LA STORIA VISTA DA LEI
Sarebbe andato tutto bene … se solo la portinaia non
avesse deciso che avrebbe fatto tutto un pacco con la corrispondenza arrivata
nel corso di un paio di settimane (che mica poteva perdere tempo ad andare in
posta tutti i giorni!!)
Sarebbe
andato tutto bene se solo la portinaia avesse scritto su un post-it giallo l’appunto
dell’indirizzo con una grafia leggibile anziché in un modo che assomigliava
vagamente ai geroglifici egizi.
Sarebbe
andato tutto bene se solo la portinaia non avesse invertito 2 numeri del cap e
anziché scrivere 00123 (che corrispondeva alla zona dell’Olgiata) aveva
scritto 00132 (che corrispondeva alla
zona Fontana Candida ) tutto da un’altra parte!! E a causa di questo errore, il
pacco con la corrispondenza inviato a Chiara era rimasto in giacenza tra gli
inesitati per un lunghissimo periodo.
Sarebbe
andato tutto bene se la portinaia non avesse dovuto assentarsi dal lavoro per parecchio tempo per andare ad assistere la sorella che aveva subìto un
intervento chirurgico e che abitava in un’altra città.
In
guardiola, al suo posto, era subentrato il marito.
Peccato
però che nulla sapesse di tutte le dinamiche che riguardavano il condominio e
la moglie gli aveva lasciato poche disposizioni (cambiare la lampadina al terzo
piano, innaffiare le piante in terrazzo, chiedere alla signora del 5B se voleva
che portasse il suo gatto a fare il vaccino…)
Il
primo giorno non sapendo bene come comportarsi, aveva cercato di mettere un po’
di ordine tra le scartoffie che affollavano la scrivania. Aveva diviso le
bollette da pagare dagli estratti conto della banca, buttato nel cestino dei
vecchi appunti di cose già fatte e anche un post it giallo dove c’era scritto qualcosa
di indecifrabile.
Il
portalettere gli aveva lasciato un paio di buste che a quanto pareva
provenivano dalla Germania. Aveva scorso tutte le cassette postali ma il
cognome sulla lettera non corrispondeva a nessuno dei condòmini. Aveva così
deciso di riporle momentaneamente in un cassetto in attesa che tornasse a casa la
moglie che sicuramente avrebbe saputo cosa fare.
Ma la “signora-portinaia” aveva dovuto trattenersi presso la sorella per un periodo
superiore al previsto e le lettere continuavano ad arrivare e lui non sapeva davvero
come comportarsi.
Così
un giorno aveva deciso di comunicare al portalettere che il destinatario di
quella corrispondenza non risiedeva più lì e a lui non risultava alcun
indirizzo dove inoltrare le lettere.
Il
postino aveva quindi fatto comunicazione all’ufficio postale di “destinatario
trasferito” e le lettere avevano cominciato a tornare al mittente.
E
Chiara? Chiara non capiva cosa stesse succedendo … di punto in bianco le
lettere avevano smesso di arrivare … aveva aspettato, e aspettato, e aspettato.
Poi
un giorno aveva chiesto a suo padre, visto che questi doveva ritornare nella loro
vecchia cittadina per chiudere alcune questioni lavorative, se poteva passare
presso la palazzina dove avevano abitato fino al mese precedente per cercare di
capire che fine avesse fatto la loro corrispondenza.
E
un giorno il papà aveva bussato alla finestra a vetri della portineria e, una
volta che era comparso nel vano della porta il marito della custode, dapprima
aveva chiesto notizie della moglie per poi informarsi circa la loro
corrispondenza in giacenza.
<<Come
ha detto che si chiama? Sant’Andrea? Guardi ... io non ho nulla di vostro in
giacenza qui in portineria … >>
<<
Sa, avevamo lasciato a sua moglie un appunto con il nostro nuovo indirizzo
perché ci inoltrasse la corrispondenza … chessò le ultime bollette e poi le
lettere del fidanzato di nostra figlia dalla Germania … sicuro che non sia arrivata qualche
lettera dalla Germania? Glielo chiedo perché prima di partire ricevevamo una
lettera ogni giorno, quindi capirà che ci sembra un po’ strano che di punto in
bianco non arrivi più nulla …>>
Man
mano che il papà di Chiara parlava, mille pensieri affollavano la mente del
“vice-portiere” … --dove aveva messo le prime lettere arrivate? Nel mobile del
corridoio? No, nella credenzina in soggiorno?… proprio non si ricordava dove. E
adesso come faceva a raccontare a questo signore che aveva deciso, in modo
autonomo e unilaterale, di respingere le lettere che arrivavano dalla Germania?
