mercoledì 25 gennaio 2023

MINOU (parte seconda)


(fonte web)

E il nonno raccontava storie vere e storie di fantasia … raccontava di com’era la vita in campagna quando lui era bambino ma inventava anche favole con draghi e principesse da salvare; e raccontava di com’era stato essere poco più che adolescente e trovarsi a combattere una guerra senza nemmeno sapere perché; e immancabilmente raccontava la storia di Andrea, un bambino piccino e curioso al quale capitavano un sacco di avventure mirabolanti che si concludevano sempre nel lettino della sua cameretta, perché in realtà non erano avventure ma sogni.

La nonna ascoltava tutte queste storie finché rigovernava le stoviglie in cucina e si stupiva di come suo marito si trasformava quando scioglieva le briglie della fantasia: Lui, uomo di poche parole, in quegli istanti passati con il nipotino si trasformava in un affabulatore senza eguali.

Da giovane era stato un padre assente, troppo preso dal lavoro e da una mentalità che non gli permetteva di esternare i suoi sentimenti: ma tutto quello che non aveva donato a sua figlia in termini di tempo e affetto lo stava riversando ora sul nipotino con gli interessi.

La moglie sperava che l’arrivo del nipotino per le vacanze scolastiche avrebbe giovato all’uomo che giorno dopo giorno si stava chiudendo in sé stesso: il fatto di essere confinato su una sedia a rotelle lo “umiliava” … lui che non era mai stanco, che non si fermava mai fintanto che c’era qualcosa da fare ( e in campagna c’è SEMPRE qualcosa da fare!), lui che faceva mille lavoretti di riparazione o ripristino, era un po’ meccanico e un po’ idraulico e alle volte anche apprendista muratore, adesso viveva un “fermo obbligato”. I suoi occhi vagavano ovunque e vedeva tutte le piccole cose che avevano bisogno di essere sistemate ma non poteva fare nulla.

O meglio: non VOLEVA fare nulla! Sì perché il medico quando lo aveva dimesso dall’ospedale si era raccomandato che facesse gli esercizi di riabilitazione che gli avrebbero permesso se non di correre, almeno di ricominciare piano piano a camminare.

Ma lui no!! Testone come sempre aveva deciso che non voleva farsi compatire da nessuno quindi aveva liquidato in modo brusco tutte le proposte della moglie che , mattina dopo mattina, lo esortava a provare a rimettersi in piedi.

In realtà questo era quello che vedeva la moglie: ma poi lei si richiudeva la porta della stanza alle spalle con il cuore gonfio di amarezza nel vedere quello che fino a qualche mese prima era “La colonna portante della casa” diventare uno spettatore della vita che gli scorreva davanti ineluttabile.

Andava in cucina e dopo una veloce tazzina di caffè cominciava la sua giornata scandita dalle mille faccende della fattoria: dar da mangiare alle galline e al porcellino, accudire le mucche nella stalla e le caprette nel recinto.

Spazzare l’aia, stendere i panni e andare in campagna a raccogliere frutta e verdura che poi sistemava sotto il gazebo per la vendita a “km 0”.

Quando finalmente ritornava in casa si era fatta l’ora del pranzo: apparecchiava la tavola, cuoceva la minestra e poi tornava in camera, dove trovava il marito nella stessa posizione nella quale lo aveva lasciato parecchie ore prima.

Si domandava come facesse un uomo che era sempre stato così attivo ad oziare tutto il giorno: leggere non gli piaceva, guardare la tv nemmeno …

Lo aiutava ad accomodarsi sulla “carrozzina” e poi pranzavano insieme: al pomeriggio se le temperature lo permettevano, lo accompagnava a fare un giretto per la campagna, oppure lo sistemava all’ombra del gazebo. Gli metteva vicino la radio (l’unica compagnia che sopportava) e poi tornava là dove aveva lasciato a mezzogiorno: sgranare le pannocchie, intrecciare le cipolle e l’aglio, raccogliere la verdura per preparare la cena.

Quando il sole batteva forte e non era il caso di uscire in campagna la potevi trovare in cucina intenta a fare confetture o a preparate le verdure da congelare per l’inverno.

Ma dicevamo: come trascorreva le lunghe ore della mattina “l’Uomo”?

Una cosa era certa: non voleva suscitare pietà, quindi era escluso fare gli esercizi magari in modo sgraziato o senza troppa coordinazione davanti alla moglie.

Ma questo non voleva dire che stesse lì “con le mani in mano”. Anzi! Tutte le mattine dalle 8 a mezzogiorno ripeteva e ripeteva fino allo sfinimento gli esercizi racchiusi in un libretto che gli avevano consegnato durante il ricovero.

Era abbastanza contento: piano piano la muscolatura delle gambe stava riprendendo tono, riusciva anche a fare qualche passetto restando attaccato al comò per non rischiare di andare a gambe all’aria. Certo era cosciente che la strada sarebbe ancora stata lunga ma non demordeva.

