( questa foto è mia e ne rivendico tutti i diritti. se ti piace e vuoi usarla, per piacere cita la fonte. grazie)
Dorotea ha camminato tutto il giorno sotto la
pioggia. Non ha la più pallida idea di quando ha lasciato la via giusta e si è
smarrita nei boschi galiziani.
La cartina preparata minuziosamente a casa le è
stata strappata di mano da una folata di vento particolarmente furiosa ed è
volata nel Rio “NON SO COSA”…. perduta per sempre.
Intanto il tempo passa, in giro non c’è anima viva
e….OK “in Galizia la sera fa buio alle 22” ma… se, arrivate le 22 lei non sarà ancora arrivata a destinazione?
Meglio non pensarci…
Ad un tratto viene affiancata da un furgone e un
ragazzo si sporge dal finestrino per chiedere se sia in difficoltà…
“Oh mamma! E se questo è un assassino? Ma dai
finiscila, è solo una persona gentile”
Nel suo spagnolo smozzicato spiega che
effettivamente non ha idea di dove sia finita e il ragazzo le comunica che poco
più avanti, dopo la curva, troverà la “Taberna do Parais” dove poter consumare
qualcosa di caldo e magari, perché no, fermarsi per la notte.
Detto questo riparte sgommando un po’ sull’asfalto
bagnato.
“Ma guarda che tipo! Poteva anche offrirmi un
passaggio! Avrei detto –No Gracias- ma almeno poteva fare il gesto!”
La curva è lunghissima e quando finisce ecco
apparire in un paesaggio fumoso che sembra uscito da una storia di quelle che
si raccontano ad Halloween, La Taberna.
Entra e un leggero scampanellio fa accorrere la
Locandiera.
“Ven, toma asiento…” ( prego, accomodati) la signora
è cortese e molto solerte e l’aiuta a togliersi la mantella fradicia. La invita
poi ad avvicinarsi al fuoco che scoppietta nel camino per riscaldarsi un po’.
Le chiede se vuole mangiare qualcosa e la informa che, se vuole, ha una camera
libera per la notte.
A Dorotea non pare vero… nell’arco di 10 minuti una
giornata “da dimenticare” ha completamente cambiato aspetto, e tutto per merito
di una signora gentile e un camino.
Decide che sì, si fermerà qui per la notte ma
bisogna avvertire il posto dove aveva prenotato che non la aspettino.
Prende in mano il telefono ma non c’è campo,Nel
mentre ritorna Mercedes , la locandiera, e conferma che purtroppo in quella
zona così sperduta , il segnale va e viene.
-Poco importa, pensa Dorotea – ci penserò domani.
Mercedes le comunica che, finchè la cena cuoce, può
prendere possesso della stanza e farsi un bel bagno caldo.
Non se lo fa ripetere due volte e in un batter
d’occhi, lasciati a terra gli abiti zuppi, scivola nella vasca lasciando fuori
solo la testa.
La stanchezza e la tensione del giorno non tardano a
farsi sentire e prima di abbandonarsi completamente, esce dall’acqua ormai
tiepida e indossata un’allegra tuta di ciniglia rosa confetto , torna nella
sala principale.
Mercedes la accoglie con il suo miglior sorriso e la
fa accomodare all’unica tavola apparecchiata di tutto punto.
Si scusa ma a causa del maltempo e dell’elevata
distanza dal primo centro abitato non ha molta scelta per quanto concerne il
menù.
"Tenemos -el plato del dia-, lo recomiendo, no te arrepentiràs" (abbiamo -il piatto del giorno- te lo raccomando, non te ne pentirai)
Dorotea accetta di buon grado... il pensiero di un pasto caldo la alletta parecchio , qualunque cosa ci sia che bolle in pentola...
Finchè la cena sta cuocendo, Mercedes in un Italiano elementare frammisto al Castigliano , intrattiene la sua ospite chiedendo da dove venga e cosa faccia in quel posto tutta sola...
A grandi linee Dorotea racconta di abitare vicino a Venezia ( che tutto il mondo conosce) e di essere in cammino verso Santiago. Poi curiosa, chiede qualcosa in più sul "plato del dia"... La Locandiera racconta che oggi il piatto si chiama "Estofado de Vendedor ambulante" (stufato del commesso viaggiatore).
Incuriosita da questo strano nome cerca di capirne
di più sollecitando la cuoca a svelare i suoi segreti.
Marcedes con una luce maliziosa negli occhi racconta
che per farlo hanno usato un commesso viaggiatore capitato per sbaglio alla
locanda…
Dorotea spalanca gli occhi e… Mercedes scoppia i una
fragorosa risata.
“ Ma no… scherzavo… è solo che la ricetta è un
segreto segretissimo che ci tramandiamo
noi donne di famiglia da generazioni!”
Visibilmente sollevata Dorotea inizia a mangiare e,
a parte il gusto un po’ dolciastro (forse a causa di qualche spezia o
ingrediente segreto) deve ammettere che lo stufato è veramente ottimo.
Finito di cenare l’albergatrice le consiglia una
bella tisana rilassante.
“Vedrai… con questa farai un sonno lungo e riposante
e ti sembrerà di essere in Paradiso”
Dorotea finisce la tisana e si sente stanca,
veramente stanca. La giornata con tutte le sue disavventure le sta presentando
il conto.
Arranca per le scale e appena varcata la soglia
della stanza si abbandona sul letto, così , con ancora indosso la tuta rosa
confetto.
Al piano inferiore Mercedes sta rigovernando la
cucina e ad un tratto sente bussare piano piano alla porta sul retro. Corre ad aprire
e fa entrare Miguel, suo fratello, l’uomo del furgoncino che qualche ora prima ha dato le
indicazioni a Dorotea.
“Tutto bene? Sistemate tutte le cose di ieri?”
esordisce con un sorrisetto curioso.
“Non ti preoccupare.- le risponde la sorella- del
commesso viaggiatore non è rimasta traccia… L’auto l’hai portata tu dallo
sfasciacarrozze, la valigia e tutti gli effetti personali sono finiti nel
camino e hanno riscaldato l’ambiente. Le sue parti più “toste” sono già nella soda
caustica e tra un po’ potremo fare tante belle saponette e la parte più morbida…
beh quella è stata la cena di stasera e devo dire che è stata parecchio apprezzata.
Ma a proposito di cena: sto scrivendo il menù per domani.
Domani “el plato del dia” sarà “Mujer rubia de Venecia,
desaparecida” ( Bionda Veneziana scomparsa)
Alza gli occhi dalla lista e sorride a Miguel che sta
affilando il coltello mentre si appresta a salire al piano di sopra…
Un consiglio: diffidate sempre quando vi vogliono far
mangiare qualcosa che è “ UNA RICETTA SEGRETA”
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