giovedì 11 marzo 2021

COSA TI MANCA?

        questa foto è mia e ne rivendico tutti i diritti. se ti piace e vuoi usarla, per piacere cita la fonte. grazie


11-03-2021

Domanda secca … risposta scontata: mi mancano gli abbracci.

Troppo facile rispondere così e basta … proviamo a sviscerare un po’ meglio.

Mi manca il contatto, la vicinanza, mi manca ridere fino alle lacrime stando “appiccicati”, mi manca “vedere” i sorrisi e non solo immaginarli riflessi negli occhi.

Mi manca di poter fare le cose “di pancia” … fino ad un anno fa, potevo alzarmi una mattina del fine settimana, vedere che fuori splendeva il sole e decidere su due piedi di andare a fare una bella passeggiata prima del lavoro. Senza dover star li a scervellarmi per ricordare “ di che colore siamo” e in base al colore, andare a vedere la tabella del “posso-non posso”.

Mi manca di poter prendere la macchina e andare a Milano a trovare “la cuginetta” o il mio “socio” hospitalero solo per il gusto di passare un po’ di tempo insieme, senza dover far conti su confini regionali e “di che colore sono io” ma anche “di che colore sei tu”.

Mi manca non potermi recare al camposanto a trovare i miei genitori, per poter sistemare un po’ le loro piante e farci quelle lunghe chiacchierate che tanto mi piacciono, finché faccio un po’ di pulizia.

Mi mancano gli spettacoli, a teatro o negli stadi … siano essi concerti piuttosto che rappresentazioni teatrali … prendersi mezza giornata per andare a vedere uno spettacolo in una città che non conosco e così aspettando che venga l’ora in cui aprono le biglietterie, girare a mani in tasca e naso all’insù scoprendo piccole meraviglie di provincia.

Mi manca viaggiare, vedere posti più o meno lontani, mi manca tutto “il prima” del viaggio: acquisto biglietti, pernotti, pianificazione delle cose da vedere in base al numero dei giorni a disposizione.

Mi manca arrivare in un posto sconosciuto e scoprire che è ancora più bello di come lo immaginavo, e se non è più bello, ma nemmeno bello, anzi fa un po’ schifino, mi manca il cercare di trovare pregi dove ce ne sono pochi.

Mi manca  prendere un battello  e sedermi fuori, anche se fuori c’è un freddo artico, anzi sedermi fuori proprio perché c’è un freddo artico, e lasciare che il vento mi spettini .

E mi mancano le mie camminate sull’Adige … quelle che cammino verso ovest e ad un certo punto trovo una panchina … così mi siedo lì, ed è bellissimo il silenzio che mi circonda.

Un silenzio fatto di mille sfumature: il rumore dell’acqua che scorre pigra, i passerotti che litigano per una briciola, le fronde degli alberi mosse dalla brezza che sembrano parlottare fra loro.

Mi mancano certi sentieri, dove sei consapevole di essere sola ma ogni tanto senti un fruscio e giri lo sguardo intorno guardinga per capire cos’è stato.

Mi manca partire all’alba, prima dell’alba, quando tutto ancora dorme, quando fuori è ancora buio, ma così buio che non vedi una freccia e ti perdi … e mica te ne accorgi subito che ti sei persa: cammini, vai avanti, ottimista che prima o poi troverai un altro sentiero per tornare “sulla retta via” … e viene giorno, ma di “quell’altro sentiero” nemmeno l’ombra … e allora torni sui tuoi passi e  ti inebri di profumi e sensazioni.

E potrei andare avanti fino a domattina raccontandovi “cosa mi manca” … ma tutte le cose elencate sono semplicemente una “divagazione” dal focus principale.

MI MANCA POTER FARE PROGETTI.

QUESTO E’.

Mi manca non poter pensare a niente di più lontano della prossima settimana   (anche se, scaramanticamente a Natale mi sono regalata il biglietto per uno spettacolo che si terrà a fine maggio. Sognatrice? Forse. Ottimista? Sempre!)

Mi manca un orizzonte … come quello di certe foto … lontano, lontanissimo.

Perché fare progetti è un modo per esorcizzare il futuro … fare progetti significa essere e sentirsi vivi.

Oggi riflettevo proprio su questo: Mio nonno paterno era solito, nelle lunghe sere invernali , fare progetti per la nuova stagione. E così lo sentivi dire : “ Ah l’anno prossimo (inteso come la prossima primavera) nell’orto pianto questo, tolgo quello, semino un po’ più in là, aggiungo qualche pianta nuova nella vigna, provo a piantare carciofi o asparagi.”

Poi, un giorno, dopo un periodo un po’ travagliato, il medico gli aveva detto che il suo orizzonte si stava avvicinando a grandi passi.

Credete che il nonno abbia smesso di fare progetti? Tutt’altro!! Ha semplicemente cambiato un po’ la formula .

Durante gli ultimi anni, ha continuato a pensare a cosa avrebbe fatto ad ogni primavera e ce lo raccontava così: - ah l’anno prossimo “sa ghe son” ( se ci sarò ancora…) farò questo, questo e questo – quindi consapevole di cosa poteva succedere ma non perdendo mai la sana buona abitudine di pensare a qualcosa per il futuro.

Dobbiamo continuare a sognare, dobbiamo continuare a fare progetti … i nostri sogni sono più forti delle restrizioni e i nostri progetti prima o poi diventeranno realtà …

Importante è non farsi trovare impreparati all’appuntamento … Facciamo come gli scout… il loro motto è “Estote Parati” (siate pronti) e si rifà ad un passo del Vangelo di Luca :

--et Vos estote parati, quia qua hora non putatis, Filius hominis venit –      (Siate pronti perché nell’ora che non supponete, viene il Figlio dell’Uomo)

Torneranno quei giorni ed è nostro dovere ESSERE PRONTI.

 

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