo prima che posso. Non è così che l’avevo immaginata ma ti giuro che è per
una buona causa. Il signor Restivo mi ha proposto un lavoro bello, impegnativo
ma credo che ce la farò … ma ti racconto tutto con più calma stasera a cena.
Allora che dici? Vai direttamente in albergo o preferisci aspettarmi in
stazione?>>
Lei:<<vado in albergo, certo. Cosa vuoi che
faccia in stazione?? L’indirizzo dell’albergo ce l’ho quindi è tutto a posto.
Tu vai con calma che tanto io mi sistemo. Appena entro in camera ti dò uno
squillo così tu sei tranquillo …>>
Lui:<< ok a dopo e … Chiara sei in cima ai
miei pensieri TUTTI I GIORNI … figurati se potevo pensare di non
venire!!>>
Aveva vissuto i momenti più brutti della sua vita
prima che lui spiegasse il perché del suo ritardo.
Bene … si trattava semplicemente di cambiare un po’
i piani iniziali ma nulla che fosse così difficile.
Francesco aveva detto che l’albergo era abbastanza
vicino alla stazione … solo che Venezia non era una città come le altre … la
maggior parte del traffico era “via acqua” … vabbè se non avesse trovato
velocemente il modo per giungere a destinazione a piedi avrebbe optato per il
vaporetto o nella peggiore delle ipotesi per un taxi.
LA
STORIA VISTA DA LUI
Francesco
Accipicchia che traffico!!! Ok che era l’ora di
punta ma non era pronto a quella marea di gente “chiusa in scatole con 4 ruote”
che si spostava da nord verso sud … e anche in senso opposto non è che le cose
fossero tanto diverse.
Meno male che aveva ascoltato il consiglio del suo
futuro Boss e aveva avvisato Chiara del suo ritardo.
Che vocetta che aveva Chiara al telefono quando le
aveva detto che non era né in stazione né in arrivo … chissà cosa si era
immaginata.
Le pareva di vederla: i grandi occhi sgranati per lo
stupore, per l’amarezza e un brivido d’ansia che le correva giù per la schiena.
Poi quel telefono che si sentiva a scatti quindi
chissà quanti pensieri le erano passati per la mente nei momenti silenziosi.
Ma tra un po’ sarebbe arrivato anche lui in albergo
e avrebbe dissipato qualsiasi piccolissimo dubbio si fosse insediato nella sua
testa.
A proposito di albergo: dove parcheggiare la
macchina?? Venezia non è proprio una città come le altre … a meno che uno non
dorma a Mestre ( che di fatto è terraferma) , non è possibile parcheggiare
vicino al posto prenotato come in qualsiasi altra parte del mondo.
Doveva capire se era meglio parcheggiare al
Tronchetto piuttosto che al parcheggio di Piazzale Roma. Beh in fondo uno
valeva l’altro … tanto comunque avrebbe dovuto prendere il traghetto per
arrivare a destinazione quindi …
Ecco che in lontananza si intravedeva la sagoma
della città … una città meta di turismo da ogni parte del mondo, una città
piena di contrasti, una città luci ed ombre ... ancora qualche chilometro e
l’attesa sarebbe finita.
LA
STORIA VISTA DA LEI
Chiara
Decisamente i veneziani erano persone cortesissime.
A partire dall’ addetto dell’ufficio informazioni che le aveva spiegato per filo
e per segno dove acquistare il biglietto per il vaporetto e il luogo d’imbarco.
Continuando poi con il personale Actv al quale aveva chiesto chiarimenti circa
la fermata più comoda all’ albergo e che prontamente gliel’ aveva indicata
aiutandola anche a scaricare valigia e trasportino. E per finire il portiere
che l’aveva registrata velocemente per poi consegnare le chiavi della stanza
augurandole buon soggiorno e specificando che , se aveva intenzione di farsi un
bel bagno rilassante poteva farlo tranquillamente tanto all’ arrivo di Francesco
avrebbe consegnato lui personalmente una seconda scheda magnetica per entrare
in camera.
La camera era molto bella, affacciava su una calle
perpendicolare a piazza S.Marco della quale si vedeva un piccolo scorcio e là,
in fondo, sull’ altra riva del Canale della Giudecca si intravedeva la sagoma
della chiesa di S.Giorgio Maggiore.
Mise in libertà Gastone che stiracchiandosi un po’
dopo la forzata reclusione fece un breve giro di perlustrazione della stanza e
decise che il suo “quartier generale” fintanto che fossero rimasti a Venezia,
sarebbe stata una graziosa poltrona che stava sotto la finestra. Appena sentì
il classico rumore dei croccantini che cadevano nella ciotola abbandonò la
postazione appena conquistata e si regalò un buon pasto ristoratore.
