domenica 27 dicembre 2020

LE 12 NOTTI -DUE-

                                                                                       ( foto trovata in rete)

27-12-19

Si era svegliata di soprassalto, con il cuore che batteva all’impazzata … non ricordava nulla del sogno appena fatto ma sentiva un senso di oppressione al petto … la camicia da notte madida di sudore e quel “nonsochè” di quando stai vivendo un momento difficile.

Era sgattaiolata fuori dalla camera cercando di non fare rumore e si era raggomitolata sul divano della cucina in cerca di risposte, rimuginando fra sé:

-Ok … ieri sera abbiamo dato fondo agli avanzi e magari mangiare lo zampone, il purè e il panettone farcito a cena non è proprio il massimo per la digestione ma … vuoi dire che questa ansia che sento, questo groppo in gola, sono colpa della cena? Non starò mica ammalandomi, invece? La mia collega Serenella sono 2 settimane che è a casa per colpa dell’influenza e mi diceva che quest’anno è particolarmente brutta … sono anni che fortunatamente non la prendo, vuoi vedere che quest’anno che è più “cattiva” me la becco anch’io? O forse ce l’ho già?!? Febbre mi pare di non averne, mal di gola neppure, tosse nemmeno … ho solo quest’ansia che sale come un’onda e il cuore che batte troppo forte … ho solo quest’ansia … SOLO?!?-

Ed era lì, tutta intenta a riflettere rosicchiandosi un’unghia, quando Lui era sceso, non trovandola al suo fianco al risveglio.

-Che succede? Hai una faccetta! Sei pallida, hai gli occhi sgranati … hai fatto un brutto sogno?? Stanotte cos’era? Febbraio? Che hai sognato per avere una faccia così? La conquista della Terra da parte degli alieni? Non è che stai prendendo un po’ troppo sul serio questa storia? Ti faccio una tisana?!? Ma guardati … potresti utilizzare questi giorni di festa per riposare un po’ e ti trovo qui alle quattro di mattina, sul divano, con la faccia di una che ha appena finito di guardare un film del terrore.-

- In realtà i miei giorni di vacanza sono già finiti e fra un po’ vado in ufficio a sistemare l’inventario, però mi sono svegliata con una sensazione, non so come dirti: sento che c’è qualcosa che non va ma non so spiegarmi cosa … ti ricordi quella volta che nostro figlio ha avuto l’incidente in auto e io ero stata “elettrica” per tutto il pomeriggio senza spiegazione?? Ecco forse semplicemente avevo un presentimento, una premonizione, chiamala come vuoi … stanotte mi sono sentita allo stesso modo …-

-La mia “streghetta” … è la parte più “selvatica” di te che viene fuori. Tutto il giorno la teniamo a bada con la razionalità e probabilmente è solo nel sonno, nei sogni, che riesce a fare capolino.-

-E il bello sai qual è?? Mi sta tornando in mente proprio ora il sogno che stavo facendo prima di svegliarmi così di soprassalto … sembrava la seconda puntata del sogno di ieri notte … nel senso che è ripreso esattamente da dove si era interrotto. Anche stanotte ho sognato un posto bello, giornate luminose e  soleggiate, temperature miti … insomma un Paradiso … e c’eri tu, tutto bello sorridente, e un sacco di altra gente che non so, non mi pare di conoscere, e tutti avevano l’aria rilassata di quando si è in vacanza: pochi pensieri e solo il desiderio di riposare e ricaricarsi un po’. Gente che faceva pic-nic, scampagnate, gite, viaggi. Hai presente quei volantini che ogni tanto si trovano nella cassetta della posta e che parlano del “Mondo Perfetto” dove uomini e animali, anche feroci, vivranno in pace fra loro, e ci sono quelle bellissime immagini di bambini che accarezzano leoni e cose del genere? Ecco: il mio sogno era proprio così … avevo la sensazione che tutto fosse perfetto e che tutti fossero in pace con loro stessi e con quanto li circondava. Ma poi il tempo ha iniziato a cambiare: si è alzato un gran vento, la gente sui prati e sulle spiagge ha raccolto le proprie cose e ha fatto ritorno velocemente alle proprie case. Chi era per la strada ha cercato riparo in un posto sicuro. Il cielo è diventato buio all’improvviso ed io, che assistevo a tutto questo stando sull’uscio di casa, ho avvertito il timore che albergava nel cuore di tutti. Il timore per qualcosa di sconosciuto che stava per accadere …_

FEBBRAIO 2020

Abiti in un posto che non è proprio ai tropici: ti aspetteresti quindi, a febbraio, delle temperature ancora abbastanza rigide, magari una spruzzatina di neve oppure pioggia per giorni e giorni. E invece febbraio sembrava la fotocopia del gennaio appena passato con in più il piacere di giornate decisamente più lunghe.