Un giorno, a mezzogiorno, quando sua moglie si sarebbe presentata, puntuale come le tasse, per aiutarlo a sedere sulla sedia a rotelle, le avrebbe sorriso e DA SOLO, si sarebbe alzato in piedi, l’avrebbe abbracciata e insieme un passo dopo l’altro avrebbero raggiunto la cucina per il pranzo.

Ma adesso era ancora tutto precario quindi perché illuderla?

Povera donna! La vedeva tutto il giorno affaccendata tra casa e podere: la sera poi si sedeva sul divano per seguire qualche programma alla tv e tempo cinque minuti  gli occhi le si chiudevano: Ma la giornata non era ancora finita: doveva accompagnare lui a letto e sistemarlo per la notte. E tutto questo, giorno dopo giorno, senza che mai si lamentasse!!

Mai una volta che le avesse risposto con malgarbo anzi! Era lui quello che alle volte faceva il burbero perché avrebbe voluto essere lasciato in pace … ma l’avrebbe ricompensata di tutto, di questo era certo.

In quei giorni che precedevano il Natale si sentiva particolarmente ottimista anche perché a breve sarebbe arrivato Andrea con il quale aveva intenzione di procedere a passo ancora più spedito con la riabilitazione.

Di Andrea si poteva fidare: sarebbe stato il loro piccolo segreto. E forse, chissà, prima del nuovo anno si sarebbe rimesso in piedi … ma intanto occorreva non perdere tempo!

-Da posizione supina: piegare la gamba accompagnandola con le mani verso il petto. Restare il più possibile in questa posizione e poi lentamente stendere. Ripetere 10 volte e poi cambiare gamba …-

Contemporaneamente, là fuori, tre piccoli monelli pelosi avevano deciso di scendere la scala del fienile e ampliare i loro orizzonti …

domenica 22 gennaio 2023

MINOU (parte prima)

(fonte web)

Era nata in una fredda giornata di fine autunno e, a dispetto di quello che diceva la saggezza popolare a riguardo, lei e i suoi due fratellini erano vispi e curiosi di scoprire il mondo.

Mamma Gatta per istinto, aveva scelto come “sala parto” il fienile, e nello specifico un vecchio scrittoio con le antine un po’ sghembe che si trovava proprio in fondo, in fondo … dove nessuno guardava mai.

Dentro il mobile alcuni vecchi indumenti ormai inutilizzabili che la padrona di casa aveva messo lì in caso servissero stracci per i lavori di manutenzione di trattori e altri attrezzi: -ormai inutilizzabili per gli umani ma per fare un bel “nido” per i suoi bimbi erano proprio l’ideale- aveva pensato Mamma Gatta quando aveva capito che era quasi “l’ora”.

Sapeva, sentiva che doveva tenere i suoi piccoli nascosti affinché fossero al sicuro: altre volte non era stata altrettanto accorta e il “Padrone” li aveva trovati, messi in una scatola e portati via e lei non li aveva più rivisti.

Ed era stato inutile miagolare fino allo sfinimento nella speranza che i suoi piccolini la sentissero e tornassero indietro: così come a nulla erano servite le parole che la “Padrona” aveva rivolto al marito per convincerlo a non portar via i micini.

“Teniamoli per un po’ … magari quando diventano più grandicelli qualcuno di quelli che passano di qui per comprare le verdure del nostro orto li vede e se li porta a casa”

“Sì brava!! E se poi nessuno li vuole? Cosa facciamo se diventano grandi e ci restano tutti sul groppone?? In casa serve un gatto maschio, lo dico sempre io!! Ma lei no!! Prendiamo una gattina, guarda com’è carina … carina, carina, ma ogni 3 mesi eccola li che fa i piccoli !! e altre bocche da sfamare!! Non se ne parla proprio!!”

“Ma guardala da un altro verso: se diventano bravi come la mamma a cacciare i topi avrai risolto questo problema e non ti costeranno niente perché mangeranno quello che cacciano”

“ Sì … come se non ti conoscessi!! E poi entrano in casa una volta, due, e poi d’inverno fa freddo vorrai mica lasciarli al freddo e al gelo e così in quattro e quattr’otto ci ritroviamo la casa piena di gatti: E poi basta discutere: qui il padrone sono io e si fa come dico io!!”

“Ma almeno non andare ad annegarli!! Prendi la scatola e portali lontano … dai loro una possibilità!! Solo perché tu sei un vecchio orso non è detto che in giro non ci sia qualcuno che vorrebbe tanto un micino!”

“Ohh adesso basta!! So io cosa devo fare!! Tu pensa alle faccende domestiche che di quelle ti devi occupare!”

La Donna aveva abbassato il capo carezzando la gatta che capiva che stava succedendo qualcosa di brutto ma non poteva far niente per impedirlo.

E così, ogni volta, i suoi piccoli finivano in una scatola e probabilmente morivano annegati in qualche corso d’acqua della zona.

In realtà, l’uomo era meno cattivo di quanto volesse apparire, ma non poteva permettere che la moglie lo contraddicesse.

Faceva quindi tutta la “pantomima”, si allontanava da casa continuando a brontolare ad alta voce, ma percorso qualche chilometro, svoltava in un sentiero laterale che portava ad un bel boschetto e lì liberava i gattini dando loro una possibilità.

