27-12-19
Si era
svegliata di soprassalto, con il cuore che batteva all’impazzata … non
ricordava nulla del sogno appena fatto ma sentiva un senso di oppressione al
petto … la camicia da notte madida di sudore e quel “nonsochè” di quando stai
vivendo un momento difficile.
Era
sgattaiolata fuori dalla camera cercando di non fare rumore e si era
raggomitolata sul divano della cucina in cerca di risposte, rimuginando fra sé:
-Ok … ieri
sera abbiamo dato fondo agli avanzi e magari mangiare lo zampone, il purè e il
panettone farcito a cena non è proprio il massimo per la digestione ma … vuoi
dire che questa ansia che sento, questo groppo in gola, sono colpa della cena?
Non starò mica ammalandomi, invece? La mia collega Serenella sono 2 settimane
che è a casa per colpa dell’influenza e mi diceva che quest’anno è
particolarmente brutta … sono anni che fortunatamente non la prendo, vuoi
vedere che quest’anno che è più “cattiva” me la becco anch’io? O forse ce l’ho
già?!? Febbre mi pare di non averne, mal di gola neppure, tosse nemmeno … ho
solo quest’ansia che sale come un’onda e il cuore che batte troppo forte … ho
solo quest’ansia … SOLO?!?-
Ed era lì,
tutta intenta a riflettere rosicchiandosi un’unghia, quando Lui era sceso, non
trovandola al suo fianco al risveglio.
-Che
succede? Hai una faccetta! Sei pallida, hai gli occhi sgranati … hai fatto un
brutto sogno?? Stanotte cos’era? Febbraio? Che hai sognato per avere una faccia
così? La conquista della Terra da parte degli alieni? Non è che stai prendendo
un po’ troppo sul serio questa storia? Ti faccio una tisana?!? Ma guardati …
potresti utilizzare questi giorni di festa per riposare un po’ e ti trovo qui
alle quattro di mattina, sul divano, con la faccia di una che ha appena finito
di guardare un film del terrore.-
- In
realtà i miei giorni di vacanza sono già finiti e fra un po’ vado in ufficio a
sistemare l’inventario, però mi sono svegliata con una sensazione, non so come
dirti: sento che c’è qualcosa che non va ma non so spiegarmi cosa … ti ricordi
quella volta che nostro figlio ha avuto l’incidente in auto e io ero stata “elettrica”
per tutto il pomeriggio senza spiegazione?? Ecco forse semplicemente avevo un
presentimento, una premonizione, chiamala come vuoi … stanotte mi sono sentita allo
stesso modo …-
-La mia “streghetta”
… è la parte più “selvatica” di te che viene fuori. Tutto il giorno la teniamo
a bada con la razionalità e probabilmente è solo nel sonno, nei sogni, che
riesce a fare capolino.-
-E il
bello sai qual è?? Mi sta tornando in mente proprio ora il sogno che stavo
facendo prima di svegliarmi così di soprassalto … sembrava la seconda puntata
del sogno di ieri notte … nel senso che è ripreso esattamente da dove si era
interrotto. Anche stanotte ho sognato un posto bello, giornate luminose e soleggiate, temperature miti … insomma un
Paradiso … e c’eri tu, tutto bello sorridente, e un sacco di altra gente che
non so, non mi pare di conoscere, e tutti avevano l’aria rilassata di quando si
è in vacanza: pochi pensieri e solo il desiderio di riposare e ricaricarsi un
po’. Gente che faceva pic-nic, scampagnate, gite, viaggi. Hai presente quei
volantini che ogni tanto si trovano nella cassetta della posta e che parlano
del “Mondo Perfetto” dove uomini e animali, anche feroci, vivranno in pace fra
loro, e ci sono quelle bellissime immagini di bambini che accarezzano leoni e
cose del genere? Ecco: il mio sogno era proprio così … avevo la sensazione che
tutto fosse perfetto e che tutti fossero in pace con loro stessi e con quanto
li circondava. Ma poi il tempo ha iniziato a cambiare: si è alzato un gran vento,
la gente sui prati e sulle spiagge ha raccolto le proprie cose e ha fatto
ritorno velocemente alle proprie case. Chi era per la strada ha cercato riparo
in un posto sicuro. Il cielo è diventato buio all’improvviso ed io, che
assistevo a tutto questo stando sull’uscio di casa, ho avvertito il timore che
albergava nel cuore di tutti. Il timore per qualcosa di sconosciuto che stava
per accadere …_
FEBBRAIO
2020
Abiti in
un posto che non è proprio ai tropici: ti aspetteresti quindi, a febbraio,
delle temperature ancora abbastanza rigide, magari una spruzzatina di neve
oppure pioggia per giorni e giorni. E invece febbraio sembrava la fotocopia del
gennaio appena passato con in più il piacere di giornate decisamente più
lunghe.
