28-12-19
Si era
alzata che ancora non albeggiava … aveva questo rapporto speciale con il
mattino, con l’alba, con l’aurora: amava uscire di casa molto presto, sentirsi “padrona”
delle strade che percorreva, strade deserte e silenziose.
Case,
palazzi e appartamenti perlopiù bui … solo qualche finestra era illuminata …
mattinieri appena alzati o nottambuli appena rientrati?? Le piaceva immaginare
che dietro ogni finestra illuminata ci fosse una storia: il papà che
sorseggiava il caffè in piedi, che dopo aver accarezzato la testa dei bimbi che
ancora dormivano era pronto a partire per il primo turno in fabbrica … Lo
studente scapestrato che si era fatto convincere dagli amici a partecipare ad
una “notte brava” e ora doveva assolutamente prendere in mano i libri di testo perché
l’esame era lì, dietro l’angolo … una finestra si era appena spenta … era
quella della mamma dello studente che non riusciva mai ad addormentarsi finché
il suo figliolo non rientrava … rimaneva lì, ad ascoltare un programma
radiofonico in diretta dalle 23 alle 6 del mattino fino a quando sentiva il
rumore dell’auto che entrava piano nel cortile … solo allora spegneva la luce e
fingeva di dormire. Non voleva che suo figlio sapesse la pena che provava ogni
notte a saperlo fuori chissà dove, chissà con chi … strane donne le mamme:
stanno in pensiero per i figli ma non vogliono che i figli sappiano la loro
preoccupazione.
E poi c’era
quella casa … quella bella, bianca, grande, con il porticato: quella con tutte
le luci accese nel vialetto d’ingresso mentre l’unica finestra illuminata era
quella di un confortevole soggiorno con tv al plasma, divani in pelle e tappeti
pregiati.
Parecchie
volte Daisy era passata a piedi lì davanti proprio quando una bella ragazza
sulla trentina, parcheggiata l’auto sotto una pergola, in pochi passi, aveva
raggiunto il portico: auto lussuosa, vestiti firmati e scarpe eleganti tacco
12. Era entrata e poco dopo la sua figura si era stagliata dietro le tende del
soggiorno: un’altra silhouette femminile si era alzata dal divano dove si
intravedeva un piccolo corpo rannicchiato sotto un plaid. Le due donne si erano
fronteggiate per nemmeno un minuto, qualcosa era passato dalle mani di una a
quelle dell’altra, (forse dei soldi per pagare quella che poteva essere una
baby sitter) poi la seconda figura era uscita di scena (probabilmente uscendo
da una porta di servizio sul retro della casa) e la donna appena rientrata dopo
essersi tolta le scarpe, si era seduta sul divano abbracciando quel fagottino
nascosto dal plaid.
Chissà perché,
ogni volta che assisteva a questa scena, Daisy pensava ad una canzone di tanti
anni prima di Lucio Battisti, una canzone che raccontava storie di donne e nel
suo immaginario mescolava un po’ i personaggi della canzone facendoli diventare
uno solo: la ragazza della casa bianca.
E
continuava per la sua strada canticchiando tra sé:
-Per te
che di mattina torni a casa tua perché,
per strada
più nessuno ha freddo e cerca più di te
per te che
metti i soldi accanto a lui che dorme,
e aggiungi
ancora un po’ d’amore a chi non sa che farne.
Anche per
te…. –
Era arrivata
in ufficio intirizzita e dopo essersi fatta una bella tisana, si era seduta
alla scrivania con l’intento di non farsi distrarre da nulla … aveva messo la
radio a volume bassissimo così per farsi far compagnia e il parlato si
percepiva appena.
Dopo un
bel po’ che si era completamente estraniata le era arrivata all’orecchio la
sigla del giornale radio e la sua attenzione era stata attirata dalle parole “
Boss Mafioso – arresti domiciliari a causa delle condizioni di salute”
Si era
fermata con la matita a mezz’aria, aveva riflettuto un attimo e poi si era
messa a ridere. La sua risata era echeggiata per gli uffici deserti.
Aveva
guardato l’ora e, composto il nr del cellulare di Lui, aveva atteso che
rispondesse.
Uno, due,
tre squilli (ok che è sabato , ma mica starai ancora dormendo alle 9 di
mattina??... su dai … rispondi) … al quinto squillo la sua voce calda l’aveva
abbracciata con un :
-Ma lo sai
che la gente normale, il 28 dicembre se ne sta a pigrare un po’?? mica son tutti
come te che sei scappata … che ora era quando sei andata via ? e soprattutto:
cos’hai combinato?-
-Ma niente
cretinetto!! Volevo solo dirti di prepararti … non so cosa farò a marzo ma mi
sa che ne combino una grossa, grossissima!!-
-Ohhh
mamma!! I soliti sogni delle 12 notti? Cos’hai sognato stanotte che ti fa
pensare che ne combinerai una grossa? E poi … “grossa” in che senso??