Un peccato doversi rinchiudere tra quattro mura per tante ore al giorno: ma si sa “prima il dovere e poi il piacere” …così le avevano sempre ripetuto i suoi genitori fin dalla tenera età e poi, diciamocela tutta, da una nata lo stesso giorno di Aleksej Grigorevjc Stachanov , non è che ci si potesse aspettare che mollasse tutto per andare a camminare solo perché la bella stagione lo permetteva.

Così era scesa ad un compromesso: ad inizio settimana faceva la lista dei lavori che assolutamente bisognava svolgere e poi, se proprio non riusciva a resistere al richiamo della natura, scappava a camminare e quando tornava in ufficio rimaneva oltre l’orario per recuperare.

A fine gennaio i media avevano parlato di due turisti cinesi che in vacanza a Roma, erano stati ricoverati in ospedale perché avevano contratto quella che sembrava una forma influenzale piuttosto grave.

Dopo questo caso, si era diffusa la notizia che a Wuhan (cittadina cinese che prima di allora quasi nessuno in Italia conosceva), questa “forma influenzale” avesse contagiato tantissime persone, al punto da considerare la malattia un’epidemia e Wuhan un “focolaio” … tutte queste notizie arrivavano, frammentate, e come spesso accade, poiché Wuhan è lontana, la gente, “in tutte altre faccende affaccendata” non se ne preoccupava più di tanto.

Fino a venerdì 21 febbraio: Daisy era rimasta in ufficio fino a tardi a finire alcune cose che servivano al commercialista e prima di tornare a casa aveva pensato di passare in farmacia ad acquistare un particolare tipo di collutorio. Entrata in farmacia si era stupita del numero di clienti presenti, ma riflettendoci su aveva pensato che in fondo, essendo febbraio, probabilmente l’influenza era al “picco”.

La cosa però che le pareva strana, era che la gente NON comprava antipiretici o farmaci antinfluenzali ma bensì chiedeva mascherine chirurgiche.

Il farmacista da parte sua, avendo esaurito da giorni le esigue scorte di detto materiale e faticando a reperirne dell’altro, cercava di piazzare agli ignari acquirenti articoli simili ma, che, con il senno di poi, non erano affatto idonei all’uso al quale erano preposti (si trattava infatti di rettangoli di un particolare tessuto, di un’altezza tale per cui se coprivano la bocca lasciavano scoperto il naso e viceversa)

Ascoltando qua e là brani di discorsi delle persone in fila, aveva finalmente dato un senso a quanto si stava svolgendo sotto i suoi occhi: si parlava della stessa malattia virale che in Cina stava mietendo vittime e sembrava fosse stato scoperto un focolaio in Lombardia e forse uno anche a pochi chilometri da casa sua.

Inutile dire che aveva fatto ritorno a casa senza il collutorio e accesa la tv aveva cercato di capirne di più. Ma come sempre accade quando si è “nell’occhio del ciclone” non si ha ben chiaro cosa stia succedendo ( o forse, alle volte, NON si vuole capire.)

Il giorno dopo era sabato e si era regalata una camminata bella, lunga, in compagnia di Lorena. Con Lorena era stato facile “capitolare” al paradigma “io cammino da sola perché sto bene così” … Lorena era una persona semplice e spontanea con la quale parlare di tutto e di niente, ma anche percorrere kilometri e kilometri in silenzio assoluto.

Quel giorno però entrambe avevano bisogno di esorcizzare quel qualcosa che aleggiava sopra di loro: cercarono di capire meglio cosa stava succedendo, cercarono di incoraggiarsi a vicenda, esternando un coraggio che erano ben lontane dal provare. Nubi nere si presentavano all’orizzonte, anche se la giornata era serena e il cielo limpido: nubi nere che di lì a pochi giorni avrebbero scaricato ovunque il loro carico di dolore, disperazione e perdite … ma era solo fine febbraio e nessuno ancora sapeva cosa marzo aveva in serbo …


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