La cosa era andata avanti per parecchio tempo finché un giorno la “Padrona” aveva trovato suo marito accasciato nella rimessa degli attrezzi privo di conoscenza.

L’Uomo era stato ricoverato in ospedale per un po’ e quando era tornato a casa, Mamma Gatta aveva visto scendere dall’ambulanza non l’Uomo che le rubava i figli, bensì un Vecchio confinato su una sedia a rotelle.

Dopo l’ictus, “il Vecchio” usciva di casa raramente: la moglie, nelle belle giornate di sole, spingeva la “carrozzina” fino al pergolato e là lo lasciava mentre lei tornava alle mille faccende proprie della vita della fattoria.

Spesso le persone che dalla città si spostavano fino alla fattoria per acquistare uova, frutta e verdura “a km zero” si fermavano a fare quattro chiacchiere con "il Vecchio" che aveva sì perso l’uso delle gambe , ma manteneva, nonostante i problemi di salute, una memoria di ferro e si ricordava di tutto e di tutti.

Mamma Gatta non avrebbe dovuto preoccuparsi per i suoi ultimi nati visto che il Vecchio era “fuori gioco” … eppure l’esperienza le aveva insegnato che era meglio essere prudenti.

Intanto l’autunno stava lasciando il posto all’inverno: quei tre teppistelli ormai erano cresciuti abbastanza per andare alla conquista del mondo: ogni mattina, dopo la poppata, si arrampicavano sulle pareti del cassetto e poi si lasciavano cadere “fuori” … fuori dove c’era tutto un mondo da scoprire.

Il fienile era grande e pieno di cose che come per incanto si trasformavano in giochi per le piccole pesti: si nascondevano, si facevano gli agguati, si arrampicavano e immancabilmente cadevano in qualche buco e solo allora si mettevano a miagolare in modo straziante per richiamare la loro mamma che correva velocemente a recuperarli e a portarli al sicuro.

La “Padrona” aveva capito che da qualche parte c’era una nidiata di micini pronti ad invadere l’aia e in cuor suo ne era contenta: ci voleva un po’ di giovinezza in quella fattoria dove da un po’ tutto era avvolto nel sudario della tristezza.

In attesa di vedere i nuovi arrivati, si coccolava la loro mamma, allungandogli pezzetti di carne saporita e ciotole di latte appena munto.

Si avvicinavano a grandi passi le festività natalizie ed un giorno era arrivato, come ogni anno a Natale, Andrea, il figlio della loro unica figlia.

Trascorreva da sempre le vacanze scolastiche (sia natalizie che estive) a casa dai nonni: i genitori lavoravano entrambi e i nonni non vedevano l’ora di averlo un po’ con loro per viziarlo a dovere.

Anche il “Vecchio” si ammorbidiva quando arrivava il nipotino: lo portava con sé a pescare, a “far la legna”, in giro per il bosco a raccogliere i funghi e a riconoscere le impronte lasciate dai tanti animali che si rendevano “invisibili” al loro passaggio.

E poi alla sera, dopo aver ascoltato il telegiornale, spegneva la tivù e si accendeva la pipa. Quello era il segnale: Andrea metteva da parte qualunque cosa stesse facendo e si catapultava sul divano.

Si sedeva vicino vicino al nonno e ogni volta immancabilmente diceva: “dai nonno, raccontami una storia”

E il nonno cominciava …


martedì 3 gennaio 2023

VIVERE PER RACCONTARLA

 

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“La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla”

Diceva Gabriel Garcia Marquez

E quella di oggi, per me, è una data che ti spinge a riflettere, ( non a fare bilanci, che i numeri sono il lavoro e oggi di lavorare proprio non mi va) a ricordare, a raccontare.

Arrivata fin qui è il caso di fermarsi un po’, prendere fiato e fare un po’ di ordine.

Oggi si passa ad un’altra decina (che poi, basterebbe non contarli gli anni che si compiono e sarebbe finita lì!!! Ehhh bravo, e cos’avrei scritto nel mio post?!?) ed è una decina impegnativa.

Non si tratta infatti di passare da 29 a 30 ( che quando ho compiuto 30 anni ero in “dolce attesa”, quindi uno dei periodi più belli della mia vita).

E nemmeno da 39 a 40 che quello è stato un periodo “parecchio impegnativo” della mia vita e l’ultimo dei miei pensieri era pensare di festeggiare.

E neanche da 49 a 50, che il mio “mezzo secolo” avrei voluto, per una volta, festeggiarlo al caldo e andarmene in Australia, ma poi le cose sono andate un po’ diversamente e non se n’è fatto niente.

Sto arrivando a questa nuova decina in modo “soft” … se vogliamo, me la sto godendo.

Ho imparato a non dare niente per scontato, a investire tempo ed energie per chi lo merita e a “lasciare andare” quelli che invece “è meglio perderli che trovarli”.

