C’è
stato un “PRIMA” … la nostra vita Prima di febbraio 2020.
Un “PRIMA”
quando la mia generazione era convinta di essere padrona della propria vita.
Un “PRIMA”
dove ho conosciuto persone che ho considerato e chiamato “Amici” … per me la
parola Amicizia è una parola importante, con un valore altissimo e la uso con parsimonia.
Ma
quando dico “ questa persona è mia Amica”, puoi star sicuro che è perché il mio
sentimento è forte, fondato … troppo spesso è una parola che viene usata alla “leggera”
… viene considerata sinonimo di “ conoscenza”, di “frequentazione” i social
sono maestri in questo … per me NO … L’Amicizia è un sentimento, un sentimento
forte, un legame, è “sorellanza e fratellanza” …
Ho
conosciuto persone che ho desiderato avere per Amiche, alle quali ero convinta
mi legassero sentimenti puri e solidi : ripensandoci ora NON era così difficile
confondere una semplice conoscenza per Amicizia.
Da lontano
tutto è più facile: ci si scrive, si scherza e ci si prende un po' in giro, ci si vede magari 4-5
volte l’anno e in quelle 4-5 volte si cammina insieme, si condivide una
cena e poi tutti a casa propria. In quelle occasioni si ha appena il tempo di
aggiornarci su quanto ci è capitato dall’ultima volta in cui ci si è visti ed è
già ora di fare ritorno … magari non si trova il tempo per parlare dei massimi
sistemi, e magari va benissimo così.
Poi c’è
stato un “DURANTE” (parlo del Lockdown e dintorni) … un “DURANTE” che ci ha
visti impauriti, timorosi, angosciati … un “DURANTE” dove anche se lontani, ci
siamo stretti gli uni agli altri, provando a farci coraggio, ognuno nel modo
che gli era più consono.
In quei
giorni, dopo essermi resa disponibile con gli Amici del gruppo Veneto a parlare
un po’ al telefono se ne avessero sentito la necessità, ho ricevuto tante
telefonate di persone che forse vedevano in me un appiglio, qualcosa a cui
aggrapparsi in un momento dove tutto vacillava.
Loro non
lo sanno ( o forse sì ... chissà …) ma io ho ricevuto TANTO, TANTISSIMO da quelle
telefonate, io ho trovato in loro l’appiglio che mi serviva in certi giorni particolarmente bui …
Il “DURANTE”
ci ha messo tutti sullo stesso piano: eravamo persone spaventate da qualcosa che
non conoscevamo.
Non
importava se giovani o vecchi, se maschi o femmine, se persone in carriera
oppure studenti o pensionati … tutti temevamo per la nostra vita.
E anche
durante il “DURANTE” ho continuato a sentire “Amiche” persone che, di fatto,
per me lo erano.
Poi è
arrivato il “DOPO” cioè “L’OGGI” … dopo la grande paura, il momento di provare
a riprendersi un po’ della propria vita … quella vita fatta di affetti, amori,
amicizie, lavoro … ma anche il momento delle “scelte” … dello schierarsi … e qui
le cose hanno preso un’altra connotazione.
Ho
sempre pensato che sono le differenze che ci rendono unici e che arricchiscono
i sentimenti che gli uni provano per gli altri … mi ritrovo a scoprire che non tutti la pensano così …
Diceva Evelyn
Beatrice Hall (saggista che scriveva con lo pseudonimo di Stephen G.
Tallentyre) in una biografia di Voltaire “Non sono d’accordo con quello che
dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo”
Ecco: c’è
stato un momento in cui ho detto come la pensavo, onestamente e forse anche un
po’ ingenuamente, e alcuni “amici” si sono letteralmente eclissati …
Mi
ritrovo a pensare che forse era meglio aver fatto come gli “Ignavi” della
Divina Commedia.
Chi sono
gli Ignavi? “Coloro che nella vita non hanno mai avuto né espresso idee
proprie, e si sono sempre adeguati alla massa”
Sarebbe
stato molto più semplice glissare, non dare risposte schiette a domande “
buttate là per caso” …
NON sono
fatta per le cose semplici, ma per le cose “ dirette” … e così sono state le
mie risposte … DIRETTE … ho tirato fuori tutto ciò che avevo nell’anima, tutti
i miei dubbi, le mie perplessità, il mio “sentire” …
E devo
ammettere che di Amici che hanno compreso e apprezzato la mia schiettezza ne ho
trovati tanti ma … alcune persone, che per me erano Speciali, quelli no, non
hanno capito, non hanno voluto ascoltare, non hanno voluto sentire ragioni
diverse dalle loro.
E così
siamo passati dai messaggi scherzosi (corredati da Faccine spiritose) su
whatsapp a messaggi “asciutti” e solo per rispondere ai miei, dalle telefonate e
dai battibecchi fraterni al silenzio assoluto.
E non ci
vuole un genio per capire … ed è proprio quel silenzio che fa male … più male
di mille parole di dissenso, più male di uno schiaffo in pieno viso … qualcuno
ha scritto che:
“Il silenzio è l'ultima arma del potere”
E ancora:
“Le nostre vite cominciano a finire il giorno in cui stiamo zitti di fronte
alle cose che contano” (Martin Luter King)
E poi
arriverà il “POI” … quel giorno quando tutto questo sarà solo un ricordo, un
brutto ricordo …
E comincio
già adesso a farci i conti con quel POI … perché OGGI ho deciso che certe
persone è bene ridimensionarle e farle tornare a quello che è la loro vera
essenza: “Conoscenze”, “compagni per un breve tratto di cammino” e basta … e
tenere ben saldi quelli che invece erano, sono e saranno Amici con la A
maiuscola.
E se in
un POI neanche troppo lontano, qualcuna di queste “Conoscenze” tornasse a farsi
vivo, millantando la “vecchia amicizia”?
Come mi
comporterò io di fronte a tutto questo? Avrò imparato la lezione? Sarò più
cauta nell’accostarmi a costoro? Saprò riconoscere l’Amico Vero?
In questo
momento il POI è lontano … in questo momento ci sono le ferite che bruciano, i
sentimenti non corrisposti, l’Amor proprio un po’ ammaccato.
Tutte cose
con le quali fare i conti, da elaborare e dar loro il giusto significato affinché la tristezza non diventi astio, il dolore non diventi rancore, l’amarezza non
diventi animosità.
E far sì
che il POI possa brillare come la più
sfolgorante delle stelle in una notte di cielo sereno.
E in una notte così, siederò all'aperto, in compagnia degli Amici Veri, ad ammirare il Creato. E tutto sarà perfetto.
Mentre leggevo il tuo scritto mi sono venute in mente le parole del piccolo Principe che ho postato qualche giorno fa, ""Certo che ti farò del male. Certo che me ne farai. Certo che ce ne faremo. Ma questa è la condizione stessa dell’esistenza. Farsi primavera significa accettare il rischio dell’ inverno. Farsi presenza, significa accettare il rischio dell’assenza."
RispondiElimina(Antoine de Saint-Exupéry) ed è vero accettare certe "amicizie" è accettare di correre qualche rischio...ma anche questo ci farà crescere. Ciao Contessa a presto