Un peccato
doversi rinchiudere tra quattro mura per tante ore al giorno: ma si sa “prima
il dovere e poi il piacere” …così le avevano sempre ripetuto i suoi genitori
fin dalla tenera età e poi, diciamocela tutta, da una nata lo stesso giorno di
Aleksej Grigorevjc Stachanov , non è che ci si potesse aspettare che mollasse
tutto per andare a camminare solo perché la bella stagione lo permetteva.
Così era
scesa ad un compromesso: ad inizio settimana faceva la lista dei lavori che
assolutamente bisognava svolgere e poi, se proprio non riusciva a resistere al
richiamo della natura, scappava a camminare e quando tornava in ufficio
rimaneva oltre l’orario per recuperare.
A fine
gennaio i media avevano parlato di due turisti cinesi che in vacanza a Roma,
erano stati ricoverati in ospedale perché avevano contratto quella che sembrava
una forma influenzale piuttosto grave.
Dopo
questo caso, si era diffusa la notizia che a Wuhan (cittadina cinese che prima
di allora quasi nessuno in Italia conosceva), questa “forma influenzale” avesse
contagiato tantissime persone, al punto da considerare la malattia un’epidemia
e Wuhan un “focolaio” … tutte queste notizie arrivavano, frammentate, e come
spesso accade, poiché Wuhan è lontana, la gente, “in tutte altre faccende
affaccendata” non se ne preoccupava più di tanto.
Fino a
venerdì 21 febbraio: Daisy era rimasta in ufficio fino a tardi a finire alcune
cose che servivano al commercialista e prima di tornare a casa aveva pensato di
passare in farmacia ad acquistare un particolare tipo di collutorio. Entrata in
farmacia si era stupita del numero di clienti presenti, ma riflettendoci su
aveva pensato che in fondo, essendo febbraio, probabilmente l’influenza era al “picco”.
La cosa però
che le pareva strana, era che la gente NON comprava antipiretici o farmaci
antinfluenzali ma bensì chiedeva mascherine chirurgiche.
Il
farmacista da parte sua, avendo esaurito da giorni le esigue scorte di detto
materiale e faticando a reperirne dell’altro, cercava di piazzare agli ignari
acquirenti articoli simili ma, che, con il senno di poi, non erano affatto
idonei all’uso al quale erano preposti (si trattava infatti di rettangoli di un
particolare tessuto, di un’altezza tale per cui se coprivano la bocca lasciavano
scoperto il naso e viceversa)
Ascoltando
qua e là brani di discorsi delle persone in fila, aveva finalmente dato un
senso a quanto si stava svolgendo sotto i suoi occhi: si parlava della stessa
malattia virale che in Cina stava mietendo vittime e sembrava fosse stato
scoperto un focolaio in Lombardia e forse uno anche a pochi chilometri da casa
sua.
Inutile
dire che aveva fatto ritorno a casa senza il collutorio e accesa la tv aveva cercato
di capirne di più. Ma come sempre accade quando si è “nell’occhio del ciclone”
non si ha ben chiaro cosa stia succedendo ( o forse, alle volte, NON si vuole
capire.)
Il giorno
dopo era sabato e si era regalata una camminata bella, lunga, in compagnia di
Lorena. Con Lorena era stato facile “capitolare” al paradigma “io cammino da
sola perché sto bene così” … Lorena era una persona semplice e spontanea con la
quale parlare di tutto e di niente, ma anche percorrere kilometri e kilometri
in silenzio assoluto.
Quel giorno
però entrambe avevano bisogno di esorcizzare quel qualcosa che aleggiava sopra
di loro: cercarono di capire meglio cosa stava succedendo, cercarono di incoraggiarsi
a vicenda, esternando un coraggio che erano ben lontane dal provare. Nubi nere
si presentavano all’orizzonte, anche se la giornata era serena e il cielo
limpido: nubi nere che di lì a pochi giorni avrebbero scaricato ovunque il loro
carico di dolore, disperazione e perdite … ma era solo fine febbraio e nessuno
ancora sapeva cosa marzo aveva in serbo …
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