Avevo 17
anni e tutta la vita davanti…Era l’estate del 1980 e mia cugina Stefania (
allora quindicenne) stava trascorrendo un periodo di vacanza da noi in campagna…l’idea
era che avremmo fatto “a mezzo”…prima lei a casa mia, poi io ospite a casa sua
a Torino.
Ci eravamo
divertite parecchio in quel periodo (del resto , in quegli anni , ci si
divertiva veramente con poco)..lunghi giri in bicicletta in paese o sull’argine
del Po, la fiera di fine luglio e le giostre .. qualche giretto alla sera in
piazza a prendere il gelato..e poi tante ore chiuse in camera a sognare come
sarebbe stato il nostro futuro, a fantasticare su quello che avremmo fatto “da
grandi”..
Poi era
venuto il momento di fare le valigie per trasferirci a Torino dove continuare
quell’estate spensierata … l’idea era quella di prendere la corriera di buon’ora
e arrivare a Ferrara, da lì in treno proseguire verso Bologna dove a metà
mattina avremmo trovato la “coincidenza” che ci avrebbe portato dritto fino a Torino.
Quella notte
avevamo dormito poco , tutte elettrizzate al pensiero di fare un viaggio così
lungo da sole e la mattina dopo, nonostante la sveglia avesse suonato a lungo,
non eravamo riuscite a svegliarci in tempo per prendere la corriera. Poco male
... tanto non avevamo nulla di prenotato e avevamo semplicemente preso la corsa
successiva.
Arrivate a
Ferrara però avevamo scoperto che tutti i treni diretti a Bologna erano stati
cancellati… non c’erano notizie in merito ( l’avvento dei cellulari e della “rete”
era ancora lontano…)
Non sapevamo
cosa fare ... le nostre domande per saperne di più rimanevano senza risposta ...
ad un certo punto Stefy aveva chiamato casa sua per avvisare di questo ritardo
che stava assumendo dei contorni apocalittici.
Ricordo ancora
l’entusiasmo e il sollievo con il quale gli zii avevano scoperto che avevamo
perso il treno ... erano tutti felici, tutti concitati e io e mia cugina non
capivamo perché ... poi , placata un po’ la foga era venuto il momento, per gli
zii , di darci la notizia ... tutti i telegiornali passavano edizioni speciali
con immagini terribili di un qualcosa che era accaduto a Bologna , verso le 10
, quella mattina.
Uno scoppio
(non si sapeva ancora se accidentale o premeditato) aveva dilaniato la sala d’aspetto
della seconda classe alle ore 10,25 di una sonnolenta mattina d’estate…. Si parlava
di un sacco di morti.
Ci siamo
guardate negli occhi…forse allora non abbiamo capito la vera portata
di quello che era successo ... il nostro unico pensiero in quel momento era “bypassare”
Bologna e arrivare in qualche modo a destinazione.
Il viaggio
via Milano durò un’eternità…ricordo solo che arrivammo a Torino, stremate dal
caldo, che era sera inoltrata (non c’erano Freccia Rossa o Italo, ma solo
semplici treni senza aria climatizzata)
Egoisticamente
quello che era successo a Bologna passò in secondo piano …il resto dell’estate
trascorse serenamente. Poi venne l’ora di tornare a casa.
E solo
quando tornai a casa compresi quanto i miei genitori fossero stati in pensiero
quel giorno non avendo notizie di noi, là fuori nel mondo, sole.
E ancor di
più, con il passare degli anni, quel giorno ha preso, per me, dei connotati ben
definiti. E ho cominciato a pensare a “E se..”
--E se la
sera prima fossimo andate a letto presto…
--E se
quella mattina ci fossimo alzate al primo trillo della sveglia…
--E se non
avessimo perso la corriera…
--E se…..
Ma come
diceva sempre la Nonna Maria “ al destino non si fugge”
E si vede
che non era destino che noi fossimo là, alla stazione di Bologna, il 2 agosto 1980 intorno alle 10 di mattina.
E si vede
che il destino aveva altro in serbo per noi … quattro mesi dopo quel giorno, in
una fredda domenica di fine novembre ho conosciuto quello che è diventato “il
mio compagno” nel cammino della vita.
Insieme
abbiamo fatto un sacco di strada … era destino che la ragazzina diciassettenne di
allora diventasse donna, moglie, madre e chissà che altro ancora.
E ogni
anno, il 2 agosto, penso a tutto questo e capisco quanto sono fortunata…
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