giovedì 31 dicembre 2020

LE DODICI NOTTI -SEI-

                                                                 ( foto trovata in rete)

31-12-19

Ed ecco che anche S.Silvestro era arrivato: mattina da brividi … le temperature nella notte erano scese abbondantemente sotto lo zero e complice l’umidità le piante erano ricoperte di brina e creavano un paesaggio da favola.

Velocissima aveva fatto qualche foto per “fissare” in un’immagine l’ultimo giorno dell’anno e poi via con i preparativi per la festa: da qualche anno avevano formato con altre 4-5 coppie un bel gruppetto affiatato.

Si trovavano all’inizio di dicembre e si decideva  su "chi avrebbe portato cosa" : ognuno si faceva carico di uno step così nessuno sarebbe arrivato a sera stremato dai preparativi.

Funzionava bene: una delle coppie aveva casa grande e la metteva generosamente a disposizione … ci si trovava verso le 20 … si cenava e poi via di karaoke e giochi di società … un anno i maschi si erano anche esibiti con parrucche a caschetto dai colori improponibili e boa di struzzo. Le “ragazze” avevano pensato bene di immortalare il tutto e nel corso dell’anno successivo più volte avevano “ricattato” i maschietti promettendo di rendere pubbliche quelle immagini quantomeno compromettenti.

Anche quest’anno sarebbe stato bello aspettare il nuovo anno con loro: nessuno era esente da problemi piccoli e grandi, ma per una sera tutto veniva accantonato …

Una coppia aveva il figlio maggiore che ormai da anni viveva in una delle Repubbliche Baltiche e i genitori lo vedevano massimo 4 volte l’anno … la mamma soffriva molto la lontananza ma poi si consolava dicendo che doveva essere felice per lui che così lontano da casa aveva trovato lavoro e amore.

Un’altra coppia durante l’anno che stava finendo aveva vissuto con il fiato sospeso a causa di una grave malattia che aveva colpito la loro unica figlia … ora tutto sembrava risolto ma la mamma ancora faticava ad uscirne … e il papà si confidava con Daisy dicendo:

-Prima ho dovuto essere forte per far coraggio alla mia bimba … poi quando le cose sembravano volgere al meglio ho visto mia moglie lentamente “crollare” sotto un peso troppo grande da portare e così ho dovuto prenderla e piano piano cercare di portarla fuori dalla depressione … ma A ME … chi mi aiuta??? Non ho il diritto anch’io di lasciarmi andare? Di piangere? Di disperarmi? Perché ai padri è sempre chiesto di essere forti, di essere di supporto a tutti?-

Daisy ci aveva riflettuto e concordava sul fatto che, nel gioco delle parti, i maschi sono quelli forti, quelli sui quali fare affidamento …

A lei era successa una cosa analoga ma contraria parecchi anni prima : un giorno “L’Uomo” aveva avuto un gravissimo incidente sul lavoro e per 70 gg era rimasto a casa ingessato … Lui, proprio Lui che era sempre in movimento, si era trovato dalla sera alla mattina immobilizzato in un corpo che non lo assecondava più.

E Lei aveva dovuto barcamenarsi tra lavoro (come si sentiva la mancanza dell’Uomo sul lavoro!!), casa, un bimbo in età scolare che aveva dovuto diventare grande anzitempo per fare compagnia al papà nei lunghi e assolati pomeriggi di quell’estate del 1999 … 

Se lo ricordava bene quel periodo: veniva da una primavera molto impegnata e molto impegnativa e cominciava a sentirne il peso 

Il giorno prima dell’incidente aveva l’ennesimo appuntamento che però era anche l’ultimo e lo sarebbe stato per parecchi giorni. Aveva quindi affrontato questo ultimo step pensando: “meno male che con oggi finiamo perché non ce la faccio proprio più”

E poi, nemmeno 24 ore dopo, l’incidente, e tutto era precipitato e lei si era ritrovata a scoprire qualità che non sapeva di avere, si era ritrovata a farcela ancora e ancora perché … non c’era alternativa.