Tutto ciò mentre la sua “padroncina” gli accarezzava
il pelo soffice facendo conversazione :
<<eccoci qua micione del mio cuore … ti piace
la stanza? Hai già scelto la poltrona come tua nuova dimora per questi giorni
veneziani … direi che hai scelto proprio bene. Ti basta appoggiarti con le
zampine allo schienale e puoi godere di un panorama unico al mondo … adesso tu
mangi, io tiro fuori un po’ di cose dalla valigia e poi quasi quasi seguo il
consiglio del portiere e mi faccio un bel bagno caldo. Speriamo che Francesco
arrivi presto …>>
Aveva velocemente messo nei cassetti e nell’ armadio
il contenuto della valigia lasciando dentro solo “il regalino” per Francesco.
Non vedeva l’ora di vedere che faccia avrebbe fatto una volta che l’avesse
aperto … tanto ormai mancava poco …
Entrò in bagno e fece scorrere l’acqua nella vasca …
LA
STORIA VISTA DA LUI
Francesco
Aveva trovato velocemente il parcheggio più comodo a
chi come lui arrivava da nord. Pagato fino alla sera del giorno dopo ( intanto
aveva deciso così, tanto comunque la sera dopo avrebbe dovuto prendere la
macchina per andare a cena dai signori Restivo. E poi avrebbe deciso, di comune
accordo con Chiara su come e dove avrebbero trascorso i giorni seguenti).
Il parcheggiatore lo aveva consigliato circa il
vaporetto da prendere per arrivare a destinazione e dopo un tragitto breve su
un mezzo pieno all ' inverosimile di un’umanità varia e variegata e
un’altrettanto breve tratto a piedi era finalmente giunto a destinazione.
Il portiere aveva confermato che Chiara era già
salita da un po’ e, ammiccando, gli aveva anche comunicato che aveva
consigliato alla signorina un buon bagno caldo rilassante.
<<se vuole bere qualcosa mentre aspetta che la
signorina si prepari, il nostro bar è in funzione … le consiglio , vista l’ora,
uno “spritz” … è un’aperitivo, non so se lo conosce.>>
<<la ringrazio per il consiglio ma vorrei
intanto andare in camera e depositare il bagaglio … poi se vedo che la faccenda
si fa lunga scendo e assaggerò volentieri l’aperitivo che mi ha
consigliato>>
Presa la scheda magnetica si era avviato per le
scale, facendo i gradini a due a due.
Entrato in camera si era trovato a fissare due
grandi occhi verdi che lo scrutavano dalla poltroncina posizionata sotto la
finestra.
“e adesso? –aveva pensato—e se il micio è convinto
che questo sia suo territorio e mi salta addosso e mi cava gli occhi? Sai che
bello quando Chiara esce dal bagno e mi trova morto dissanguato e senza occhi per
di più!!”
Aveva riso tra sé pensando a quanto la stava facendo
melodrammatica, però di certo non sapeva bene come comportarsi con il micio che
nel frattempo si era alzato e facendo” la gobba” si era stirato non perdendolo
mai di vista.
Poi aveva avuto un colpo di genio:
Lui:<<Chiara ci sei??>>
Lei:<<Ciao sei arrivato ( voce che proveniva
da una porta che immaginò dovesse condurre in bagno)… hai fatto presto. Finché ti aspettavo ho pensato di fare un bagno ma ho quasi finito. Se intanto che mi
aspetti vuoi disfare il bagaglio>>
Lui:<<Tesoro lo farei volentieri ma c’è un ma
… Gastone mi sta fissando da quando sono entrato e non ho capito quali siano le
sue intenzioni. Che faccio? Provo ad andargli vicino?e se poi mi vede come un
pericolo e mi attacca?>>
Lei:<<Ma cosa vuoi che attacchi!! Alla peggio
si nasconde sotto il letto … ma vedrai che gli sarai simpatico … Gastone?!? Mi
senti?!? Fai il bravo e fai amicizia con Francesco … cinque minuti e
arrivo>>
LA
STORIA VISTA DALL’ ALTRO
Gastone
“A pancia piena si ragiona decisamente meglio. Del
resto abbiamo fatto un viaggio luuunghissimo e io sono stato braaaavissimo.
Questo posto mi piace proprio. La camera è bella, la MIA poltroncina è comoda,
fuori dalla finestra il panorama è strano … niente strade, niente auto … solo
acqua. Che a me non è che l’acqua piaccia un granché … quindi spero proprio che
la mia padroncina, nel caso voglia andare a mangiare fuori, decida di lasciarmi
qui in camera. Ho tutto quello che mi serve: croccantini ne ho, acqua fresca da
bere pure, ho visto che Chiara ha messo la lettiera in bagno … chi mi sposta da
qui?? Sono messo come un Re. Ma ... c’è qualcuno che armeggia dietro la porta. Che sia
un ladro? E se è un ladro o un assassino cosa posso fare per difendere la mia
padroncina? Gli salto addosso con gli artigli sfoderati e provo a cavargli gli
occhi … senza occhi uno fa fatica a fare qualunque cosa … è riuscito ad aprire
la porta … sta entrando … mi guarda fisso senza parlare … lo guardo fisso
anch’ io così gli faccio paura … che poi a guardarlo bene non ha proprio
l’aspetto del delinquente: alto, magro, il tipico spilungone e con una valigia
in mano … si è mai visto un ladro con la valigia?? … io per mettermi dalla
parte giusta mi preparo all’ attacco … e lo tengo costantemente sotto tiro con
lo sguardo … si è fermato sulla porta. Hai paura ehhh? Prova, prova a fare un
passo dentro la camera e vedrai … parla, parla con la mia padroncina. E lei gli
risponde. E come è tutto “zucchero e miele” il suo tono. Vuoi vedere che è “Il
tedesco”??? Mamma mia meno male che non l’ho ucciso sennò chi la sentiva la
padroncina? E adesso? Come mi comporto? Shhh, aspetta che ascolto: la
padroncina ha detto il mio nome, e anche con me ha un vocina tutta carina.
