E finalmente
era arrivato Andrea: Andrea con la sua risata contagiosa, Andrea e le sue
scorribande in bicicletta o a piedi per i sentieri di campagna, Andrea e la sua
parlantina ( ogni tanto la nonna pensava: “ ma non è che da qualche parte
esiste un –tasto- per spegnerlo?”), Andrea che quando entrava in casa era come
una folata del vento di marzo: scompigliava tutto e portava con sé il profumo
dell’età più bella.
E poi
Andrea e la sera: si faceva la doccia, indossava il pigiama, si lavava i denti
e te lo ritrovavi seduto vicino vicino al nonno che parlottavano fitto fitto di
chissà quali segreti.
I ruoli
si erano invertiti: adesso era lui che raccontava storie per intrattenere il
nonno: storie vere, storie “romanzate”, storie completamente inventate. E il
nonno, ascoltandolo, ogni tanto interrompendolo per chiedere qualche
chiarimento, pareva rifiorire.
Dopo un
lungo periodo nel quale aveva abbandonato anche la cura dell’aspetto fisico
lasciandosi cresce la barba che lo faceva assomigliare un po’ al nonno di Heidi
ma anche ad un clochard, con l’arrivo di
Andrea la barba era sparita portando via dal suo viso almeno 10 anni.
La “Donna”
lo guardava di sottecchi e fremeva in cuor suo per questo bel cambiamento.
Un giorno
Andrea fece irruzione in cucina gridando:
-Nonna,
ma lo sai che la Micia ha fatto i gattini? Vedessi che belli che sono! Sono 3 e
tutti di colori diversi! Ce n’è uno tutto grigio, uno rossiccio e uno bianco ma
così bianco che sembra una nuvola!! Come si fa a capire se sono maschi o
femmine? No perché sai proprio qualche giorno fa a scuola parlavo di voi, della
fattoria, della Micia e un paio di miei compagni dicevano che avrebbero taaaaanto
voluto un gatto e avevano anche avuto il benestare dei genitori però ( c’è
sempre un però) tutte e due le mamme hanno messo una clausola – basta che sia
maschio che poi le femmine ci riempiono la casa di gattini- … Nonna tu sai come
si riconoscono i maschi dalle femmine? Sìììì?? E allora dai vieni, vieni che
andiamo a vedere e capiamo !!-
La nonna
non era riuscita ad inserirsi in questo fiume di parole e solo alla fine era
riuscita a dire :
-Forse è
meglio se aspettiamo ancora un po’. Se la Micia ha deciso di far nascere i suoi
piccoli in fienile è perché li vuole proteggere e magari potrebbe non gradire
la nostra visita-
-Ma no
nonna non sono in fienile!! Sono là fuori che scorrazzano in cortile e
inseguono le farfalle e le lucertole! Vieni a vedere!!-
Dal
soggiorno si era alzata una voce: era il nonno che, come al solito, dissentiva
sull’opportunità di dare “troppo spago” ai gatti.
-E
adesso mi raccomando che non li facciate venire in casa! Che ci mancano solo i
gatti in questa casa! C’è già una vecchia brontolona, un vecchio invalido e un
bimbo terremoto, direi che siamo al completo! Che poi finisce che vanno a
finire sotto le ruote della carrozzina e mi fanno fare un capitombolo!!- però
chissà come mai la sua voce aveva un inflessione divertita al pensiero.
Nonna e
nipote corsero fuori e un vero spettacolo si presentò ai loro occhi: Mamma Gatta
tranquillamente acciambellata sotto il gazebo non perdeva di vista i suoi
pargoli.
Uno di
loro si stava arrampicando sul melograno e la sua impresa sembra un balletto:
due passi avanti e poi cadeva a terra, ci riprovava e dopo tre passi eccolo
ancora volare giù e riprendere da capo.
Un altro
invece stava effettivamente studiando il volo di una farfallina azzurra che
svolazzava vicino al suo naso per poi allontanarsi un po’ quasi volesse farsi
inseguire.
Il terzo
infine (quello - bianco ma così bianco che sembra una nuvola-) era appoggiato
sul bordo di un secchio e guardava dentro, quasi volesse specchiarsi.
La Nonna
prima prese tra le braccia Mamma Gatta e la accarezzò per un po’ come a farle
capire che non aveva nulla da temere, e poi piano piano si avvicinò ai tre
gattini non perdendo d’occhio la loro madre e le sue possibili reazioni:
Intanto spiegava al nipote:
-Vedi? L’istinto
di ogni madre è quello di proteggere i propri piccoli e infatti Mamma Gatta si
è messa in una postazione tale che li tiene d’occhio tutti e tre. Occorre quindi
prima far capire alla Micia che le tue intenzioni sono buone e solo dopo
provare ad avvicinarti ai cuccioli. E anche se ti sembra che la mamma sia
tranquilla non la devi mai perdere di vista e se la vedi avvicinarsi con il
pelo arruffato è meglio che tu cambi strategia o ancora meglio che per il
momento cambi proprio strada!-
Andrea
aveva ascoltato le parole della nonna con gli occhi sgranati, quindi si era
avvicinato con cautela alla Micia, se l’era messa sulle ginocchia e aveva iniziato
ad accarezzarla con metodo, dalla testa e fino alla punta della coda per poi
ripartire da capo. Dal rumore “sordo” delle fusa che faceva, la Micia sembra
gradire questo trattamento.
Il
bimbo, ad un certo punto, sempre tenendo Mamma Gatta in braccio e continuando
ad accarezzarla, si era avvicinato alla nonna che intanto era riuscita ad
agguantare il micetto “trapezista”. Lo aveva girato a pancia all’aria e dopo
una breve ispezione aveva sentenziato:
-Ecco un
bel maschietto per uno dei tuoi amici!-
Si era
poi spostata verso quello che rincorreva le farfalle, che al suo arrivo era
corso a nascondersi dietro un vaso di gerani.
Con
tutta la dolcezza di cui era capace, la Nonna lo aveva stanato, preso in
braccio, controllato e poi tutta contenta:
-E anche
questo è maschio! Un altro amichetto accontentato-
-Vado
subito a telefonare ai miei amici per dare la buona notizia!- aveva esclamato Andrea
depositando la Micia a terra e correndo verso casa.
-Aspetta!!
Non vuoi sapere se quello bianco è maschio o femmina?- aveva detto la Nonna
accorgendosi però di “parlare al vento”.
Acchiappare
quello bianco era stato un gioco da ragazzi tanto era intento a specchiarsi nel
secchio.
Lo aveva
accarezzato un po’ e dopo un controllo sommario aveva scoperto che quel batuffolo
di neve era una femminuccia … ecco perché si specchiava! Vanitosa come tutto il
genere femminile!
Se l’era
avvicinata al viso e le aveva soffiato in un orecchio:
-i tuoi
fratelli solo per essere maschi, probabilmente hanno già trovato famiglia. Per
te invece, anche se sei uno splendore, le cose saranno un po’ più complicate. Ma
non permetterò a nessuno di farti del male”.
Nel
mentre, quasi avesse capito che stava succedendo qualcosa di “grosso” era
arrivata Mamma Gatta.
La Donna,
la Gatta e la Micina avevano stretto un patto si alleanza là, in mezzo al
cortile.
E dalla finestra del soggiorno, l’Uomo guardava quel quadretto perfetto.
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