questa foto è mia e ne rivendico tutti i diritti. se ti piace e vuoi usarla, per piacere cita la fonte. grazie
Poco più di un mese fa scrivevo alcune considerazioni
sul fatto che un piccolo paese poco distante da casa mia era diventato “zona
rossa Covid-19”.
Da allora tutto è cambiato … in un susseguirsi di
giorni frenetici siamo diventati tutti “zona rossa” … il contagio si è esteso
in un batter d’occhio flagellando inizialmente Lombardia e Veneto, per poi
estendersi ad Emilia Romagna, Piemonte, Toscana ed infine a macchia di leopardo in
tutt’Italia.
E piano piano, un giorno dopo, l’altro abbiamo visto
le nostre abitudini sconvolte, stravolte, mutilate.
E abbiamo imparato ad uscire una sola volta alla
settimana e solo per cose veramente “inderogabili”, e abbiamo imparato che il
bene più prezioso non è rappresentato dalla bella macchina o dalla casa di
lusso ma dalla salute e che non ci sono soldi che possano comprarla.
In realtà non lo abbiamo “imparato” … ci è
semplicemente stato ricordato, in modo cruento e fulmineo.
E abbiamo ascoltato per giorni e giorni dei veri e
propri “bollettini di guerra” fatti di numero di contagi e di positivi e
soprattutto di decessi.
E abbiamo fatto i conti con le nostre paure, quelle
che eravamo bravissimi a nascondere dietro la facciata di una vita presa da
mille cose, da mille impegni.
E abbiamo guardato in faccia la morte … nessuno di noi
che stiamo vivendo questo periodo potrà mai dimenticare, finchè vivrà, le
immagini di quel corteo di camion militari che trasportavano le salme delle
vittime.
Immagini tangibili … ma per un’immagine così , mille
pensieri si accalcano alla mente … i primi giorni sei come risucchiato da un
vortice e non riesci nemmeno a pensare lucidamente … sai solo che ti attende un
lungo periodo lontano da tutti, chiuso in casa per il tuo bene, dei tuoi cari e
del tuo Paese …ti trovi a dover rimodulare le tue giornate con tanto tempo a
disposizione … TANTO TEMPO A DISPOSIZIONE … regalato proprio a te che il tempo
non sembrava mai abbastanza … ti viene regalato tempo e paradossalmente non sai
cosa farne … mentalmente hai un “blocco”, un “rifiuto” … tu NON lo vuoi tutto
questo tempo a disposizione, NON SE IL PREZZO DA PAGARE E’ IN "VITE UMANE".
Poi passi alla fase “accettazione” o anche “ arresti
domiciliari ragionati” e cominci a tenerti impegnata per non pensare, per non
ascoltare i messaggi che vengono da fuori ma anche da “dentro la tua testa” … e
così pulisci tutto come non avevi MAI fatto in vita tua ( e come,
scaramanticamente, ti auguri NON farai mai più), sistemi cose in sospeso, ti
inventi di riordinare e registrare i libri della tua biblioteca personale,
sistemi abiti che da tempo “giacevano” nell’armadio in attesa di essere
accorciati, ristretti, rammendati.
E cucini: ti inventi tutti i giorni piatti diversi con
le cose che hai a disposizione (se nella ricetta c’è un ingrediente che non
hai, pazienza! Sperimentiamo nuove varianti) … leggi molto ma soprattutto
rifletti …rifletti sul presente ( poco perché ti sale il magone) ma rifletti
anche e soprattutto sul futuro … su un futuro che ad oggi vedi nebuloso e
incerto … non sai quando tutto questo finirà e soprattutto non sai “come”
finirà … ora sei cosciente di com’è la vita ai tempi del Coronavirus …o meglio
sei cosciente di com’è la vita delle persone sane, perché fortunatamente, al
momento, tu e la tua famiglia siete tra quelli “graziati” … sai com’è non poter
più pensare: “ prendo la macchina e faccio un salto in merceria” … sai cos’è
quel brivido che ti corre lungo la schiena quando devi uscire per recarti al
supermercato a fare la spesa ( e impari a guardare con occhi nuovi commessi e
cassieri che credo sentano quel brivido tutti i giorni mentre si apprestano a
prendere servizio), sai cos’è essere strappata dalla tua “ confort zone”, dalla
tua routine giornaliera fatta di ufficio, colleghi, caffè alla macchinetta
scambiando due parole, commissioni in banca e in posta e scaramucce con i
clienti … ma il “dopo” … come sarà il “dopo” … credo che più niente sarà come
prima … a partire dai rapporti interpersonali … io sono una che “abbraccia e
bacia” molto … in questi giorni gli unici depositari di tali gesti sono i miei
due uomini … ma non avendo contatti con nessun altro la situazione è “normale”
… mi viene voglia di abbracciare (ma soprattutto di essere abbracciata e
confortata)? Esco in giardino dove il “maschio alfa” di casa ha deciso di
erigere il suo “quartier generale” in questo periodo, lo raggiungo e lo
“abbraccio a tradimento”.