Questo vuol dire che devo fare gli onori di casa allo spilungone. E va bene
dai, facciamo vedere che tipo sono.”
Il micione con un balzo scese dalla poltrona e andò
a strusciarsi contro le gambe di Francesco
LA
STORIA VISTA DA LORO
Francesco
Lui:<<ciao bel micione, ma che bello che sei …
e io che credevo tu volessi cavarmi gli occhi … pensa te che stupido pensiero
che ho avuto … adesso mettiti lì buono buono che io intanto disfo i
bagagli>>
Ancora Lui:<<Chiara, il tuo micione mi sta
facendo gli onori di casa … direi che siamo quasi amici … è venuto a
strusciarsi contro le mie gambe, è buon segno vero???>>
Lei:<<sì caro direi proprio di sì … non lo fa
con tutti anzi … si vede che gli piaci, ha capito che non sei un nemico da
combattere>>
Velocemente aveva vuotato la valigia lasciando sul fondo solo il regalo che aveva deciso di dare a Chiara.
Aveva poi appoggiato la valigia stessa su una
rastrelliera dove già ce n’era un'altra e aveva notato che erano identiche: 2 Roncato
nere … un modello tra i più comuni in circolazione. Temeva di scoprire che la sua
ragazza “ritrovata” amasse i bagagli color Rosa Barbie o verde evidenziatore e
invece … Niente fronzoli per Chiara, una donna con i piedi ben piantati a
terra.
In quel momento la porta del bagno si apri e
attraverso una nuvola di vapore intravide la silhouette della sua amata.
Loro
Con due passi la raggiunse e finalmente furono l’uno
nelle braccia dell’altra.
Un bacio dapprima timido e poi sempre più intenso
dissipò qualunque pensiero e qualunque dubbio.
Era così bello essere finalmente vicini, finalmente
uniti. Lei appoggiò la testa sulla spalla di Lui e lì rimase gustandosi il
momento e sospirando appena.
Ancora non credeva a quello che stava succedendo …
finalmente l’attesa era finita. Finalmente cominciava un altro capitolo della
loro vita. Avvicinandosi alla finestra per gustare i colori del tramonto
incrociarono lo sguardo sornione di Gastone che nel frattempo si era
riappropriato della sua poltroncina.
Lui:<<ma sei proprio sicura che gli sto
simpatico? No sai chiedo perché non vorrei trovarmi nel cuore della notte con
il gatto sul comodino che sfoderati gli artigli , sta pensando a come farmi
fare una brutta fine …>>
Il tono era scherzoso ma ugualmente Chiara si
premurò di rispondere:
Lei:<<se tu non gli piacessi te l’avrebbe
fatto capire appena hai aperto la porta della stanza … il fatto che sia venuto
a strusciarsi contro le gambe e che si sia fatto accarezzare fa capire che ti
ha accettato. Cosa dici, andiamo a cena? A pranzo non ho mangiato nulla e
adesso ho lo stomaco che brontola …>>
Lui:<<se sei pronta possiamo andare anche
subito … a no, subito subito no … prima c’è qualcosa che voglio darti>>
Lei: <<anch’ io ho qualcosa per te …>>
Si avviarono entrambi verso le valigie e ognuno tirò
fuori dalla propria un pacchettino ben confezionato e con un grande fiocco
colorato.
I pacchetti cambiarono di mano e ognuno prese ad
aprire il proprio. I fiocchi facevano fatica a sciogliersi, così come la carta
che avvolgeva il regalo.
Quasi in sincrono ognuno ebbe in mano quello che
l’altro aveva scelto come regalo.
Lei si ritrovò tra le mani una di quelle vecchie
scatole per biscotti in latta e lui si trovò un romantica scatola a fiori.
Alzarono gli occhi dicendo praticamente in coro:
<<sono le mie lettere che non hai mai
ricevuto. Penso che sia giusto che tu le legga, che tu le conservi, in fondo
erano destinate a te>>
Il micio intanto guardava aldilà della finestra
accendersi le prime luci della sera e i lampioni che rischiaravano la
piazza e pensava che gli umani sono tipi strani se basta una scatola per farli
commuovere.
(per voi che leggete, la storia finisce qui, o
meglio: lasciamo liberi Chiara e Francesco di vivere la loro storia d’amore …
non escludo, ogni tanto, di tornare a trovarli per vedere come vanno le cose)
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