lunedì 28 dicembre 2020

LE 12 NOTTI -TRE-

                                                                                        ( foto trovata in rete)

28-12-19

Si era alzata che ancora non albeggiava … aveva questo rapporto speciale con il mattino, con l’alba, con l’aurora: amava uscire di casa molto presto, sentirsi “padrona” delle strade che percorreva, strade deserte e silenziose.

Case, palazzi e appartamenti perlopiù bui … solo qualche finestra era illuminata … mattinieri appena alzati o nottambuli appena rientrati?? Le piaceva immaginare che dietro ogni finestra illuminata ci fosse una storia: il papà che sorseggiava il caffè in piedi, che dopo aver accarezzato la testa dei bimbi che ancora dormivano era pronto a partire per il primo turno in fabbrica … Lo studente scapestrato che si era fatto convincere dagli amici a partecipare ad una “notte brava” e ora doveva assolutamente prendere in mano i libri di testo perché l’esame era lì, dietro l’angolo … una finestra si era appena spenta … era quella della mamma dello studente che non riusciva mai ad addormentarsi finché il suo figliolo non rientrava … rimaneva lì, ad ascoltare un programma radiofonico in diretta dalle 23 alle 6 del mattino fino a quando sentiva il rumore dell’auto che entrava piano nel cortile … solo allora spegneva la luce e fingeva di dormire. Non voleva che suo figlio sapesse la pena che provava ogni notte a saperlo fuori chissà dove, chissà con chi … strane donne le mamme: stanno in pensiero per i figli ma non vogliono che i figli sappiano la loro preoccupazione.

E poi c’era quella casa … quella bella, bianca, grande, con il porticato: quella con tutte le luci accese nel vialetto d’ingresso mentre l’unica finestra illuminata era quella di un confortevole soggiorno con tv al plasma, divani in pelle e tappeti pregiati.

Parecchie volte Daisy era passata a piedi lì davanti proprio quando una bella ragazza sulla trentina, parcheggiata l’auto sotto una pergola, in pochi passi, aveva raggiunto il portico: auto lussuosa, vestiti firmati e scarpe eleganti tacco 12. Era entrata e poco dopo la sua figura si era stagliata dietro le tende del soggiorno: un’altra silhouette femminile si era alzata dal divano dove si intravedeva un piccolo corpo rannicchiato sotto un plaid. Le due donne si erano fronteggiate per nemmeno un minuto, qualcosa era passato dalle mani di una a quelle dell’altra, (forse dei soldi per pagare quella che poteva essere una baby sitter) poi la seconda figura era uscita di scena (probabilmente uscendo da una porta di servizio sul retro della casa) e la donna appena rientrata dopo essersi tolta le scarpe, si era seduta sul divano abbracciando quel fagottino nascosto dal plaid.

Chissà perché, ogni volta che assisteva a questa scena, Daisy pensava ad una canzone di tanti anni prima di Lucio Battisti, una canzone che raccontava storie di donne e nel suo immaginario mescolava un po’ i personaggi della canzone facendoli diventare uno solo: la ragazza della casa bianca.

E continuava per la sua strada canticchiando tra sé:

-Per te che di mattina torni a casa tua perché,

per strada più nessuno ha freddo e cerca più di te

per te che metti i soldi accanto a lui che dorme,

e aggiungi ancora un po’ d’amore a chi non sa che farne.

Anche per te…. –

Era arrivata in ufficio intirizzita e dopo essersi fatta una bella tisana, si era seduta alla scrivania con l’intento di non farsi distrarre da nulla … aveva messo la radio a volume bassissimo così per farsi far compagnia e il parlato si percepiva appena.

Dopo un bel po’ che si era completamente estraniata le era arrivata all’orecchio la sigla del giornale radio e la sua attenzione era stata attirata dalle parole “ Boss Mafioso – arresti domiciliari a causa delle condizioni di salute”

Si era fermata con la matita a mezz’aria, aveva riflettuto un attimo e poi si era messa a ridere. La sua risata era echeggiata per gli uffici deserti.

Aveva guardato l’ora e, composto il nr del cellulare di Lui, aveva atteso che rispondesse.

Uno, due, tre squilli (ok che è sabato , ma mica starai ancora dormendo alle 9 di mattina??... su dai … rispondi) … al quinto squillo la sua voce calda l’aveva abbracciata con un :

-Ma lo sai che la gente normale, il 28 dicembre se ne sta a pigrare un po’?? mica son tutti come te che sei scappata … che ora era quando sei andata via ? e soprattutto: cos’hai combinato?-

-Ma niente cretinetto!! Volevo solo dirti di prepararti … non so cosa farò a marzo ma mi sa che ne combino una grossa, grossissima!!-

-Ohhh mamma!! I soliti sogni delle 12 notti? Cos’hai sognato stanotte che ti fa pensare che ne combinerai una grossa? E poi … “grossa” in che senso??

