martedì 5 gennaio 2021

LE DODICI NOTTI -UNDICI-

                                              (Foto trovata in rete)
 

05-01-2020

La prima cosa che faceva ogni mattina quando si alzava, era di far avanzare di qualche passo i Re Magi verso la Capanna.

Quella mattina si era accorta che ormai i tre Re venuti dall’Oriente erano in vista del traguardo … avevano camminato più o meno da inizio dicembre e il giorno dopo avrebbero avuto il loro “momento di gloria” … chi in piedi, chi inginocchiato, sarebbero stati al cospetto del Bambino per adorarlo e porgere i loro doni.

Figure così importanti nella storia della Cristianità ( non dimentichiamo che  al ritorno avevano cambiato strada per evitare di rivedere Erode che cercava anche lui il Bambino ma con tutt’altri fini) nel presepe erano relegati a ruolo di “comparsa” … non facevano in tempo ad arrivare che era già ora di smontare e riporre tutto negli scatoloni fino al dicembre successivo.

Stavano “sulla scena” molto di più il Bue e l’Asinello (per dire) che … OK erano il riscaldamento ecologico della capanna ma, insomma, sempre di due animali si trattava.

E del pastorello adorante con la pecorella al suo fianco ne vogliamo parlare? Quasi sempre “in prima fila”, si godeva lo spettacolo come se avesse acquistato un biglietto “all inclusive” … ed era solo un ragazzino che possedeva una sola pecorella.

E lo zampognaro, il muratore che costruiva la casa, i commercianti ambulanti con le loro bancarelle lungo la strada … tutti, persino la lavandaia al ruscello e la ragazza con l’anfora in testa che porta a casa l’acqua, per non parlare della vecchina che filava o del ragazzino con il cane, tutti, veramente tutti, stavano in scena più dei Re Magi.

Che razza di considerazioni le passavano per la testa!! Del resto quando hai un po’ più di tempo a disposizione è logico che i pensieri vadano a briglia sciolta.

Aperta la porta di casa aveva trovato ad attenderla un’altra splendida giornata di sole … non ci aveva pensato nemmeno 5 minuti: si era vestita in gran velocità, indossato le sue Reebok preferite, fatto indossare collare e guinzaglio alle sue “ragazze pelose” ed era uscita nella campagna silenziosa.

I primi 10 minuti di uscita, con due bestiole di oltre 40 kg attaccate ognuna ad una mano, voleva dire fare quello che lei scherzosamente chiamava “ la cavalcata delle valkirie” … passi lunghi e veloci, perché le amate “cagnoline” avevano voglia di sgambare.

La cosa strana era che le “bestiole” disponevano di un giardino notevole ( oltre 1000 mq) eppure quando uscivano fuori dal cancello sembravano ergastolani ai quali sia stata concessa l’amnistia. E tiravano, tiravano … si era fermata a pensare che se avesse avuto un paio di pattini a rotelle l’uscita con le “belve” sarebbe stata molto più agevole.

Chissà perché l’immagine di lei trainata da due cagnolone al galoppo l’aveva fatta sorridere e pensare che poteva proporlo come  attrazione in qualche circo. Gli animalisti boicottavano il circo e lo sfruttamento o il maltrattamento degli animali, ma in quel caso l’unico “animale” maltrattato perché obbligato a fare i “tour de force” era lei.

Associazione di idee:

- circo – tendone - bandierine colorate e svolazzanti attaccate in alto per richiamare l’attenzione dei passanti.

- correre – auto da corsa - gran premio – bandiera a scacchi sventolante ad ogni giro – tute multicolori nei paddock

- ancora circo – trapezisti ma anche funamboli, giocolieri e  pagliacci con i loro vestiti a toppe colorate.

Guarda un po’ che pensieri le passavano per la testa! Dovunque giravi, andava sempre a finire in qualcosa di colorato … e di tanti colori.

Più o meno come il sogno della notte precedente: le sembrava di essere alla fiera del paese e stava passeggiando all’interno di una mostra estemporanea di pittura.

Tanti pittori sulle rive del fiume che dipingevano in “tempo reale” le loro opere sotto gli occhi dei visitatori.

E dappertutto quadri finiti con paesaggi, ritratti e astratti dalle molteplici tonalità … e stracci usati per pulire i pennelli che assomigliavano al costume di arlecchino.

Un sogno veramente bello che l’aveva messa di buonumore: l’unica nota stonata era che la fiera del suo paese era ad aprile (oppure a settembre), ma il sogno della notte precedente riguardava novembre.

Cosa c’era che non quadrava??

Ci avrebbe pensato tra 11 mesi … inutile preoccuparsene ora …


 NOVEMBRE 2020

Sembrava un brutto film … di quelli che non vedi l’ora di uscire dalla sala, pensare che hai buttato via i soldi del biglietto e chiuderla lì.

Ed invece non era un film, ma la vita della popolazione di un intero pianeta che era stata stravolta.

Il giorno prima potevi andare e tornare da una parte all’altra del mondo senza vincoli  e il giorno dopo ti avevano messo agli “arresti domiciliari”.

La sua generazione era la prima che era nata e vissuta senza aver mai conosciuto la guerra, quindi convinta che la libertà fosse qualcosa di “Inalienabile” , che niente e nessuno potesse toccarla e invece …

Era la generazione che aveva sconfitto malattie come la Polio, il Tetano, il Vaiolo … malattie gravi, malattie a causa delle quali si moriva … fino all’arrivo del vaccino.

E ora? Dopo oltre 8 mesi ancora si combatteva una guerra dove il nemico era invisibile ad occhio nudo, e subdolo, e nessuno sapeva veramente cosa fare per sbarazzarsene.

Nel tentativo di non chiudere TUTTO nuovamente, il Governo aveva deciso di adottare dei provvedimenti più mirati dividendo la penisola in zone colorate.

--giallo = contagi gestibili: la vita procedeva “quasi normalmente”    (ad eccezione di poche attività chiuse) con qualche attenzione ( uso della mascherina e del gel disinfettante, coprifuoco dopo le 22)

--arancione = contagi difficilmente gestibili: era vietato uscire dai confini regionali e le attività erano contingentate

--rosso = contagi fuori controllo: era vietato uscire dai confini comunali e le attività era chiuse ad eccezione di quelle primarie

Le zone cambiavano colore più o meno settimanalmente seguendo la curva dei contagi … si viveva praticamente  “alla giornata” … non si potevano fare progetti a lungo termine perché tutto poteva essere stravolto da un giorno all’altro.

La gente era divisa in due fazioni:

da una parte i “negazionisti” che dicevano che era tutta una macchinazione, che il virus non esisteva, che c’era chissà quale complotto.

Dall’altra quelli che invece temevano, per la loro incolumità e per quella dei loro cari. Che soffrivano per la mancanza di libertà ma che si attenevano alle regole e così facendo si auguravano che tutto potesse risolversi al meglio.

Gli uni sollecitavano gli altri a “svegliarsi”, ad aprire gli occhi, a capire che tutto era un disegno malvagio ordito dai Poteri Forti..

Gli altri semplicemente subivano questo stato di cose ma mettevano in atto tutti i protocolli necessari per tentare di uscire da questo “brutto film”.

Non avevano pagato alcun biglietto per assistere allo spettacolo e si erano trovati, loro malgrado, attori involontari e inconsapevoli.

Passò anche Novembre …


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