La prima
volta che lo vedi è un fagottino di circa 3 kg x 50 cm di lunghezza … poco più
di un batuffolo … l’hai aspettato per nove mesi, sei convinta di sapere cosa ti
aspetta …
E invece
lui (o lei) ti guarda negli occhi e tutte le tue certezze vacillano in un
attimo.
Lo porti
a casa: è un esserino semplice ( questo è quello che credi … illusa!!), ha
bisogno di poche cose: cibo, pulizia e riposo.
Quindi ti
adoperi nell’allattamento, lo lavi, lo cambi, gli canti la ninna nanna, lo
coccoli.
Dovrebbe
essere tutto perfetto e invece non lo è!!
Non lo è
perché certe volte piange senza un perché ( in realtà un perché c’è sempre ma
tu sei alle prime armi e ancora non conosci le sfumature del suo pianto) e
allora ti vengono tutti i dubbi del mondo: avrà qualche strana malattia? Mangerà
troppo poco? Forse le tutine non sono abbastanza morbide e ha la pelle
irritata? Forse un alieno si è impossessato del mio bambino ? (questo lo pensi
all’ennesima notte insonne quando tu non sai più cosa fare e il tuo pargolo
piange disperato)
Questi primi
anni sono “la palestra” dell’arte di diventare genitori, quello che in gergo
calcistico si chiama “riscaldamento a bordo campo” … in un batter d’occhi il batuffolino
tanto carino si trasforma in un giovanotto alto prima un metro, poi un metro e mezzo che va a
scuola, al doposcuola, a far sport, alle gare, alle feste di compleanno, va in
millecinquecentoottantasei posti dove tu DEVI accompagnarlo … ad un certo punto
sei in auto che aspetti che tuo figlio esca dalla palestra e ti ricordi di quell’alieno
al quale hai pensato una notte di tanti anni prima e formuli questo pensiero
parafrasando una canzone di Eugenio Finardi “extraterrestre portami via, voglio una
stella che sia tutta mia. Extraterrestre vienimi a cercare, voglio un pianeta
su cui ricominciare” in realtà ti basterebbe anche solo una piccola vacanza
lontano da tutto e da tutti su un pianeta lontanissimo … una piccola vacanza
che duri fino alla maggiore età del figlioletto, così almeno avrà la patente e
non dovrai più fare il servizio taxi, quindi credi che potrai riprendere in
mano la tua vita e rilassarti un po’ …. Illusa di nuovo!!
Lui
diventa un marcantonio alto un metro e 80, ti sovrasta e ti guarda dall’alto in
basso, ha la patente, ha la morosa, esce la sera e tu in teoria dovresti
goderti la ritrovata libertà!
E invece
sei lì nel letto che ti volti e ti rivolti e finchè non senti la serratura di
casa aprirsi e “il pargoletto” salire per le scale non riesci a dormire
tranquilla.
Poi
arriva un giorno in cui va a vivere per conto proprio e tu, che per un tot di
anni hai pensato che in quel momento il cerchio si sarebbe chiuso e con quel
gesto avresti deposto il costume da “Wonder Mama” che indossi dal giorno in cui
è nato, scopri che non è così e non sarà mai così.
Genitori
non si nasce, si diventa giorno per giorno ed è una missione che non finisce
mai …
I
genitori sono quella strana razza di umani che sono allo stesso tempo maestri e
allievi … hanno il compito di crescere un virgulto senza sapere bene cosa li
aspetta … e così finchè provano ad insegnare cose al loro figliolo in realtà ne
imparano tantissime … e il figlio stesso crescendo impara ma allo stesso tempo
insegna ai propri genitori gli sbagli da non fare, gli atteggiamenti da tenere …
Tutti
questi pensieri un po’ “strambi” per dirti caro Dario che io e papà siamo stati
i contadini e tu la nostra “pianta” più preziosa … ci siamo presi cura di te,
affiancandoti durante la crescita come il “paletto” fa con la pianta giovane ..
E sei
diventato come un tiglio maestoso, o come una solida quercia … e mi piace
pensare a me e papà come a due contadini che dopo un’intensa giornata di
lavoro, si siedono all’ombra della tua chioma rigogliosa a ritemprarsi un po’.
BUON
COMPLEANNO ALLA NOSTRA GIOIA PIU’ GRANDE!!
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