( questa foto è mia e ne rivendico tutti i diritti. se ti piace e vuoi usarla, per piacere cita la fonte. grazie)
Domenica
scorsa incontro un’amica che non vedo da un po’…mi prende da parte e con gli occhi
lucidi mi dice : -sai ho letto il tuo libro e mi è servito tanto…l’ho portato
con me in ospedale e l’ho letto finchè attendevo fuori dalla sala operatoria l’esito
di un intervento abbastanza pesante che ha subìto mia sorella. L’intervento è
durato 12 ore e io ero là fuori e non sapevo come affrontare l’attesa. Poi ho
preso in mano il tuo libro e dopo poche pagine sono riuscita ad “uscire” dalla
sala d’aspetto e a percorrere con te un pezzo del Cammino. L’unica pecca? Un po’
troppo breve, l’ho finito troppo in fretta e quindi l’ho riletto con più calma
assaporando ogni singolo paragrafo. Grazie, grazie infinite, non saprai mai
quanto bene mi hai fatto-
Resto senza
parole…aldilà del fatto che mai avrei pensato che il mio piccolo diario potesse
essere d’aiuto a qualcuno, ho sempre pensato che SCRIVERE FOSSE terapeutico, ma
non mi ero mai soffermata sul fatto che potesse esserlo anche leggere.
Per quello
che riguarda me ho sempre attinto a piene mani da queste due cose : ho iniziato
a scrivere che non avevo ancora 5 anni per spirito emulativo: vedevo mia
sorella che faceva i compiti e anch’io volevo “un fojo e una pitita” (un foglio
e una matita)..ma non mi accontentavo di disegnare VOLEVO SCRIVERE.
Ed è così
che nel lontano 1967 diventai una copia al femminile del “piccolo scrivano
fiorentino” ( vedi il libro “Cuore” di Edmondo De Amicis ) o dei monaci
amanuensi. Per tenermi impegnata mi regalarono un bellissimo libro con le
favole di Esopo. Ed io giorno dopo giorno, senza conoscere le parole, ricopiavo
ogni singola letterina, affascinata da queste strane forme che per la mia
fantasia straripante avevano un sacco di significati diversi. E osservando le
illustrazioni inventavo delle storie che nulla avevano a che vedere con il
testo originario.
Il passo
dal copiare le letterine a capire che le letterine erano dei suoni e che messe
insieme formavano le parole fu breve. Da lì mi si aprì un mondo fantastico
fatto di favole, storie e filastrocche e un po’ più avanti anche di cose
decisamente più impegnative. Ricordo in modo nitidissimo che a 6 anni appena
compiuti lessi a mamma e nonna che ascoltavano in religioso silenzio un
articolo di giornale sul rapimento e omicidio di un ragazzino toscano di nome
Ermanno Lavorini. Quello fu l’inizio di un amore che dura tutt’ora. Mi piace
leggere, mi aiuta a staccare la testa dalle rogne di tutti i giorni. E poi
leggere arricchisce : chi legge ha un lessico più forbito, conosce più
vocaboli, impara anche a spiegarsi meglio.
Per quello
che concerne lo scrivere ho sempre avuto “amici di penna” fin dai tempi della
scuola con i quali scambiare una fitta corrispondenza….dalla lettera “classica”
sono passata poi alle e-mail e tutt’oggi ho amiche sparse un po’ dappertutto
con le quali lo scambio di missive è quasi quotidiano.
Oltre alla
corrispondenza , fin da ragazzina ho tenuto per lungo tempo un diario e da un
po’ di anni a questa parte mi diletto anche con racconti brevi.
Ho sempre
trovato un piacere estremo nello scrivere: la mente che “frulla”, i pensieri
disordinati che prendono forma e diventano una storia…così come amo la lettura:
i libri ti portano in posti sconosciuti, ti fanno vivere storie , ti fanno
vestire i panni del personaggio principale. Da ogni libro che ho letto ho
imparato qualcosa…piccole e grandi cose. Ho imparato a desiderare di saperne di
più su alcuni argomenti e in questo caso le letture sono state stimolo ad
approfondire.
Amo l’odore
della carta stampata..la prima cosa che ho fatto quando mi hanno consegnato le
scatole che contenevano il mio diario “vado a Santiago e torno” è stata quella
di prenderne una copia, sfogliarla e annusarla.
Per un
breve periodo della mia vita di studentessa ho lavorato part-time in una
cartolibreria e poiché sapevo fare poco o nulla mi avevano messo a riordinare gli scaffali e
schedare i libri che contenevano: i mitici “ Oscar Mondadori” i tascabili per eccellenza. Le altre colleghe
mi prendevano un po’ in giro per questo lavoro da “topo di biblioteca”..io
invece ero felicissima di passare giornate intere in mezzo ai libri.
Anni dopo,
quando dovevo decidere su cosa fare da grande, mi sarebbe piaciuto aprire un
locale a metà tra la libreria e il salotto letterario… il negozio a piano terra
e nel soppalco un posticino speciale con poltrone, divanetti e una “tisaneria”.
Un posto dove potersi soffermare un po’, dove staccare da tutto, dove poter
sfogliare i libri magari bevendo qualcosa di caldo. Un posto dove organizzare
presentazioni di nuovi romanzi, dove pianificare incontri per discutere dei
libri letti.
Poi la
vita mi ha portato a fare tutt’altro, ma ogni volta che entro in una libreria
penso a come avrebbe potuto essere la “MIA”, e un sottile rimpianto alberga per
un istante nel mio cuore. Poi scelgo qualche nuovo pezzo per la mia personale biblioteca e quel dolore sottile sottile un po' si smorza.....
Dico spesso che i libri sono dei grandissimi amici: se hai tempo per leggere ti porteranno in posti fantastici e ti faranno vivere emozioni uniche , se invece sei di fretta, oberata dagli impegni e appena posi il capo sul cuscino sei già nel mondo dei sogni, loro stanno lì sul comodino tranquilli e silenziosi in attesa di tempi migliori. E in certi giorni, sapere che una volta tornata a casa potrai riprendere la lettura da dove l'hai lasciata la sera precedente è un piacere che non ha prezzo.
Dico spesso che i libri sono dei grandissimi amici: se hai tempo per leggere ti porteranno in posti fantastici e ti faranno vivere emozioni uniche , se invece sei di fretta, oberata dagli impegni e appena posi il capo sul cuscino sei già nel mondo dei sogni, loro stanno lì sul comodino tranquilli e silenziosi in attesa di tempi migliori. E in certi giorni, sapere che una volta tornata a casa potrai riprendere la lettura da dove l'hai lasciata la sera precedente è un piacere che non ha prezzo.
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