venerdì 25 dicembre 2020

LE 12 NOTTI -ZERO- (prologo)

                                                                                                                     ( foto trovata in rete)

--Il dodici è un numero che ci accompagna quotidianamente e che dura nel "per sempre della storia" ... dai mesi, ai segni zodiacali, dagli Apostoli alle fatiche di Ercole e agli Dei principali dell'Olimpo, dai Cavalieri della tavola Rotonda ai Paladini di Carlo Magno passando per le ore del giorno che ci guidano nella danza del buio e della luce, per arrivare alle Notti Sante ...
Narra una leggenda che i sogni che si fanno nelle dodici notti tra il 25 dicembre e il 5 gennaio , sono premonitori di come sarà l’anno che sta arrivando … ogni notte , un mese del nuovo anno … i sogni che faremo nella notte che da Natale ci porta a Santo Stefano ci indicheranno cosa succederà a gennaio e così via per dodici notti … fino ad arrivare alla notte dell’Epifania ( tra il 5 e il 6 gennaio) che ci dirà come sarà dicembre …--

Su questo stava riflettendo Daisy, mentre passeggiava sul sentiero che a breve l’avrebbe riportata verso casa.
Ripensava alle parole di quella Conferenza sui numeri e la loro simbologia, conferenza alla quale aveva partecipato qualche mese prima ma, chissà perché, ci stava rimuginando su proprio ora … forse perché, a grandi passi, si stavano avvicinando le festività Natalizie e quindi le 12 Notti Sante??

Scrollò il capo e riprese a pensare alle cose pratiche della sua vita di tutti i giorni : doveva  prendere appuntamento dal dentista, andare a fare la spesa, pagare le bollette, mettere al riparo i vasi con le piante prima che arrivasse il gran freddo …
Ma quel pensiero, il pensiero che i sogni in qualche modo influenzassero il futuro, o meglio che i sogni già sapessero cosa il futuro aveva in serbo per noi, si insinuò nella sua mente, e continuò a farle compagnia anche nei giorni successivi.

Aveva preparato il Presepe ed ecco, nel momento in cui aveva deposto i Re Magi lontani, lontanissimi dalla capanna per dar modo loro di arrivare all’Epifania, tornare a farsi vivo il pensiero delle 12 notti, che finiscono proprio la notte della “Befana”.

Era andata a comprare una tovaglia bella, elegante e la signora che gliel’aveva venduta, saputo che il suo tavolo era rettangolare, aveva detto: “ gliela dò da 12? Se usa il tavolo da un metro e 80 la ripiega un po’ sotto, ma se utilizza la prolunga diventa giusta giusta”... eccolo lì … il 12 che faceva capolino ancora una volta …

E le tanto attese vacanze natalizie erano cominciate: archiviato il solito scambio di auguri in azienda con “baci e abbracci, ci rivediamo l’anno prossimo” , il 24 da sempre era dedicato alla cucina e alle pulizie … una bella maratona.
La spesa era stata fatta nei giorni precedenti e la vigilia su presto la mattina per preparare il ragù che sarebbe servito per “la lasagna”…. E finchè il ragù “pippiava” ( come dicono gli amici di Napoli) via di aspirapolvere e mocio, scartoffie da archiviare e regali da mettere sul divano del soggiorno.

Era arrivata a sera esausta ma felice perché tutto sapeva di “Natale” : dal profumino di cose buone che aleggiava per casa alle luci in corridoio che illuminavano la via ai pastorelli ( i magi piano piano, giorno dopo giorno avanzavano verso la Capanna) , dai pacchetti che aspettavano solo di essere aperti la mattina dopo ai messaggi beneauguranti che già cominciavano ad arrivare via sms o whatsapp.

Una bella doccia e poi via : non si sarebbe persa per niente al mondo la messa di Mezzanotte , l’arrivo del Bambinello, lo scambio di auguri sul sagrato tra abbracci, strette di mano e gli immancabili vin brulè e cioccolata calda.
Una volta tornata a casa,le coperte l’avevano avvolta e il sonno non aveva tardato ad arrivare … poco prima di chiudere gli occhi aveva pensato a quanto fosse fortunata … aveva veramente tutto quello che desiderava.

Natale:
Dal risveglio a sera, tutta la giornata si era svolta all’insegna della calma : colazione assaporata e gustata, l’apertura dei pacchi, il piacere di stare insieme nel caldo abbraccio della loro casetta.
Forse perché a casa insieme, durante tutto il tempo dell’anno, ci stavano poco ( il lavoro assorbiva molto tutti loro e li teneva distanti dalle mura domestiche per tante, alle volte troppe ore al giorno) , quei momenti di condivisione erano forse il più bel regalo che ognuno di loro dedicava agli altri.
Non erano mai stati amanti del “pranzo fuori” il giorno di Natale, così come amavano stare tranquilli loro tre, con le loro abitudini e i loro riti.
Pranzetto e poi al pomeriggio il figliolo prendeva  “il volo” verso altri lidi e loro due facevano quattro passi per andare a fare gli auguri alla loro sorella … buffo pensare che marito e moglie potessero avere una sorella in comune e invece era proprio così : la sorella era di suo marito a dire il vero , ma Daisy la aveva “adottata anche per sé”… c’è un detto veneto che dice “ fradej cortej, cognà scortelà” ( fratelli coltelli , cognati e cognate , coltellate) : poiché non le piaceva l’idea che Rosina (sua cognata) la considerasse “una coltellata” aveva optato per “sorella putativa” … nei detti veneti non si parla mai male delle sorelle!
Era calata la sera e avevano fatto ritorno a casa … era stata proprio la giornata giusta per rimettersi in pace con il mondo … ora dopo ora aveva sentito tutta la tensione dei giorni precedenti dissolversi e lasciar posto ad una serenità corroborante.

Al momento di andare a nanna aveva fatto capolino nella sua testa che quella era la “Prima Notte Santa” e , per la serie “non è vero ma ci credo” aveva pensato di appoggiare sul comodino un piccolo quadernetto dove annotare, la mattina dopo appena sveglia, quello che aveva sognato nella notte appena trascorsa.
Poi, abbracciata all’uomo che dopo tanti anni era sempre e ancora “ il posto migliore dove tornare ogni sera” aveva ceduto al sonno …

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