In questa decina che sta finendo ho messo in piedi un sacco di cose. (le ricordo così, in ordine sparso)

Ad esempio ho trasformato un periodo buio come il lockdown del 2020 in un’opportunità per fare “qualcosa di bello” .. e così dopo quasi tre anni ogni mattina so che ci sono una trentina di persone che aspettano “le mie letture su whatsapp” … per alcuni sono la compagnia durante il rito del caffè, per altre finchè vanno a camminare o svolgono le faccende domestiche … e mi piace questa nuova piega che ha preso la mia vita: entrare nelle case della gente, far loro compagnia.

Questa cosa mi ha portato amicizie nuove, ha consolidato rapporti che già avevo, mi ha fatto fare pace con la mia voce che proprio non mi piaceva.

Sono diventata parte di gruppi “reali” nati all’ombra della nostra bella Abbazia: il gruppo di lettura e il gruppo volontari biblioteca. E anche qui mi sono confrontata con persone che non conoscevo e con le quali è nato un bel rapporto.

Io che ero quella che “lavorava nell’ombra” ( perché sono più una donna “del fare” che “dell’apparire”) dal settembre scorso sono coordinatrice del gruppo di lettura ed è una bella sfida per me, anche perché il confronto è con la persona che mi ha preceduto che è “tutto quello che vorrei essere io e invece…”

Lei è elegante, pacata, mai un tono sopra le righe … adoro queste sue qualità.

Io sono scanzonata, caciarona e mi sento quasi sempre inadatta.

E poi ci sono i gruppi dei pellegrini veneti (e non solo): gruppi di facebook e gruppi “in carne, ossa e zaino”.

Con quelli “carne, ossa e zaino”(che sono una parte della mia grande famiglia allargata) ho organizzato finesettimana bellissimi fatti di passi, cultura del territorio, cibo, abbracci e tante risate.

Mi piace portare i miei amici qui, a casa mia, nel mio Polesine, terra troppo spesso ignorata e che invece nasconde tanti piccoli gioielli che è giusto valorizzare.

Ho poi trovato -un’altra famiglia- nei volontari che gestiscono un meraviglioso ostello laggiù “nel west” …

Sono diventata ospitaliere volontaria pensando di “regalare” un po’ del mio tempo ai pellegrini in transito sulla via Francigena e invece ogni volta che torno dalla settimana nella quale presto servizio in ostello, sono io che sono molto più ricca di quando sono partita.

In questa decina che si sta chiudendo ho preso e sono partita, da sola, destinazione Santiago. E non una ma bensì due volte perché un po’ di ripasso ogni tanto ci vuole.

E camminare da sola mi ha dato modo di mettere alla prova la mia costanza, la mia “capatosta”, la mia resilienza e anche le mie fragilità.

Ecco che oggi mi piace pensare alla mia vita come ad un sentiero. Mi fermo un attimo, mi volto indietro e guardo quanta strada ho fatto: giorni sereni e giorni di pioggia, vento che ti scompiglia i capelli e sole che ti arrossa le guance. Strade in piano e salite mozzafiato, qualche discesa scivolosa e poi di nuovo sentieri dolci e lievi.

Direi che è ora di rimettersi in viaggio: raccolgo il mio zaino ( che è straordinariamente leggero perché ho imparato a lasciare lungo strada le cose che “pesano”) e volgo lo sguardo all’orizzonte: il sentiero fa una curva gentile, morbida che però non mi permette di vedere cosa c’è aldilà, cosa mi aspetta, dove mi porteranno domani i miei passi.

Ma è giusto così, è giusto viversela appieno giorno dopo giorno: oggi comincia una nuova decina che ho intenzione di vivere “intensamente”, sperimentando, progettando e anche “lasciando un po’ al caso”

Sarà un viaggio interessante ed entusiasmante, ne sono sicura!!!


domenica 25 dicembre 2022

LA VITA E’ QUESTIONE DI ATTIMI

 

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Se ci pensate, la vita, come cantava Anna Oxa “ è tutta un attimo”.

La  vita di ognuno di noi, lunga o breve che sia, è un collage di attimi.

L’attimo in cui si viene al mondo e si vede per la prima volta lo sguardo di quella che per lunghi anni sarà “la donna più importante della nostra vita”, la nostra amata Mamma.

E poi c’è l’attimo in cui si varca per la prima volta il cancello della scuola: quanta emozione stringendo la mano di chi ci accompagna. Un attimo prima sei piccolino e un attimo dopo entri nel mondo dei “grandi”.

E l’attimo in cui incontri uno sguardo, e quello sguardo ti sprigiona le farfalle nello stomaco e tu sai che quella è la persona giusta per te e che quella persona (ti auguri) sarà “per sempre”.

E ancora l’attimo in cui diventi padre o madre oppure nonno o nonna: attimi indescrivibili e meravigliosi.

E poi ci sono i milioni di attimi della “quotidianità” … la quotidianità delle piccole cose: attimi che profumano d’Amore. Preparare la spremuta d’arancia a chi ancora sta dormendo e che la troverà pronta al suo risveglio quando tu sei già al lavoro da un po’.

Alzarsi nel cuore della notte per andare a controllare tuo figlio che dorme febbricitante nella stanza accanto e appoggiare le tue labbra sulla sua fronte calda, sperando e credendo che quel bacio possa essere terapeutico.