Da quell’esperienza aveva imparato 2 cose e le erano venute in mente proprio ora finchè in cucina preparava delle cose sfiziose per la cena che li aspettava da lì a qualche ora:

-1-che anche quando sei convinta di non farcela più, in realtà, da qualche parte, nascosto nel fondo più profondo trovi sempre quel “briciolo” di qualcosa che ti aiuta ad andare avanti ancora per un giorno.

-2- aveva imparato a non dire più “Non ce la faccio” perché la vita le aveva insegnato che non è così, quindi scaramanticamente diceva “ E’ dura, è impegnativa, ma la porterò fuori” 

Cucinare, così come fare l’orto la faceva star bene, le serviva per mettere in ordine pensieri e ricordi.

Scherzosamente diceva che per lei la Cucina e l’orto erano  come lo Scandisk e il Defrag per il pc … si faceva pulizia di pensieri inutili e si mettevano al proprio posto, in ordine, tutti gli altri.

L’orto … l’orto che in questo periodo dell’anno riposava in attesa della primavera, quando sarebbe stato ripulito dalle erbacce, vangato, concimato, rastrellato, preparato per accogliere semi e piantine.

Ma perché mai oggi le era venuto in mente l’orto? E come sempre accade, la risposta le arrivò quando ormai quasi non ci pensava più.

Stava infornando dei salatini di svariati gusti ed eccolo là il ricordo che cercava: la notte passata aveva fatto un altro bel sogno .. sembrava proprio che il periodo “galera” di marzo e aprile fosse definitivamente archiviato.

Nel suo sogno si vedeva leggermente abbronzata ( se anche fosse stata al sole 20 ore al giorno non sarebbe andata più in là di un tenue color biscotto ), in calzoncini corti e canottiera intenta a raccogliere i frutti del suo lavoro, della sua pazienza e della perseveranza … vedeva l’Uomo in lontananza che sistemava le aiuole e da qualche parte sentiva il ronzio del trattorino che tagliava il prato.

Sembrava un sogno ... ahhh no! ERA un sogno!! 

GIUGNO 2020

Il ritorno alla vita di tutti i giorni, alla quasi normalità era stato più "strong" di quello che pensava: se da una parte era vero che tutta Italia si era fermata per due mesi, dall'altro questo voleva dire che lei era in ritardo di due mesi con scadenze e adempimenti fiscali.

Qualcosa il governo aveva posticipato, ma il grosso andava fatto: rettifiche, bilanci, tasse da pagare. E poi tutta la parte che riguardava dipendenti e risorse umane ... un caos nel caos: norme nuove che nessuno o quasi conosceva, con il rischio di fare errori che sarebbero stati sanzionati.

Si era fermata un attimo ... si era guardata allo specchio lavandosi le mani e aveva detto:

-ma ti senti? due mesi fa avresti pagato oro per essere qui a battagliare con fisco e clienti insolventi e adesso ti lamenti?-

Era proprio vero: non c'era nulla di cui lamentarsi se non il fatto che il tempo sembrava non bastare mai e le alternative erano due ... o restare in ufficio all'infinito sperando di riuscire così a processare più documenti possibili oppure imparare dalle sue colleghe che, cascasse il mondo, alle 17 in punto la giornata lavorativa era finita e pazienza se qualcosa era rimasto da fare.

Optò per una via di mezzo: le 17 era veramente trooooppo presto, (anche perchè lavorare in un ufficio completamente vuoto e silenzioso la aiutava a essere più produttiva e poi alle 17 faceva ancora un gran caldo e non voleva rischiare una sincope) , ma per le 18 era fuori, e fuori c'era l'estate che la aspettava.

Cieli azzurri e qualche nuvola piccina e sfilacciata qua e là ... campi di girasoli a perdita d'occhio, e poi altre colture sconosciute che interrompevano il verde della campagna con macchie variopinte ...

La Natura non si era fermata mai, neppure durante il lockdown, anzi ... in un certo modo aveva beneficiato del fatto che in giro non ci fosse nessuno e l'aveva fatta da padrona, con animali che attraversavano la strada indisturbati e uccelli che nidificavano nei posti più impensati.

Due soli mesi con gli esseri umani " fuori gioco" e già si vedevano i risultati ... ed erano tutti oltremodo positivi.

Natura vs Homo Sapiens : 1 a 0




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