(Foto trovata in rete)
02-01-2020
Le piaceva
tornare alle normali occupazioni anche se per un solo giorno … l'indomani, infatti,
nonostante fosse venerdì, avrebbe fatto festa come ormai da 8 anni a questa
parte.
C’era
stato un tempo in cui il giorno del suo compleanno era soltanto un giorno come
un altro da passare in ufficio a sistemare carte e scartoffie.
Per anni,
la sua amica Michela, aveva provato in tutti i modi a farla ricredere ma con
scarsissimi risultati … aveva il suo bel da dire che il compleanno viene solo
una volta l’anno e che è giusto rendere questo giorno speciale, non lasciarlo
passare in sordina, ma da quell’orecchio Daisy proprio non ci sentiva.
Finchè era
arrivato il compleanno “tondo, tondo” e qualche mese prima aveva timidamente pensato
che magari, solo per quella volta, poteva fare un compleanno con il botto …
poteva festeggiare tutti i compleanni precedenti e avrebbe voluto farlo con una
vacanza “dall’altra parte del mondo”… aveva pianificato, progettato, sfogliato
deplians e visitato siti internet … potevano partire la vigilia e passare le festività
a Sidney, assistere ai fuochi artificiali presso il Sidney Opera House che
davano il benvenuto al nuovo anno.
E poi magari
Melbourne, e Brisbane e perché no? La Baia dei 12 apostoli (ancora il nr 12 …)
sulla Great Ocean Road.
In
definitiva di quel viaggio così bello e articolato non se n’era fatto più nulla,
però era cambiata la sua percezione sui festeggiamenti riguardanti il
compleanno (probabilmente Michela aveva pensato “era ora!!! Meglio tardi che
mai!!”) e da allora, ogni anno si “confezionava” una giornata speciale … mostre
che magari erano organizzate in città d’arte così da prendere 2 piccioni con
una fava … era riuscita nei 7 anni precedenti a visitare città a nemmeno un’ora
d’auto da casa che di fatto conosceva poco o nulla (una su tutte Vicenza che
era una vera e propria bomboniera), oppure a organizzare uno spostamento di un
paio di giorni così da poter conoscere Loreto o Assisi e Spoleto.
Per domani
aveva in mente una città vicina vicina, dove aveva vissuto per un breve periodo
da studentessa e che amava particolarmente … una città dove, ovunque ti voltavi
c’era qualcosa di bello da vedere, una città a misura d’uomo.
Ma oggi c’erano
un sacco di cose da sbrigare in ufficio e doveva mettersi d’impegno se voleva
finire abbastanza presto. Stava sorseggiando il caffè (che da sempre era il suo
rito di “si aprano le danze”) e ad un tratto tutta l’euforia per la bella
giornata che la aspettava l’indomani si era dileguata … le era venuto in mente
il sogno della notte appena trascorsa che, nonostante fosse stato un sogno
piacevole, le aveva lasciato un leggero “retrogusto” al quale non riusciva a
dare un nome.
Nel sogno
le giornate erano belle, soleggiate, la gente andava al mare, in montagna (del
resto era l’ottava notte, quella che aveva l’impegno di raccontare come sarebbe
stato agosto) però, anche se non manifesto, nell’aria c’era come un senso di
attesa.
Come se le
persone “facessero finta” che tutto fosse normale ma in cuor loro sapessero che
non era così … una sorta di Decamerone del terzo millennio, dove la gente si
raccontava la favoletta del “andrà tutto bene” e invece c’era una sorta di
attesa, lenta ed estenuante.
-OH beh …
siete in vacanza? Divertitevi! - aveva pensato Daisy tuffandosi tra bilanci e
scritture di rettifica.
AGOSTO
2020
Il tempo con
gli amici era trascorso velocemente e ben presto era arrivato il momento
di tornare verso casa.
Promettendosi
di non lasciare passare troppo tempo prima di un altro raduno, al momento del
commiato gli sguardi avevano sostituito gli abbracci e mai come in quei giorni
aveva pensato a quanto potesse essere vera una frase di una vecchia canzone dei
Pooh che diceva: “gli occhi parlan chiaro ben più delle parole”
Ed erano
tornati alla vita di sempre, per l’ultima settimana lavorativa prima di
concedersi qualche giorno di meritato riposo.
Sarebbero
rimasti a casa: lo spazio non mancava e avevano tutti i confort che
desideravano.
E poi
Daisy si era convinta che quello non fosse l’anno per organizzare spostamenti lunghi:
ad aprile prima e a maggio dopo, aveva dovuto rinunciare a mettersi in cammino,
ad intraprendere un percorso organizzato nei minimi particolari già nell’autunno
precedente quando niente faceva presagire quello che sarebbe successo di lì a
qualche mese. Era così arrivata alla conclusione che per quell’anno avrebbe
dovuto “saltare”.
Quando finalmente
l’azienda aveva chiuso e si era trovata con parecchio tempo libero a
disposizione, si era ritrovata spesso a guardare telegiornali e reportage che,
se da una parte mostravano famiglie in vacanza, dall’altra non passava giorno
che non si parlasse ancora di questo terribile Virus. Ci si rallegrava perché i
contagi erano scesi a livelli molto bassi, ma contemporaneamente si parlava di
una probabile seconda ondata che poteva arrivare a settembre con la riapertura
delle scuole.
Insomma “una
tregua armata” … si provava a tornare alla normalità ma con il timore che
quella normalità non sarebbe durata a lungo.
Agosto
stava finendo, le fabbriche riaprivano, la gente tornava al lavoro e da lì a
qualche giorno ci sarebbe stato settembre ad attenderli …
Nessun commento:
Posta un commento
© Immagini e testi protetti da Copyright