Chiamare un’amica (alle volte anche più di una) che non senti da tempo, darsi appuntamento in quel “baretto” e passare un paio d’ore tra una tisana e un dolcetto a "scambiarsi un po’ la pelle" dimenticandosi che fuori è inverno e fa un freddo boia.

Piantare un albero, curare il giardino, “fare” l’orto e poi passare le domeniche a fare le conserve per l’inverno.

Viaggiare, vedere posti nuovi, tornare in posti conosciuti … leggere un libro, viaggiare con la fantasia.

E ci illudiamo che tutta la nostra vita possa essere un puzzle di attimi belli.

E poi arrivano gli attimi “sospesi” … quando la vita ci presenta il conto, quando i dubbi non ci fanno dormire la notte.

Ed è un attimo “sospeso” quello che ti trova in una sala d’aspetto ad attendere che qualcuno esca e ti dica come stanno le cose.

E a niente vale far finta di leggere “Leggere Lolita a Teheran” sperando che la storia di alcune ragazze Iraniane ti possa distrarre dal “qui e ora” … i tuoi occhi leggono parole che non arrivano alla mente, che non arrivano al cuore, perché mente e cuore sono impegnate a ripercorrete tutti gli “attimi” belli e a chiedersi se ce ne potranno essere ancora.

Finché quella porta si apre, i tuoi occhi incontrano altri occhi e sai, senti, che ancora tanti “attimi” ti attendono.

Impariamo quindi a goderci gli attimi belli, ad usarli come un ombrello quando il gioco si fa duro.

Impariamo a godere delle piccole cose: il profumo del pane appena sfornato, un tramonto, un brano musicale, un film.

Solo così la nostra vita diventerà un unico bellissimo “attimo”

martedì 15 marzo 2022

MODERATORE A CHI???

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Faccio parte di alcuni gruppi che trattano di "Cammini" ... qualche anno fa mi è stato proposto di diventare moderatore di uno di questi ... più precisamente del "Gruppo Veneto" dei Caminantes verso Santiago.
Ho accettato non senza qualche remora ... seguivo altri gruppi regionali e in alcuni di essi spesso e volentieri i post sfociavano in vere e proprie "bagarre" ... gente convinta di avere la verità "in tasca" che si sentiva in dovere di bacchettare quelli che chiedevano informazioni su cose che magari erano state dette e ridette milioni di volte.
I Moderatori in casi come questo hanno il dovere di cercare di smorzare gli animi, richiamare all'ordine quelli un po' alterati e "accompagnare alla porta" i facinorosi.
Mica lo sapevo se ero pronta per una responsabilità del genere!!
Insomma ... io stessa ero stata, in un certo qual modo, ma del tutto involontariamente, "una fuorilegge" parecchio tempo prima, appena entrata nel Gruppo Veneto.
Mi ero iscritta tutta bella pimpante, avevo trovato un gruppetto "sparuto" di persone, qualche commento qua è là, e una pagina facebook un po' "tristanzuola".
Così avevo pensato di fare una bella cosa e avevo aggiunto una foto al profilo ... un bel bosco Galiziano ... con tanto verde.
Quando sono diventata moderatore ho scoperto che la gestione della pagina è appunto in mano ai moderatori che sono gli unici che possono apportare cambiamenti sostanziali.
Come avevo fatto a "passarla liscia" quella volta?
Probabilmente perchè allora il gruppo era sprovvisto di moderatori e l'Amministratore aveva chiuso un occhio ... oppure era destino che io diventassi Moderatore, quindi mi ero semplicemente tirata avanti con il lavoro.
Fatto sta che accetto di diventare Moderatore e da subito mi accorgo che "Il mio gruppo è diverso" ...
Poche attività e molta educazione.
Questo gruppo sembra un po' una riunione di condominio, mooolto più pacata di una riunione di condominio ma quasi altrettanto asettica.
Comincio a scrivere cose, a organizzare "aperitivi", a inventarmi qualcosa per rendere l'aria più frizzante.
Ed effettivamente ad ogni mia proposta parecchi aderiscono ... ed è così che in era pre-covid ci siamo ritrovati un sabato di fine novembre per un' aperitivo dove ho avuto modo di dare una tridimensionalità a persone delle quali conoscevo solo il viso attraverso una foto.
Intanto il numero degli iscritti cresce ... certo siamo ancora un gruppo piccolino ma di persone veramente "a modo".
Mai uno screzio, mai una parola di troppo ...
Tutto anche troppo tranquillo ... qualche giorno fa ho provato a dare un senso alla mia figura di moderatore e ho cercato di stuzzicarli su un argomento che ci accomuna : Il Cammino di Santiago.
E posso dire di aver fatto "bingo"!! Tanti hanno risposto con le loro storie ... e ogni cammino è una storia a sè.
Per la privacy non posso riportare qui le loro risposte ( almeno non prima di aver chiesto permesso ai diretti interessati.)
Ma intanto posso mettervi il mio post ... così ... per condividere anche con voi un altro aspetto della mia vita.
il mio post è questo: mettetevi comodi perchè da leggere ce n'è 💖

