(come sempre..questo disegno è mio e ne rivendico tutti i diritti. se ti piace e vuoi usarlo, per piacere cita la fonte. grazie)
Infilo lo zaino e mi chiedo come ho fatto a lasciarlo così a lungo in fondo all’armadio.
Lui che
fa parte di me, Lui che E’ parte di me.
Me lo
sistemo bene addosso: gli spallacci avvolgono morbidamente le mie clavicole, le
cinghie al petto ad in vita aiutano a ripartire il peso che quasi non si
sente. Chiudo le fibbie..quella al petto è perfetta, quella in vita “balla” un
po’ … possibile che sia dimagrita? Ehhh si perché anche in questo io sono una
donna “anomala” … da sempre
in lotta con la bilancia, ad un certo punto della mia vita ho deciso di
indossare abiti comodi ( decathlon e i suoi capi sportivi … santi subito!!!)
per imparare ad “accettare me stessa”… ad apprezzare le mie curve, le mie
rotondità.
Questa “forma mentis” però fa sì che non ho mai un paio di pantaloni o una gonna che un certo giorno “stringono” un po’ in vita oppure che “scivolano” dolcemente verso il basso.
Questa “forma mentis” però fa sì che non ho mai un paio di pantaloni o una gonna che un certo giorno “stringono” un po’ in vita oppure che “scivolano” dolcemente verso il basso.
E’ lo
zaino l’unico che mi rimette davanti allo specchio : se non lo adopero per un
po’ , alla prima uscita, nel momento di allacciare le fibbie SO esattamente
cos’ho combinato dall’ultima volta … bene a quanto pare dall’ultima volta ho
condotto una vita sana e morigerata che ha permesso alla fibbia in vita di
scivolare un po’ verso i fianchi … poca roba ehh … però abbastanza da mettermi
di buonumore … e abbastanza da decidere di fare un piccolo segno con il
pennarello sulla stringa per capire “quanto” ( in termini di centimetri) ho
lavorato bene sul mio corpo in questi mesi.
E poi
ecco … il momento magico : raddrizzo le spalle e mi guardo allo specchio … come
mi piace quello che vedo!!
E’ da
poco tempo che ho capito uno dei “perché mi piace viaggiare con lo zaino” (
tant’è che ormai nella mia vita le valigie sono totalmente bandite anche quando
faccio vacanze standard) : mi piace viaggiare con lo zaino perché “mi raddrizza
la schiena”. Detta così sembra una stupidaggine ma in realtà … passo tante ore
seduta alla scrivania a lavorare al pc … questo fa sì che le mie spalle tendano
ad incurvarsi in avanti … a questo aggiungi che sono una donna “mediterranea”
nel più ampio senso del termine ( fianchi larghi e tette grosse) e anche questo
fa sì che proprio a causa del peso nella parte alta del busto, la mia postura risulti
sempre un po’ “piegata”.
Ed ecco
che, come per miracolo, nel momento in cui mi sistemo lo zaino sulle spalle,
tutto si riequilibra : le spalle si raddrizzano e io mi sento pronta ad affrontare
la vita "di petto".
Mi manca
da morire il mio andare , da sola . Il mio alzarmi quando ancora fuori è buio ,
rifare lo zaino “ a memoria” ( l’ho rifatto talmente tante volte, che tutto, in
automatico, trova magicamente il suo posto) , chiudermi piano la porta alle
spalle e fermarmi un attimo sulla soglia a respirare. In quel respiro c’è tutta
l’attesa del nuovo giorno e anche un piccolissimo brivido di paura … mica lo so
cosa e dove mi porterà questo giorno nuovo che nasce … ho una meta, è vero, ma
da adesso al momento dell’arrivo ci sono tante ore e tanti chilometri … chissà
quante ne combinerò anche oggi!!!
E poi è
ancora strada … e sono ancora passi … ed è il silenzio che mi accompagna rotto
solo dai suoni della natura … e il mio respiro, che sento riecheggiare nelle
orecchie , e che dà il ritmo ai miei piedi.
E’
fantastico accorgermi che camminare mette in armonia tutto il mio corpo …
allungo il passo, il respiro si fa più
veloce e i pensieri scorrono come fotogrammi sulla pellicola di un film … mi fermo
un attimo, prendo fiato, bevo un po’ e il film rimane in “standby” a beneficio
del mio gustarmi quanto mi circonda … suoni, profumi, piccoli animali curiosi
che fanno capolino e si avvicinano un po’ timorosi e un po’ temerari … ecco: io
sono esattamente come loro. Quando parto da casa ho sì il desiderio di questa
nuova avventura ma anche un po’ di timore nel non sapere quello che mi aspetta
… poi, ogni volta che mi lascio “coinvolgere” e “travolgere” dal viaggio, questo mi regala sempre cose nuove e spunti
per altre prossime esperienze.