E se avesse raccontato la verità e i condòmini lo avessero licenziato per
negligenza? Licenziato cosa? Era sua moglie la dipendente … peggio ancora … lui
non poteva nemmeno starci lì in guardiola … e se poi l’amministratore avesse
raccontato tutto a sua moglie? Chi poteva salvarsi dalle ire di quella iena? E
così aveva pensato di andare fino in fondo con la sua “piccola bugia bianca”
<<Le
ripeto che qui non c’è nulla in giacenza … mia moglie non mi ha lasciato alcuna
disposizione quindi non so se magari aveva accordi con l’ufficio postale o se
aveva già spedito tutto lei … non so proprio cosa dirle, mi dispiace ... le
assicuro che se mai arriverà qualcosa a nome vostro glielo farò inoltrare
subito. Vuole essere così cortese da lasciarmi il vostro nuovo indirizzo?>>
Non
appena il papà di Chiara era uscito dal palazzo, il portiere “ad interim” aveva
affisso allo stipite della porta, con una puntina da disegno, l’appunto con
l’indirizzo di Roma, ripromettendosi di spedire con assoluta solerzia qualunque
cosa fosse arrivata nei giorni successivi. –Certo che però, pensava, di lettere
dalla Germania non ne arriveranno più visto che ho detto al portalettere di
considerare il destinatario trasferito ad indirizzo sconosciuto. Vabbè che
sarà mai!! Sono giovani, troveranno sicuramente la maniera di incontrarsi di
nuovo, in fondo non è mica colpa mia … io sono un pensionato e stavo così bene
a passare le mie giornate tra la bocciofila, l’orto cittadino e le quattro
chiacchiere al bar con gli amici. E poi? Poi , per colpa di mia moglie che
chissà quando tornerà, mi sono trovato rinchiuso qui dentro tutto il giorno. Ma
io cosa ne so di questo palazzo e dei suoi abitanti?—
C’era
però ancora in sospeso la questione delle prime lettere arrivate … dove le
aveva cacciate?
Aveva
buttato all’aria mobiletti, comodini e cassettiere e proprio in un cassetto,
alla fine, le aveva trovate.
<<e
adesso cosa ne faccio?—andava dicendo tra sé e sé-- Se le spedisco
all’indirizzo di Roma e chi le riceve guarda il timbro di partenza? Capisce
subito che sono arrivate qua un sacco di giorni fa e che quindi io al signor
Sant’Andrea ho raccontato una balla. Non posso riportarle in posta perché
rischio che mi facciano un sacco di domande sul perché le respingo dopo così
tanti giorni. Se le tengo qui e le trova mia moglie quando torna “apriti
cielo”!! Che casino! Ma guarda te cosa mi tocca!! …bon, ho deciso: le butto via
e non se ne parla più … tanto chi le ha spedite non sa quante ne sono arrivate
a destinazione e il destinatario non sa quante gliene sono state spedite. Le
faccio in mille pezzetti e chi si è visto si è visto>>
Detto
fatto, le aveva ridotte in tanti piccoli pezzetti e buttate nel WC. Aveva poi
azionato più volte lo sciacquone e delle lettere non era rimasto più nulla.
Intanto
il padre di Chiara , tornato a Roma, aveva dovuto raccontare alla figlia
dell’incontro con il portiere e della completa assenza di corrispondenza.
Chiara
allora, suo malgrado, aveva cominciato a pensare che Francesco l’avesse messa
da parte, che l’avesse dimenticata.
E
così se da una parte il cuore le diceva che non poteva essere vero, dall’altra
la razionalità la spingeva a guardare in faccia la realtà.
Cuore:--ci
deve essere una spiegazione … è impossibile che abbia troncato così ogni
contatto … se solo avessi un indirizzo ... prenderei il primo treno e lo
raggiungerei e vorrei che me lo dicesse in faccia che ci ha ripensato … se ci
ha ripensato … perché secondo me non ci ha ripensato … è successo qualcosa ed è
per questo che non riesce più a scrivermi … potrei provare a contattare
telefonicamente gli amici in comune per vedere se hanno notizie …--
Ragione<<
ma finiscila!! Ancora ti vuoi illudere? Mi sembra che i fatti siano
inequivocabili. Lui parte, ti scrive per un po’ e poi tronca di brutto. Più nessuna
notizia, non ti ha mai mandato un recapito dove poterlo contattare, questo non
ti fa un po’ insospettire? Secondo me ha voluto uscire di scena evitando di
dover affrontare i tuoi pianti e le scene patetiche. Un bel taglio netto e ciao>>
Cuore—non
è così … oppure: quello che dice Ragione è vero, ma c’è sicuramente
qualcos’altro che non sappiamo, ed è quel qualcos’altro che fa la differenza …
se solo sapessi di cosa si tratta! Se solo avessi un qualche appiglio …--
Ragione<<
ma quale appiglio? Te lo devo scrivere a caratteri cubitali? Quello si è
trasferito, ha trovato una più disinibita di te ( capisc’amme cosa intendo…)
con la quale sta bene, ce l’ha vicina, ma chi glielo fa fare a tenere in piedi
una storia a distanza!!>>
Cuore—si
ma … —
Ragione<<finiscila!
Lo sai che ho ragione io … e prima lo accetti e prima puoi ricominciare>>
Cuore—sì
però … --
Ragione
<<ancora?!? Finiscila, mettiti il cuore in pace …>>
Cuore—non
posso …--
Ragione<<Perché?>>
(continua)
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