Caro Gruppo,
ho pensato di tenere una "rubrica interattiva" sul Cammino ...
Mi spiego meglio: voglio provare a "stuzzicarvi un po' " ...
Perchè?? perchè siete un gruppo fantastico, siete bravi, educati, tranquilli, forse anche un po' troppo tranquilli ( da quando mi han fatto moderatrice , non ho mai dovuto " alzare la voce" per ristabilire l'ordine, non ho mai dovuto "accompagnare alla porta" qualcuno perchè si è comportato male ...) insomma mi hanno fatto Moderatrice , ma son qui che "prendo la polvere" come certi soprammobili sullo scaffale più alto della libreria ...
Quindi ho pensato di parlare di Cammino ma come se fossimo nel salotto di casa mia ... io vi racconto del mio Cammino e voi fate altrettanto ...
e faremo dei post "tematici" (scusate ma io sono una "pignoletta" ... se i miei amici dopo un po' mi chiamano "Maestra" un perchè ci sarà) ... ogni volta toccheremo un aspetto diverso del Cammino .
Oggi direi che potremmo parlare del Primo Cammino ... quello che non si scorda mai ( come il Primo Amore ) e nello specifico:
"Cosa vi ha spinto a partire la prima volta?"
Del mio Primo Cammino ( come di tutti i viaggi che ho fatto) ho tenuto un diario e vi racconto cosa mi ha spinto a partire con le pagine iniziali del mio diario ( Per quell* che il mio Diario lo hanno già letto ... portate pazienza e scrivete nei commenti le vostre storie)
Mettetevi comodi ... la sintesi non è fra le mie qualità ...Pronti? VIA!!!
PROLOGO
Quando comincia un viaggio?
Quando si sale in aereo, auto, autobus, moto, nave o traghetto?
Per me il viaggio inizia molto prima … inizia quando per la prima volta pensi al viaggio ... questo mio viaggio è iniziato qualche anno fa …
La domanda di rito è: “ e quanti km hai percorso in questi anni?”
Se togliamo i circa 200 km fatti dal 2 giugno al 5 agosto per allenarmi ... ZERO.
Nel corso degli anni ho messo in piedi una regola : se qualcosa mi “gira intorno” per più di tre volte , vuol dire che merita di essere approfondito.
Prima volta: qualche anno fa sento parlare del “Camino Francés” oltre 800 km dai Pirenei a Santiago. Primo pensiero: quanti km si potranno fare in un giorno? Una ventina? oltre un mese per farlo tutto ... potrei farlo quando vado in pensione ... In fondo camminare mi piace….
Due errori di valutazione in un'unica frase.
1. E chi ti assicura che andrai in pensione?
2. Che ti piaccia camminare non è sufficiente ... per fare il cammino occorrono costanza , perseveranza … tanti km al giorno, TUTTI I GIORNI … non è affatto facile …
Quella volta , comunque , non mi aveva nemmeno sfiorato l’idea di poter fare anche solo una parte del cammino e tutto intero , per il momento , non potevo proprio farlo , quindi avevo riposto l’idea nel cassetto.
Ma le idee, quelle belle, sono come i semi che metti sotto una manciata di terra…tu non li vedi più , magari te ne dimentichi , ma loro al buio lavorano e quando meno te lo aspetti , salta fuori una bella piantina.
Seconda volta : viene a farci visita , durante le vacanze estive , una cugina di mio marito . Quando arrivano Lei e sua sorella ( le cuginette Milanesi) è sempre festa. Sono quel genere di persone che è impossibile non amare … non le vedi per un anno e dopo cinque minuti che sei con loro sembra di non essere mai state separate così a lungo. Tra le tante cose che ci racconta , ci dice anche di aver fatto , in bici , un tratto del “Cammino” , ma di averlo sospeso a causa di qualche disavventura.
Ma non si è persa d’animo , anzi. Ha già in mente di farlo TUTTO, con un’amica , quando andrà in pensione.
Tanta è la sua passione nel raccontare l’esperienza che aveva vissuto che sento il bisogno di informarmi un po’ di più… internet per queste cose è una vera manna … trovo tante notizie , esperienze .
Ma…ho sempre il problema del tempo: mai avuto un periodo di ferie così lungo … e ancora una volta sono troppo MIOPE per cercare un’alternativa (oggi preferisco pensare che quel giorno non fosse ancora IL MIO TEMPO ) e l’idea torna nel cassetto.
Terza volta : quattro anni fa , più o meno in questo periodo , accompagno mia cugina , quella cugina , nel suo ultimo viaggio. Non era ancora andata in pensione.
Ed è a questo che penso in quell’afosa giornata di agosto … “NON HA FATTO IN TEMPO” e sull’onda dei ricordi, del suo modo di ridere quando raccontava le cose , penso , decido , CHE FARO’ IL CAMMINO … durante la settimana che segue mi informo meglio , cerco di capire un po’ di cose…--cos’è la CREDENCIAL? E la COMPOSTELA? E com’è che S.Giacomo il Maggiore si trova in Galizia?—