Ma poi? Tra una settimana, tra un mese, tra due?
Quando torneremo a fare “vita sociale”? quando torneremo al lavoro e anche alle
nostre passioni? Penso alla cosa che amo di più e che mi manca parecchio in
questo periodo: camminare.
Ok se decido di andare sola non mi cambia nulla …
vado, cammino, saluto da distante chi incrocio e torno a casa.
Ma da un po’ di tempo a questa parte mi piace andare a
camminare con una cara amica ed entrambe siamo forti sostenitrici
dell’abbraccio terapeutico … di quel bel contatto ravvicinato che ti fa sentire
in sintonia con l’altro.
Ne parlavo proprio con Lei qualche sera fa e quando le
ho detto:
“ e comunque cara Laura, anche quando ci renderanno la
libertà di movimento, credo che dovremo continuare con mascherine e distanza di
sicurezza…”
………… un lungo silenzio da parte sua e poi:
“Cioè, vuoi dirmi che ci vedremo e non potremo
abbracciarci? Nooo, dai……… (silenzio)…va ben dai, l’importante è che possiamo
rivederci e stare un po’ insieme”
Ecco, questo è l’essere umano; questa è la potenza
dell’UOMO … la Resilienza … la capacità di adattarsi a quello che gli succede.
Ci incontriamo … ci abbracciamo … forte …. NON
POSSIAMO ABBRACCIARCI?
…. Ok! Ci incontriamo, ci guardiamo negli occhi e
andiamo a camminare … e a distanza di sicurezza e mascherina sul viso torneremo
a scambiarci confidenze, a condividere sogni …
Questa è la Resilienza … non posso più andare al
lavoro? Il mio orologio biologico però mi sveglia alla “solita ora” … OK … guardo
la sveglia e mi crogiolo un po’ di più tra le coperte, me la prendo con calma,
mi faccio il caffè con la caffettiera e lascio che il suo aroma avvolga tutta
la casa … mi prendo cura della mia schiena facendo gli esercizi che mi ha
consigliato la fisioterapista , mi prendo cura dei miei “maschi” anche solo con
un sorriso, con una carezza.
Che #stiamoacasa# ok, ma non è sempre facile stare
insieme tante ore, tutto il giorno, tutti i giorni … noi siamo doppiamente
fortunati perché godiamo di buona salute e abbiamo una casetta piccola ma un
giardino bello grande che in questo periodo ha bisogno di parecchi lavoretti di
manutenzione…e allora: i maschi sistemano la legna frutto della potatura,
tagliano il prato, fanno manutenzione alle rive e alle siepi, fanno
manutenzione dell’attrezzatura … e io sistemo i fiori e poi inizio a “fare
l’orto”.
Fare l’orto vuol dire “guardare avanti” … guardare al
“dopo” con fiducia … fare l’orto significa iniziare oggi qualcosa che ti darà
frutti fra 2-3 mesi …
Quindi con uno sguardo al “domani” metto a dimora
pomodori e peperoncini tondi piccanti, melanzane e insalatine, basilico e
zucchine … mi prendo cura oggi di quello che porterà frutto “domani” … e “
domani” con i frutti dell’orto preparerò conserve e composte da utilizzare il
prossimo inverno ma anche e soprattutto da regalare a parenti ed amici, per
coccolare e in un certo modo “prendermi cura” anche di loro …
Ed ecco: lentamente si riprende a fare progetti per il
“domani” … e non importa quando arriverà questo “domani” … il solo pensiero di
fare qualcosa “domani” accende in tutti noi una Speranza per il prossimo
futuro.
Domani …
Nessun commento:
Posta un commento
© Immagini e testi protetti da Copyright