sabato 8 febbraio 2020

CINQUE ANNI CHE CAMMINO ( parte prima)


                                                                                               -Qualche anno fa-
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Qualche giorno fa, la app che utilizzo quando cammino mi ricordava che sono ben 30 gg che cammino ogni giorno … in realtà sono molti di più ma sono “solo” 30 gg che ho installato la app …

Questo mi faceva riflettere sul mio “camminare”    sono cinque anni che cammino … 5 anni dal quel maggio 2015 quando, con un colpo di testa del quale NON mi sono MAI pentita, ho deciso di voler inseguire un sogno … quel sogno era Santiago di Compostela.

Ma quel sogno era anche regalarmi del tempo.

Tempo solo per me … tempo per mettere in ordine pensieri … tempo per chiarire cose irrisolte … tempo …

E l’ho fatto!! E l’anno dopo ancora … e poi ho capito che una settimana intera una volta l’anno non era sufficiente … serviva la “goccia che scava la roccia” … un po’ di tempo tutti i giorni … piccole scintille che illuminano anche le giornate più buie …

Ci ho messo un sacco di tempo a capire tutto questo … no in realtà non ci ho messo un sacco di tempo a capire … ci ho messo un sacco di tempo ad imparare a gestire il “tempo” … a trovare una persona alla quale delegare un po’ delle mie occupazioni …  io, la signora “Perfettini” …  quella che non trovava mai nessuno all’altezza perché  “mettevo l’asticella troppo alta” , ho imparato ad “abbassare un po’ l’asticella” … la persona che collabora con me in ufficio da un po’ di tempo a questa parte, forse un anno fa non l’avrei nemmeno presa in considerazione perché cercavo qualcuno che imparasse tutto quello che faccio io … oggi ho deciso che chi mi aiuta, intanto è importante  che impari a fare  “bene” alcune cose … facendo lei “queste cose” posso permettermi, ogni giorno, di andare a camminare , e questo non ha prezzo.

E se anche la mia collaboratrice non è proprio “quella dei miei sogni” va bene uguale … i miei sogni li rincorro altrove …

Cinque anni che cammino … quanta strada che ho fatto!!! Strada fatta di chilometri, di scarpe consumate, di vie polverose e sentieri pieni di fango, di lunghe giornate solitarie … ma strada fatta anche di tante belle persone incontrate, persone che sono diventate Amici, persone che sono diventati un po’ “famiglia”.

Strada fuori e soprattutto dentro di me … quando per tante ore al giorno la tua unica compagnia sei TU , prima o dopo ti trovi “costretto” a guardare con occhi nuovi e a rivalutare la persona che sei … e se prima eri critica nei suoi confronti per tanti motivi ( io sono rigorosa con tutti ma soprattutto con me stessa) camminando insieme, giorno dopo giorno, ti ritrovi ad analizzare situazioni, incontri, storie che ti hanno portato ad essere quella che sei oggi.

E oggi credo di essere una “bella persona” proprio per tutto il mio passato … quello fatto dell’amore dei miei genitori, di un’infanzia serena, di un’adolescenza un po’ “beat” , dell’uomo giusto al momento giusto, di una maturità ponderata …
ma credo che si diventi adulti anche e soprattutto quando “ ci si sbatte il muso”.

Quindi grazie anche  a quelli che  mi hanno fatto sentire “ che non ero mai abbastanza”, a quelli che si sono fermati all’apparenza e non hanno dato una chance  “alla sostanza”, a quelli che “ ma cosa vuoi saperne tu che sei una donna?” a quelli che non avevano nemmeno il coraggio di dirmelo in faccia che “ faccio finta di essere amico della Barboni, ma solo perché è brava in matematica e mi passa i compiti”… insomma grazie a chi su di me non avrebbe scommesso nemmeno “una lira”

Io ci ho messo del tempo, forse troppo, chissà,  ma camminare ha tirato fuori un sacco di cose che stavano lì, sepolte sotto la polvere … cose con le quali era necessario fare pace se volevo “ voltar pagina”.

Camminare ha tirato fuori la bimba che al corso di pattinaggio sul ghiaccio, dopo un piccolo approccio dove morivo dalla paura di cadere, era stata fatta accomodare sugli spalti perché ritenuta “non idonea” da un istruttore sicuramente pratico ma  poco sensibile.
Senso di sollievo immediato all’idea di evitare una caduta ma immediatamente dopo senso di “esclusione” dal gruppo … 

Adesso, dopo tanti anni guardo quella bimba decisamente “troppo cicciotta” per fare pattinaggio artistico e le sorrido pensando che, in fondo, in fondo, l’ha scampata bella.

E camminare ha tirato fuori anche quella bimba che dai 7 ai 12 anni ha dovuto convivere con una malattia che l’ha costretta a frequenti ricoveri ospedalieri fatti di tante ore solitarie … di ore passate a fare i compiti ( piccola bimba giudiziosa che non voleva rimanere indietro con il programma) e a leggere i fumetti nell’attesa che , alla sera, arrivasse la mamma a farle compagnia per un’oretta … solo un’ora al giorno con la mia mamma, quando, fino al giorno prima, tutta la mia giornata era piena della presenza della mia mamma. La mia mamma poverina che passava le sue giornate sui mezzi pubblici per barcamenarsi tra me e la “sua” mamma, che nello stesso periodo era ricoverata dall’altra parte della città e combatteva la sua battaglia più aspra.

E quella bimba aveva tutti i diritti di essere arrabbiata con “il mondo intero” … i suoi compagni andavano in gita e lei era in ospedale, le giornate si allungavano, arrivava la primavera, i suoi amici tornavano a giocare in cortile e lei era in ospedale,  arrivava l’estate, le vacanze scolastiche e la sera si poteva restare fuori un po’ di più e lei era in ospedale…

Allora pensava: “e tutto questo tempo che passo qui, chi me lo darà indietro?” e sentiva che le avevano “rubato” qualcosa …

In realtà i Medici le hanno dato indietro quel tempo “rubato” e gliel’hanno dato indietro moltiplicato per 10, per 100, per 1000.

I ricoveri frequenti servivano a monitorare la malattia e le terapie per debellarla … quindi la “signora agè” di oggi ringrazia quei medici e quelle giornate tristi perché le hanno permesso di diventare donna, moglie, madre … piccola signorinella con la faccina pallida che ritrovo su alcune foto in bianco e nero degli anni 70 : e fallo un sorriso!!! I medici ti hanno fatto un grande regalo ( ma tu allora mica lo sapevi , quindi nelle foto hai sempre quel “sorriso” tirato e gli occhi tristi).

E camminare ha tirato fuori un sacco di altre cose, ma ve le racconto un’altra volta … fuori c’è il sole … vado a fare quattro passi …

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