-Ahhh non
lo so, l’unica cosa che mi ricordo del sogno di stanotte è che mi hanno “rinchiusa
in casa” … ti giuro … tutta la notte ho sognato che ero obbligata a stare in
casa o al massimo in giardino. E sai cosa facevo chiusa in casa?
Leggevo!!Leggevo un sacco!! Poco fa alla
radio ho sentito di un delinquente al quale hanno dato gli arresti domiciliari,
così ho pensato che probabilmente commetterò un qualche reato anch’io perché altrimenti
non c’è spiegazione al fatto che qualcosa o qualcuno mi possano impedire di
uscire di casa. Tu che ne pensi?
-Che vuoi
che ti dica?? Conoscendoti potrebbe anche essere … vorrà dire che ti porterò le
arance in galera!!-
MARZO 2020
Le cose
stavano cambiando giorno per giorno … prima due “zone rosse” interdette al
traffico e agli spostamenti, poi la notizia che i contagi aumentavano, ogni
giorno di più … una malattia sconosciuta e subdola … un virus simile a quello
dell’influenza ma molto più “bastardo” … poi un giorno avevano detto che si
dovevano impedire gli assembramenti e per evitare ciò avevano sospeso prima il
carnevale e poi tutte le celebrazioni religiose.
Daisy
aveva colto la palla al balzo e aveva invitato Lorena (che solitamente la
domenica cantava nel coro della chiesa) a fare una camminata da tempo
progettata ma che richiedeva almeno 6 ore di tempo. Quale migliore occasione di
questa? Chiese chiuse, messe sospese, potevano partire e tornare quando
volevano.
E così si
erano ritrovate di buon’ora domenica 8 marzo (un paio di settimane dopo la loro
ultima cammin-chiacchierata) e avevano percorso oltre 26 km fermandosi solo un
paio di volte a bere qualcosa e a fare il “pipi-stop”. Avevano parlato di
quello che stava succedendo, ma non avevano veramente ben chiaro cosa stesse
succedendo, quindi facevano supposizioni, congetture, e quando i pensieri
scivolavano verso tinte fosche, una diceva all’altra:
-Ma ci
pensi se chiudono tutto? Se non ci permettono più neanche di andare a
camminare?-
Si guardavano
negli occhi e poi:
-Ma no
dai!! Vedrai che tutto si risolve per il meglio.-
Era l’8
marzo, festa della donna e ancora non sapevano che quella sarebbe stata la loro
ultima camminata per tantissimo tempo a venire … ancora non sapevano che nei
due mesi successivi avrebbero ricordato più e più volte con nostalgia quell’ultimo
giorno di libertà.
Dal 9 marzo
abbiamo imparato tutti il significato della parola Dpcm, di Lockdown, abbiamo
imparato come si compila un’autocertificazione e che cos’è il distanziamento
sociale.
Daisy
aveva deciso che lo sconforto non avrebbe avuto la meglio e ce la mise tutta
per fronteggiare questo nuovo modo di vivere: aveva la sua famiglia della quale
prendersi cura, e poi anche se a distanza, in qualche modo, doveva prendersi
cura di Lorena, non poteva permettere che la sua amica scivolasse lentamente
nell’autocommiserazione, così decise di mettersi a leggere per lei … un
capitolo al giorno, tutti i giorni … marzo lentamente passava e Daisy leggeva,
leggeva, leggeva.
Una sera
Lui l’aveva trovata seduta sul divano del soggiorno con il libro in grembo e lo
sguardo assorto.
Si era
seduto vicino e le aveva cinto le spalle con un braccio attirandola a sé e
dicendo:
-Vien chi,
picoleta…-
Lei aveva
alzato gli occhi lucidi su di lui ricordando altri tempi, altri luoghi ,
quando, all’inizio della loro storia lui era solito abbracciarla apostrofandola
proprio con quella frase.
Lui le
stava accarezzando i capelli e lei aveva detto in un soffio:
-Sto
pensando a fine dicembre … ti ricordi quel giorno che ti ho telefonato per
raccontarti che probabilmente a marzo ne avrei combinata una “grossa” ma così “grossa”
che mi avrebbero messa in galera o forse agli arresti domiciliari? E tu mi hai
risposto che se capitava mi avresti portato le arance? Ecco: non abbiamo fatto
niente di male ma ci hanno messo in galera lo stesso … e tu non puoi portarmi
neanche le arance perché sei galeotto anche tu!!!-
-Stai
parlando delle 12 notti vero? Senti, fai una cosa: vai a recuperare quel
quadernetto che vediamo cos’hai sognato la notte che corrisponde ad Aprile,
così ci facciamo un’idea di cosa ci aspetta …-
-Bravo!!! E
secondo te non ci ho già pensato anch’io?!? Peccato che nei primi giorni di
lockdown ho buttato all’aria tutto e adesso non lo trovo più! L’unica è vivercela
giorno per giorno … tra poco è Pasqua, magari ci liberano tutti … magari …
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