Prendo
una mandorla dal sacchettino e piano piano mi avvicino allo scoiattolo che
immobile , sicuramente sta pensando a cosa fare : fidarsi di questa sconosciuta
e recuperare una “merendina” oppure tornare frettolosamente sull’albero e
mettersi al sicuro? Propende per la prima ipotesi e viene premiato dalla
mandorla e da un grattino sulla piccola testa morbida … è un attimo. Sfreccia
via velocissimo e alzando gli occhi lo vedo su un ramo, in alto, al sicuro, tra le zampette la mandorla che gli ho
regalato. I nostri sguardi si incrociano, poi ognuno torna sulla sua strada.
Sono
queste le cose che mi piacciono dell’andare “lento” … gli incontri che si fanno
lungo la via … e come ogni incontro cambi “le parti” ai personaggi: con lo
scoiattolo ero io ( forse) quella che poteva incutere timore … poi invece
incontro un cane bello grosso e io, nonostante a casa abbia 2 bestiole di oltre
35 kg cadauna, non so perché, ma dei cani ho paura … che siano alani, pastori
maremmani, semplici chihuahua o piccoli meticci … I CANI MI FANNO PAURA.
E non è
una paura che si svela nel momento che il cane viene verso di me abbaiando o
ringhiando … è PAURA a prescindere.
Ho paura
che mi attacchi frontalmente , ma anche che io riesca ad oltrepassarlo e mi
attacchi “alle spalle” … ho paura che non sia solo e possano arrivare altri
suoi amici …
Camminando
verso Roma con la mia amica Francesca ho avuto una grandissima lezione in
questo senso: lei è una che si fida a prescindere … di tutti. Come direbbe mio
nonno “la se fida de Bestie e Cristian”.
Più
volte , nei due giorni che abbiamo passato insieme, abbiamo incontrato cani che
vagavano liberi e non tutti sembravano mansueti … Francesca quando si accorgeva
che questi “tipetti” si facevano un po’ troppo vicini o un po’ troppo
insistenti, li guardava dritto negli occhi e parlava loro ( del resto una che
si chiama Francesca vuoi che non parli agli animali come il suo santo Patrono??) .. ad alcuni con tono gentile e convincente … ad altri in modo fermo
e perentorio. Non ha mai sbagliato un colpo …
Ma torniamo
a me … quest’anno che si avvia alla conclusione è stato RICCO … ricco di
incontri, di nuove amicizie, di tante belle persone che sono entrate nella mia
vita e che farò di tutto perché non ne escano più; contemporaneamente è stato
POVERO ... povero di “passi” … povero di Cammino.
Il tempo
che avevo a disposizione l’ho adoperato in un modo diverso, alternativo … ho
prestato servizio come volontaria in un Ostello … ho percorso altre strade … le
strade “dell’IO” … in un cammino di crescita e consapevolezza all’interno di me
… un cammino di conoscenza e di coscienza … ho deciso di fare la “Pellegrina”
dall’altra parte … non da quella che arriva, ma da quella che accoglie … nel
senso più ampio del termine … ero partita da casa con l’idea di “donare”
qualcosa ( fosse anche solo il mio tempo) e sono tornata con tanti “doni” che
mi sono stati fatti dai “Pellegrini” in primis … ogni persona una storia, e ho
scoperto quanto mi piace ascoltare gli altri e quello che vogliono condividere
con te … e poi dal mio “compagno di servizio” : una persona splendida che è
riuscita con il suo bel carattere a rendere “unica” questa esperienza … e poi i
“gestori” dell’Ostello … con loro mi sono sentita subito “ a casa”… e casa è il
posto più bello dove tornare e ritornare.
Con queste persone è nata una bella
amicizia, e ci siamo ritrovati (con loro e con i miei Amici Pellegrini Veneti
ormai Storici) ad inizio ottobre quando ho voluto averli qui, nel profondo Sud
del Veneto … a casa mia.
Ho organizzato un fine settimana fatto di cultura ( un
po’) , cibo e condivisione ( tanta, veramente tanta) e una bella camminata
sulle sponde dell’Adige.
Prima
ancora, a Luglio ho partecipato ad un raduno simile a questo in montagna, organizzato
da Ines , una cara amica della provincia di Vicenza , che ci ha voluto far
conoscere il Monte Summano e le sue bellezze … e anche lì sono stati giorni
pieni di tante cose, di quelli che lasciano il segno.
Ma
arriva un momento in cui questi “piccoli cammini” per quanto belli siano, non
bastano più … e allora che si fa? Si inizia ad organizzare il PROSSIMO, e solo
per il fatto che comincio a cercare, sfogliare, leggere ... insomma , solo per il
fatto che “mi metto in pista”, già mi sento in Cammino.
La prima
cosa è dirlo ai miei “Maschi”… quando ho ben chiaro cosa farò nel 2020 li rendo
edotti e come al solito loro mi guardano sconsolati, poi “si guardano l’un l’altro”
e nei loro sguardi ci sono un sacco di parole che non dicono (e di questo li
ringrazio) e, soprattutto c’è sempre la solita domanda “ cosa dobbiamo fare con
questa qui??”
Il Passo
successivo è quello dell’organizzazione vera e propria ( periodo, tappe, cosa
vedere..) ed è proprio su questo che sto lavorando in questi giorni …
Caro zaino preparati ... tra un po' saremo di nuovo io, te e la strada...
Caro zaino preparati ... tra un po' saremo di nuovo io, te e la strada...
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