(Foto trovata in rete)
“Eccoci arrivati ad un altro compleanno” pensò
appena sveglia …
Sbirciò fuori dalla finestra … il sole splendeva e il
cielo era di un azzurro accecante. Prima di potersi godere la SUA giornata,
aveva un’incombenza da espletare.
L’Uomo, il SUO UOMO, le aveva fatto un regalo
quantomeno singolare: un incontro con la fisioterapista che lui frequentava già
da un po’ per un problema alla spalla, per cercare di risolvere quel fastidio
alla schiena che la perseguitava dal settembre precedente.
-Ma scusa, proprio il giorno del mio compleanno dovevi
prendere appuntamento?? Con tanti altri
giorni ... -
-Sì ma ti conosco, qualunque altro giorno avresti
avuto qualcos’altro da fare … il giorno del tuo compleanno invece … e quale
miglior regalo se non quello di provare a rimettere in sesto la tua schiena!
Dai, vedi la mia buona intenzione!!-
E così aveva conosciuto Valeria, giovane donna con
un curriculum da fare invidia a professionisti molto più anziani di lei.
Avevano parlato di tante cose e poi avevano iniziato a fare un po’ di anamnesi.
Nome, cognome, età e poi la domanda cruciale:
-Da quant’è che ha questo dolore?-
-Ehhm, da settembre …-
- E scusi se glielo domando: com’è che ha aspettato
3 mesi prima di rivolgersi ad uno specialista?-
-Mah sa com’è … ero convinta che sarebbe passato da
solo, quindi ho aspettato un po’ …-
Valeria l’aveva guardata in viso perplessa e poi
aveva sorriso:
-Lei è cosciente vero che questa è la stessa
risposta che mi ha dato suo marito tempo fa, quando è venuto in studio la prima
volta e gli ho chiesto perché si fosse rivolto a me dopo aver patito per la
spalla dolorante per tanto tempo? Cos’è? Un vizio di famiglia aspettare “sperando
che passi”?-
-Sa come si dice no? “chi si somiglia, si piglia!”-
ed entrambe era scoppiate in una fragorosa risata.
La seduta era finita, la fisioterapista le aveva
dato “i compiti per casa” ( esercizi da fare ogni sera per “scaricare” la
tensione della schiena) e si erano salutate con empatia.
Adesso aveva un’ora da “spendere” in attesa che
anche l’Uomo si sottoponesse alle manovre di Valeria.
Che fare nel frattempo? La giornata era bellissima,
il posto dove era situato lo studio della professionista era immerso nella
campagna … avrebbe fatto una bella camminata.
Si era avviata da poco lungo un sentiero che
costeggiava un piccolo corso d’acqua quando aveva sentito vibrare il telefono.
Aveva cercato di capire chi fosse guardando il
display e un sorriso le era salito alle labbra … si trattava di Giovanni, una
persona conosciuta tramite facebook, che si era rivelata essere splendida, e
con la quale ogni tanto c’era uno scambio di messaggi e battute. Era la tipica
persona che poteva rendere bella una giornata “così così” e fantastica una
giornata già speciale.
Rispose con impeto … dall’altra parte, Giovanni, con
la sua calda cadenza “sicula” aveva esordito facendole gli auguri e
interessandosi di quali fossero i suoi progetti per la giornata.
-Sai in realtà sia io che mio marito stamattina
avevamo appuntamento dalla fisioterapista, quindi …-
-Se non la finite con questo Kamasutra Estremo,
qualche giorno rimarrete talmente “annodati” che servirà l’esorcista per
rimettervi a posto!!-
Eccolo là: la battuta simpatica, mai fuori posto …
giusta per strapparti un sorriso.
Si erano salutati e lei era tornata sui suoi passi.
La giornata era proseguita nel migliore dei modi facendo
i turisti in una vicina città d’arte, passeggiando per viuzze nascoste e corsi
affollati di gente che ancora godeva di qualche giorno di festa.
Al sole, nelle ore più calde, si stava bene anche
senza cappotto.
E fu solo a cena che parlando del più e del meno
venne fuori la storia delle dodici notti.
-Non ti sento più parlare delle 12 notti … è un
caso, lo fai di proposito o proprio non ti ricordi cosa hai sognato? Tipo: la
notte scorsa … possiamo avere uno “spoiler” di settembre e ci vuoi tenere nell’ignoranza
più assoluta?-
-In realtà mi ricordo pochissimo della notte scorsa … mi ricordo bene di una cosa che mi è sembrata un paradosso: mi ricordo che gli studenti VOLEVANO andare a scuola e non potevano. Non ti sembra una cosa strana? Solitamente è il contrario: gli studenti DEVONO andare a scuola e non vogliono. Mah … ‘sta storia dei sogni è sempre più incasinata … a un certo punto mi sembrava di essere sulle montagne russe, in un “su e giù” sempre più veloce la testa che girava e non ci capivo più niente. E sentivo un senso di “impoverimento” che non era solo quello economico, ma c’era di più, molto di più.
Sai che c’è?? Mannaggia alla volta che ho voluto
seguire questa leggenda!! Vorrei smetterla, ma mancano solo 3 notti, ormai il
più è fatto … ma ti assicuro che è stata la prima e ultima volta!-
SETTEMBRE 2020
Dopo la “tregua armata” di agosto, settembre si era fatto avanti con le solite
restrizioni (distanziamento sociale, mascherina sempre e in ogni dove) ma forti
della curva dei contagi che era scesa in modo considerevole, le persone erano quasi
convinte di esserne fuori.
Ed invece … ed invece erano cominciate le scuole e,
NON per colpa delle scuole dove tutte le precauzioni erano osservate in modo
rigoroso, ma per l’affollamento del mezzi pubblici e forse anche un po’ colpa dell’ottimismo
che si respirava, piano piano la curva aveva ripreso a salire.
Ed ecco tutti parlare della seconda ondata, ed ecco
ancora titoli clamorosi sull’aumento dei contagi, e il governo che doveva pensare
a come fare per provare ad arginare i contagi.
Condivisibili o meno le misure del governo, si era
pensato che probabilmente, visto che la “seconda ondata” ( che poi seconda
ondata non era considerato che la prima non si era mai completamente esaurita) era
iniziata verso metà settembre, che potesse essere colpa della riapertura delle
scuole, e così per l’ennesima volta veniva applicata la Didattica a Distanza
part-time. Studenti in presenza e studenti in collegamento da casa.
Che tristezza!! La scuola che da sempre crea
sinergie, contatti, tesse amicizie, amori era vista come “l’Untore” di turno …
si vietava ai giovani di frequentarsi, si sacrificava quello che è un diritto in
nome del “Bene Comune”…
E la stessa sorte avevano subìto Cinema, Teatri e
Biblioteche. Tutti i luoghi deputati alla cultura erano in quel periodo “demonizzati”
… Senza Cultura, senza l’esercizio della Cultura ( spettacoli teatrali e/o
musicali, incontri di lettura e film) si diventa più “poveri” , di una “mancanza”
non monetaria ma fatta di interessi, di scambi di idee … una povertà forse più
subdola, perché meno appariscente, ma non per questo meno grave.
E tutto era ancora, di nuovo, difficile e
difficilmente gestibile.
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