-Ahhh non lo so, l’unica cosa che mi ricordo del sogno di stanotte è che mi hanno “rinchiusa in casa” … ti giuro … tutta la notte ho sognato che ero obbligata a stare in casa o al massimo in giardino. E sai cosa facevo chiusa in casa? Leggevo!!Leggevo un sacco!!  Poco fa alla radio ho sentito di un delinquente al quale hanno dato gli arresti domiciliari, così ho pensato che probabilmente commetterò un qualche reato anch’io perché altrimenti non c’è spiegazione al fatto che qualcosa o qualcuno mi possano impedire di uscire di casa. Tu che ne pensi?

-Che vuoi che ti dica?? Conoscendoti potrebbe anche essere … vorrà dire che ti porterò le arance in galera!!-

 

MARZO 2020

Le cose stavano cambiando giorno per giorno … prima due “zone rosse” interdette al traffico e agli spostamenti, poi la notizia che i contagi aumentavano, ogni giorno di più … una malattia sconosciuta e subdola … un virus simile a quello dell’influenza ma molto più “bastardo” … poi un giorno avevano detto che si dovevano impedire gli assembramenti e per evitare ciò avevano sospeso prima il carnevale e poi tutte le celebrazioni religiose.

Daisy aveva colto la palla al balzo e aveva invitato Lorena (che solitamente la domenica cantava nel coro della chiesa) a fare una camminata da tempo progettata ma che richiedeva almeno 6 ore di tempo. Quale migliore occasione di questa? Chiese chiuse, messe sospese, potevano partire e tornare quando volevano.

E così si erano ritrovate di buon’ora domenica 8 marzo (un paio di settimane dopo la loro ultima cammin-chiacchierata) e avevano percorso oltre 26 km fermandosi solo un paio di volte a bere qualcosa e a fare il “pipi-stop”. Avevano parlato di quello che stava succedendo, ma non avevano veramente ben chiaro cosa stesse succedendo, quindi facevano supposizioni, congetture, e quando i pensieri scivolavano verso tinte fosche, una diceva all’altra:

-Ma ci pensi se chiudono tutto? Se non ci permettono più neanche di andare a camminare?-

Si guardavano negli occhi e poi:

-Ma no dai!! Vedrai che tutto si risolve per il meglio.-

Era l’8 marzo, festa della donna e ancora non sapevano che quella sarebbe stata la loro ultima camminata per tantissimo tempo a venire … ancora non sapevano che nei due mesi successivi avrebbero ricordato più e più volte con nostalgia quell’ultimo giorno di libertà.

Dal 9 marzo abbiamo imparato tutti il significato della parola Dpcm, di Lockdown, abbiamo imparato come si compila un’autocertificazione e che cos’è il distanziamento sociale.

Daisy aveva deciso che lo sconforto non avrebbe avuto la meglio e ce la mise tutta per fronteggiare questo nuovo modo di vivere: aveva la sua famiglia della quale prendersi cura, e poi anche se a distanza, in qualche modo, doveva prendersi cura di Lorena, non poteva permettere che la sua amica scivolasse lentamente nell’autocommiserazione, così decise di mettersi a leggere per lei … un capitolo al giorno, tutti i giorni … marzo lentamente passava e Daisy leggeva, leggeva, leggeva.

Una sera Lui l’aveva trovata seduta sul divano del soggiorno con il libro in grembo e lo sguardo assorto.

Si era seduto vicino e le aveva cinto le spalle con un braccio attirandola a sé e dicendo:

-Vien chi, picoleta…-

Lei aveva alzato gli occhi lucidi su di lui ricordando altri tempi, altri luoghi , quando, all’inizio della loro storia lui era solito abbracciarla apostrofandola proprio con quella frase.

Lui le stava accarezzando i capelli e lei aveva detto in un soffio:

-Sto pensando a fine dicembre … ti ricordi quel giorno che ti ho telefonato per raccontarti che probabilmente a marzo ne avrei combinata una “grossa” ma così “grossa” che mi avrebbero messa in galera o forse agli arresti domiciliari? E tu mi hai risposto che se capitava mi avresti portato le arance? Ecco: non abbiamo fatto niente di male ma ci hanno messo in galera lo stesso … e tu non puoi portarmi neanche le arance perché sei galeotto anche tu!!!-

-Stai parlando delle 12 notti vero? Senti, fai una cosa: vai a recuperare quel quadernetto che vediamo cos’hai sognato la notte che corrisponde ad Aprile, così ci facciamo un’idea di cosa ci aspetta …-

-Bravo!!! E secondo te non ci ho già pensato anch’io?!? Peccato che nei primi giorni di lockdown ho buttato all’aria tutto e adesso non lo trovo più! L’unica è vivercela giorno per giorno … tra poco è Pasqua, magari ci liberano tutti … magari …

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