Ma anche per quell’anno le ferie finiscono e per l’ennesima volta non se ne fa nulla (chissà che stufo sarà questo mio sogno di entrare e uscire da quel cassetto e non combinare mai nulla!!)
Di una cosa sono assolutamente certa : quando LO FARO’ ( perché sono certa che lo farò) , LO FARO’ DA SOLA. Questo perché credo sia una cosa da fare con i propri tempi, con nessuno che ti sprona e nessuno da spronare ,staccandosi da tutti e immergendosi in se stessi.
Arriviamo al 2015…sono passati sicuramente oltre 6 anni dal mio primo approccio con il CAMMINO( che ci volete fare…sono come i trattori LANDINI … faccio un po’ fatica a mettermi in moto ma quando parto non mi ferma più nessuno) e a maggio si comincia a parlare di vacanze.
Mio marito esordisce dicendo: -quest’anno , con A. si va in Scozia- ( A. è un amico “recente” che ama fare imprese un po’ particolari nuotando e dipingendo in simultanea).
Chiedo per quando è previsto il viaggio ma non c’è ancora nulla di definitivo.
Ecco … se c’è una cosa che proprio non sopporto è viaggiare alla cieca … tanto , poi , gli imprevisti accadono lo stesso … almeno pianificare l’indispensabile ( biglietti e albergo). Mio marito dice che con questa smania di programmare tutto ,trasformo il viaggio in un incubo. A me invece piace pensare di essere una persona meticolosa.
Passa un po’ di tempo e chiedo se ci sono novità circa il viaggio. NIENTE … è ancora tutto in alto mare. A fine maggio faccio un ulteriore tentativo ma la risposta è sempre la stessa : -dobbiamo ancora decidere … -
Ed è in quel momento che Santiago salta fuori dal cassetto …
-Bene –dico senza scompormi—visto che a me di andare in Scozia ( non me ne vogliano gli Scozzesi) interessa poco o nulla e sei tu quello che deve fare le foto dell’impresa di A. ( dimenticavo: mio marito ha la passione per la fotografia ed è veramente bravo….ha quel “quid” in più nel cogliere l’attimo, il particolare … ) sai cosa facciamo quest’anno? Tu vai in Scozia e io vado a fare il Cammino di Santiago-
L’ho appena detto e mi ritrovo a pensare: “cos’ho detto? IO DA SOLA a Santiago? Io che ho oltre 50 anni , la forma fisica di un criceto in pensione , che lavoro in ufficio 10 ore al giorno , 6 giorni alla settimana , attività fisica NADA DE NADA ,io vado a Santiago?”
E la ragazza ottimista e un po’ scriteriata che è in me : “sì cara , tu VAI A SANTIAGO!!Sei talmente abituata a pensare alla tua vita in funzione della tua famiglia che non HAI MAI FATTO NULLA DA SOLA! E se tuo marito non andasse in Scozia , MAI LO LASCERESTI A CASA SOLO PER INSEGUIRE UN TUO SOGNO!! E’ l’occasione della tua vita e se te la lasci scappare sei veramente scema!!”
E la donnina coscienziosa :“Sì ma…da SOLA … e organizzare tutto , e trovare il tempo per un po’ di allenamento , che non dico diventare Fiona May ma nemmeno assomigliare a Nonna Abelarda…per quanto su Nonna Abelarda ce ne sarebbero di cose da dire … ”
“ Senti bella…finiscila di farti tante PIPPE MENTALI … hai sempre organizzato bellissimi viaggi per te e i tuoi cari quindi questo alibi NON TIENE! Viaggerai da sola e ALLORA? Mica vai al CIRCOLO POLARE ARTICO!! Vai in Spagna , paese civilissimo… per quanto riguarda l’allenamento… su questo ti dò un po’ ragione: la tua forma fisica è una NON forma fisica … c’hai da lavorà … ma mancano oltre 2 mesi … impari a scappare dall’ufficio a ore decenti e VAI A CAMMINARE…come vedi ti ho smontato tutti gli alibi…e adesso parliamo di cose serie…comincia ad organizzare il viaggio ,a fare un po’ di prenotazioni, così quando ti verranno i ripensamenti, ti basterà pensare a quanto hai già speso e questo ti sarà di stimolo a non desistere“
ORA: questo dialogo tra le parti è veramente avvenuto nella mia testa…siete quindi liberi di pensare che ho una personalità “disturbata“…….fatto sta che oggi è il 5 AGOSTO e domani parto per la Spagna.
Dal giorno di quel dialogo ad oggi ho impegnato tutte le mie domeniche ad allenarmi ( mi sono anche persa ma questa ve la racconto un’altra volta). Ho pianificato il viaggio ( ah sì dimenticavo : per me e il tempo che ho a disposizione oltre 800 km restano troppi…ho optato allora per fare l’ultimo tratto…111 km da Sarria a Santiago da percorrere in una settimana … 6 giorni di cammino effettivo + una pausa il giorno di S. Lorenzo per riprendere fiato dopo le 2 tappe più lunghe) , ho contattato alberghi e ostelli ( non posso rischiare di arrivare un po’ tardi e trovare tutto occupato) e insomma : la macchina organizzativa che è in me ha dato il meglio……

domenica 6 febbraio 2022

SEI TU ...

 

questa foto è mia e ne rivendico tutti i diritti. se ti piace e vuoi usarla, per piacere cita la fonte. grazie

06-02-2022

Uno che non passa inosservato … uno che ha carisma … uno che sa cosa vuole e se lo va a prendere … uno che quando si mette in testa una cosa stai pur sicuro che la farà …

Questo e molto altro sei tu … sei un uomo impegnato e “impegnativo” (mica è sempre facile tenere il tuo passo) … sei un tipo che chiede molto, alle volte troppo a se stesso … uno che non si arrende mai …

La vita ti ha messo davanti a “prove importanti” , prove che avrebbero terrorizzato chiunque ma non te …

Ti sei trovato a 23 anni, nel lontano 1988 a dover scegliere se mollare tutto o prendere le redini di “un sogno”.

Perché l’Azienda è il “tuo sogno” … la tua creatura … ci hai dedicato praticamente tutta la vita e non sono sempre state “rose e fiori” … a 23 anni avevi tutto il diritto di dire “no grazie” e decidere di fare una scelta meno coraggiosa … e invece no … testa bassa e avanti tutta.

E quest’anno la “ tua creatura” (che prima di essere tua , è stata il sogno del tuo papà) compie 70 anni tondi tondi.

Bel traguardo … ti si accendono gli occhi quando mi racconti le cose che stai architettando per far sì che sia un anniversario da ricordare.

Mi piace quando sento la gente che parla di te e percepisco la stima e il rispetto che hanno e mi piace quando “tutto rema contro” ed è allora che viene fuori di che pasta sei fatto … per certi versi sei un uomo all’antica, di quelli che “la parola data è sacra” … e così tanto più la sfida è impegnativa, tanto più diventa stimolante.

Ed è stato così anche in quest’ultimo anno … proposte di collaborazioni “di prestigio” ma che di fatto si trasformavano in un ulteriore incarico oneroso per tempi e scadenze: non ti ho mai visto inquieto o timoroso … hai trovato in nostro figlio un ottimo compagno di avventura che ti affianca e ti spalleggia.

Non c’è niente che ti spaventa: ti rimbocchi le maniche, indossi la tuta ed ecco il nostro AD torna con le “mani in pasta”.

San Francesco diceva:

-Chi lavora con le mani è un lavoratore,

chi lavora con le mani e la testa è un Artigiano

chi lavora con le mani, la testa ed il cuore è un ARTISTA-

direi che questa frase ti si addice alla perfezione … sei un Artista a tutto tondo.

Ma fortunatamente , se anche il lavoro ti assorbe così tanto, NON sei solo lavoro … ami il “BELLO” sia esso arte, musica o spettacolo.

E così eccoti qui, Presidente del Teatro; dopo un inizio incerto e quasi subito stoppato nel 2020, hai voluto fortemente ripartire nel 2021 anche se ancora le incognite sono tante … la stagione sta procedendo bene, il teatro ha fatto “sold out” per il concerto di Natale … la gente è ancora un po’ timorosa ma ha anche tanta voglia di riprendere in mano la propria vita  … e tu sei già lì che progetti la prossima stagione.

E poi la tua più bella caratteristica: la curiosità, il desiderio di sapere.

La tua intelligenza nel scegliere di frequentare persone anche molto diverse da te per cultura, idee e convinzioni … consapevole che sono proprio le differenze che ci arricchiscono ( e in questo siamo talmente simili!)

E poi voglia di approfondire, di “ andare sul posto” per toccare con mano luoghi teatro di eventi storici.

Insomma sei una di quelle persone che , dopo una presentazione sommaria, mi piacerebbe conoscere e frequentare .

L’ho detto all’inizio, lo ribadisco qui: non è sempre facile “starti dietro” … ma non mi spavento … ti lascio andare con il tuo passo , qualche volta cammino con te, qualche volta rimango un po’ indietro … l’importante è che ci troviamo ogni sera a “fine tappa”

E se fino a qualche settimana fa, una canzone che mi faceva pensare a te era questa ( perché tu per me sei veramente “il più grande spettacolo dopo il Big Bang”)

 il più grande spettacolo dopo il Big Bang (Jovanotti)

Da qualche giorno ne ho trovata una molto bella, molto dolce, che ti voglio dedicare

 sei tu (Fabrizio Moro)

“…..e accompagni i miei passi, come fossi un bambino,

sei la cosa più bella che ho sempre difeso,

e hai sconfitto i miei dubbi quando io mi ero arreso.

Che ci vuole una forza incredibile per dire –buongiorno-

Mentre provi a vagare tra te e chi sta intorno,

mi hai visto credere in me e poi non crederci più

ma l’insistenza di vivere appesi ad un filo

SEI TU………….

……..prendi ancora se vuoi la mia rabbia in affitto,

la distanza tra un uomo che ha vinto ed un uomo sconfitto

SEI TU….” (Fabrizio Moro)

 

E come dicono i pellegrini che vanno verso Santiago incontrandosi:

“BUEN CAMINO , ULTREIA ET SUSEIA” ( ancora più avanti, ancora più in alto)

BUON COMPLEANNO ANIMA MIA…